TRIANGOLO
(di Caviri - R.Zero)

  • Anno: 1978
  • Altri titoli: -
  • Interpreti: Renato Zero

  • HitParade: #2, ottobre 1978
  • Chart annuale: Top10

  • Altri interpreti: -
  • Un album e un singolo di discreto successo (rispettivamente "Zerofobia" e "Mi vendo" del 1977), un'acclamata tournée per le discoteche di tutta Italia ed alcune apparizioni televisive "en travesti" (la prima nel 1976, in una puntata del programma "Piccolo Slam") sono i chiari segnali di come il fenomeno Renato Zero si trovi ormai dietro l'angolo, pronto a mietere, nel nostro paese, più vittime della febbre del Sabato sera. La zeromania esplode infatti nel 1978 con la canzone "Triangolo" e l'intero 33 giri che la ospita, il cui titolo, "Zerolandia", è anche il nome dell'etichetta discografica appena fondata dall'artista romano e del tendone itinerante sotto il quale, nello stesso periodo, si radunano le prime schiere di "sorcini".

    Il brano ha molti elementi in comune con "Mi vendo": la coppia di autori Zero e Caviri, le atmosfere sonore da disco-music "de noantri" (sempre curate da Piero Pintucci e Ruggero Cini), il contenuto trasgressivo anticipato dal titolo e l'interpretazione sopra le righe. Ma, mentre "Mi vendo" rappresenta una sorta di manifesto programmatico all'insegna della provocazione, "Triangolo" è uno dei tanti siparietti in musica che popolano il primo repertorio di Zero dispensando storielle dove il tono buffonesco ha sempre la meglio su trame di per sé scabrose o addirittura tragiche. Protagonista della vicenda é un tipo dagli atteggiamenti un po'ambigui che, dopo aver strappato un appuntamento ad una ragazza, si appresta a dimostrarle tutta la sua presunta virilità. Ma la sorpresa è in agguato: la signorina, evidentemente in cerca di emozioni particolari, si presenta in compagnia di un altro uomo, scatenando così le ire del malcapitato corteggiatore ("Lui chi é, come mai l'hai portato con te..."). Proprio quando la situazione sembra irreparabile e tutto lascia pensare che questo triangolo sia ormai più improbabile della quadratura del cerchio, l'eccentrico personaggio, persuaso che "la geometria non è un reato", si abbandona agli eventi, rimanendo talmente entusiasta dell'esperienza da prenotarsi per un bis.

    Il diverso finale che si legge nel testo pubblicato all'interno della copertina dell'album -"ti telefonerò ma il triangolo giuro non si può"- deve essere stato accantonato all'ultimo momento da Zero, che in sala d'incisione ha preferito chiudere l'ultima strofa con "mentre io rischierei ma il triangolo io lo rifarei", frase decisamente più adatta al clima goliardico della canzone. Che è poi il segreto del successo di un 45 giri che per mesi occupa i piani alti della hit parade, arrivando persino a contendere il primato al Battisti di "Una donna per amico".

    (Luca)