BLUE MOON (Luna malinconica)
(di A.Bracchi - L.Hart / R.Rodgers)

  • Anno: 1934
  • Altri titoli: The bad in every man - Luna malinconica
  • Interpreti: Connie Boswell - Ted Fiorito

  • HitParade: -
  • Chart annuale: -

  • Altri interpreti: Billie Holiday - Frank Sinatra - Tony Bennett - Elvis Presley - The Marcels - Sam Cooke - Rod Stewart - The Supremes - Showaddywaddy - John Alford - Bob Dylan - Carlo Buti - Milly - Nilla Pizzi - I Brutos - Nico Fidenco - Antonella Ruggiero
  • Poiché il ciclo lunare è di 29 giorni e mezzo, può capitare, ancorché raramente, che in un mese di 30 o 31 giorni si verifichino due pleniluni. Il "Farmer's Almanac" (pubblicato negli Stati Uniti per la prima volta nel 1819), definisce la seconda luna piena "blue moon". E un anno con tredici lune è un anno di cambiamenti e di prosperità.
    Richard Rodgers and Lorenz Hart di sicuro non si riferivano a questa particolarità astronomica quando composero Blue Moon: molto più verosimilmente volevano alludere a una Luna malinconica, come recita anche la versione italiana del titolo.

    I due celebri autori erano in forze alla MGM nel 1933 quando, per la realizzazione del film musicale Hollywood Party, idearono un numero in cui Jean Harlow doveva recitare, o meglio, cantare una preghiera. Il motivo musicale era quello di Blue Moon, ma il testo era diverso: "Oh Lord, if you're not busy up there, / I ask for help with a prayer / So please don't give me the air...". In ogni caso, questo numero non venne mai realizzato, e la canzone rimase nel cassetto fino a quando, l'anno successivo si ripresenta l'occasione di un altro film musicale.
    Si tratta di Manhattan Melodrama, con Clark Gable e Myrna Loy (titolo italiano: Le due strade) e gli autori inseriscono il motivo, con un nuovo testo, intitolandolo It's Just That Kind Of Play. In fase di montaggio, il brano viene tagliato e per la seconda volta rimane inedito.
    Rodgers trova il motivo molto riuscito, persuade Hart a riscriverne i versi ancora una volta e affida il brano a Shirley Ross, che canta "Oh, Lord …/I could be good to a lover,/But then I always discover/The bad in ev’ry man. The bad in every man, questo il nuovo titolo, non ottiene alcun successo, e i due autori sono ormai rassegnati a gettare nel cestino la loro composizione.

    È a questo punto che entra in scena Jack Robbins, direttore della casa di edizioni musicali che faceva capo alla MGM. Secondo lui il brano può funzionare, purché venga edito un testo più commerciale e accattivante e un titolo più incisivo. Fu quasi impossibile convincere Lorenz Hart a rimettere le mani sulla sfortunata creatura, ma il risultato finale fu quello che oggi tutti conosciamo.

    Robbins fece utilizzare Blue Moon come sigla di un programma radiofonico dal titolo Hollywood Hotel e il primo ad inciderlo su disco fu Ted Fiorito (Teodorico Salvatore Fiorito), un pianista nato nel New Jersey e figlio di italiani, per la Brunswick Records. La prima versione cantata fu di Connie Boswell, poi arrivano le incisioni di Helen Forrest, Glen Gray, Mel Tormé e Billy Eckstine. In pochissimo tempo Blue Moon diventa uno standard: per la melodia semplice e per la sequenza armonica che permette infinite variazioni, molti jazzisti la fanno propria: da Louis Armstrong a Dizzy Gillespie, da Django Reinhardt a Oscar Peterson e moltissimi altri. I grandi vocalist ne danno interpretazioni indimenticabili: Billie Holiday la inserisce nell'album Solitude (1952), uno dei suoi capolavori dell'ultimo periodo; Frank Sinatra la incide in una delle Swingin' Sessions con l'orchestra di Nelson Riddle, Ella Fitzgerald la include nel suo indimenticabile omaggio agli autori, il Rodgers & Hart Songbook.

    Blue Moon si ascolta anche nella colonna sonora di films quali Parole e musica, una biografia romanzata di Rodgers e Hart girata nel 1948 quando lo sfortunato Hart era già scomparso, I marciapiedi di New York (1950) con Ava Gardner, La dominatrice del destino (With A Song In My Heart, 1952) con Susan Hayward, fino a Grease (1978) e Un lupo mannaro americano a Londra (1981), quest'ultimo nella versione di Sam Cooke tratta da The wonderful World of Sam Cooke.

    Anche sul versante "pop" le versioni sono numerose: un Elvis Presley esordiente la incide nel 1954 per la Sun Records, ma la vera rivoluzione avviene nel 1961 con i Marcels, gruppo doo-wop che ne fa un cavallo di battaglia, con vocalizzi che scandalizzano i puristi, ma soprattutto fanno infuriare Richard Rodgers. Il musicista arriverà a comprare delle pagine di giornale per cercare di dissuadere il pubblico dall'acquistare il disco dei Marcels.
    I Marcels lo avevano registrato quasi per scherzo, come riempitivo in una sessione che prevedeva l'incisione di quattro pezzi, laddove loro ne avevano preparati solo tre. Dopo due soli takes, Blue Moon era pronta. Il nastro venne affidato al leggendario DJ "Murray The K" che volle l'esclusiva del brano e lo mandò in onda in anteprima ben 26 volte in una sola giornata. Così, il "bomp-baba-bomp-dip-dada-dip" entra nella testa dei teenagers americani e vende un milione di copie.
    Altre versioni celebri saranno quelle di Bob Dylan (nell'album Self Portrait del 1970) e di Rod Stewart.

    In Italia la prima cover arriva da Carlo Buti nel 1934, a seguire ricordiamo quelle di Milly, Fernando Orlandis, Trio Dover, Miscel, Nilla Pizzi, i Brutos (che rifanno in italiano la versione dei Marcels), Nico Fidenco e, ultima in ordine di tempo, quella di Antonella Ruggiero del 2005.

    (Orlando R.)