AUTUNNO 1997
( chart USA + UK + Europa, settembre-ottobre-novembre )

# TITOLO INTERPRETE Score
1CANDLE IN THE WIND '97 / SOMETHING ABOUT THE WAY YOU LOOK TONIGHTElton John1884
2I'LL BE MISSING YOUPuff Daddy feat. Faith Evans & 1121316
3MEN IN BLACKWill Smith1184
4BARBIE GIRLAqua1060
5YOU MAKE ME WANNA...Usher901
6MO MONEY, MO PROBLEMSThe Notorious B.I.G. feat. Puff Daddy & Mase866
7HONEYMariah Carey865
8TUBTHUMPINGChumbawamba856
9HOW DO I LIVELeAnn Rimes830
10FLYSugar Ray788
114 SEASONS OF LONELINESSBoyz II Men729
12C U WHEN U GET THERECoolio feat. 40 Thevz636
13QUIT PLAYING GAMES (WITH MY HEART)Backstreet Boys620
14SPICE UP YOUR LIFESpice Girls543
15SAMBA DE JANEIROBellini535
16BITCHMeredith Brooks532
17AS LONG AS YOU LOVE MEBackstreet Boys507
18ALL CRIED OUTAllure feat. 112489
19PUSHMatchbox 20477
20SEMI-CHARMED LIFEThird Eye Blind460
21YOU WERE MEANT FOR ME/FOOLISH GAMESJewel443
22EVERYBODY (BACKSTREET'S BACK)Backstreet Boys440
232 BECOME 1Spice Girls419
24MY LOVE IS THE SHHH!Somethin' For The People feat. Trina & Tamara408
25SUNCHYMEDario G403
26FREEUltra Nate393
27SUNNY CAME HOMEShawn Colvin387
28GOTHAM CITYR Kelly353
29STAYSash! feat. La Trec348
30ALL FOR YOUSister Hazel346
31ALANEWes341
32BUILDING A MYSTERYSarah McLachlan333
33GOT 'TIL IT'S GONEJanet feat. Q-Tip and Joni Mitchell325
34INVISIBLE MAN98 Degrees316
35(UN, DOS, TRES) MARIARicky Martin302
36WHAT ABOUT USTotal281
37IF YOU COULD ONLY SEETonic272
38I WANNA BE THE ONLY ONEEternal feat. BeBe Winans269
39WHERE'S THE LOVEHanson263
40THE ONE I GAVE MY HEART TOAaliyah263
41UP JUMPS DA BOOGIEMagoo & Timbaland257
42NOT TONIGHTLil' Kim feat. Da Brat, Left Eye, Missy Elliott & Angie Martinez255
43THE DRUGS DON'T WORKThe Verve253
44MMMBOPHanson252
45BITTER SWEET SYMPHONYThe Verve248
46YOU SHOULD BE MINE (DON'T WASTE YOUR TIME)Brian McKnight feat. Mase245
47NEVER MAKE A PROMISEDru Hill237
48DO YOU KNOW (WHAT IT TAKES)Robyn236
49BUTTA LOVENext227
50AIN'T THAT JUST THE WAYLutricia McNeal224
51DA YA THINK I'M SEXY?N-Trance feat. Rod Stewart221
52STAND BY MEOasis220
53HOW COME, HOW LONGBabyface & Stevie Wonder219
54WALKIN' ON THE SUNSmash Mouth215
55CRUSH ON YOUAaron Carter213
56HOW BIZARREOmc213
57I MISS MY HOMIESMaster P feat. Pimp C & The Shocker212
58TOUTLara Fabian202
59I CARE 'BOUT YOUMilestone194
60BARELY BREATHINGDuncan Sheik191
61THE FRESHMENThe Verve Pipe190
62I SAY A LITTLE PRAYERDiana King187
63NEVER GONNA LET YOU GOTina Moore186
64MY BODYLSG186
65UH LA LA LAAlexia186
66RETURN OF THE MACKMark Morrison185
67COCO JAMBOOMr. President176
68I WILL SURVIVEHermes House Band176
69EVERYTHINGMary J. Blige175
70CRIMINALFiona Apple172
71YOU MIGHT NEED SOMEBODYShola Ama163
72AVENUESRefugee Camp Allstars feat. Pras162
73THE IMPRESSION THAT I GETMighty Mighty Bosstones162
74PICTURE OF YOUBoyzone162
75PRENONS NOTRE TEMPSPoetic Lovers155
76TIC TIC TAX (DANCE TO BOI BUMBA!)Chilli feat. Carrapicho152
77ANGEL OF MINEEternal152
78SOCK IT 2 MEMissy "Misdemeanor" Elliott feat. Da Brat151
79TELL HIMBarbra Streisand & Celine Dion151
80BACKYARD BOOGIEMack 10151
81TORNNatalie Imbruglia149
82FEEL SO GOODMase143
83RESCUE MEBell, Book & Candle141
84BECAUSE IT'S LOVEThe Kelly Family140
85SOMEONESWV feat. Puff Daddy137
86HE'S COMIN'Nana135
87ANYBODY SEEN MY BABY?Rolling Stones135
88TE EXTRANO, TE OLVIDO, TE AMORicky Martin135
89I DON'T WANT TO WAITPaula Cole134
90HISTORY / GHOSTSMichael Jackson132
91PLEASEU2132
92SAVOIR AIMERFlorent Pagny131
93DO YOU LIKE THISRome129
94BUTTERFLYMariah Carey129
95YOU LIGHT UP MY LIFELeAnn Rimes127
96MEET HER AT THE LOVE PARADEDa Hool122
97LEGEND OF A COWGIRLImani Coppola122
98LOVE GETS ME EVERY TIMEShania Twain116
99AROUND THE WORLDDaft Punk115
100FREEDJ Quicksilver114

L'AUTUNNO DEL 1997 – Speciale Halloween: musica per funerali

Grazie a www.jpergrafando.it“Buonasera. Lo scribacchino di questa pagina pensa che sarebbe scorretto presentare questo articolo senza un amichevole avvertimento. Stiamo per narrarvi la storia delle classifiche autunnali del 1997, colme di hit funerari, invase da boy e girl band e riboccanti di fattucchiere canterine. Vi parleremo di vampiri musicali e babau. Penso che vi farà rabbrividire. Forse vi spaventerà. Potrebbe anche terrorizzarvi! Così se pensate che non vi importi sottoporre i vostri nervi a questa tensione, è la vostra occasione per… Bene, vi abbiamo avvertito!”

“È Halloween, ognuno ha diritto a un sano spavento!” (“Halloween”, John Carpenter, 1978)

Allora, in Autunno cade Halloween, che come ben si sa è festa tradizionale nei paesi che ospitano le classifiche di cui trattiamo. Pertanto, per omaggiare tale tradizione, iniziamo con un racconto del terrore... State vagando all’ora del crepuscolo. Una cattiva luna sta sorgendo. È allora che nell’aria si diffonde il tristo ululato della più temibile delle creature: Celine Dion, la canoppiona mannara del Canada, alla ricerca costante di poveri mortali da torturare con lagne inesorabili. Vi rifugiate dentro l’edificio più vicino. Un tetro palazzo. Vagando tra le oscure stanze, il vostro sguardo tremante scoprirà oscene reliquie, come il perizoma dorato di Bobby Farrell, le foto osé di Yoko Ono, o il cervello di Britney Spears, oppure testi oscuri e maledetti quali “come fare sempre la stessa marcetta e portarla ogni volta al primo posto” del diabolico trio Stock, Aitken & Watermen, oppure su “come creare una band fantoccio senza stavolta farsi fregare dalle interruzioni del playback” del Barone Frank Von Farian. Ma sarà in quel momento che alle vostre orecchie arriverà una melodia foriera di sventure, e sarà allora che vi renderete conto di avere fatto un errore mortale: siete entrati nella tana di uno di loro e non ne uscirete se non dopo aver ascoltato tutto il suo repertorio, compresi i lati B, per la modica cifra di qualche trilione di sterline… Benvenuti nella casa di un Vampiro Musicale, che vi accoglierà intonando “Goodbye England's rose….”

“Udite… I figli della notte stanno facendo la loro musica!” (“Nosferatu”, Werner Herzog, 1979)

Il Vampiro Musicale

a) Vecchia pop star da decenni sull’orlo del declino, capace di rivitalizzarsi periodicamente vampirizzando la propria passata produzione, magari sfruttando le disgrazie altrui. È sensibile alla luce e per schermarsi usa occhiali vistosi e parrucchini. Se la chiamate Zietta vi sorriderà e vi proporrà di farvi vedere la collezione di dischi d’oro. Ma non seguitela nel suo antro, è una creatura subdola, che richiede costante energia, vista quella che dissipa per vizi e cazzate tipo biciclette per palombari, squadre di calcio e feste natalizie con nevicate artificiali realizzate con polvere bianca di origine vegetale.

b) 30enne rampante di colore, riconoscibile per la vista sensibile alla luce, che lo costringe a portare gli occhiali da sole anche in piena notte di luna nuova durante un black out. Le vesti, firmate e costose, sono abbinate solitamente a quintali di monili d’oro il cui tintinnare avverte della sua minacciosa presenza. Ancor più lo riveleranno i terribili versi (“Yo Yo”! Check Ya Self!”), emessi prima di scagliarsi sulla vittima prescelta: di solito un hit degli anni ’70 o ’80 che verrà rapidamente vampirizzato e depredato di ritmica e melodia. A volte questo terribile rifiuto dell’Inferno fa uso di un’altra terrificante creatura: il rapper post-mortem.

Ebbene, dopo aver letto questo vi renderete conto con orrore che tali creature non solo esistono per davvero, ma che infestano l’autunno del 1997...

Elton John – La Regina Madre di tutti i funerali

“Io sono... Dracula” (“Dracula”, Tod Browning, 1931)

È un autunno triste quello del 1997, specie in Inghilterra. Lady Diana Spencer, la cosiddetta Principessa Triste, la più amata dagli inglesi, si è schiantata in auto nel Tunnel del Pont d'Alma il 31 agosto, e il paese è in uno stato di lutto. Ai funerali, tenuti il 6 settembre davanti a una platea mondiale di quasi 3 miliardi di spettatori, accanto alla famiglia reale (consiglio una visione del bel film di Stephen Frears, “The Queen”, per vedere l’evento attraverso gli occhi della Regina), fan bella presenza numerosi rappresentanti del jet set internazionale a cui Diana era legata. In particolare, ci sono molte pop star, tra cui, in prima fila, Elton John e Sting (immancabili a ogni funerale VIP dell’epoca). A un certo punto la Regina Madre del Pop intona al piano un inno funebre dedicato alla defunta. È la sua CANDLE IN THE WIND, bel brano della sua produzione anni ’70 (quando nonostante la quantità di droghe assunte sfornava capolavori a manetta), dedicato a Marilyn Monroe. Solo che stavolta il pezzo non parte con “Goodbye Norma Jean”. Il nostro infatti lo ricicla abilmente attaccandoci sopra un testo dedicato alla più recentemente prematuramente scomparsa “Rosa D’Inghilterra”. Sting, seduto in prima fila, probabilmente maledice il momento in cui ha concesso la sua “Every Breath You Take” per l’elogio funebre di Notorious BIG. Cavolo, avrebbe potuto dedicarla a Diana.

Elton John - Something About the Way You Look Tonight / Candle in the Wind 1997 Il giorno dopo si avvertono gli effetti del potente maleficio lanciato da Elton in nome della defunta. Gran parte della popolazione che ha assistito al funerale vuole avere il pezzo a tutti i costi. Ma non nella versione originale, che probabilmente già possiede, in quanto presente in tutte le migliaia di raccolte di successi licenziate dal nostro negli anni. Lo vuole con le parole “Goodbye England's rose” al posto di “Goodbye Norma Jean”. L’epidemia colpisce l’intero globo. E così per ricordare la Principessa, la vecchia Regina (non Elisabetta) decide di pubblicare il brano. Il singolo esce il 13 settembre, va al N. 1 ovunque e diventa a velocità record il secondo singolo più venduto di sempre con 33 milioni di copie (al momento del picco di vendite, vende una copia ogni 6 secondi!). Per la cronaca al primo posto rimane Bing Crosby con la sua “White Christmas”. Rimane 14 settimane al N. 1 USA e 5 al N. 1 UK. Intanto, anche l’album “The Big Picture” che contiene il lato B del singolo, SOMETHING ABOUT THE WAY YOU LOOK TONIGHT (attenti! Quando inizia a cantarla, fuggite! Sta per attaccarvi!), uscito il 23 settembre, vende bene (oltre 6 milioni di copie). Ah, l’album invece è dedicato alla memoria di un altro defunto eccellente, Gianni Versace (al cui funerale ovviamente Elton non è mancato!).

Non c’è solo Elton ad avere un hit funerario. Infatti subito dopo di lui nel classificone eccovi...

Puff Daddy feat. Faith Evans & 112 – Requiem per il Ciccione

“Ho attraversato gli oceani del tempo per campionarti…” (“Dracula di Bram Stoker”, Francis Ford Coppola, 1992 – rivisitata)

Puff Daddy & the Family - I'll Be Missing You Quando ne abbiamo parlato nel 1995 era ancora vivo e, stando alla ciccia, in buona salute e occupava il N. 2 della chart USA. Adesso è al primo posto, ma non è proprio in forma, dato che se ne sta sdraiato “six feet under”... Si parla ovviamente di Notorious BIG, morto ammazzato il 9 marzo 1997 a soli 24 anni. Il suo caro amico nonché produttore Sean "Puff Daddy" Combs e la vedovella (quasi) inconsolabile, Faith Evans hanno la bella idea di dedicare un pezzo alla salma. E così le classifiche sono funestate dalla tremenda I’LL BE MISSING YOU. Il singolo è uscito il 27 maggio ed è ancora il secondo singolo più venduto in circolazione questo autunno. Il pezzo vampirizza senza pudore “Every Breath You Take”, grande N. 1 transoceanico dei Police datato 1983, miscelandola con il gospel "I'll Fly Away". Arriva al N. 1 in mezzo mondo, debuttando direttamente al N. 1 USA e rimanendo in vetta 11 interminabili settimane. Sting però è una vittima consenziente e arriva a cantare il pezzo con Puff Daddy sul palco degli MTV Awards. Si sa che il Poliziotto è un po’ sensibile alla pecunia e le royalties ottenute gli assicurano l’acquisto di qualche centinaio di ville in Centro Italia. Già che c’è affida alle “cure” di Puffy anche “Roxanne”...

Il primo luglio 2007 si avrà la chiusura dell’anello infernale (altro che “The Ring”!): Puff Daddy, ormai noto come P. Diddy, canterà una versione del pezzo al Concerto per Diana a Wembley.

