Settimana 26 Settembre 1981
( da Boy Music )

# TITOLO INTERPRETE
1(Out here) On my own NIKKA COSTA
2E invece no EDOARDO BENNATO
3Hula hoop PLASTIC BERTRAND
4Chi fermerà la musica POOH
5Bette Davis eyes KIM CARNES
6Try it out GINO SOCCIO
7In the air tonight PHIL COLLINS
8Enola Gay O.M.D
9Galeotto fu il canottoRENATO ZERO
10All those years ago GEORGE HARRISON
11La strada brucia ALAN SORRENTI
12Let it be love PAUL BRADLEY
13Donatella RETTORE
14Rock'n'roll robot ALBERTO CAMERINI
15L'artigiano ADRIANO CELENTANO

Phil Collins

Questa volta, passiamo subito al sodo, cioè alla parte musicale tralasciando cenni di cronaca e di politica (anche perché questa settimana è stata povera di accadimenti degni di nota). Phil Collins, al primo LP come solista, coglie un successo in parte preventivato. Con il singolo IN THE AIR TONIGHT e l'album FACE VALUE si è piazzato in tutte le classifiche internazionali, forte di un prestigio consolidato in 11 anni di carriera col gruppo inglese dei Genesis. Certo, si potrebbe commentare, è facile avere successo quando si è il batterista dei Genesis e si è conosciuti ovunque, ma non sempre è vero. Ad esempio, il primo lavoro "solo" di Mick Jagger, che non è certo uno qualsiasi, fu un flop clamoroso. Un anno e mezzo prima Collins si era reso conto di avere tanto di quel materiale da poterci tirare fuori un album. E così ha fatto. Un disco influenzato da vicende personali, come le disavventure matrimoniali dell'anno precedente con l'abbandono da parte della moglie. Un disco che riflette uno stato d'animo non certo dei migliori. Phil, da grandissimo fan dei Beatles, prima di cominciare ad incidere ha fatto una totale full immersion nell'album REVOLVER, che ha sempre considerato fantastico. Ed è per questo che ha inserito la versione elettronica di TOMORROW NEVER KNOWS. Un disco, IN THE AIR TONIGHT, che ha avuto i complimenti della sezione dei fiati degli Earth, Wind & Fire (uno dei gruppi soul e funky più preparati al mondo) e quelli di Stevie Wonder che ha "bollato" positivamente il disco come uno dei migliori che abbia mai sentito. E se lo dice lui, c'è da credergli! C'è comunque una (chiamiamola) diceria o leggenda metropolitana sul come questa canzone sia nata. Sembra che sia stata ispirata da una faccenda realmente vissuta dal batterista stesso. Phil Collins è stato testimone dell'annegamento di un suo amico. Un tale che stava facendo jogging nei pressi non fece nulla per cercare di aiutare l'uomo in pericolo e lo stesso Phil, che seguiva la scena da lontano, era impossibilitato a fare qualsiasi cosa nel tempo necessario, anche perché non sapeva nuotare. Quando ci fu l'anteprima dell'album, di fronte ad una platea di giornalisti ed addetti ai lavori, fece recapitare un biglietto di prima fila al mancato salvatore e al momento topico della canzone, quando il testo era abbastanza esplicito, gli fece puntare contro un occhio di bue, illuminandolo completamente."Well,if you told me you were drowningI would not lend a hand I've seen your face before my friend But I don't know if you know who I am Well, I was there and I saw what you did I saw it with my own two eyes. So you can wipe off the grin, I know where you've been It's all been a pack of lies". E' una canzone a dir poco particolare: praticamente non succede niente! I primi tre minuti scarsi del pezzo (nella versione a trentatrè) passano e vanno con il solo suono della batteria in primo piano e senza nessuna parte vocale. E anche quando entra la voce di Phil Collins non è che cambi sostanzialmente nulla.


E' un mistero il successo di questa canzone, che a volte può sembrare monotona ma che racchiude un non so che di misterioso e angoscioso. Uno stato d'animo che prende l'ascoltatore appena inizia l'atmosfera cupa, minacciosa e suggestiva del brano.

