Settimana 17 Febbraio 1979
( da Musica & Dischi )

1. TOO MUCH HEAVEN - BEE GEES
2. LE FREAK - CHIC
3. BORN TO BE ALIVE - PATRICK HERNANDEZ
4. TRAGEDY - BEE GEES
5. PENSAMI - JULIO IGLESIAS
6. MI SCAPPA LA PIPÌ PAPÀ - PIPPO FRANCO
7. GOLDRAKE - ACTARUS
8. METEOR MAN - D.D. JACKSON
9. MA COME FANNO I MARINAI - LUCIO DALLA & FRANCESCO DE GREGORI
10. SUMMER NIGHTS - JOHN TRAVOLTA & OLIVIA NEWTON JOHN
11. IO CANTO - RICCARDO COCCIANTE
12. HAPPY DAYS - HAPPY DAYS SHOW CAST
13. CIAO - PUPO
14. UNA DONNA PER AMICO - LUCIO BATTISTI
15. DEDICATO - LOREDANA BERTÈ
16. E TU COME STAI - CLAUDIO BAGLIONI
17. LADY BUG - BUMBLEBEE UNLIMITED
18. CHASE - GIORGIO
19. DONNA DONNA MIA - TOTO CUTUGNO
20. WOOBINDA - RICCARDO ZARA
21. CAFÈ - D.D. SOUND
22. TRIANGOLO - RENATO ZERO
23. DA YA THINK I'M SEXY - ROD STEWART
24. HONESTY - BILLY JOEL
25. QUELLA CAREZZA NELLA SERA - NEW TROLLS

Si è appena conclusa una certa manifestazione canora in una ridente cittadina sul mar ligure, Sanremo, mi sembra di ricordare...

Manifestazione giunta stancamente alla 29° edizione. Si è conclusa, per le cronache, ma è come se non fosse nemmeno iniziata per ciò che concerne le classifiche dei dischi più venduti. I segnali positivi dell'edizione precedente non si sono ripetuti. Non c'è una canzone in lista tra i primi venti brani classificati della settimana se non l'ennesimo sfruttamento minorile perpetrato da Pippo Franco ai danni dell'inconsapevole figlio. Il quale, come una lima sorda, insiste a martellare il padre rendendolo partecipe del fatto che gli "SCAPPA LA PIPI', PAPA'". E' questo il titolo dell'odiosa canzone, ospite al Sanremo 1979, ed al sesto posto questa settimana.

Per restare in tema di bambini, ma stavolta un po' più tostarelli, passiamo alla posizione numero sette, dove c'è una vecchia conoscenza, che per l'occasione ha cambiato il suo nome in Actarus, ossia Michel Tadini. Lui dirà poco ai più, ma va considerato che ha un passato di cantante molto recente (sua la versione italiana di MANDY di Barry Manilow, intitolata SBAGLI). Certo, non era mai stato una stella di prima grandezza ma aveva partecipato a qualche manifestazione, come a esempio il Disco per L'Estate. Scopre improvvisamente il successo diventando il cantore delle imprese dell'Atlas Ufo Robot e della sua famosa alabarda spaziale (che non è quello che pensate voi, maligni !!). Al successo della realizzazione per l'operazione GOLDRAKE collaborano musicisti quali Vince Tempera e Fabio Concato; una produzione di tutto rispetto.

Tornando a Sanremo, a vincerlo è stata la casa milanese RIFI, nella veste del cantante Mino Vergnaghi, un po' clone di Drupi e di Pappalardo per il modo di interpretare. La RIFI, al servizio della signora Zanicchi e del marito Tonino Ansoldi, aveva al suo attivo 2 vittorie nelle precedenti 5 edizioni. La canzone si chiama AMARE e segue di poco un suo discreto successo, PARIGI ADDIO. In precedenza aveva fatto parte del complesso della RIFI Il Segno Dello Zodiaco.

Qualche sprazzo di intelligenza si intravede in Enzo Carella (BARBARA), Franco Fanigliulo (A ME PIACE VIVERE ALLA GRANDE), il nonsense del redivivo Antoine con NOCCIOLINO e una tipica canzone da Sanremo anni '70 quale QUELL'ATTIMO IN PIU' cantata dai Camaleonti.

C'è un ritorno agli anni '50, in Tv e al cinema, grazie a due produzioni USA come GREASE e HAPPY DAYS. Quest'ultima girata dal 1974 al 1976 circa, arrivando in Tv in fascia preserale diventa un boom di massa. C'è da dire che aveva fatto già capolino l'anno prima sui teleschermi nostrani senza farsi notare molto. Forse i tempi non erano ancora maturi o forse non c'era la concomitanza con GREASE, a destare l'interesse per un decennio ormai lontano. La sigla televisiva è un buon successo e ce ne sono in giro più versioni. L'originale però, quella che si ascolta mentre i titoli di testa scorrono su un juke box Wurlitzer, è quella dell'Happy Days Show Cast ed è quella a salire in alto nelle classifiche italiane.

