LOVE STORY
(di S.Bardotti - F.Lai)

  • Anno: 1970
  • Altri titoli: -
  • Interpreti: Francis Lai

  • HitParade: #1, Maggio 1971
  • Chart annuale: Top 10

  • Altri interpreti: Patty Pravo (#10, Maggio 1971 - Top 100, 1971) - Henry Mancini (#17, Giugno 1971) - Johnny Dorelli (#23, Maggio 1971) - Giulio Di Dio - Peter Nero - Santo & Johnny
  • "Che si può dire di una ragazza morta a venticinque anni? Che era bella, simpatica. Che amava Mozart, Bach e i Beatles. E me."
    Così comincia il libro di Erich Segal, che ha scritto la sceneggiatura del film Love Story in contemporanea col libro, e così parla nel film il personaggio Oliver, interpretato dal fascinoso Ryan O’Neal.
    Love Story è stato, almeno fino all’apparire de La febbre del sabato sera, il film-simbolo degli anni Settanta. La storia è quella di due studenti: Jenny, povera e figlia di un pasticciere italiano, e Oliver, ricco figlio di un banchiere. Si conoscono in una libreria, poi lei va a vederlo giocare ad hockey; lui assiste ad un concerto d’arpa, strumento che lei suona. Si innamorano nonostante mille traversie, vivono felici con pochi soldi (il padre di lui l’ha diseredato) fino a che Jenny si ammala di cancro e muore. Trama banale, forse. Ma all’uscita del cinema solo poche persone escono dalla sala con gli occhi asciutti, le ragazze hanno il trucco disfatto. Tutti vittime della Love-Story-mania. Una specie di psicoseduta di gruppo.

    Il tema d’amore del film viene inciso ovunque da innumerevoli orchestre, cosa che rende stramiliardario Francis Lai, ex pianista di Edith Piaf e compositore di altre colonne sonore di successo, oltre a fruttargli il secondo Oscar dopo quello per le musiche di Un uomo, una donna. Tra l'altro, questo Oscar sarà l'unico che il film porterà a casa tra i sei a cui era candidato.

    Anche in Italia c’è chi si affretta ad inciderlo. Nella versione cantata, chi ottiene i maggiori consensi sono Johnny Dorelli e Patty Pravo, che la canteranno anche insieme, tenendosi per mano, in una puntata di Senza rete. C’è anche una versione particolare, quella di Alberto Lupo, che con la consueta impostazione da attore di teatro recita la canzone creando un’atmosfera fin troppo caramellosa.

    Il disco di Patty è quello che vende di più. La Phonogram l’ha accolta a braccia aperte dopo la rottura con la RCA. Uno dei motivi del divorzio, che era nell’aria già da un pezzo, si manifesta durante Canzonissima 1969. Patty non è convinta di voler partecipare: non aveva una canzone pronta ed allora si sofferma su Io l'ho fatto per amore, versione italiana di I’ve lost you di Presley, ma quelli della RCA le dicono che questa canzone le era stata portata via da Nada, altra artista bisognosa di un rilancio legata alla casa discografica romana.
    Lei si arrabbia furiosamente, ma dopo le insistenze dell'azienda, accetta di partecipare ugualmente. La scelta delle canzoni di certo non è inferiore: Non andare via e Tutt'al più rivelano una nuova Patty Pravo, e le fruttano un'offerta prestigiosa: la conduzione dello show di fine anno alla TV francese. Così, il 31 dicembre 1970 Patty va in onda da Parigi con Bravo Pravo, e in Italia la Phonogram le apre le porte con un contratto da 80 milioni di lire dell'epoca più il sette per cento sulle vendite dei dischi.
    Love Story è appunto il primo singolo della nuova gestione, che Patty inciderà anche per il mercato francese (con un discreto successo) col titolo Une histoire d'amour. Sul mercato USA la versione che ha più successo sarà quella di Andy Williams, seguita da quella di Shirley Bassey che sarà riproposta nel 2000 in versione remix.

    (Christian Calabrese)