Kim Carnes

Nove settimane prima in classifica negli Usa. Stiamo parlando di Kim Carnes e della sua bellissima BETTE DAVIS EYES. Voce roca alla Rod Stewart, tanto che all'inizio in parecchi credevano di avere a che fare con una boutade dell'artista scozzese che già aveva ingannato tutti nel 1973 interpretando IN A BROKEN DREAM, stupendo singolo, usando lo pseudonimo di Phyton Lee Jackson. Un'apparizione a DOMENICA IN toglie ogni dubbio. Beh, Kim Carnes è molto mascolina ma assomiglia ben poco al suo celebre collega. Ha una carriera di autrice dietro le spalle e i suoni e le canzoni dell'album MISTAKEN IDENTITY sono veramente di classe e di eccelsa qualità (il titolo potrebbe anche essere interpretato col dubbio sentendo il pezzo senza vedere l'interprete in azione). Melody Maker, bibbia anglosassone delle classifiche, la recensisce come (tanto per cambiare) sconosciuta cantante americana con analogie vocali tra Rod Stewart e Joe Cocker e con una raffinata carica blues. Non è proprio una sconosciuta. Basti pensare che in Italia c'è già venuta nel 1965 e nel 1966 e a Sanremo! Faceva parte del complesso dei New Christy Minstrels, capitanati da Kenny Rogers, un re del country a stelle e strisce. Anche se sembra questa sia una leggenda, nel senso che a Sanremo non venne Kenny Rogers. Nel gruppo, che lei lascia nel 1970, c'era anche suo marito Dave Ellingson. Passano gli anni e arriviamo al 1975. Quando la sentiamo duettare con Gene Cotton , un pop-folk singer americano. La canzone si chiama YOU'RE A PART OF ME, a metà strada tra il country e la ballata. Entra nelle classifiche americane e non solo (non aspettatevi che entri in quelle italiane, però !). Nel 1976 è la volta dell'album SAILIN'. Da notare assolutamente: nello stesso anno il già citato Rod Stewart incide una canzone con lo stesso titolo, che diventa un grandissimo successo e che altro non è che la cover del brano inciso e scritto dai Sutherland Brothers nel 1972. Da quell'album Kim Carnes lancia, come singolo, LOVE COMES FROM UNEXPECTED PLACES che avrà l'onore di essere incisa anche da Barbra Streisand nell'album SUPERMAN ma solo dopo aver vinto un festival della canzone americana nel 1977. Nel 1980 un altro duetto, questa volta con Kenny Rogers, suo ex capo nei Minstrels. La canzone si chiama DON'T FALL IN LOVE WITH A DREAMER ed entra di filato nella speciale classifica di Billboard dedicato alla musica country. Sempre nel 1980 Kim incide una versione di un brano dei Miracles, complesso capitanato da Smokey Robinson, MORE LOVE che si imbuca tra i primi dieci in classifica. Ma è grazie a quegli occhi un po' fuori orbita di Bette Davis che riesce finalmente ad andare in orbita (scusate il gioco di parole). E' un lavoro al femminile: Donna Weiss scrive le parole e Jackie DeShannon la musica. Per la verità la canzone già esisteva ed era stata incisa dalla stessa DeShannon nel 1975 nel suo album NEW ARRANGEMENT (disponibile su Amazon) ma non andò, come si suol dire. Kim cercava una canzone per bissare quel MORE LOVE che era andato benino, ma non era assolutamente convinta del pezzo. Nel frattempo la Carnes aveva cambiato produttore e Donna Weiss , imperterrita, rimanda al nuovo produttore la canzone, il quale si dichiara estasiato. Qui vengono rimescolate le carte in tavola alla cantante, cambiando l'arrangiamento ed aggiungendo un sintetizzatore come strumento guida. Alla Carnes va bene. Lo registra in presa diretta, stile buona la prima. BETTE DAVIS EYES entra negli HOT 100 direttamente all'80 posto e dopo 5 settimane raggiunge la vetta. Rimane come detto nove settimane alla guida, scivolando alla seconda una sola settimana causa STARS ON 45, il singolo-medley che conosciamo anche in Italia, per poi tornare in vetta per altre quattro. Lei ha i capelli dorati di Jean Harlow, le sue labbra una dolce sorpresa, le sua mani non sono mai fredde ed ha gli occhi di Bette Davis. Lei è pura come la neve di New York, ti avvolge nella musica, non ci pensi due volte perché ha gli occhi di Bette Davis. E Bette Davis, lusingata, ringrazia. Proprio con questa canzone, dirà l'attrice, ha conquistato il rispetto del nipote.


Quando la canzone vincerà il Grammy Award, la Davis manderà alla cantante ed alle autrici, dei bellissimi mazzi di rose. Una piccola nota per concludere: l'attrice Gwyneth Palthrow (quella che dice che l'Italia porta male) canta la canzone nel film DUETS. Non ostante lo faccia assai male ciò non le impedisce di far uscire anche un cd singolo che venderà abbastanza da entrare di nuovo nelle classifiche.