The Notorious B.I.G. feat. Puff Daddy & Mase – Indovina chi vien fuori rappando dall’Oltretomba

The Notorious B.I.G. - Mo Money Mo Problems Un vampiro musicale come Puffy tuttavia esprime il proprio potere al massimo quando ricorre direttamente all’impiego del rapper dall’oltretomba, creatura che è dotata del potere di vendere più dischi da morto che da vivo. Il 30 agosto arriva al N. 1 USA, detronizzando proprio “I’ll Be Missing You”, rimanendovi due settimane, il secondo singolo tratto dal (primo) album postumo “Life After Death” di Christopher George Latore Wallace, alias Notorious BIG. Il singolo è MO MONEY MO PROBLEMS, ed è il secondo N. 1 americano post-mortem per l’adiposo rapper. Al singolo partecipano anche il protetto di Sean, Ma$e (scritto così, col segno del dollarone, vera poetica d’intenti – il suo album “Harlem World” arriverà a N. 1 a metà novembre) e Kelly Price, che canta il ritornello "I don't know what they want from me, It's like the more money we come across, the more problems we see". Il significato del brano è “più soldi fai più problemi incontri” (e vedendo come è finito Notorious probabilmente in questo caso è vero). Il pezzo campiona (bene) “I’m Coming Out” di Diana Ross. Il video, diretto dal grande Hype Williams, inaugura “l’era dei completi sgargianti” nell’hip hop: Ma$e e Puffy infatti vestono vestiti dai colori vistosi. Tale era in realtà corrisponde al periodo di massimo successo commerciale della Bad Boy Records di Puffy, i cui artisti sono soliti vestire in modo vistoso (e costoso – i soldi porteranno pure problemi, ma non solo…).

Ovviamente non sarà l’ultimo hit postumo di Notorious BIG. Puffy infatti conserva gelosamente tutti i nastri delle registrazioni del defunto compare. Poi lui è bravo come produttore, e da un paio di frasi biascicate (o da un rutto) può ricavarci tranquillamente un singolo, basta aggiungervi qualche ospite che fa il resto…

Lil' Kim - Hard CoreCome ogni buon vampiro che si rispetti, anche Puff Daddy ha i suoi servitori, che si nutrono di ragni, scarafaggi e delle briciole che il Signore e Maestro lascia loro. Tra questi non si può non citare l'esuberante Kimberly Denise Jones, meglio nota come Lil’ Kim. La rapper dalle pose postribolari capeggia un’intero squadrone della morte, composto da Angie Martinez, Left Eye, Da Brat & Missy Elliott, con cui realizza NOT TONIGHT, fastidioso pezzo che arriva al N. 6 USA dissanguando senza ritegno “Ladies Night” di Kool & The Gang.

Ma i vampiri non sono ancora finiti, anche se quello di cui sto per parlare se non altro non ha bisogno di un funerale per avere successo...

Will Smith – Il killer degli alieni (e dei vecchi hit)

“Non ho mai visto niente del genere! Nessuna impronta! Niente sangue nè segno di lotta! Solo ossa bianche come banane sbucciate!” (“Tarantola”, Jack Arnold, 1955) "Questo succede ai vecchi hit quando passa Will Smith!" (Anonimo)

Will Smith - Men In BlackA lui basta indossare occhiali neri e sparare agli alieni. E infatti, dopo aver scongiurato un’invasione aliena in “Independence Day”, si dedica agli omini verdi anche nel suo ultimo hit cinematografico, “Men In Black”, filmetto moderatamente divertente in cui compare con Tommy Lee Jones. E ha successo anche la canzoncina rap che gli fa da tema, MEN IN BLACK, realizzata ovviamente dall’ex Principe di Bel Air. Nel suo stile. Ovvero: piglia un vecchio hit, rappaci sopra e sfrutta il ritornello. Il caso curioso è rappresentato dall’hit preso in considerazione. Il brano è FORGET ME NOTS, successo da top 10 UK del 1982 per Patrice Rushen. È un classico pezzo soul-dance della fase post-disco, quando in realtà si facevano pezzi disco senza tuttavia poterli chiamare così altrimenti non vendevano. E negli anni '90 arriva al N. 1 UK ben due volte. Nel 1996 la riesuma George Michael per la sua “Fastlove”. Si tratta di un campionamento fatto bene, in cui il nuovo ha comunque la prevalenza sul vecchio. Con Willy invece le cose cambiano e alla fine la sua “Men In Black” si affida in pieno alla melodia del ritornello (cantato per l’occasione da Cheryl "Coko" Clemons, delle SWV) che affiora periodicamente tra le strofe rappate. Il singolo infatti arriva al N. 1 in UK, Germania, Australia e molti altri paesi. Negli USA il pezzo non entra nella Hot 100 perché non viene pubblicato su singolo, tuttavia arriva al N. 1 della classifica airplay di Billboard. "First, last and only line of defence, against the worst scum of the universe."

Una curiosità: Will quando faceva parte del duo rap DJ Jazzy Jeff and the Fresh Prince, ha realizzato nel 1988 un singolo perfetto per Halloween, “Nightmare On My Street”, che ha procurato loro una causa da parte della produzione del film “Nightmare” per violazione del copyright (…).

George Michael - You Have Been Loved Abbiamo parlato di Georgios Kyriacos Panayiotou (George Michael)? Ebbene il fido erede della Regina Madre segue le orme del suo idolo, partecipando alle esequie della dipartita Diana, e poi pubblicando poco dopo il milionesimo singolo estratto dal suo album “Older”. Si tratta della toccante ballata YOU HAVE BEEN LOVED, perfetta per la plumbea atmosfera che ha avvolto la traumatizzata Gran Bretagna. La mossa, non preventivata, è sicuramente azzeccata: il brano schizza al N. 2, battuto solo da Elton John. Se si considera che al N. 3 UK in quel momento c’è “The Drugs Don’t Work”, dedicata da Richard Ashcroft al padre defunto, possiamo capire quanto sia allegra la classifica inglese in questo momento…

Bene… abbiamo parlato di vampiri, ma la rassegna delle creature del terrore è ben lungi dall’essere conclusa… Anzi, in classifica ve ne sono di ancor più temibili.

L’invasione degli ultracorpi

“Quando non ci sarà più posto all’inferno, le boy(girl)band cammineranno sulla Terra...” (“Zombi”, George A. Romero, 1978 – con leggera variazione)

In “Das Cabinet des Dr. Caligari”, capolavoro espressionista del cinema muto germanico, il sordido dottore utilizza un sonnambulo privo di volontà interamente sotto il suo nefasto controllo per fargli compiere terribili delitti. Magari ora il bianco e nero espressionista della pellicola ha perso il suo potenziale orrorifico. Ma se trasportiamo la vicenda alla fine degli anni ’90 e l’ambientiamo nel terrificante mondo del pop prefabbricato per adolescenti in crisi ormonale, un brivido di terrore vi gelerà il sangue nelle vene.

Nell’autunno del 1997 vi sono numerosi emuli del perfido dottore che si aggirano nelle sale di registrazione, infestando le classifiche con le loro terribili creature. Volete tremare dalla paura? Ecco la storia che fa per voi!

Boyzone - Picture of YouIn estate abbiamo assistito all’ultima malefatta della creatura dell’irlandese Louis Walsh, ovvero i Boyzone. Stavolta la statica versione irlandese dei “Beccati Questo” non si è dedicata alla consueta cover soporifera ed esangue di una ballata classica, ma a un pop ritmato scritto dal loro capetto Ronan Keating, l’unico dei cinque che non sia in un completo stato di torpore ipnotico. Il pezzo si intitola PICTURE OF YOU e fa parte della colonna sonora del primo film di Mr. Bean e arriva al N. 2 albionico. Il pezzo vince pure il premio Ivor Novello. Praticamente l’unico pezzo (quasi) decente del loro repertorio. Purtroppo Walsh non può adottare con loro la tecnica della “camicia aperta”, finalizzata a mostrare pettorali e tartarughe depilati al fine di provocare nel pubblico adolescenziale femminile (e in alcuni casi pure non adolescenziale maschile) fremiti irrefrenabili che scatenano l’acquisto immediato di merchandising per dare sfogo alla nobile arte del toccarsi. I cinque ragazzi infatti son pallidotti e magrolini, e probabilmente hanno la tipica panzetta da birra che attanaglia ogni buon irlandese. Walsh non è mai riuscito a risolvere questo problema. Anche quando rottamerà questa sua creatura, sostituendola con l’ancor più terrificante versione 2.0, denominata Westlife, il problema resterà. Ma poco male, Walsh ha scoperto che le sue creature si adattano alla perfezione ad una fetta di mercato miracolosa: le casalinghe in menopausa con sparuti fremiti adolescenziali.

Ma c’è in circolazione un terribile individuo che invece ha saputo trasformare la “tecnica della camicia aperta” in una forma d’arte, applicandola scienificamente a tutte le sue creature e perfezionandola allo stremo. Ecco la sua storia. Ma potreste rimanerne talmente impressionati da non dormire più la notte…

Backstreet Boys – Le tartarughe sottopagate del diabolico Lou

Backstreet Boys - Backstreet's Back Il criminale Lou Pearlman (ora finito in galera negli USA per frode: ha defraudato i suoi investitori di 315 milioni di dollari...) alla fine degli anni ’80 è proprietario della “Trans Continental Airlines” e dei Chippendales, i noti ballerini-spogliarellisti (non c’è che dire, investimenti diversificati). Vede i New Kids On The Block guadagnare milioni di dollari e nella sua mente sovrappone l’immagine dei cinque burattini con quella dei ballerini bonazzi di sua proprietà. E allora decide di formare un gruppo di cinque burattini bonazzi. La creazione avviene in provetta. Fonda per l’occasione la “Trans Continental Records”. Il losco figuro seleziona cinque giovinetti innocenti particolarmente duri di comprendonio tra il 1992 e il 1993. I dolci fiorellini vengono opportunamente addestrati dal grassone, che li fa debuttare con un concerto al Sea World di Orlando l’8 maggio 1993. Lo stato ormonale delle ragazzine presenti è un ottimo segnale. I successivi test si svolgono in Germania, paese avvezzo ad affezionarsi ai peggiori esperimenti pop. I primi risultati danno ragione al bieco individuo, che, dopo aver assoggettato l’Europa, nel 1997 decide la conquista dell'ostico mercato americano. E così, mentre il resto del pianeta si sorbisce il secondo album dei cinque, intitolato con originalità “Backstreet's Back”, negli USA esce “Backstreet Boys”, un fritto misto tra il primo e secondo album internazionale del quintetto. I due dischi vendono oltre 28 milioni di copie, 14 a testa.

E infatti nel classificone ci son ben 3 singoli dei ragazzotti, di cui arrischiamo una drammatica analisi.

Backstreet Boys - Quit Playin' Games (With My Heart) QUIT PLAYING GAMES WITH MY HEART, tragicamente nota anche sulle nostre sventurate sponde come “Non puoi lasciarmi così”. Confezionata da Max Martin (autore dei maggiori successi del pop artefatto di fine anni ’90) e originariamente pubblicata nel vecchio continente nel novembre 1996, entra in agosto nella Billboard Chart aprendo di fatto le porte dell’America ai ragazzotti. Diventa doppio platino in tre settimane e arriva al N. 2 in settembre. Merito di un video in cui i nostri dimostrano di essere padroni della tecnica della camicia aperta (e per di più bagnata!). Onanismo femminile a iosa. Onanismo anche di Pearlman, dentro una vasca piena zeppa d’oro: ha capito che arrivano i dollaroni dello Zio Sam!

EVERYBODY (BACKSTREET'S BACK) è invece il primo singolo estratto dal nuovo album che esce in Europa e nel resto del Mondo. Sempre Max Martin alla consolle, stavolta per un pezzo ritmato nel suo inconfondibile stile. I cinque segnalano il loro ritorno e l’inizio di una nuova era di terrore. A dire il vero il pezzettino, prefabbricato ma non infame, è accompagnato da un divertente video, diretto da Joseph Kahn, molto in stile Halloween: i boys infatti vi compaiono nei panni di Dracula, la Mummia, l’Uomo Lupo, il Dr. Jekyll e il Fantasma dell’Opera. Il singolo, uscito in estate, arriva al N. 1 in mezza Europa, al N. 3 in UK e al N. 4, nel 1998, negli States. Le fan saltellano e fanno “Uh! Uh!”, per poi diventare cieche per l’eccessivo fai da te.

Le ragazzine vogliono però sdilinquirsi, e perciò ecco che i terribili cinque pubblicano come secondo singolo dal nuovo album internazionale una tipica ballata: si tratta di AS LONG AS YOU LOVE ME (scritta da Martin Sandberg, ovvero… Max Martin), che, uscita su singolo il 30 agosto, arriva al N. 3 UK e nella Top 10 europea. Il pezzo non viene pubblicato su singolo negli USA, ma questo non gli impedisce di scalare la airplay chart delle radio fino alla quarta posizione. Poco da aggiungere: ballatona e soliti pettorali che emergono dalle camicie aperte. Indovinate che fanno le fanciulle in fiore nelle loro camerette?

Tuttavia i cinque tartarugati non sono proprio gli idioti che il buon Pearlman crede. Infatti dopo circa 2 anni di attività (meglio tardi che mai), i cinque ingenui si accorgono che il manager ha sottratto loro la stragrande maggioranza (circa il 75%) degli introiti guadagnati col sudore di sette camicie aperte. Non sospettavano che i soldini che ricevevano dal grassone come mancia settimanale per comprarsi il gelato, andare al cinema e comprarsi nuove camicie da tenere rigorosamente aperte anche in inverno, fossero solo la minima parte dei soldi che facevano guadagnare. E così, a partire da Brian Littrell (il più sveglio del lotto?), tutti faranno causa a Pearlman (la prima di una lunga serie). Poco male, il diabolico Lou li ha già clonati, creando gli N*Synch (che tra qualche anno gli faranno causa per le medesime ragioni).

E così, un’altra volta la creatura si rivolta contro il suo creatore. Ma i BB son dei principianti in confronto alle terrificanti creature create dal più terribile dei Caligari. Un individuo che sconfina nel regno dei Frankenstein…

Spice Girls – Le bambolotte speziate del diavolo si ribellano

Spice Girls - SpiceworldCostui è responsabile di alcuni dei più terribili crimini contro la musica. Basti pensare che questa mente malvagia ha creato un programma televisivo chiamato Pop Idol e la sua versione USA, American Idol. Si, è un individuo di pura crudeltà. Alcuni lo indicano come colui-che-non-deve-essere-nominato, ma noi non esitiamo a pronunciarne il terrificante nome: Simon Fuller. Fuller è uno degli arcicattivi più pericolosi del pianeta. Si dice che abbia venduto l’anima a Belzebù pur di portare a termine la sua malefica missione: diffondere il più possibile la musica escrementizia assoggettando il pianeta. L’8 luglio 1996 la 19 Entertainment, società di Fuller (creata con i quattrini raccolti con il singolo “19” di Paul Hardcastle) scatena contro il pianeta l’arma più distruttiva creata dai suoi laboratori top secret. Studioso del fenomeno boy band, Fuller è giunto a una semplice conclusione: una band di ragazzi, per quanto effeminati, non sarà mai in grado di garantire il totale dominio come una band di ragazze. Decide quindi di creare cinque unità da combattimento sonoro di sesso femminile. La produzione viene avviata con il nome Spice Girls. I laboratori Fuller quindi producono in un’unica serie i cinque modelli, studiati nei minimi dettagli per soggiogare le menti deboli delle adolescenti femmine con disordini alimentari tramite proclami pseudo-femministi ("Girl Power!") e atteggiamenti zoccolistici, fornendo comunque sufficiente materiale per rasponi per ragazzini poco esigenti.