GREASE dal canto suo ha un'infinità di 45 giri tratti dal doppio album che scorazzano nelle charts. SUMMER NIGHTS è l'ultimo singolo estratto dalla fortunatissima colonna sonora e a cantarla è la coppia Danny-Sandy, ovvero John Travolta ed Olivia Newton John.

Mentre chi c'è in prima posizione? Ma i Bee Gees, naturalmente, che da qualche tempo sembrano essersi impadroniti di una ricetta che li porta ad essere sempre in testa, ovunque e comunque, una freschezza che li rende impermeabili al tempo. Il loro singolo si chiama TOO MUCH HEAVEN ed è seguito da un'altra canzone molto bella e tiratissima nel ritmo quale TRAGEDY (al quarto posto). Sono le due facce dei Bee Gees, quella romantica e quella "disco". Il 33 si chiama SPIRIT HAVING FLOWN ed è primo in tutto il mondo. La cosa particolare è che si tratta del primo long playing ufficiale "da studio", dopo una serie di colonne sonore e di dischi dal vivo. Un altro loro album è ancora nelle prime posizioni USA: STG.PEPPER'S, film musicale tratto dall'omonima opera beatlesiana (che in Italia non ha visto nessuno) ha venduto la bellezza di 5 milioni di dischi nei paesi di lingua anglosassone, mentre la produzione dell'anno, GREASE, è coprodotto da loro insieme al proprio impresario Robert Stigwood. Praticamente delle slot machine umane.

Al terzo posto BORN TO BE ALIVE. Può bastare un bastone e un vestito doppiopetto per fare di un tizio normalissimo una star da discoteca? Se sì, lui ne è la riprova: Patrick Hernandez. Il prodotto che presenta ha origine belga. Nato per contrastare lo strapotere monegasco e parigino della discomusic europea, il successo è più grande del previsto e forse trova spiazzato l'artista stesso che non riesce a bissarlo. Lo si ricorderà come quel tizio simpatico che roteava il bastone sopra la testa ricciuta. Uno dei tanti "one shot man".

Altra cantante da qualche singolo e via è Dee Dee Jackson, variante galattica di una discomusic ormai agli sgoccioli. Scoperta casualmente mentre si esibiva in un locale di Monaco di Baviera, raggiunge la popolarità grazie a AUTOMATIC LOVER, successo che viene subito rinnovato con METEOR MAN, questa settimana all'ottavo posto. La voce non era un granchè ma filtrata attraverso sofisticate apparecchiature da sala d'incisione, si era riusciti a tirare fuori qualcosa di nuovo (sebbene i francesi Rockets da almeno un paio d'anni si fossero già specializzati in questa sorta di fanta-disco). Sul palco appare bardata da improbabili tute tipo "regina delle stelle" e si muove con aria svagata facendo intravedere cosce ed altro. Chi scrive ricorda di aver visto Dee Dee Jackson, ormai dimenticata, in una festa di paese in provincia di Viterbo alla fine degli anni ottanta. E mentre si muoveva sinuosa tra fumogeni che avrebbero dovuto dare la percezione di una creatura spaziale scesa sulla terra, gli anziani del paese le gridavano in vernacolo viterbese "altro che fumi... gnudite!". Forse non era loro molto chiara l'esibizione ad alto contenuto artistico che la povera Dee Dee Jackson (ma come si chiamerà veramente?) stava attuando sotto i loro occhi stupefatti!

Colui che più di tutti ha caratterizzato a sua immagine e somiglianza il decennio, è ancora nella classifica dei 33 più venduti, nonostante il suo album abbia concorrenti temibilissimi e sia uscito da circa 5 mesi. Nato in Inghilterra, sono tutti britannici i musicisti che collaborano alla riuscita di questo disco. E si respira un'aria internazionale e di gran classe. Goeff Westley è il produttore, gli arrangiamenti strizzano l'occhio alle sonorità dell'Electric Light Orchestra e il sax di Derek Grossmith fa diventare PRENDILA COSI' (canzone inclusa nel disco) un pezzo d'alta scuola musicale jazzistica. La sua durata (7 minuti e 50) fa sì che diventi la canzone di Lucio dal minutaggio più lungo, un record che precedentemente era appannaggio di DIO MIO NO (1971). La title-track dell'album è naturalmente UNA DONNA PER AMICO, di cui si conoscono due versioni: quella su 33 è differente da quella su 45 giri. In realtà si differenziano soltanto da un'introduzione fatta da rumori d'ambiente e la sua voce che accompagnata alla chitarra sussurra la melodia del pezzo. In sottofondo una voce di donna e di bambino. Comunque un grandissimo disco e un sempre "più grande" Lucio Battisti.