Toyah

La fine degli anni settanta e questo inizio degli ottanta sono stati caratterizzati dal nuovo ruolo giocato dalle donne nell'ambito della musica internazionale. Ci sono stati personaggi effimeri, che hanno ballato una sola estate, o altri che invece sono durati parecchio e che ancora calcano le scene. Generalmente queste nuove "donne rock" hanno una marcia in più rispetto alle cantanti normali: non sono solo interpreti ma anche autrici dei loro brani. Una trasposizione musicale e commerciale del processo di emancipazione femminile iniziato molti anni prima. Alcuni nomi molto in voga in questi anni: Lene Lovich e Nina Hagen per la Germania, Siouxie & The Banshees, Sheena Easton, KIm Wilde e Kate Bush per il Regno Unito, Pat Benatar, Le Go-GO's e Chrissie Hynde dei Pretenders per l'America, Gianna Nannini per l'Italia. Questa volta ci vogliamo occupare di Toyah Willcox meglio conosciuta come Toyah . La cantante ha avuto un trascorso come attrice in film come JUBILEE e QUADROPHENIA, due famosi film musicali inglesi. Nel frattempo non disdegnava di cantare e nel 1978 uscì il primo singolo dal titolo NINE TO FIVE, dalla colonna sonora del film JUBILEE, seguito nel 1979 dall'altro singolo VICTIM OF THE RIDDLES. Inutile dire che la musica di Toyah risente molto del periodo post-punk inglese: rock a volte duro, voce sopra le righe (stile Lene Lovich), un pizzico di pazzia che contraddistingue questo genere di interpreti del periodo. Il 1980 la vede in scena come attrice anche al Royal Court Theathre e nelle classifiche inglesi con THE BLUE MEANING, primo disco a trentatrè giri della cantante e primo disco ad avere un buon successo di vendite. Fa seguito il documentario-live TOYAH TOYAH TOYAH che diventa anche un supporto di vinile dopo essere stato mandato in onda dalla rete britannica ATV. Nel 1981 diventa un caso europeo con I WANT TO BE FREE [video]. Sarà forse la buona pubblicità dell'addetta stampa o anche il momento propizio, ma sta di fatto che Toyah acquista popolarità anche da noi e non soltanto presso un determinato pubblico (cioè quello che seguiva la scena musicale tedesca ed inglese inizi anni ottanta). Il suo singolo entra in classifica sebbene non sia di quelli facili da canticchiare. La Toyah che si vede nei programmi musicali tipo Mister Fantasy o Discoring è quella che prende di più, che fa breccia. Una specie di folletto fantasy, così come nelle copertine dei dischi (a metà tra Campanellino di Peter pan e una streghetta stile cartone animato). Il suo album ANTHEM (una raccolta di successi) sta avendo successo ovunque in Europa e naturalmente, spinto dal singolo, anche da noi. La qual cosa è abbastanza sorprendente. E' vero comunque che a chi non interessa quel particolare genere, trovandosi ad acquistare il long playing dopo aver sentito I WANT TO BE FREE, si trova leggermente spiazzato. Allora che fa? Lo compra, lo sente una volta e poi lo lascia lì, rimanendo deluso. Cosa che non succede a chi si è invece avvicinato alla cantante inglese spinto da una ben più profonda conoscenza della sua musica e del genere. Comunque c'è da dire che Toyah non è che sia un mostro di vocalizzo e di composizione e il suo successo momentaneo si deve probabilmente ad una oculata campagna pubblicitaria e al fatto che il personaggio "Toyah" debba essere per forza legato ai miti della letteratura fantasy. Questo è quello che fanno apparire anche da noi, quando durante l'estate era stata ospite a Saint Vincent. In Italia, comunque, avrà vita breve. Non ci saranno altri singoli stile I WANT TO BE FREE, canzone-bandiera per coloro che non vogliono essere considerate carine, perbene, a modino ma solo loro stesse, e quindi l'interesse per questo folletto della civiltà tecnologica scomparirà per sempre. Così come in Inghilterra, d'altronde. Passata la buriana post-punk, Toyah si riproporrà con un altro personaggio, più moderno, ma non riscuoterà più la stessa attenzione sia da parte del pubblico che della critica. Ora lavora stabilmente in teatro, sembra stranamente più giovane di 25 anni fa (!!) ed è spesso ospite in programmi della tv inglese che si occupano degli anni ottanta.