Narra la leggenda che un incidente accorso durante la produzione abbia seriamente danneggiato i riproduttori vocali delle unità, ma Fuller ha convenuto che il saper cantare non fosse poi così importante. Il piano di dominazione mondiale si verifica senza intoppi: dopo poco più di un anno 19 milioni di case ospitano una copia del cd di esordio delle cinque.

Spice Girls - Spice Up Your LifeNell’autunno 1997 inizia la fase B. Le cinque unità vengono riportate in laboratorio per una revisione e per apporre i marchi dei nuovi sponsor ( Pepsi, Walkers, Cadbury's, Chupa Chups, Impulse, Faberge, ASDA, Polaroid e Channel 5). Il 13 ottobre vede la luce il singolo SPICE UP YOUR LIFE. Il pezzo dalle venature latino-americaneggianti e dal testo oscuro (“La la la la la la la la la”, probabilmente un messaggio subliminale in codice) arriva subito al N. 1 britannico, mentre in terra americana è ancora in Top 10 il terzo estratto dal primo album, “2 Become 1”. La pubblicazione del singolo non è priva di contrattempi. Viene posticipata per evitare uno scontro diretto con un’entità occulta ancora più temibile, l’Elton John menagramo post-Diana. Una volta pubblicato, tuttavia, arriva al N. 1 UK senza problemi, vendendo oltre 321.000 copie in una settimana. Tuttavia l’esito in classifica sarà meno trionfale del previsto: non è stata considerata un’altra incognita impazzita del sistema: “Barbie Girl” degli Aqua. E contro la vera Barbie i cinque pezzi di plastica son costretti a fare dietro-front dopo una sola settimana. Il fenomeno si ripete in tutta Europa. Ma la vera sorpresa arriva dall’America: negli USA il pop-samba del singolo non viene granché apprezzato dalle radio e non va oltre la 18esima posizione della Billboard Chart.

Il 4 novembre esce il nuovo album “Spiceworld”. L’album ottiene il previsto successo in Asia e Europa, che cadono tragicamente tra urla di sofferenza, arrivando al N. 3 negli USA. In sole due settimane vende oltre 7 milioni di copie. Il disco fa parte del progetto di dominazione finale. Ad esso è associato un film: “Spiceworld: The Movie”. L’orrida pellicola vede le cinque recitare (in realtà l’unità di controllo per la recitazione non è stata installata, tuttavia Fuller ritiene che le menti già soggiogate non faranno caso alla totale incapacità delle sue squinzie) accanto a varie star, tra cui Elton John, che è riuscito a ritagliarsi un po’ di tempo per le riprese tra un funerale e il successivo. Il film ovviamente è condito da messaggi subliminali mirati a far credere che le cinque siano i Beatles con le tette. Nonostante la strenua resistenza di grandi fasce di popolazione, il film guadagnerà oltre 70 milioni di dollari.

I più arditi sogni di Fuller stanno per realizzarsi. Ma è proprio ora che avviene quello che non ha preventivato. Un guasto al computer di autocontrollo dell’unità Geri (causata probabilmente dall’apposizione del marchio di uno sponsor sulla chiappa destra) la trasforma in una capogruppo convinta di essere una grande artista e di essere pure una gran gnocca. A nulla serviranno i tentativi di abbattimento dell’unità che, indistruttibile come le compagne, si rivelerà la causa principe del fallimento del piano di Fuller. E così le cinque creature, in nome della “libertà artistica”, il 7 novembre danno un calcio in culo a Fuller con un comunicato stampa. Ancora una volta la creatura si ribella al Frankenstein di turno, e il novello Prometeo si trova senza il controllo sulle cinque proprio alla vigilia del suo trionfo. Geri prende il controllo delle relazioni con gli sponsor, Mel B dell’organizzazione dei tour, Emma del personale e della beneficenza, Mel C dei rapporti con la casa discografica e Victoria del merchandising. La rovina del quintetto, con tali premesse, è alle porte.

Le cinque unità diventeranno sempre più incontrollabili: in futuro Geri, autoproclamatosi supergnocca, abbandonerà le catene del gruppo per godere della massima libertà artistica, che porterà a compimento con “My Chico Latino”, poi un guasto al sistema di alimentazione ne determinerà una specie di restringimento dei tessuti. Un blocco ai meccanismi boccali inoltre le stamperà sulla faccia un isterico ghigno satanico alla Joker. Neppure il tentativo di riciclaggio nella discarica delle pop star femminili, i club gay, sortirà l’effetto sperato. Le altre quattro unità, dopo un tragico tentativo di produrre un album “urban”, decideranno di percorrere strade diverse, tutte dagli esiti tragici.

E Fuller? Capirà che per assoggettare le masse con la musica basta uno show televisivo: creerà Pop Idol e di lì a poco, American Idol. E realizzerà finalmente i suoi piani. E oltretutto le sue cinque unità, oramai arrugginite e necessitanti di enormi interventi di manutenzione, torneranno imploranti ai piedi del loro creatore, che così architetterà il loro ritorno. Il mondo è destinato a tremare ancora…

Avrete capito che la causa di tutti i mali risponde al nome di Take That. Il fatto che il 13 febbraio 1996 si siano separati non ci ha salvato. A parte l’ingombrante eredità che i cinque hanno lasciato nel mondo del pop, rilanciando il concetto di boy band, dobbiamo annotare la non esaltante presenza in classifica di due ex membri del quintetto. Robbie Williams, dopo essersi messo in testa di essere uno degli Oasis e che gli piacciono le ragazze, ha pubblicato un album che sta zoppicando nella chart inglese. In autunno arriva nella top 20 britannica con SOUTH OF THE BORDER (video da “Help”!), pezzettino non male che sposa con entusiasmo le sonorità Brit Pop di Oasis e Charlatans ma che rischia di affossargli la carriera. Per sua fortuna tra breve arriveranno gli “Angeli” a salvarlo...

Il “cicciobomba dei Take That” (Elio docet), ovvero Gary Barlow invece è reduce dal successo del debutto solista, “Open Road” da cui son stati tratti già due N. 1 (uno scritto da Madonna). Questo autunno ottiene il terzo hit dall’album, la title track OPEN ROAD, destinato a diventare il suo ultimo hit solista. Poi solo batoste fino alla reunion del 2006.

Intanto nella chart britannica compare anche la prima conseguenza del virus Spice. Son quattro squinzie dalle sonorità più R’N’B-urban che si fanno chiamare All Saints. Il loro singolo di debutto I KNOW WHERE IT’S AT arriva al N. 4 UK. E il successivo, uscito a fine novembre e modellato sulla melodia di “Amazing Grace”, diventerà un classico dell’epoca. Ne riparleremo.

Boyz II Men - EvolutionTra tante boy band che arrivano, la boy band di colore di maggior successo del decennio arriva al capolinea. I saccarinici Boyz II Men infatti ottengono il loro ultimo grande hit con 4 SEASONS OF LONELINESS, ennesima ballata del loro stile, a dire il vero con una buona linea melodica. Il pezzo arriva al N. 1 USA ed entra nella Top 10 britannica, tuttavia la loro stella sta per declinare bruscamente. La loro nicchia verrà di fatto occupata dai Backstreet Boys, le cui ballate mielose sono la perfetta continuazione, in bianco, di quelle dei Boyz.


Questi terrificanti racconti vi han fatto venire la pelle d’oca? Beh, son nulla in confronto ai racconti del terrore che vi sto per propinare…

La clonazione

"Noi abbiamo creato attrazioni biologiche così clamorose che cattureranno l'immaginazione dell'intero pianeta" ("Jurassic Park", Steven Spielberg, 1993)

Michael Jackson - Ghosts / HIStory La creatura aliena definita fino a poco tempo prima il Re del Pop sta iniziando a deteriorarsi. I gas contenuti nella nostra atmosfera ne stanno danneggiando i sempre più delicati tessuti. Tutte le modifiche spacciate per superflui interventi di chirurgia estetica in realtà son dovute proprio all’azione letale che ossigeno, azoto e anidride carbonica stanno compiendo sul suo sempre più fragile fisico alieno. Anche l'inquietante sbiancamento dell’epidermide è stato un altro terribile sintomo dell’avvelenamento. La creatura si presenta sempre più di rado in pubblico: sembra che abbia perduto il naso su una delle giostre del suo parco a Neverland e che questo sia stato prontamente ingoiato da uno degli struzzi del suo zoo. Purtroppo anche l’impiego di ragazzini per comunicare col suo pianeta attraverso il sistema “E.T. telefono casa” gli sta procurando delle noie. I ragazzini non capiscono perchè lui debba apporre il proprio dito proprio lì per telefonare.

Il suo ultimo album, “Blood On The Dancefloor” è stato un successo minore alle attese (“solo” 6 milioni di copie vendute e soprattutto un fiasco totale negli USA). L’album ha prodotto due singoli, la title-track e “History/Ghosts”, ancora in classifica in Europa durante questo autunno. “Ghosts” appare nell’omonimo film horror di 40 minuti che vi propino dato che è Halloween (ma non spaventatevi troppo quando Michael si toglie la maschera da teschio rivelando il suo vero volto!).

Usher - U make me wanna Il Re decide quindi di attuare un piano di emergenza: per evitare che il suo scettro finisca in mani indesiderate, decide di attivare il proprio clone, creato in tempi non sospetti nei sotterranei di Neverland. Purtroppo per lui, il piano non va esattamente come sperato. Un clone, scartato a suo tempo perché “troppo nero” e abbandonato presso la famiglia Raymond, è stato scoperto a soli 13 anni, nel 1992, da L.A. Reid. Dopo un primo album, prodotto da Puff Daddy, il nostro, chiamato Usher, fa il trionfale debutto nella Top 10 americana con il singolo YOU MAKE ME WANNA, bella ballata urban scritta con Jermaine Dupri, che si attanaglia al N. 2 USA per 7 settimane, tenuto lontano dal N. 1 solo da Elton John. Il singolo accompagna l’album “My Way” e arriverà all’inizio del 1998 al N. 1 britannico. Durante l’autunno intanto gira l’America apparendo in concerti con Puffy, Mary J. Blige e Janet Jackson.

Il Re del Pop è preoccupato. Come può questo clone prendere il suo posto? Deve attivare immediatamente il suo clone ufficiale, quello lavato con la candeggina. Quello per cui ha programmato una carriera speculare alla sua. Dopo un po’ di lavoro minorile nel Club di Topolino, decide di svezzarlo in una boy band. Non potendo disporre di un padre dispotico e manesco, l’ha affidato nel 1995 all’individuo peggiore possibile che ha potuto trovare: Lou Pearlman. Il clone battezzato Justin Timberlake sta per iniziare la sua carriera discografica.

Se non trovate sufficientemente terrificante questa storia, ecco per voi un racconto che non vi lascerà scampo…

L’ululato delle canoppione mannare

“Anche l’uomo puro di cuore e devoto si trasforma in lupo mannaro quando la luna piena d’autunno è nel cielo e l’aconito è in fiore…” (“L’Uomo Lupo”, George Waggner, 1941). “Ma la canoppiona mannara rimane mannara sempre!” (Anonimo).

C’era una volta, nel suo tetro castello di Hollywood, una carampana canoppiona di nome Barbra che si rivolgeva allo specchio magico (ovviamente sfocato con l’effetto flou per non fare vedere le rughe, alla stregua delle cineprese che la inquadravano nei film che dirigeva), rivolgendogli ogni volta l’annosa domanda: “chi è la canoppiona dalla voce più soave in circolazione?”. Per anni la risposta è sempre stata la stessa: “Tu, o mia Signora”. Purtroppo, un brutto dì, il vetro le rivelò una terribile verità, mostrando le fattezze di una canadese dall’ugola d’oro e dal repertorio orrorifico di nome Celine. Un canarino del Quebec che oltretutto era di qualche secolo più giovane di lei. La vecchia trattenne a stento l’ira. Stava quasi per gettare dalla finestra i due Oscar, quando le balenò per la mente una terribile idea, molto più terrificante della sceneggiatura del “Principe delle Maree”. Fu così che, in una notte di luna piena, la canoppiona si avventurò nella casa della rivale allo scopo di privarla della voce flautata: le sarebbe bastato mostrarsi a lei senza trucco e la poverina sarebbe rimasta senza voce per sempre.

Céline Dion - Tell Him (w. Barbra Streisand) La vecchia tuttavia non sapeva a cosa andava incontro. Un suono mai udito da nessuno che poi ha potuto vivere abbastanza per raccontarlo risuonò minaccioso nell’aria: era il ritornello di “The Power Of Love”, con cui la rivale stava per attaccarla alle spalle. La vecchia si girò e vide la rivale illuminata dalla spettrale luce lunare. Anche lei senza trucco. Rischiava di diventare la preda. E così rispose subito con la sua arma più letale: “Evergreen”. E fu così che iniziò il terribile scontro di leviatane. Alla fine, stremate, le due caddero al suolo. Al risveglio, le due si fissarono, si sorrisero, e iniziarono a sorseggiare tè e pasticcini. Nessuno avrebbe mai saputo che scontro orribile era avvenuto quella notte. Se non fosse stato per un discografico, che passato di lì, attirato dai sovrumani ululati, ha subito acceso il suo registratore, registrando lo scontro e pubblicandolo su singolo col nome di TELL HIM. La folla accorse e comprò l’invereconda incisione, portandola al N. 3 della chart britannica e nelle Top 10 di mezzo globo terracqueo (non negli USA dove non è stata pubblicata su singolo per questioni di sicurezza nazionale). Dopo il primo ascolto pochi sopravvissero, e quelli che riuscirono ad ascoltarla una seconda volta, morirono sbranati da orde di cani resi rabbiosi dagli ultrasuoni emessi dalle due terribili creature. La vecchia carampana si prese quindi un po’ di riposo, facendo giusto qualche concertino qua e la, chiedendo solo qualche milione di dollari per i biglietti di ingresso, mentre la canoppiona più giovane, realizzato il 15 novembre l’ennesimo album multimilionario (“Let's Talk About Love”, contenente anche il duetto con la Streisand), si fece vedere sulla prua di un transatlantico, che sembra sia colato a picco a causa di un suo acuto…

 


Grand Guignol - Rassegna di altre creature musicali del terrore

Oasis – La band molesta e "modesta"

“Che cosa c’è nel cesto?” “Mio fratello!” (“Basket Case”, Frank Henenlotter, 1982)

Oasis - Be Here Now Il Brit Pop sta iniziando a mostrare segni di affaticamento. Tuttavia nella chart inglese molte band della scena stanno ancora ottenendo grandi successi. Gli Oasis pubblicano il secondo singolo dal loro controverso terzo album, “Be Here Now”. STAND BY ME, arriva al N. 2 UK. La canzone, scritta una domenica mattina da Noel Gallagher durante i sintomi di un avvelenamento da cibo ("Made a meal and threw it up on Sunday/I've got a lot of things to learn"), è già stata ascoltata dagli inglesi la sera prima del lancio dell’album che la contiene: i Gallagher ne hanno fatto una bella versione acustica per un documentario di BBC1 trasmesso il 20 agosto. L’album, pubblicato il 21 agosto, debutta col botto il 30 agosto al N. 1 UK vendendo in una settimana quasi 700.000 copie (l’album venduto più rapidamente di tutti i tempi in Gran Bretagna) e oltre 1 milione in due settimane. Negli USA debutta direttamente al N. 2, vendendo tuttavia molte meno copie, anche rispetto alle previsioni. In totale venderà a livello mondiale oltre 8 milioni di copie, quasi tutte nel giro di un paio di settimane, per poi sgonfiarsi rapidamente. L’attesa non è stata infatti ripagata dalla qualità del lavoro, che appare nettamente inferiore ai due predecessori. D’altra parte la lavorazione dell’album è stata una specie di calvario: i due fratelli Gallagher litigano tutto il tempo: Noel pensa che Liam faccia schifo come cantante e Liam che Noel faccia schifo come autore. Botte e gran consumo di stupefacenti. La formula sembra essersi già logorata e il sound della band sta iniziando a ripetersi. Non proprio il massimo per una band il cui suono si rifà a quello di altre band...

