WABASH CANNONBALL
(di A.P. Carter)

  • Anno: 1920 circa
  • Altri titoli:
  • Interpreti: Roy Acuff (1938 e 1947)

  • HitParade: -
  • Chart annuale: -

  • Altri interpreti: The Carter Family Dick Todd (1967) - Dick Curless (1970) - Danny Davis & The Nashville Brass (1970) - Charly McCoy (1976) - Willie Nelson & Hank Wilson/Leon Russell (1984)
  • Canzone veramente storica sotto tutti gli aspetti: fu composta tra gli anni '20 e '30 da A.P.Carter, uno dei fondatori della leggendaria Carter Family, cui si deve, insieme con Jimmie Rodgers e Vernon Dalthart, la diffusione a livello industriale della country music americana.

    The Wabash Cannonball è un treno che attraversa tutti gli Stati Uniti, "from the great Atlantic Ocean to the wild Pacific shores"; se ne va, veloce come una freccia, sferragliando, rombando e fischiando "from the hills of Minnesota and Chicago by the way" alle foreste del Tennessee; "Hear the mighty rush of the engine, you can hear the people say", la potente locomotiva è inarrestabile. E' facile vedere in tutto questo l'allegoria dell'America che va avanti, senza fermarsi mai.

    La canzone venne portata al massimo successo nel 1938 (Nr. 12 nella unica hit parade allora esistente, disco d'oro con oltre 1 milione di copie vendute) da Roy Acuff and his Smoky Mountain Boys, il leggendario "King of country music", nato nel 1903 a Maynardville, Tennessee e scomparso nel 1992 per un attacco di cuore. A lui si deve la fondazione della editrice musicale Acuff-Rose nel 1942 e della etichetta discografica Hickory nel 1953.

    Poichè poco si conosce del disco del 1947, si può ragionevolmente presumere che non sia altro che la versione originale del 1938; teniamo presente che l'Italia era appena uscita dalla guerra, preceduta dall'autarchia, e la popolazione era affamata, non solo di cibo, ma di tutto quello che l'esercito americano aveva portato con sè: uscivano film e dischi risalenti a ben prima del 1940, quasi a colmare il vuoto che gli anni duri trascorsi avevano scavato.

    Certo è che la struttura del brano è oggi poco appetibile: il tappeto musicale è alquanto confuso e rozzo: tutti suonano tutto; violino, dobro, chitarra, armonica, in un bailamme indescrivibile, sembrano andare ciascuno per proprio conto. Si leva poi la voce cruda e forte di Roy Acuff, che, tra una stonatura e l'altra, lancia il suo marchio di fabbrica che l'accompagnerà fino alla morte: l'imitazione con la voce del fischio del treno in corsa. Ho detto "fino alla morte", anche se, negli anni 60, il suo dentista gli ordinò di smettere di imitare il treno, pena la caduta della dentiera sul palco: temo che Roy non gli abbia obbedito. Con l'arrivo di anni più vicini, Roy Acuff mitigò molto il suo stile naif; esistono versioni, incise per la Capitol negli anni '50 molto più appetibili e pulite.

    Non esiste cantante di "hard country" che non abbia inciso questa canzone: mi limito a ricordare le versioni entrate nella classifica country USA: Dick Todd (1967), Dick Curless (1970), Danny Davis & The Nashville Brass (1970), Charly McCoy (1976), Willie Nelson & Hank Wilson/Leon Russell (1984): la storia di questa canzone immortale sicuramente continuerà ancora in futuro.

    (Giovanni Villata)