CONCERTO PER VL E ORCH IN RE, OP.35
(di P.I. Cajkovskij)

  • Anno: 1978
  • Altri titoli: Concerto per violino e orchestra in re maggiore, op.35
  • Interpreti: Adolf D. Brodskij (1881)

  • HitParade: -
  • Chart annuale: -

  • Altri interpreti: Gidon Kremer e Filarmonica di Berlino diretti da Lorin Maazel / Gil Shasham e Philarmonia Orchestra diretti da Giuseppe Sinopoli
  • Il concerto per violino ed orchestra in re maggiore op. 35, fu composto da Tchaikovsky nel 1878 a Clarens in Svizzera, dove ebbe modo di suonare con il violinista Yosif Kotek che era stato allievo di Tchaikovsky al conservatorio di Mosca. Kotek, fu estremamente importante per Tchaikovsky, in quanto da violinista fu prodigo di consigli tecnici che il compositore russo prese in seria considerazione. Tre settimane dopo, Tchaikovsky terminò il concerto e dopo averlo provato assieme a Kotek, decise di cabiarne l'andante, scrivendone uno completamente nuovo detto Canzonetta (il vecchio andante, con il nome di Médiation, divenne uno degli unici tre pezzi per violino e pianoforte che Tschaikovsky abbia mai scritto.

    La prima esecuzione in pubblico di questo concerto, fu un piccolo travaglio in quanto, fu fissata nel 1879 a Pietroburgo, ma dato che il violinista Leopold S. Auer si rifiutò di suonarlo ritenendolo troppo difficile, non fu presentato che qualche tempo dopo a New YorK, il solista era Adolf D. Brodskij al quale Tchaikovsky dedicò il concerto.

    Da allora questo pezzo è rimasto uno dei favoriti dai concertisti di violino. Di fatto è una delle pagine di più straordinario virtuosismo che per violino siano mai state scritte, e sopratutto nel primo e nell'ultimo tempo al solista sono affidati veramente trascendentali. Le idee musicali in se stesse non sono tra le più felici che Tchaikovsky abbia concepito, ma ciaikovskiana al cento per cento è l'impostazione di tutta l'opera, nei suoi episodi enfatici come in quelli più liricamente raccolti.

    Tutti e tre i movimenti di cui è costituito il concerto sono molto famosi: il lungo primo tempo "Allegro moderato" per il suo grandioso attacco che conduce al tema rapsodico principale dopo ongi sorta di virtuosismi; nel secondo tempo (Canzonetta) troviamo forse il l'idea melodica più genuina ed affascinante dell'intero concerto; mentre il terzo tempo "Allegro vivacissimo" è la pagina di più brillante virtuosismo, una sorta di "crazy dance" in cui il violinista salta alla stregua di un Cosacco ispirato da un vodka-party, versando anche qualche lacrima di sano sentimentalismo.