Ocean Colour Scene - Marchin' Already “Be Here Now” viene cacciato dal N. 1 degli album UK da “Marchin' Already”, il terzo album di un’altra band Brit Pop, gli Ocean Color Scene, molto legati alle sonorità Mod degli anni ‘60. Noel Gallagher si congratula con loro mandando una targa con l’incisione “Alla Seconda Miglior Band Britannica”. Steve Cradock, leader degli OCS, ironicamente risponde: “è un onore essere considerati la seconda miglior band britannica, davanti agli Oasis e dietro solo ai Beatles”. Dall’album, che vende oltre un milione e mezzo di copie, la band trae ben tre Top 10, di cui il secondo e il terzo son in classifica questo autunno. TRAVELLERS TUNE (N. 5 in settembre) omaggia il northern soul (non per nulla vi canta la storica cantante northern soul P.P. Arnold). BETTER DAY (N. 9 in novembre) invece viene descritta come “la miglior canzone mai scritta da Paul McCartney per i Wings”. Come dite? Vi sembra di aver sentito qualcosa di simile cantato in italiano? Se vi dico Un Giorno Migliore, successo datato 1999 dei Lunapop?

C’è poi un gruppo su cui grava una terribile maledizione…

The Verve – Neppure le droghe servono contro la Maledizione di Allan Klein

The Verve - Urban Hymns Mettetevi nei panni di Richard Ashcroft. Vi ritenete un genio musicale, ma nessuno sembra crederlo. La band che avete formato nel 1989, sciolto nel 1995 e riformato nel 1996, battezzata Verve, ha sempre fatto più notizia per l’elevato consumo di ecstasy e alcune disavventure a questo collegate, che per la musica prodotta. Poi, nel 1997, avete un’idea: campionare una versione orchestrale di “The Last Time” dei Rolling Stones ad opera della Andrew Oldham Orchestra per il pezzo che anticipa il vostro terzo soffertissimo album. E succede il miracolo: il brano, “Bitter Sweet Symphony”, diventa un clamoroso successo che vi permette di sfondare non solo in patria, ma in tutto il mondo (uscito in giugno, è ancora nelle classifiche per tutto l’autunno e nel 1998 diventerà un Top 20 hit negli USA). Peccato che voi non guadagnerete neppure un centesimo da quel pezzo, dato che i diritti d’autore del pezzo campionato appartengono a una delle incarnazioni di belzebù in terra, ovvero Allan Klein, che vi costringe a cedere il 100% dei soldi guadagnati col pezzo (di cui tuttavia avete scritto il testo), minacciando di far ritirare il vostro nuovo album, che sta vendendo alla grande, dai negozi. E questo nonostante voi abbiate chiesto il permesso di campionare il maledetto pezzo orchestrale. E solo che non avete chiesto il permesso di usarlo “troppo”… E poi vi meravigliate se uno cade in depressione, si da alle droghe e scarica la band?

The Verve - The Drugs Don't Work Comunque questo autunno le nubi della bega legale che ne deriva son appena spuntate all’orizzonte e i Verve si ritrovano, grazie alla Sinfonia Dolce-Amara, ad essere una delle band più popolari in circolazione. E l’album che contiene il pezzo (s)fortunato esce il 29 settembre, diventando un clamoroso successo mondiale (oltre 5 milioni di copie vendute). La genesi dell’album è stata tribolatissima e ad alto contenuto lisergico. Oltretutto le tensioni col geniale ma instabile chitarrista Nick McCabe non son mai state interamente sopite (come testimoniato dalla copertina, in cui Nick guarda in direzione opposta rispetto ai compagni). L’album è anticipato da un secondo singolo, che diventa l’unico N. 1 UK della band. THE DRUGS DON’T WORK è una ballata melanconica dedicata da Richard al padre recentemente scomparso. Le droghe a cui si riferisce il titolo hanno un duplice significato: sia la morfina somministrata al padre morente per lenirne il dolore, sia quelle prese da Richard per superare il dolore della perdita. In entrambi i casi gli effetti sono stati nulli e anzi, nel secondo caso hanno solo peggiorato le cose. Il pezzo arriva al N. 1 il 7 settembre, per poi essere detronizzato da Elton John. E per sua fortuna stavolta Richard non ha campionato nessun pezzo degli Stones… Now the drugs don't work/ They just make you worse/ But I know I'll see your face again

Parlando di riferimenti alle droghe, c’è un altro hit del periodo che ne trabocca…

Third Eye Blind – La boccaccia vuole qualcosa di più: avere un posto nella storia del rock

Third Eye Blind - Third Eye BlindCome Richard Ashcroft, anche Stephan Jenkins è il classico leader che fa e disfa la propria band, in questo caso i Third Eye Blind. Definito “la più grande boccaccia della musica”, il tutt’altro che conciliante personaggio passa gran parte del tempo a parlare male dei colleghi. Jenkins è già stato il produttore della cover ad opera dei The Braids del classico dei Queen "Bohemian Rhapsody", e questo già dovrebbe farlo star zitto, se non altro per la vergogna. Per fortuna la musica che propina con la sua band è ben altra. Il loro biglietto da visita è la contagiosa SEMI-CHARMED LIFE, college rock post-grunge dal riff contagioso memore del punk alla Green Day. Nonostante parli della discesa negli inferi di un drogato dipendente dalle anfetamine ("Doing crystal meth will lift you up until you break"), arriva al N. 4 USA tra agosto e settembre, lanciando la band e l'omonimo primo album. Certo, qualche aggiustamento del testo deve essere fatto (tra le varie modifiche, il ritornello in cui Stephen cantava "I want nothing else" è stato cambiato per questione di censura in "I want something else": non si può dire che un drogato non voglia altro che la droga), ma l'obiettivo, ovvero il successo, è raggiunto: mantenerlo non sarà tuttavia facile, anche per colpa di uno strano esserino...

Il Gremlin chiamato Ego

Molti dei musicisti di cui abbiamo parlato nelle righe soprastanti hanno sulla spalla un curioso mostriciattolo, una specie di Gremlin, che ne influenza le azioni. Si tratta di una fastidiosa creaturina che è responsabile di enormi danni nel mondo musicale e non: il suo nome è l’Ego. Si nutre voracemente di complimenti, fama e successo, e quando questi arrivano in grande quantità, tende a crescere a dismisura, gravando sempre più sulle gracili spalle dell'ospite. Il fastidio causato da questo esserino demoniaco diventa sempre più insopportabile e i soggetti colpiti si rivelano sempre più irascibili e aggressivi. Diventano intolleranti nei confronti dei giornalisti, del pubblico e degli altri membri della band, che vengono spesso liquidati. Lo sforzo fisico prolungato comporta anche un calo delle difese psicologiche: è in questo momento che l’Ego rivela la sua vera pericolosità. L’esserino inizia a bisbigliare all’orecchio dell’ospite, facendogli un vero e proprio lavaggio del cervello: il soggetto viene così convinto di essere la cosa più importante accaduta sul pianeta dalla scoperta del fuoco, con conseguente perdita del senso del ridicolo. Alcuni iniziano un culto pagano della propria personalità, con tanto di vestali e riti notturni. Purtroppo tutto questo influisce anche sulla qualità della produzione musicale, che diventa sempre più scadente. Il successo diminuisce e così pure l’apprezzamento critico: i nostri però, sotto l’effetto del mostriciattolo, daranno al colpa alla critica che non li capisce e al pubblico che non ne capisce (e basta). Se va bene, i nostri vivacchiano grazie a un manipolo di (inde)fessi fan, in altri casi, passano dallo stato di stella a quello meno invidiabile di stella cadente… Converrete che l’Ego è una delle creature più nocive della musica. Ed è praticamente ineliminabile. Perché, anche se il successo diminuisce, lui rimane grande.

Finley Quaye - Maverick a Strike L’esserino è particolarmente nocivo se attacca giovani musicisti che ottengono il primo grande successo. Un caso esemplare è quello della promessa del R’N’B britannico del 1997, Finley Quaye. Lo scozzese di Edimburgo, figlio di jazzisti, realizza nel 1997 un bell’album, “Maverick A Strike” (N. 3 in UK in ottobre), in cui unisce sonorità jazz a più contemporanei suoni reggae e soul, saltellando da un genere all’altro. L’album è il suo terzo e ottiene un lusinghiero successo grazie anche al singolo EVEN AFTER ALL, Top 10 UK in settembre. Poi Finley inizia a dare di matto, con notti selvagge, atteggiamenti infastiditi e fastidiosi. E innesca una faida nienemeno che con Tricky, signore del Trip Hop, andando a dire in giro di essere suo zio (ovvero il fratello di sua madre). Considerato che la madre di Tricky è morta suicida quando questi aveva 4 anni, segnandolo a vita, Tricky (un altro con un grosso Ego sulla spalla) non gradisce che uno si faccia pubblicità con simili argomenti e lo attacca violentemente in un suo pezzo. Tutto questo non giova al giovane Finley, che rapidamente passa dal rango di star (con paragoni che scomodano nientemeno che Bob Marley e premi in quantità) a quello di meteora. Gli album successivi non replicheranno il colpo (il secondo album, intitolato enfaticamente e presuntuosamente "Vanguard", musicalmente debole, contiene testi con rime che hanno fatto rabbrividire la critica inglese - "Her name was Suzy/Met her in a jacuzzi"). Otterrà al massimo qualche piccolo successo come "Dice" del 2004, prodotta da William Orbit. E Finley dal 2005 si trasferirà a Berlino con il suo Ego sulla spalla, bello pasciuto…

Ora che ci penso, sento uno strano peso sulla spalla...

I Revenenat

Various Artists - Film Soundtracks 1995-99 - The Full Monty Tra le belle sorprese dell'anno ci sono i metalmeccanici spogliarellisti improvvisati del divertente “Full Monty”, deliziosa commedia agro-dolce del tipo che solo i britannici sanno fare. E l'enorme successo del film permette a un brano di ritornare in vita, ovvero in classifica. Ritorna quindi per la terza volta (!) nella Top 10 inglese YOU SEXY THING, grande hit del ’75 per gli Hot Chocolate. Altri brani connessi al cinema vengono resuscitati mediante robusti innesti di basi electro e big beat. Si tratta del progetto del compositore inglese David Arnold, che, da grande fan del compositore delle colonne sonore di 007 John Barry, realizza “ Shaken and Stirred: The David Arnold James Bond Project”, raccolta di nuove versioni David Arnold - Shaken and Stirred: The David Arnold James Bond Project di pezzi celebri delle soundtrack di James Bond. Un perfetto esempio del suo lavoro è la cover electro di ON HER MAJESTY'S SECRET SERVICE, realizzata con i Propellerheads, che raggiunge la Top 10 britannica (qui la versione da 9 minuti!). Barry ne è talmente entusiasta da raccomandare Arnold per la colonna sonora del nuovo film di Bond, “Il Domani Non Muore Mai”. Da allora David comporrà ben 4 colonne sonore di 007. Alla colonna sonora de “Il Domani Non Muore Mai” partecipa anche Moby con la sua versione del JAMES BOND THEME, che, pubblicata su singolo, arriva al N. 8 UK. I lavori di Arnold e Moby ci portano quindi verso un'altra categoria molto inquietante. C’è infatti chi si ispira alla musica di John Barry per creare scenari ineguagliabili di tristezza abissale…

Portishead – I fantasmi di Bristol

“Vedo la gente morta…” (“Il Sesto Senso”, M. Night Shyamalan, 1999) "e sta cantando in TV!" (Anonimo)

Portishead - PortisheadNei gironi infernali del pop c’è infatti spazio anche per anime torturate e irrequiete, come quelle che vagano tristi tra le grigie strade di Bristol. Fantasmi intrappolati nell’inferno metropolitano che spiano quello che accade ai vivi, lasciando come traccia del loro passaggio solo delle misteriose “P”. Stiamo parlando dei Portishead, lo spettrale quartetto formato dall’emaciata Beth Gibbons, Geoff Barrow, Dave McDonald e Adrian Utley. Per queste tragiche ombre è troppo doloroso farsi vedere dai vivi, che tuttavia possono udire i loro sconsolati lamenti. E se devono comparire in pubblico, preferiscono nascondersi dietro manichini, oppure infestare strane e raggelanti bambine come l’inquietante creatura che, tirata fuori dal corridoio di “Shining”, compare nel video di ALL MINE, il primo singolo estratto (N. 8 UK) dal loro secondo album, intitolato col nome del gruppo (per la cronaca si sono ispirati per il video a un filmato anni ’70 del nostro “Zecchino D’Oro” – nulla avrebbe potuto scatenare ondate di angoscia maggiori). L’album prosegue sulla via tracciata dal fenomenale “Dummy”. Una nuova collezione di film noir in musica che miscela hip hop, jazz, orchestre, moog e buone dosi di disperazione metropolitana che arriva al N. 2 UK. Meno perfetta della prima, ma anch’essa sufficientemente ammaliante.

I Frankenstein del pop

Non confondeteli con i vampiri. I Frankenstein non amano le luci della ribalta. Si aggirano nell’ombra, spesso dentro le discoteche. Solo gli adepti possono fregiarsi di conoscerne il viso. Vagano tra gli archivi discografici riesumando vecchi successi. Il trattamento riservato a questi è metodico: li sezionano, mantenendone solo delle parti e unendole a pezzi di altri brani, ottenendo creature patchwork. Poi queste vengono portate in vita tramite un’abbondante dose di battute ritmiche. Talvolta, come previsto da Mary Shelley, le creature si ritorcono contro i loro creatori, che si trovano a dilapidare gli incassi per pagare avvocati per difendersi dai detentori delle royalties. Spesso tali creature son esseri deformi nello spirito e nel fisico che spaventano a morte chiunque non sia sufficientemente tamarro o strafatto. Altre volte ne esce il mostro Rocky del “Rocky Horror Picture Show”, plastificato, ma non privo di attrattiva, e così vi troverete ad implorare come Susan Sarandon nella storica pellicola: “Touch-a, Touch-a, Touch-a Touch Me, Creature Of The Night!”