Nikka Costa

Ha solo nove anni, una vocetta non eccezionale ma un padre che è un guru della musica americana: Don Costa. E lei è Nikka (Costa, naturalmente). Nikka ha tre angeli custodi molto scaltri e in gamba. Oltre il padre, c'è lo zampino del "folletto" Tony Renis e di Danny Besquet, che oltre ad aver lavorato con Celentano negli ultimi anni ha dato vita a diversi gruppi tra cui i californiani, ma prodotti in Italia, Giants. In casa sua si respira musica da sempre. Il padre è un grandissimo produttore e compositore e ha lavorato per anni con Frank Sinatra e tanti altri grossissimi nomi della musica mondiale. Tra le altre cose ha lanciato nel 1957 il canadese Paul Anka. Nikka ha cominciato a 5 anni cantando un jingle pubblicitario ed è arrivata in Italia accompagnando il padre che la fa esordire nel febbraio 1981 a Milano con un pezzo dei Beatles. Tony Renis subodora il business e prova a fargli incidere un brano tratto dal musical FAME: (OUT HERE) ON MY OWN e come sempre accade, abbocchiamo con tutte le scarpe. Dopo averla vista in tv accompagnata al piano dal papà, a Domenica In e a Venezia, corriamo a comprare il disco che, a dire il vero, è fatto anche molto bene. In men che non si dica arriva al primo posto con l'intenzione di starci il più possibile. Inutile precisare che in patria nessuno sa chi sia... ma questo è il paese dove solitamente basta avere un difetto fisico o destare tenerezza che subito riesci a diventare qualcuno.


Da ex bambina prodigio non saprà ripetersi e dopo la morte del padre diventerà anche una tossico-dipendente. Si ripresenta a Sanremo nel 1990 quasi ventenne ma così come viene se ne va. Ora la ex bambina (ormai 34enne) ha una figlia di nome Sugar e continua a cantare imperterrita, quasi per dispetto. Penserà: qualcuno mi noterà prima o poi.

Plastic Bertrand

Uno spilungone belga fa strage di cuori in Italia. Nonostante sia esplicitamente gay (ma non aveva ancora fatto l'outing che va tanto di moda adesso) fa la parte del tombeur de femmes e le ragazzine abboccano. E' biondo con gli occhi azzurri e si chiama Plastic Bertrand e con una canzone a ritmo di twist conquista le classifiche nazionali, francesi e belghe. La canzone si intitola HULA HOOP e conferma il momento d'oro della musica d'oltralpe in Italia bissando il successo clamoroso di qualche mese prima con Lio e la sua AMOUREUX SOLITAIRES, e dell'estiva BANANA SPLIT, tratta dal suo LP. Plastic (vero nome Roger Jouret) nasce a Bruxelles nel marzo 1958. Comincia come batterista in un gruppo chiamato Les Bisons (1976) e nello stesso momento lavora come cassiere in un negozio di dischi. Nel 1977 forma la band Hubble Bubble ma il gruppo non diventa ciò che potremmo definire una band di successo. Durante uno dei loro ultimi concerti lo nota un produttore discografico, Lou Derijk che lo scrittura, "obbligandolo" a cambiare nome in Plastic Bertrand. Siamo in pieno periodo punk (1977) e ad ottobre esordisce con il CA PLANE POUR MOI, che clamorosamente riesce ad entrare perfino nelle classifiche di Billboard. E sappiamo che gli americani medi vedono i francesi (o chiunque parli il francese) come il fumo negli occhi. Nel brano in questione fa la parodia al punk in modo molto orecchiabile e svecchia un po' il mondo imbalsamato della musica francofona che, sì, avrà anche grandi chansonnier ed interpreti ma che sono gli stessi ormai da secoli. Il pubblico italiano lo conosce nel 1978 con la stessa canzone d'esordio ma non gli tributa grandi successi. L'album d'esordio (PLASTIC AN 1) registrato in Giamaica nei sofisticatissimi studi di Bob Marley, diventa un best seller nei paesi di lingua francofona, Canada compreso. Mescolando con abilità la new wave francese al reggae e al punk Plastic diventa un piccolo fenomeno in quelle terre. Ma si monta anche un pochettino la testa. Prendendo alla lettera la stupida massima sesso, droga e rock'n'roll, fa delle cose leggermente esagerate come bruciare le tende in una camera d'albergo a Cannes o rompere la mobilia con un'ascia in un hotel di New York. Nel 1978, in autunno, torna con un altro disco e con un altro genere: TOUT PETIT LE PLANETE. Ma, nonostante che già si avvicinasse al tipo di musica che in questo periodo (1981) lo elevava a star europea di buon livello, non era piaciuto al pubblico di casa nostra, sempre diffidente verso il mercato francese. Tenta comunque la carta italiana e giunge a Venezia dove presenta SUPER COOL. L'esito della canzone è mediocre. Il terzo trentatrè, datato inverno 1981, si chiama L'ALBUM ed è un compendio di stili che vanno dagli anni cinquanta ai primi sessanta, mischiando un po' di new wave stile Eli & Jacno . La sua musica diventa più ritmata e martellante ma soprattutto allegra e canzonatoria. Il primo singolo tratto dall'album SANS AMOUR, passa quasi in cavalleria nel senso che viene trasmesso dalle radio, piace alla gente ma tonfa in termini di vendite. Bisogna arrivare a Venezia 1981 perché il suo HULA HOOP, che già si era sentito molto a fine estate, spicchi il volo nelle classifiche. HULA HOOP è un twist vecchia maniera. Lui si presenta sul palco con delle ballerine di hula hoop a fargli da contorno, vestito come un confettino rosa. Ma c'è un piccolo errore di calcolo già all'origine del disco stesso: come far coincidere la moda dell' Hula Hoop col twist? Il twist è nato nel 1961, l'hula hoop diventa uno sport (?) noto nel 1957. Nel 1960 già non se lo fila più nessuno, né in patria né all'estero.