Un silenzio di quasi due anni ed un cambio di casa discografica. Questo è il Claudio Baglioni '79. Spodesta Re Mida Battisti dal trono dei LP più venduti appena il suo disco, attesissimo, esce nei negozi. Disco che nasce già trilingue, per il mercato italiano, quello spagnolo e quello francese. Un disco forse meno spensierato dei precedenti (che comunque tanto spensierato non era ugualmente, dato l'appellativo di Agonia). Questa volta scrive e canta in prima persona, lasciando da parte personaggi e situazioni non propriamente suoi e che osservava restandone però distaccato (basti pensare a quadretti musicali tratti dal SABATO POMERIGGIO e SOLO). Ad arrangiare il disco è il grande Ruggero Cini, lo stesso che arrangiò il suo album d'esordio nel 1970. Oltre al brano che dà il titolo all'album, E TU COME STAI? (che entra in classifica alla 16-esima posizione), ci sono da segnalare anche GIORNI DI NEVE e SIGNORI SI CHIUDE.

Si è parlato di Battisti e di Baglioni, come perciò poteva mancare la terza punta d'attacco cantautoriale dell'intero decennio dei settanta? Riccardo Cocciante, tornato alla grande con il suo ultimo album (e singolo) IO CANTO. Già dalla copertina si nota un Cocciante diverso, più sorridente e in atteggiamento rilassato. Ha dismesso i suoi atteggiamenti cupi e gravosi per cercare un immagine più solare. Tentativo alquanto sofferto ma che sarebbe stato il punto di partenza per la produzione anni '80 del cantautore, di origini franco-vietnamite.

Altro grande tra i grandi, Lucio Dalla, in uscita con l'omonimo LUCIO DALLA, che sarebbe rimasto in testa alle hit parade del 1979 per circa venti settimane. Il tema di questo disco è l'osservazione attenta (a volte stupita) della vita e delle sue piccole cose che la fanno grande e spesso degna di essere vissuta. C'è il dubbio del futuro in COSA SARA', il pessimismo in L'ULTIMA LUNA e, dulcis in fundo, la consapevolezza e la speranza di L'ANNO CHE VERRA'. Quest'ultima è una canzone a tratti politica, intesa come una partecipazione ai problemi e alle angosce e speranze di tutti. La forza di questa canzone è la possibilità di calarcisi dentro, a qualsiasi fede politica o religiosa tu appartenga, senza distinzione. Una canzone universale che ottiene un successo strepitoso. Nove canzoni in cui l'apporto artistico di Ron (e non solo...!) aveva dato vitalità e senso ritmico anche nei momenti di maggiore intensità poetica e musicale.

Rod Stewart è, come Elton John, al vertice dell'olimpo delle pop stars internazionali ed ogni suo disco non ha certo problemi a piazzarsi nelle vette di ogni classifica mondiale. BLONDES HAVE MORE FUN è una fabbrica di potenziali singoli ed una vera manna per i programmisti delle radio private. DA YA THINK I'M SEXY strizza l'occhio alla disco ma ha le radici affondate nel rock nonostante un tribunale musicale lo accusi di plagio nei confronti di una canzone del grande Jorge Ben, cantautore brasiliano di grande eleganza e bravura. Il suo tributo alla black music, da lui sempre amata, lo paga incindendo un grande successo dei Four Tops del 1966, STANDING IN THE SHADOW OF LOVE. Tributo che a suo modo è felice di pagare anche Santana, includendo nel suo ultimo LP INNER SECRETS, ONE CHAIN (DON'T MAKE NO PRISON), altro grosso successo del sopracitato gruppo della Motown. Gli album di fine decennio non sono forse i suoi migliori ma sicuramente sono sempre validissimi lavori. C'è chi lo accusa di essersi troppo commercializzato e di avere fatto un grosso passo indietro rispetto alle sonorità raffinate ed alle incursioni jazzistiche del periodo 1972-1975, da CARAVANSERAI in poi, a favore di un più elementare rock latino. Di fondo c'è una voglia di divertirsi e di buttarsi alle spalle un decennio e le sue problematiche non certamente tra le più facili del 900. Dichiara che non gli interessa comporre con la paura di quello che potrebbero scrivere di lui su Billboard, che il pubblico è cambiato e lui si deve adeguare al gusto del pubblico e che il pubblico del 1979 è molto diverso da quello più attento del 1972, anno di CARAVANSERAI. Come a dire: se 5 anni di discomusic hanno atrofizzato il cervello e i gusti delle masse, da me che volete? Il mondo va avanti (o indietro). L'importante è non farsi trovare impreparati: si rischia di uscire fuori dal giro. E se oggi Santana, dopo 35 anni di carriera, è ancora un guru della musica mondiale, qualche cosa avrà capito.

O no?

Christian Calabrese