Particolarmente diffusi questo autunno sono i “Frankestein baleari”, ovvero quegli scienziati pazzi che assemblano creature che impazzano in estate nelle disco di Ibiza, aiutate dall’abbondante uso di alcolici da parte degli avventori, per poi vagare senza sosta l’autunno successivo nelle classifiche di tutto il Continente e delle vicine Isole Britanniche, seminando morte e terrore.

Dario G - Sunchyme Dario G non è il solito DJ italiano che ottiene successo nelle classifiche europee. Si tratta di un trio britannico che prende il nome da un famoso (in Gran Bretagna) allenatore e manager calcistico, Dario Gradi. Il trio riesuma nottetempo “Life In A Northern Town”, grande successo folk-alternativo datato 1985 dei Dream Academy. La canzone viene tagliata a pezzi e ne viene conservato il ritornello che, campionato in loop e abbinata a una ritmica solare,costituisce la spina dorsale di SUNCHYME, pezzo trance-dance che arriva al N. 2 UK e nelle top 10 europee. I Dario G non perderanno il vizietto e in seguito faranno una cosa analoga con “Dreams” dei Cranberries. Altre informazioni sulla scheda di Mariangela. Bellini - Samba de Janeiro I Dario G realizzeranno pure per la Coppa del Mondo di Francia “Carnaval Du Paris”, dalle sonorità latino-americane. Ma già questo autunno c’è un dottor Frankenstein che gioca con le sonorità dell’America del Sud. SAMBA DE JANEIRO è stata creata dai Bellini campionando pesantemente "Celebration Suite" di Airto Moreira (ovviamente senza accreditarlo…). In questo caso il Mostro di Frankenstein è davvero brutto, ma appena scopriamo che i Bellini son tedeschi nulla sembra sorprenderci. D’altra parte non è proprio la terra germanica lo scenario delle malefatte di Frankenstein? Da notare una cosa: il nome del gruppo deriva dall'ex capitano della squadra nazionale brasiliana di calcio Hideraldo Luiz Bellini, che ha condotto la squadra al titolo del campione del mondo nel 1958. Una relazione pericolosa tra calcio e dance?

Poi ci son esperimenti di assemblaggio che funzionano. Come quello messo in piedi dalla sorellina di Michael, una che di interventi se ne intende parecchio…

Janet Jackson - La sorella di Frankenstein

Janet Jackson - Got 'Til It's Gone Si intitola GONE ‘TIL IT’S GONE, programmato dalle radio fin da fine agosto. Negli States non viene pubblicata su singolo, mentre in Europa, Australia e Giappone diventa un hit da Top 10. Per la costruzione della sua nuova creatura, Janet si è fatta affiancare da un esercito di eccellenti collaboratori: il collettivo di produttori hip hop chiamato The Ummah (formato da J Dilla e da due membri degli A Tribe Called Quest, ovvero Q-Tip – conosciuto da Janet sul set del film “Poetic Justice” e la cui voce compare nel pezzo - e Ali Shaheed Muhammad) crea la versione originale del pezzo, poi rifinito dai fidi Jimmy Jam e Terry Lewis. La creazione del pezzo è delicata, perché si parte da un classico: “Big Yellow Taxi” di Joni Mitchell, smontata e riassemblata per l’occasione. Maneggiare materiale del genere è oltremodo rischioso e richiede più cura del plutonio. Basta un piccolo errore e viene fuori un orrore che neppure Lovecraft avrebbe saputo immaginare. Invece la delicatissima operazione si conclude dando alla luce una creatura decisamente interessante (gradita anche alla stessa Mitchell, accreditata come co-interprete), accompagnata da un video diretto da Mark Romanek è ambientato nel Sud Africa dei tempi dell’Apartheid. Janet Jackson - The Velvet RopeIl brano apre la strada all’album “The Velvet Rope”, il suo sesto, in uscita il 7 ottobre. Durante la lavorazione dell’album Janet soffre di crisi di ansia e depressione, che influenzano anche i contenuti del lavoro. Che l’album sia diverso dai predecessori lo si intuisce fin dalla foto di copertina, ad opera di Ellen von Unwerth, in cui Janet si presenta a capo chino, quasi in una posa di resa. Con l’album la cantante si espone senza difese, alternando provocazioni sessuali a riflessioni sulla depressione e sull’isolamento. Tali tematiche risultano ostiche per il grande pubblico e l’album venderà meno, pur arrivando al N. 1 USA, e comunque risultando meno fastidioso dei suoi stravenduti album degli anni ‘80. D’altra parte Janet si dovrà pur guadagnare gli 80 milioni di dollari ottenuti col nuovo contratto con la Virgin Records, che la rende l’artista donna più pagata della storia!

Per la cronaca, Janet tenterà un esperimento simile nel 2001, impiegando l’ancor più celebre “You’re So Vain” di Carly Simon. Stavolta “Son of a Gun (I Betcha Think This Song Is About You)”, la creatura ottenuta, si rivelerà una specie di blob informe che oltretutto si arrampicherà a fatica nelle classifiche…

Ma Janet non è l’unica diva rifatta sull’orlo di una crisi di nervi che vaga senza posa nelle classifiche dell’autunno 1997. Ve n’è un’altra altrettanto bisognosa di esplorare la propria sensualità...

Mariah Carey - La diva è scatenata

“Addio, mio idolo caduto e falso amico” (“The Phanthom Of The Opera”, Andrew Lloyd Webber, 1986)

Mariah Carey - Butterfly La povera Mariah Carey si sente come un usignolo dentro la gabbia dorata costruitale attorno da Tommy Mottola. Non ne può più. Con tutti gli uccellini là fuori con cui volare, a lei tocca rimanere in casa col geloso marito/pigmalione italo-americano (e si parla pure di qualche contatto di questo con la mafia, giusto per rispettare tutti gli stereotipi). E il Bruto le impedisce pure di vestirsi come tanto le piacerebbe, adducendo che sembrerebbe “una buddana svergognata”! Nel 1997 finalmente viene data in pasto alla stampa la storica notizia: Mariah e Tommy si separano. Ora la Diva, senza più catene, può dare finalmente libero sfogo al suo anelito di libertà. Tale anelito è chiaramente espresso nell’album “Butterfly”, il suo secondo disco che debutta consecutivamente al N. 1 USA. Mariah Carey - HoneyIl tema del disco, il preferito di Mariah e forse il suo più apprezzato dalla critica, è la fuga dal bozzolo (il controllo di Mottola). Mariah si scopre (in tutti i sensi) con questo lavoro e allo stesso tempo intensifica il suo flirt con l’hip hop (già iniziato con “Fantasy” del ’95), collaborando con l’onnipresente Signore del Male Sean “Puff Daddy” Combs. HONEY, il singolo apripista, scritto tra gli (alquanto numerosi) altri con Puffy e l'altrettanto ubiquitario Q-Tip, diventa il suo 12esimo N. 1 USA il 13 settembre e arriva nella Top 3 UK. Anche qui siamo in territorio caro a Mary Shelley, in quanto si campionano "Hey DJ" dei World Famous Supreme Team e "The Body Rock” dei Treacherous Three. Nel video, ispirato a James Bond, Mariah appare sensualmente in bikini e sui tacchi a spillo. Nello stesso tempo, nelle radio USA furoreggia anche l’autobiografica BUTTERFLY. La ex ragazza della porta accanto ha lanciato il segnale: è libera e disponibile! Sotto a chi tocca: prendere il numerino, prego!

Nel frattempo Mariah trova anche il tempo di produrre l’album di debutto del quartetto femminile R’N’B Allure, la cui cover del Top 10 USA di Lisa Lisa & The Cult Jam datato 1986 arriva al N. 4 in novembre, diventandone il maggiore successo. ALL CRIED OUT è eseguita con un altro gruppo vocale R’N’B, stavolta maschile, gli 112, che sono un po’ il prezzemolo all’epoca, figurando in numerosi singoli, tra cui la già citata “I’ll Be Missing You”.

Il tormentone europop

È l’equivalente musicale delle antiche pestilenze che flagellavano il vecchio continente. Avanza minaccioso nelle classifiche. Il suo avvicinarsi è segnalato dalle vibrazioni del suolo scatenate dal suo “tumptumptump” in 4/4. Tenterete la fuga, ma non vi lascerà scampo: si insinuerà direttamente nel vostro cervello, costringendovi a canticchiarlo nei momenti di debolezza. L’epidemia ha origine da uno qualsiasi dei paesi del continente e rapidamente invade il mondo lasciando alle spalle milioni di timpani offesi. E il tormentone di questo autunno si origina dalla placida Scandinavia. D’altra parte che aspettarsi da una terra che ha dato il nome al famigerato Rattus norvegicus, veicolo della peste?

Aqua – La minaccia della bambola danese

Aqua - AquariumChe in Danimarca ci sia del marcio lo diceva pure Shakespeare. Ma è nell’autunno del 1997 che dal paese della Sirenetta si diffonde la più terribile pandemia musicale del decennio, che non risparmia nessun paese del globo terracqueo. Gli agenti di diffusione sono una norvegese, Lene Nystrøm, e tre danesi, René Dif, Søren Rasted e Claus Norreen. I quattro, dopo aver mutato il nome da Joyspeed ad Aqua iniziano a far danni a partire dal 1996. Per un primo momento in patria, prima con “Roses Are Red” e poi, all’inizio del 1997, con “My Oh My", con cui rompono tutti i record di vendita in Danimarca. Rompono pure qualcos’altro, ma non è ancora nulla. La loro ricetta è: spensierati pezzi bubblegum dotati di testi facili, contagiose melodie accattivanti e ritmica tamarramente eurodance.

Aqua - Barbie GirlCol terzo singolo scoppia la pandemia. Uscito nel maggio 1997 entro la fine dell’anno si sarà diffuso su tutto il globo terracqueo. Il motivetto ricalca i precedenti, ma in più ha un testo dedicato alla bambola di plastica più famosa del mondo. No, non Cher. La Barbie! La canzoncina è ovviamente BARBIE GIRL e ha un divertente testo che è un florilegio di doppi sensi (in sintesi, Barbie fa le porcherie con Ken!). La Ditta produttrice della bambola, che come ben sappiamo ha a cuore il destino dell’umanità (basti pensare ai sistemi progettati per lenire le carenze di piombo in età prescolare), interviene prontamente con la scusa di tutelare la reputazione della loro creatura. Ovviamente tutti sanno che in realtà l’intento è quello di salvare il Mondo dalla mefitica canzoncina, altrimenti perché rendersi ridicoli con una causa tanto idiota che finirà rigettata dalla Corte Suprema degli Stati Uniti nel 2002? In più tutti sanno che Barbie, notoriamente frigida, non fa le porcherie con Ken (che oltretutto se la spassava con Big Jim prima che Barbie stessa non facesse cancellare la produzione di quest’ultimo per vendetta). Nonostante l’ascolto ripetuto del disco provochi vari effetti indesiderati (eruzioni cutanee, orchite, otite, manie suicide, manie omicide), chi sopravvive arriva alla completa dipendenza: inizia a battere a tempo le mani sbavando e gridando “Come On Barbie Let’s Go Party!”. E così il singolo viene acquistato dalla massa e arriva al N. 1 in una caterva di paesi, Gran Bretagna compresa (dove spodesta le Spice Girls) piazzandosi pure in Top 10 negli USA. Ne faranno pure cover ska e punk. Il successo del singolo lancia anche l’album che lo contiene, “Aquarium”, comprato da 14 milioni di temerari che ormai non possono più fare a meno delle canzoncine dei quattro.

Non si può negare ai quattro una certa simpatia tuttavia. I nostri non si accontentano di lambire i territori del trash e del kitsch, pieni di morti e feriti. Loro ci sguazzano dentro deliberatamente. La loro arma vincente è la completa mancanza di ogni pretesa di “seriosità” che caratterizza quasi tutte le altre pop band coeve che cercano (a parole) di convincerci che sono “artisti veri”. E gli Aqua, da buon gruppo scandinavo (Abba docet), a differenza delle Spice, hanno orecchio per melodie efficaci. Insomma, stavolta la plastica è perlomeno riciclabile. “Life in plastic, it's fantastic!”

Non tutto il pop che arriva dalla Scandinavia è tuttavia così virulento.

Robyn – La bella nella casa (discografica) del terrore

Robyn - Robyn Is Here La cantante e autrice svedese sta conoscendo un momento di grande popolarità negli States. Scoperta a 16 anni nel ’94 da Meja (popstar svedese nota per il pezzo "All About The Money"), ha debuttato sul mercato sotto la produzione di Max Martin (si ancora lui!) e Denniz Pop. Nell’autunno 1997 la ragazza ha due graziosi singoli pop-dance confezionateli addosso da Martin nella Top 10 USA, DO YOU KNOW (WHAT IT TAKES) e SHOW ME LOVE (usata nel 1998 nel film “Fucking Åmål”), che diventeranno poi successi anche in UK. La troviamo quindi a fare da supporter al tour dei Backstreet Boys fino a che non le viene un esaurimento da affaticamento e se ne torna in Svezia. Tornerà nel 1999 con un album autobiografico dal suono più evoluto, che tuttavia, pur diventando un hit in Europa, non verrà distribuito negli USA (la casa discografica lo riterrà “non adatto” a quel mercato…). Si tratterà della prima disputa tra discografici e artista, la cui evoluzione musicale non viene appoggiata e che porterà Robyn a creare una propria etichetta nel 2004, ottenendo successo con un sound elettro-pop in patria. Nel 2007 la troveremo trionfalmente e meritatamente al N. 1 UK con la bella “With Every Heartbeat”, dimostrando, se ce ne fosse bisogno, che i discografici non capiscono proprio un cavolo…

Sash! - StayCi son poi i tormentoni da discoteca. A fornircene una serie completa sono i Sash! (un trio capitanato da Sasha Lappessen), che, dalla Germania, dopo un pezzo in francese e uno in spagnolo, ci propinano un pezzo in inglese, STAY, cantato da La Trec, una specie di melodramma trance che è sicuramente il migliore del lotto. Torneranno nella primavera ’98 con un pezzo in italiano, “La Primavera”, in cui una squinzia in ecstasy delira sulla “stagione dell’amore”… La trance si fa poliglotta...


Strettamente imparentato al tormentone europop è…

L’hit dal sapore esotico

L'equivalente musicale della malaria. Turisti scoprono qualche allegra musichetta in un paese esotico. La portano in Europa, dove si diffonde attaccando milioni di innocenti. Colpisce le sponde europee a intermittenza. Ovviamente interpretato in una qualche lingua del terzo mondo, non va tuttavia confuso con la vera world music, in quanto punta all’effetto “cartolina” e rende i suoi interpreti delle star per i famosi 15 minuti previsti da Warhol. Ma per quei minuti non sembra esistere altro alle radio…

“Era re e dio nel mondo che conosceva ma ora è venuto nella civiltà come prigioniero per soddisfare la vostra curiosità. Ecco a voi Kong, l’ottava meraviglia del mondo! E il suo ultimo cd è in vendita in tutti i migliori negozi di dischi!” (“King Kong”, Ernest Beaumont Schoedsack e Merian C. Cooper, 1932 – con leggera aggiunta)

Wes – L’hit medicinale

Wes - AlaneGrande successo paneuropeo per Wes (da non confondere col partner musicale anni ’70 di Dori Ghezzi), la cui ALANE, dopo essere stato l'hit dell'estate in Francia (dove è arrivato al N. 1), infesta le classifiche di mezzo continente, arrivando, tra l’altro, al N. 2 in Germania (giungerà nella UK Top 20 l’anno dopo). Wes tuttavia non è una persona, ma un progetto musicale di un duo, formato dal cantante camerunense Wes Madiko e da quella vecchia volpe di Michel Sanchez, che è metà dei Deep Forest, la nota band di world music elettronica. Il brano rappresenta lo stile del duo: musica tradizionale africana adattata alle discoteche europee. C’è pure un ballo ad esso collegato. Il camerunense è nato nel 1964 a Motaba. Dall’età di 2 anni il nonno gli insegna la musica e a suonare la kalimba. La biografia diffusa all’epoca dalla Sony, molto new age, ci informa che Wes Madiko è un guaritore musicale che intende curare la gente con la sua musica, cantata in lingua bantù. È per questo nobile motivo che ha deciso di venire in Europa nel 1987. E il buon Sanchez, conosciuto nel 1992 e con cui realizza l’album “Welenga” (che significa “coscienza universale” – lo renderà il primo artista africano ad ottenere il disco di diamante), altro non è che il veicolo che rende la cura del nostro disponibile per le masse europee. Che ovviamente hanno deciso con entusiasmo di sottoporvisi, scambiandola erroneamente solo per un tormentone estivo dal gusto esotico.

E parlando di creature esotiche…

Ricky Martin - L’idolo delle folle latino-americano

Ricky Martin - María Ecco a voi l’idolo pop latino denominato Enrique José Martín Morales, meglio noto come Ricky Martin. Ricky è un perfetto prodotto da laboratorio frutto di accurata selezione ambientale. È un sopravvissuto a quella macchina tritatutto che sono i Menudo, l'eterna boy band latino-americana i cui membri vengono periodicamente rottamati (si dice che alcuni siano stati usati per produrre il Soylent Green). Il Ricky molla i Menudo prima che sia troppo tardi, nel 1989, a 17 anni, per finire la scuola. Dal ’91 è una star in tutto il Sud America. E 6 anni dopo fa danni in Europa, arrivando al N. 1 in Francia e al N. 6 in UK, con il suo primo grande hit mondiale, (UN, DOS, TRES) MARIA, canzoncina tamarra che dopo un “Un pasito pa'delante” trasmette il desiderio di prendere la radio e scagliarla giù dalla finestra, magari cercando di colpire il primo sventurato passante. “Maria” è contenuta nel suo terzo album “A Medio Vivir”, del 1995 (7 milioni di copie vendute!). Il portoricano, che nel frattempo ha recitato pure in “General Hospital”, si avvia a diventare così una star mondiale e da questo momento sfornerà una serie di singoli drammaticamente identici in cui inviterà la Maria di turno a muovere il Bon Bon e darsi alla Vida Loca.

Ma Ricky in passato è stato una creatura ben più letale…

I bambini prodigio canterini

“Le persone, specie i bambini, non sono misurabili in base al loro quoziente intellettivo. La cosa importante è se sono buoni o cattivi, e questi bambini sono cattivi” (“Il Villaggio dei Dannati”, Wolf Rilla, 1960)

Sono tra le creature più subdole. Il potere di queste minuscole creature è terrificante. Basta che aprano la boccuccia rivelando magari un sorriso sdentato ed emettano qualche suono stridulo per ipnotizzare le masse, che sentiranno l’improvviso impulso di uscire di casa e comprare il loro disco. La creatura di solito vive in simbiosi con un altro essere, il suo produttore/manager, che spesso è il genitore della creatura (se si tratta della madre è ovvio che punta a vendicarsi dei dolori del parto). Si tratta infatti generalmente di un rapporto di simbiosi a senso unico. La creaturina favorisce l’afflusso di liquidi verso il manager, che la ricambia spremendola il più possibile prima che sia troppo tardi. Il potere ipnotico di questi esserini è infatti di breve durata e di solito cessa quando crescono in altezza e si ricoprono di peli (o spuntano loro le tette). A questo punto il manager deve operare la rimozione dell’essere dal palco, staccandolo dal microfono e possibilmente sostituendolo con un essere più giovane, magari un consanguineo di minore età. I bambini canterini soffrono malamente il distacco dal palco e spesso dopo il distacco sviluppano simbiosi con altri individui, noti come pusher...

Hanson - Where's the Love I ragazzini canterini si distinguono dai nani perché questi ultimi hanno la barba e vivono in grotte scavate nella roccia. Tuttavia sono stati registrati casi di nani che, debitamente sbarbati, sono stati messi dietro un microfono spacciandoli per bambini prodigio canterini. In questo caso gli effetti venefici sono minori e al massimo si limitano a un’orticaria. È il caso dei tre fratellini Hanson di Tulsa, Oklahoma, uno dei casi musicali del 1997. Isaac, Taylor e Zachary, biondi e carini, altro non sono che tre nani debitamente sbarbati amanti del glorioso bubble gum anni ’70. E si tradiscono perché suonano i propri strumenti e compongono le proprie canzoni, cosa rara nel pop per adolescenti degli anni '90. Certo, in alcuni brani le vette di melassa son intollerabili, ma la freschezza di “MMMBop”, il loro primo grande hit, e di WHERE’S THE LOVE, hit inglese (N. 4) e hit radiofonico USA, son davvero merce rara negli sventurati tempi del 1997. Certo, poi ti propinano la melassa buonista di I WILL COME TO YOU che stimola istinti omicidi. Dopo lo strabordante successo dell’album “Middle of Nowhere”, il trio ricomparirà in seguito anche nel decennio successivo, minimizzando gli effetti della crescita: la prova che si trattava di nani.

The Kelly Family - Growin' UpI bambini prodigio tuttavia possono rivelarsi davvero nocivi se inseriti in un preciso contesto: la famiglia canterina al completo. In questo periodo la terra di Germania, avvezza alle peggiori epidemie musicali, è scossa dal Regno di Terrore instaurato dalla Kelly Family, famigerato collettivo folk composto da più generazioni della stessa famiglia. Nel 1997 ottengono l’ennesimo successo con l’album “Growin´up” (che nella chart tedesca duella per il primo posto con “Eros” di Ramazzotti - e poi non dite che questa non è una puntata di Halloween!) e il singolo BECAUSE IT’S LOVE (N. 3 in settembre).

LeAnn Rimes - La ragazzina, la beghina e la ballata di Diane Warren

“Qualcosa oltre ogni comprensione sta accadendo a una ragazzina in questa strada, in questa casa. Un uomo è stato chiamato come ultima risorsa per cercare di salvarla. Quell’uomo è l’Esorcista”. (“L’Esorcista”, William Friedkin, 1973)

“Ne ho fatto una regola. Mai possedere una posseduta!”. (“Ghostbusters”, Ivan Reitman, 1984)

Esiste tra le ombre del mondo del pop una terribile entità, definita la beghina canterina, che si impossessa di fanciulle illibate trasformandole in puritane accanite che rintronano la gente con una sfilza di zuccherosi brani intrisi dei più melliflui valori. Tra una canzone e la successiva le possedute rimarcano il concetto che sono vergini e che non la daranno se non dopo aver incastrato uno col matrimonio. La beghina vaga negli anni di corpo in corpo, puntando al sempiterno mercato delle bacchettone mamme anti-rock. Generalmente le possedute diventano così noiose che pure la beghina si stufa e le abbandona. Solitamente anche il successo abbandona le fanciulle, che si sposano e passano il resto della vita a controllare se i cd acquistati dai figli siano censurati o meno. Altre volte si rende necessario un terrificante esorcismo. L'entità viene allontanata, ma le poverette in genere manifestano la cosiddetta "fregola da recupero del tempo perduto" (su cui non mi dilungo perchè penso abbiate capito in cosa consiste). A questa abbinano inoltre la tendenza a frequentare chirurghi estetici e pusher. Dopo pochi mesi danno di matto e in genere a meno di 30 anni sono già dei relitti da giornaletto scandalistico. Esistono poche fanciulle immuni alla beghina. Sembra che la causa sia un gene “Z”, che le rende inattaccabili. Poi ci son casi di attacchi su donne in età post-adolescenziale, che portano le possedute a sparare cazzate para-religiose davanti ai microfoni su cui prima simulavano orgasmi multipli.

LeAnn Rimes - You Light Up My Life - Inspirational Songs Nel 1997 imperversa nelle classifiche un evidente caso di possessione: una dolce virginale fanciulla dalla voce d’angelo di Jackson, Mississippi, cresciuta in Texas, che bazzica la scena country sotto il controllo totale del padre. Questi ha capito che il successo della figliuola è dovuto alla sua virtuosa innocenza e, per non corromperla, evita accuratamente di farla entrare in contatto con il denaro guadagnato. LeAnn debutta nel 1991 a soli 11 anni. Il suo album del ’96, “Blue”, vende oltre 8 milioni di copie, grazie a una voce e uno stile che ricordano la grandissima Patsi Cline. E nel 1997 realizza il suo leviatano: “You Light Up My Life: Inspirational Songs”, un album di cover che tuttavia segna un irreversibile spostamento verso il pop. La possessione da parte della beghina appare evidente: la title-track è la cover della scialba YOU LIGHT UP MY LIFE, originariamente portata al N. 1 USA per 10 interminabili settimane tra il 1977 e il 1978 da Debby Boone, figlia di Pat, altra posseduta dall’entità.

LeAnn Rimes - How Do I Live Ma il pezzo che sancisce il trionfo mondiale della vergine è HOW DO I LIVE, una ballata "over the top" composta dall’entità demoniaca nota come Dianne Warren, la Regina Infernale delle tronfie lagne in levare preconfezionate. Mai combinazione fu più funesta. Originariamente incisa per “Con Air”, alla fine viene scartata in favore di una versione leggermente più country dello stesso pezzo interpretata da Tanya Tucker. Questa, anche per decisione della casa discografica di non stampare più di 300.000 copie del singolo per evitare di danneggiare le vendite dell’album, non va oltre la posizione N. 23 della Billboard chart. Ma quella, più pop, della Rimes arriva al N. 2 (solo Elton John la ferma), vendendo oltre 3 milioni di copie e rimanendo nella Hot 100 per 69 settimane stabilendo un record imbattuto. Ripeterà poi il successo oltreoceano nel 1998 (34 settimane nella UK Top 40!).

Nel 2000 la fanciulla farà causa al babbo (evidentemente vuole “sporcarsi” con i soldini) e conoscerà l’amore puro di un ballerino che sposerà. Si libererà placidamente dalla beghina e svolterà definitivamente verso il pop, sia pur morigerato. Ma non crediate che la beghina sia sconfitta. Tornerà più e più volte, anche se faticherà non poco, vista l’assoluta mancanza di vergini nel panorama pop adolescenziale del nuovo millennio…

I Babau

Tutta questa bontà vi ha disgustato? E allora giusto per fornirvi un po’ di sollievo (e far fuggire i bambini), eccovi il video dell’esibizione agli MTV Awards del 4 settembre 1997 del reverendo Marilyn Manson con la sua celeberrima BEAUTIFUL PEOPLE. La sua è l’esibizione finale del programma e non si può certo dire che passi inosservata. Alla fine della canzone il presentatore Chris Rock ammonirà ironicamente i presenti dicendo loro: “adesso andate subito in chiesa altrimenti finite all’inferno!”. Un po’ di shock rock ad Halloween non può mancare, eh?

The Prodigy – Energia distruttiva in sintesi

Wendy... Tesoro... Luce della mia... Vita... Non ti farò niente. Solo che devi lasciarmi finire la frase. Ho detto che non ti farò niente... Solo, quella testa te la spacco in due... Quella tua testolina te la faccio a pezzi! (“Shining”, Stanley Kubrick, 1980)

The Prodigy - Smack My Bitch Up Tra gli altri inquietanti figuri presenti agli MTV Awards ci son pure i Prodigy che si portano a casa un premio per il video della loro “Breathe”. Tuttavia i maghi dell’elettro-punk fanno notizia anche per il terzo fenomenale hit tratto dal loro “The Fat Of The Land”. Si tratta di SMACK MY BITCH UP (N. 8 UK), canzone e video che provocano un putiferio. C’è chi afferma, come l’americana National Organization for Women (NOW), che si tratta di un invito a praticare la violenza sulle donne. Niente male per un brano il cui testo consiste solo in otto parole: "change my pitch up/smack my bitch up", reiterato su un viscerale beat elettronico assemblato dal leader della band, Liam Howlett. Liam dirà: "Chi pensa che sia una canzone che invita a picchiare le ragazze è senza cervello". Tra l’altro le parole son state campionate da un pezzo del gruppo rap Ultramagnetic MCs, "Give The Drummer Some". Il video comunque butta benzina sul fuoco (d’altra parte la band ha inciso “Firestarter”…). Diretto da Jonas Åkerlund, è girato in soggettiva, mostrando il punto di vista di una persona che va in disco, prende droghe e alcool, fa danni e a botte, vomita, molesta donne e finisce per trombare una prostituta. Con magistrale colpo di scena finale. Il pezzo è censurato dalla BBC e il video viene trasmesso da MTV solo dopo la mezzanotte, ma questo non gli impedirà di vincere l’MTV award come miglior video dance l’anno dopo. E qualche anno dopo finirà nella colonna sonora di film come “Charlie’s Angels” e “Closer”. Per la serie: tutto si normalizza alla fine. Ma lo straordinario potenziale energetico del brano è rimasto invariato.

I gruppi femministi dell’epoca additano tra i babau anche personaggi dall’aspetto decisamente più rassicurante, ma capaci di scatenare polemiche come i Prodigy…

Matchbox Twenty – Il pulsante di lacio è stato schiacciato

Matchbox 20 - Yourself or Someone Like You Debutto ufficiale in classifica per i Matchbox Twenty di Orlando, Florida, con l’album “Yourself Or Someone Like You”, realizzato nel 1996. Il gruppo è guidato dal cantante e autore Rob Thomas, che diventerà noto anche sulle nostre sponde come l’interprete dell’hit del 1999 “Smooth” di Carlos Santana. L’album arriverà a vendere oltre 12 milioni di copie solo negli USA grazie a un pop rock che funziona bene sia nelle radio dei college sia sulle stazioni più orientate verso un pubblico adulto. E nonostante i temi affrontati, non proprio allegri. Prendete il singolo radiofonico PUSH, che traina l’album al successo piazzandosi al N. 5 della Billboard Airplay Chart il 4 di ottobre. Come già successo ai Prodigy, anche questo pezzo viene ferocemente attaccato da alcuni gruppi femministi, dicendo che incoraggia le violenze verso le donne. In realtà il pezzo parla di abusi psicologici che si possono scatenare all’interno di una coppia e della rabbia repressa che si può covare. Rob dirà: “vi sembriamo tipi che possono prendere a botte una?”. Sembra tuttavia che il pezzo gli sia stato ispirato da una sua ex che l’ha mollato dando via i suoi abiti, senza che Rob avesse i soldi per prendersi nuovi vestiti… A proposito di abusi psicologici: l’uomo che è ritratto sulla copertina dell’album farà causa al gruppo nel 2005 asserendo che la foto è stata impiegata senza il suo permesso e che il suo uso gli ha creato problemi psicologici. Il ritardo della causa è dovuto, a detta del tipo, perché si è accorto del cd con notevole ritardo. Che sia da credergli? Forse Rob e i ragazzi son davvero dei Babau!

Tra coloro che all’epoca criticano il brano dei Prodigy ci son pure i Beastie Boys (che si son dimenticati evidentemente dei casini provocati 10 anni prima) e un gruppo che invece sta ottenendo un clamoroso successo con un pezzo che inneggia allo sbronzarsi…

I Faust del pop

“Tutti gli articoli (del contratto n.d.r.) che sono stati esclusi saranno ritenuti inclusi. Che cosa significa?” “È una clausola per proteggerti, Winslow.” ("Il Fantasma del Palcoscenico", Brian De Palma,1974)

Chumbawamba – Il manifesto universale della sbronza

Chumbawamba - TubthumperA fine anni ’90 son pochi gli artisti di produzione britannica che riescono a penetrare l’oramai sempre più impenetrabile fortezza della chart USA. Tra questi vi sono i Chumbawamba con TUBTHUMPING. Il collettivo che si cela dietro questa strana sigla è un gruppo anarcoide nato nel 1982 a Leeds. Il gruppo inizia come punk-anarcoide fortemente anti-tatcheriano. Il loro obiettivo è la distruzione del Governo. Li distingue una certa vena sarcastica, facilmente desumibile dai titoli dei loro primi lavori ("Pictures Of Starving Children Sell Records" - critica dei vari Live Aid, "Never Mind The Ballots"). Nel corso degli anni raffinano il loro suono e nel 1997, dopo anni di onorata carriera indipendente, i duri e puri vendono l’anima al diavolo: firmano per la EMI! I fan della prima ora inorridiscono e iniziano a mandare lettere minatorie (specie se si considera che hanno partecipato nel 1989 a un LP intitolato “Fuck EMI”). Tuttavia la band si giustifica chiarendo che essendo in una società capitalistica, tutti perseguono il profitto, anche le etichette indipendenti per cui incidevano prima. E poi loro vogliono attaccare il sistema dall’interno usando le sue stesse armi e lanciare i loro messaggi a un pubblico più vasto... Se poi arrivano soldi in modo da permettere loro di campare solo con la musica, dato che al momento tutti fanno altri lavori per vivere... Ecco la fregatura del musicista impegnato: si deve sempre giustificare!

Chumbawamba - TubthumpingComunque i nostri fanno centro col primo singolo pubblicato per la demoniaca etichetta: un trascinante inno da festa dal ritornello che ti si appiccica in testa. Accantonata (apparentemente) la politica, il pezzo parla del passare la notte sbronzandosi (il coretto angelico "pissing the night away"). Il singolo esce a fine estate in UK e arriva sparato al N. 2, diventa un hit colossale in tutta Europa e a tempo record scala anche la classifica di Billboard. Nelle intenzioni l’hit dovrebbe essere un po’ come un ariete di sfondamento, per poi piazzare pistolotti politici agli adolescenti rincoglioniti da MTV. E infatti l’album “Tubthumper” (in inglese il termine indica un attivista politico), non manca di brani impegnati e dai testi feroci e presenta in copertina citazioni che svelano il background politico del gruppo e che tuttavia vengono prontamente eliminate nelle stampe destinate agli USA (si sa, l’essere anarcoidi tendenti al comunismo non è la ricetta migliore per vendere in quel mercato…). I nostri hanno infatti fatto i conti senza l’oste, ovvero la casa discografica. Se l’obiettivo era far soldi, si può dire perfettamente centrato. Ma la rivoluzione non passa (ovviamente) per la via del tormentone da party. D'altra parte la vera musica politica lo è nella forma (la musica stessa) e non ha bisogno di pistolotti e proclami politici che risultano spesso banali e noiosi. Tuttavia i ragazzi rimangono anarchici nello spirito e nel 1998 il loro leader, Danbert Nobacon, verserà acqua sul futuro vicepremier britannico John Prescott ai BRIT Awards. La band otterrà un secondo hit in patria con “Amnesia”, poi, dopo un inno calcistico e un singolo bloccato dalla casa discografica intitolato “Tony Blair” (mandato però come regalo di Natale ai fan) e due album che invano cercano di ottenere successo, ritornerà nel circuito alternativo finanziando con parte dei ricavati a gruppi che si battono contro le multinazionali... “I get knocked down! But I get up again/ you're never gonna keep me down”

I mutanti

“Quella cosa vuole diventare come noi!” (“La Cosa”, John Carpenter, 1982)

Siamo qui per narrare la terribile storia dei mutanti. Iniziano dedicandosi a generi duri e puri, dicendo che il successo commerciale non interessa loro. Poi si accorgono che i loro dischi li comprano i soliti quattro gatti. E allora che ti fanno? In un disco infilano un pezzo che non c’entra nulla col resto del repertorio, anzi che ci sta come i cavoli a merenda. E a questo punto aspettano che le radio si accorgano dell’anomalia. Se questo succede e l’anomalia piace al pubblico, che la spedisce in vetta alle classifiche, ecco che può avvenire la drammatica mutazione. Subdola ma irrefrenabile. Le distorsioni delle chitarre si trasformano in semplici riff orecchiabilissimi, la batteria si placa e il cantante invece di inveire inizia a miagolare. E al disco successivo vi troverete davanti una pop band. I quattro gatti iniziali li chiameranno venduti, e non si potrà dare loro torto, visto il numero di dischi che vendono… Se poi la band ha la fortuna di avere un frontman belloccio e fotogenico…

Sugar Ray – Come volare in vetta

“Vuole trasformarmi in qualcosa d’altro, non è tremendo. Quanti darebbero chissà cosa per cambiare in tutto in parte.” “In cosa trasformarti?” “Tu pensi a una mosca? A una mosca di 75 chili? No, io diventerò qualcosa che non è mai esistito. Io sto diventando una… Brundlemosca. Pensi che valga un paio di Nobel?” (“La Mosca”, David Cronenberg, 1986)

Sugar Ray - Floored Un caso di questo genere è rappresentato dai californiani Sugar Ray (nome derivante dal pugile Sugar Ray Leonard) capitanati da Mark McGrath, bonazzo con la tartaruga al posto giusto. Dopo un primo album, del 1995, dall’aggressivo suono funk metal, pubblicano nel 1997 l'album “Floored”. Che contiene l’anomalia di cui sopra. Si tratta di un pezzo sornione e orecchiabile dalle influenze pop-reggae e hip hop (ormai il crossover, ovvero il mix tra pop, rock e hip hop è acquisito e funziona nelle radio) chiamato FLY, a cui partecipa anche l’artista reggae Super Cat. Il pezzo, tipico brano da ascoltare sulla spiaggia dopo aver fatto surf, arriva al N. 1 della Airplay chart USA il 18 di ottobre, rimanendovi 6 settimane. Dopo un tale successo tutti son convinti che i 15 minuti di celebrità della band siano passati. Questa nel 1999 realizzerà quindi un album inequivocabilmente pop intitolato sardonicamente “14:59”, indicando che quei 15 minuti non son ancora passati… In effetti quell’ultimo secondo scadrà nel 2001. Ma c’è invece chi non cambia di una virgola il proprio suono e ottiene lo stesso successo…

The Mighty Mighty Bosstones – Quando la fedeltà paga

The Mighty Mighty Bosstones - Let's Face It Sugli States negli anni ’90 si abbatte la “terza ondata ska”, ovvero lo ska-core, mix tra lo ska giamaicano e il punk americano. Il genere, nato alla fine degli anni ’80, vede il suo momento di grande successo commerciale tra il ’95 e il ’98 lanciando in orbita band come No Doubt, Sublime e i Mighty Mighty Bosstones. Questi ultimi, formatisi a Boston nel 1985, duri e puri del genere, di cui son pionieri, hanno alle spalle anni di onorata carriera quando d’improvviso i teenager americani li scoprono. Di punto in bianco la band diventa “di moda” e va in classifica. La loro THE IMPRESSION THAT I GET diventa un grande hit radiofonico, portando l’album “Let’s Face It” verso posizioni mai raggiunte prima dalla band (e mai più replicate). All’inizio del 1998 il singolo, pubblicato in UK, diventerà un hit anche in Albione.

Ma Halloween è la Notte delle Streghe, pertanto…

Tremate! Le Streghe son tornate!

“Non riuscirai a sfuggire alla mia vendetta, o a quella di Satana! La mia vendetta ti colpirà, col sangue dei tuoi figli, e dei loro figli, e dei figli dei loro figli, continuerò a vivere per sempre! Mi riporteranno alla vita che tu ora mi sottrai!” (“La Maschera del Demonio”, Mario Bava, 1960 - ma anche un pezzo qualsiasi dedicato a un ex da Alanis Morissette...)

“Io non penso che gli uomini siano la risposta a tutto”. “E allora perché finiamo sempre a parlare di loro?” (“Le Streghe di Eastwick”, George Miller, 1987)

Le classifiche sono invase dalle streghe! Sono ricomparse già da una decina di anni. Ma il botto vero è arrivato con l’inviperita canadese, che con un maleficio sull’ex ha venduto in men che non si dica quasi 30 milioni di copie del suo album. Questo ha definitivamente sconvolto le fragili menti dei discografici. Possibile che una, vestita e incazzata, venda di più di una ignuda e conciliante? Si riscatena così la più grande caccia a quelle streghe che si fanno chiamare cantautrici. Ma non per metterle al rogo, come ai buoni vecchi tempi! Per mandarle in classifica! E nel 1997 le classifiche presentano una densità mai registrata in precedenza di fattucchiere munite di piano o chitarra. Se poi pure squinzie sciamannate come le Spice Girls vendono parlando di “Girl Power” si capisce che le cose sono davvero preoccupanti...

E come se non bastasse, proprio nel 1997, le Streghe si radunano in un Sabba Infernale: un festival musicale itinerante interamente al femminile, chiamato Lilith Fair Tour, che grazie a una serie incredibile di malie sonore si rivela uno dei più clamorosi e influenti della fine degli anni ’90. È chiaro che si tratta di un Sabba fin dal nome: lo dedicano a Lilith, la leggendaria prima moglie di Adamo della tradizione ebraica, che si rifiutò di “stargli sotto” e se ne andò (venendo sostituita da Eva), diventando un lussurioso demone notturno! Nell’edizione del 1997 compare la creme de la creme del cantautorato femminile americano. Manca solo la rossa Tori Amos, ma quella ha fatto sapere che vuole avere uomini attorno… Il tour, che si svolgerà anche nei due anni successivi è la risposta all’industria discografica, che non intende finanziare tour o festival con cantautrici donne come headliner. Mai smentita sarà più clamorosa: nelle tre edizioni raccoglierà in beneficienza oltre 7 milioni di dollari (destinati ai movimenti per le donne) e sarà visto da più di 2 milioni di spettatori. Volevate sapere cos’è il “girl power”?

Molte delle convenute al sabba dominano le classifiche mondiali. L’estate è stata dominata da Meredith Brooks e la sua “Bitch”, vero manifesto programmatico della donna degli anni ’90, che al momento, sia pur ancora ben piazzata, sta scendendo nelle classifiche. Stessa sorte anche per la futura vincitrice del Grammy Shawn Colvin e la sua “Sunny Came Home”. Chi invece sta salendo le classifiche mondiali è proprio la capogruppo.

Sarah McLachlan – Il mistero che affiora sulla superficie delle classifiche

Sarah McLachlan - Surfacing La “capostrega” dietro il Lilith Fair Tour è una delle superstar femminili degli anni ’90 che arrivano dal Canada (come Alanis, Shanya e Celine). Più precisamente, Sarah arriva dall’Ontario. Nel 1994 ha venduto oltre 5 milioni di copie del suo album “Fumbling Towards Ecstasy”, che l’ha rivelata a livello internazionale, ma è nel 1997, con il successivo “Surfacing”, che fa strike pieno. Realizzato col fido produttore Pierre Marchard e pubblicato in contemporanea con l’inizio del Lilith Fair, vende 8 milioni di copie solo negli USA (11 in totale)! Merito di melodie cristalline e di testi che esprimono sensibilità e sicurezza, cantati dalla calda voce dell’autrice. Il lavoro viene considerato meno unitario rispetto ai precedenti, tuttavia presenta una serie di gemme, una delle quali è pubblicata come primo singolo. BUILDING A MISTERY (dedicato a un misterioso “beautiful fucked up man” – diventato “strange” o “messed up” per le radio), arriva nella Top 20 USA, arrivando al N. 13 in ottobre. È solo l’inizio. E giusto per stare in tema Halloween, il brano inizia così… “you come out at night/ that's when the energy comes/ and the dark side's light/ and the vampires roam…”

Ma c’è una maliarda in circolazione la cui pericolosità è davvero alta…

Fiona Apple – La criminale del sesso

Fiona Apple - TidalEcco cosa succede a comprare un disco di Alanis! Si fa ottenere un contratto discografico con la Sony a una torrida newyorkese di 18 anni. La voce profonda e roca, dalla decisa carica sensuale, unita a testi sprezzanti, acidi, straziati e potenti la rendono uno di quei personaggi che non passano inosservati. E fanno capire subito che è una ragazzaccia di quelle cattive. Non una che si atteggia. Questa è una vera bomba a orologeria. Fiona Apple McAfee Maggart, questo è il suo nome, ha un passato molto difficile, segnato da disordini comportamentali e marchiato da una tragedia. A 12 anni ha subito una violenza carnale e il tema affiora nelle sue composizioni, grondanti angoscia. Tuttavia è chiara a riguardo: lo ha superato e ne parla solo perché vuole far capire che non se ne vergogna. La ragazza ha una lingua affilata, e lo dimostra anche chiamando Tori Amos (che ha vissuto un’esperienza simile alla sua e ne ha fatto il tema di molti suoi pezzi, tra cui “Me And A Gun”) la “ragazza poster dello stupro” (sebbene in realtà lei non la consideri una critica alla collega). Fiona Apple - Criminal Il suo album di debutto, “Tidal”, uscito nel 1996, diventa un clamoroso successo questo autunno, quando il quarto singolo, la torrida e splendida rock-blues CRIMINAL, diventa un hit, grazie anche all’inquietantemente sensuale video girato da Mark Romanek. Basta guardarla in quel video in cui compare seminuda, pallida e magra: una tentatrice di Babilonia che attenta agli equilibri ormonali dei giovani americani. Ma non promette loro sano spasso. No, questa ha idee losche per la testa e non promette nulla di buono. Il video vince pure un MTV Award, e la ragazza non mancherà di dar sfogo alla propria linguaccia nel discorso di ringraziamento, sparando a zero su MTV e l’industria discografica definendoli “stronzate” e invitando la gente a pensare con la propria testa e a non badare alle apparenze. I media il giorno dopo la criticheranno, più che altro per una certa ipocrisia della cosa: lei non ha esitato a far uso del sex appeal per vendere. Lei, dolcissima, risponderà: “quando ho qualcosa da dire, lo dico fottutamente!”. L’album diventerà triplo platino. Come si suol dire: le brave ragazze vanno in paradiso, ma quelle cattive vanno in classifica. “I've been a bad, bad girl/ I've been careless with a delicate man/ And it's a sad, sad world/ When a girl will break a boy just because she can”.

E poi c’è la biondina hippy…

Jewel – Giochi acustici

Jewel - Foolish Games Si chiama Jewel Kilcher e sta vendendo camionate del suo album di debutto, l’acustico “Pieces Of You”. Il successo della biondina cresciuta in Alaska è molto legato ai singoli estratti dall’album. Dopo aver ottenuto uno dei massimi hit dell’anno con la deliziosa ballata acustica “You Were Meant For Me”, è ora in classifica con il terzo hit, FOOLISH GAMES, inizialmente lato B del precedente pezzo. L'inserimento nella colonna sonora di “Batman & Robin” ha comportato la ri-registrazione del pezzo, che già in partenza, rispetto agli altri contenuti nell’album, soffre di una produzione più elaborata che mal si addice all’interprete (è come aggiungere zucchero nel miele). Jewel tuttavia riesce a sfiorare pericolosamente il territorio minato di Celine Dion riuscendo a non caderci dentro, conservando una certa sincera spinta emotiva che anima il suo debutto discografico (e che verrà miseramente persa nei successivi album). Il video (involontariamente comico: cavalli e mimi kabuki?) ce la rivela così com’è (o perlomeno appare): una specie di pseudo-hippy ingenua e naive che sembra la versione intonata di Phoebe di “Friends”.

Parlando di Halloween non si può non citare “Batman & Robin”, non tanto perchè nel film ci son tizi che girano mascherati, quanto per l’orrore indicibile della pellicola. Ovvero quello che accade quando metti un regista mediocre a girare su una sceneggiatura che dimostra ancora una volta gli effetti deleteri della cocaina sul cervello umano. Nei panni (sprecati) dei cattivi l’attuale Governatore della California vestito da frigorifero e Uma Thurman truccata come un travestito floricoltore. Dallo stesso film è tratto anche un altro hit, GOTHAM CITY, ennesima ballata gospel realizzata con lo stampo da R. Kelly, che decisamente è meno nocivo quando si da ai pezzi ritmati.

Missy Elliott - Supa Dupa Fly Certo, se il pop-rock è dominato da fanciulle, anche il settore black vede grandi protagoniste femminili. Arriva in novembre al N. 12 USA anche la Regina dell’Hip Hop, Missy Elliott, che dopo aver partecipato alla delittuosa “Not Tonight”, si fa perdonare con l’eccellente SOCK IT 2 ME, realizzata con Da Brat e tratta dal suo debutto, "Supa Dupa Fly". E in settembre nella stessa posizione arriva anche il suo compare, Tim Mosley, meglio noto come Timbaland, che debutta proprio con UP JUMPS DA BOOGIE, realizzata in duo con l’amico Magoo e scritta anche con Missy, che partecipa al pezzo assieme a Aaliyah. Il futuro dominatore delle classifiche di metà anni 2000 è decisamente più magrolino all’epoca, eh?

Ma c’è una strega che è in assoluto la più temibile in circolazione…

Bjork – Betulla, la strega tascabile dei ghiacci

Björk - Homogenic Parliamo della Guðmundsdóttir. È stata scambiata per un folletto nordico un po’ dispettoso e decisamente bizzarro. Ma è con l’album del 1997 che getta la maschera, e lo si capisce fin dall'inquietante copertina: la nostra è la temibile e arcana Strega tascabile dei ghiacci. Dopo un pacco-bomba mandatole da un fan poi suicida, dice “la cosa si è spinta troppo oltre” e si rifugia nella natia Islanda. Anche per evitare di malmenare altri giornalisti. Isolatasi sulla sua isola di ghiacci e vulcani, Betulla (significato del nome bjork in islandese) lancia strilli acuti al vento e trae ispirazione per le sue nuove composizioni. Poi si reca in Spagna, dove le trasferisce, con l’aiuto di produttori a lei asserviti (stavolta Mark Bell e Howie B), nell’album “Homogenic”, uscito il 23 settembre. È il suo terzo album solista ed è il suo lavoro più omogeneo (come suggerisce il titolo) ed emotivo. Björk - Joga L’obiettivo è evocare sonoramente il paesaggio islandese: infatti crea “paesaggi emotivi” con calde colate laviche di archi classicheggianti su/contro spigolose basi elettroniche. E la sua voce forma rivoli cristallini derivanti dai ghiacciai che scorrono sul tutto. Le sue nuove malie incantano i suoi adoratori, sempre più istericamente accaniti, e ne acquistano di nuovi, facendo tuttavia fuggire chi non è sensibile al suo fascino stregonesco. Queste malelingue addirittura affermano che con la sua voce inciti i gabbiani ad attaccare la gente. Dall’album (N. 4 in UK e Top 10 in tutta Europa) vengono tratti ben cinque singoli. Björk - Bachelorette I primi due, pubblicati nel 1997, sono la bellissima JOGA, autentica ode all’isola natale (pubblicata in sole 3000 copie), e l’epica e sensuale (forse un po’ troppo melodrammatica) sinfonia in crescendo di BACHELORETTE ("I'm a fountain of blood, my love, in the shape of a girl"), il cui bellissimo video è diretto, come il precedente, da Michel Gondry. L’ultimo estratto, nel 1999, sarà ALL IS FULL OF LOVE, dallo splendido e inquietante video robotico girato da Chris Cunningham. Nel 1997 agli MTV Europe Awards si porta a casa il premio di miglior artista donna. Una avvertenza, se vivete vicini al mare (o a una discarica) ascoltatelo con le finestre chiuse, non si sa mai, un gabbiano potrebbe attaccarvi…

Le mummie

“È tornata in vita!” (“La Mummia”, Karl Freund, 1932) “Ed è andata in tour!” (Anonimo)

Fleetwood Mac - The Dance Come ogni compagnia horror che si rispetti, non può mancare la cara vecchia mummia... No, Cher non ha fatto un disco nel 1997. E di Elton John abbiamo già parlato. Ma anche questo autunno ci son alcuni sarcofagi scoperchiati… Iniziamo dai Fleetwood Mac che dopo 15 anni tornano al N. 1 degli album USA il 6 settembre con “The Dance”, album live realizzato con la formazione dello storico “Rumours” (Christine McVie, Lindsey Buckingham, Stevie Nicks, Mick Fleetwood e John McVie). L’album live celebra infatti il ventennale dello storico album. L’album contiene anche materiale inedito, tra cui SILVER SPRINGS, scritta dalla Nicks per “Rumours” ma poi scartata.

The Rolling Stones – La ricerca delle mummie babilonesi

The Rolling Stones - Bridges to Babylon Certo, con tutti i lifting fatti, la grande Stevie Nicks non appare come una mummia incartapercorita. Ma ci sono quattro arzille mummie che invece mostrano tutta la loro età (nonché tutti gli stravizi passati: evidentemente si son divertiti parecchio con le sacre vestali note come groupie…). Sono gli Stones e il 29 settembre pubblicano l’album “Bridges To Babylon”. I vecchiacci intendono togliersi un po’ di polvere dalle antiche spalle, e pertanto chiamano tra i produttori anche i The Dust Brothers (che visto il nome, di polvere se ne intendono…), reduci dal successo di “Odelay” di Beck. Per la prima e unica volta gli Stones usano campionamenti in un loro album. Il pezzo di punta è la fiacca ANYBODY SEEN MY BABY, che più che altro si fa notare per assomigliare in modo inquietante a “Constant Craving” di k.d. lang. Jagger dice di non conoscere neppure il pezzo, ma i vegliardi ovviamente sanno il fatto loro e per non far la fine di un Ashcroft qualsiasi, prevengono ogni bega legale accreditando la lang e il suo collaboratore Ben Mink tra gli autori… Più interessante risulta il video, merito di una splendida Angelina Jolie. L’album, non memorabile, arriva al N. 6 negli Usa e al N. 3 in UK. Ma la cosa più importante è il tour che ne accompagna l’uscita, il monumentale Bridges To Babylon Tour (108 date in 4 continenti davanti a 4 milioni e mezzo di spettatori), i cui incassi li confermeranno le mummie più ricche del rock…

Il Tunnel dell’orrore

E ora gran finale con una corsa sul treno dei mostri musicali! Abbassate la sbarra che si parte! Subito dopo l’ingresso, ecco a voi una delle più pestilenziali creature del decennio: la minaccia italiota Alexia, che stavolta ci propina la sua UH LA LA LA. Non siete riusciti a tapparci le orecchie in tempo? Non sapete che altro via aspetta! Per la serie: band che cadono a pezzi ma non si arrendono ecco a voi i Genesis di CONGO (ovvero come far finta di andare avanti senza il leader originario e neppure il leader di scorta). Una curva a gomito ed eccovi fronte a fronte ai No Mercy, che come dice il nome, non avranno pietà: mix micidiale di europop e latin che massacra KISS YOU ALL OVER, grande hit del ’78 degli Exile. Ma ecco un’altra cover ancor più orripilante: DA YA THINK I’M SEXY? in versione rap ad opera degli inverencondi N-Trance! Pensate di aver superato il peggio? Illusi! Ecco la versione “mini me” del biondino dei Backstreet Boys: Aaron Carter con la putrida CRUSH ON YOU (cover di un già bruttarello hit del 1986 della teen band di origine polinesiana (!) The Jets). Gran finale con Coolio e la sua C U WHEN U GET THERE, vera e propria minaccia: anche quando passerete all’altro mondo ve lo dovrete sorbire!

Ma proprio nel momento in cui tutte le speranze sembrano svanire, ecco che arriva la luce del giorno... Sembra la salvezza, ma siamo sicuri che la polizia che sta arrivando sia così amichevole?

Radiohead – Inutile scappare... Il fato ti prenderà lo stesso!

Radiohead - Karma Police “This is what you get, when you mess with us”: suona decisamente come una minaccia, eh? Mai minaccia è stata più affascinante, tuttavia. KARMA POLICE, pezzo dedicato all'ineluttabilità del fato e a chi lavora in grandi compagnie dominate da manager, è il secondo estratto dal seminale “OK Computer”, l’album che di fatto trasforma definitivamente i Radiohead nella band degli anni ’90. Il titolo deriva da una battuta che i membri della band si scambiano in tour quando uno fa qualche scemenza: "la polizia del karma prima o poi verrà a prenderti!". Accompagnato da un grandissimo video girato da Jonathan Glazer, il brano arriva al N. 8 in UK. Su di esso tuttavia aleggia uno spettro, per l'esattezza quello di quattro scarafaggi: come ammesso da Thom Yorke, il riff di piano che accampagna la minaccia sopra riportata cita apertamente "Sexy Sadie" dei Beatles. Anche Thom quindi è un piccolo Frankenstein, ma di livello decisamente superiore. E tra le fonti di ispirazione per l'album la band cita, oltre ai Fab Four, anche Miles Davis, Pink Floyd ed Ennio Morricone. E per finire in bellezza, citiamo proprio il grande finale in cui, mentre Thom canta "And for a minute there, I lost myself, I lost myself", tutto sfuma su un effetto di distorsione creato con una delay machine digitale dal chitarrista Ed O'Brien...

 


USCITE CHIAVE

Bob Dylan - Time Out of Mind Una "mummia" che invece realizza un album acclamato questo autunno è il grande Bob Dylan, che con "Time Out Of Mind", il suo 41esimo, ritorna col produttore Daniel Lanois a un suono blues. L'album esce il 30 settembre, a quattro anni dal precedente e segna la rinascita del vecchiaccio, che nel frattempo ha assistito al successo della band del figlio Jakob, i Wallflowers. Il disco vede un Dylan meditare sul senso della propria vita. Tra i pezzi di punta la bella e malinconica NOT DARK YET, in cui il nostro si pone più amari interrogativi che risposte nel fare un bilancio della propria vita, ribadendo che tuttavia "non è ancora completamente buio, anche se tra poco lo sarà". Per tacer dell'ode all'amor perduto e alle sue pene, LOVE SICK.

Buena Vista Social Club - Buena Vista Social Club In quanto ad età, nessuno può tuttavia superare gli arzilli vecchietti cubani del "Buena Vista Social Club", clamoroso successo mondiale che di fatto ha innescato l’esplosione della musica cubana e latino-americana in occidente. Il progetto deve il nome a un club attivo negli anni '40, aperto alla sola gente di colore. Il disco è nato da un’idea di Juan de Marcos González e Nick Gold, presidente della World Circuit Records. Nella sua lavorazione viene coinvolto anche Ry Cooder (finito a Cuba per registrare delle canzoni con musicisti del Mali, quando questi non ottengono il visto, si ritrova con Gold, che ha riunito con González la Afro Cuban All Stars, una all stars di musicisti cubani della vecchia guardia, tra cui il grande Compay Segundo, Ibrahím Ferrer e il pianista Rubén González. Il successo del disco, uscito il 16 settembre, verrà amplificato anche grazie all'omonimo successivo (del 1999) film documentario di Wim Wenders (con cui Cooder ha collaborato più volte, a partire da “Paris, Texas”), che ne descrive la genesi attraverso interviste un paio di strepitosi concerti dell’ensemble. Per voi il pezzo che apre l’album, CHAN CHAN.

Elliott Smith - Either/OrTornando ai cantautori americani, ecco Elliott Smith, nato nel '69, con il suo sound lo-fi e intimo. Smith realizza con "Either/Or", il terzo album, il suo lavoro più completo e vario, con cui sperimenta un suono elettrico. Tra i pezzi di punta del lavoro si possono citare BALLAD OF BIG NOTHING, l'ode alla bottiglia BETWEEN THE BARS e la rassegna di disastri amorosi di PICTURES OF ME. L'album deve il titolo a un saggio di Kierkegaard e alcuni dei pezzi in esso contenuti verranno impiegati, assieme al suo brano più noto (e candidato agli Oscar), MISS MISERY, nel film "Will Hunting - Genio Ribelle", il film di Gus Van Zandt (appassionato di musica e amico del cantante, conosciuto a Portland) che ha lanciato Matt Damon e Ben Affleck. Smith, afflitto da tossicodipendenza e alcolismo, se ne andrà in modo misterioso nel 2003, a seguito di due pugnalate nel petto, forse suicida.

E giusto per concludere in mestizia, una segnalazione per due grandi che hanno abbandonato questo pianeta proprio questo autunno: il leader degli INXS, Michael Hutchence, e il re del pop-country degli anni '70, John Denver.

“Attenzione! Questo è il momento in cui l'assassino creduto morto ritorna in vita per lo spavento finale!” (sparo) “Non nel mio film!” (“Scream”, Wes Craven, 1986)

Abbiamo scherzato un po'. Spero che questa puntata speciale vi sia piaciuta. Tra 15 giorni si torna alla normalità visitando l'autunno di una delle annate più rivoluzionarie del secolo. E naturalmente la rivoluzione contagia anche la musica...

Marco

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