Ci vorranno parecchi anni perché questo gioco, creato nel 1948 da Richard Knerr e Arthur Melin, torni in auge. Sembra che nessuno noti questo anacronismo storico e quindi twist e hula hoop, nella fantasia di Plastic Bertand, vanno d'amore e d'accordo. Noi lo rivedremo in febbraio a Sanremo, quando presenterà PING PONG, che non si discosta poi tanto dal singolo precedente.

Alberto Camerini

Dopo anni e anni di gavetta finalmente il successo arride al milanese (ma di nascita brasiliana) Alberto Camerini, vecchia conoscenza dell'ambiente musicale meneghino. Comincia a frequentare le sale d'incisione nel 1968 e più in là collabora con personaggi del progressive targati Ariston (casa discografica milanese) come Stormy Six, Simon Luca e Claudio Rocchi. Nel 1972 insieme a Finardi fonda un gruppo chiamato Il Pacco, poi nel 1974 accompagna Patty Pravo nei suoi concerti e il gruppo che mette su ha un nome ironico: Cameroski. La sua prima esperienza solistica avviene con l'album CENERENTOLA E IL PANE QUOTIDIANO, realizzato per la Cramps, una casa discografica particolare, alternativa ed oggi molto collezionata. Realizza altri due LP (tra cui il noto GELATO METROPOLITANO) ma i suoi rapporti con la casa milanese si guastano per colpa, dice lui, di Finardi e di Rocchi che facevano il bello e il cattivo tempo. Riesce a lanciare un altro disco contenente BAMBULE'. Era l'epopoca dei freak e degli indiani metropolitani e la parola bambulè a quei tempi era una specie di cin cin quando ci si accendeva uno spinello. Infastidito del mancato successo e stufo dei litigi quotidiani, il primo gennaio 1980 cambia scuderia e passa alla CBS. Ed ecco che, riciclandosi come una sorta di "Arlecchino elettronico" agguanta il successo nel 1980 con un pezzo ska dal titolo SKA-TENATI e SERENELLA. Ma il 1981 è il suo anno e con ROCK'N'ROLL ROBOT dà la scalata alle classifiche e ad ogni manifestazione alla quale si presenta è sempre uno dei più acclamati dal pubblico.


RUDY E RITA, il suo LP, lo conferma rivelazione dell'anno. Certo, ora il suo repertorio è più alla portata di tutti. Rudy come Rodolfo Valentino e Rita come Rita Haiwhorth. Il successo al quale è arrivato è il risultato di un lavoro e la gratificazione finale a cui ogni artista aspira. Ma in Alberto rimane il rimpianto di non avere toccato le corde giuste del pubblico quando faceva cose meno facili ma sicuramente più sentite, quando suonava la chitarra nella maniera dei grandi chitarristi brasiliani. Ma non era compreso. Sono 14 i brani dell'album, già ben piazzato in classifica. La novità rispetto al disco precedente è quella di aver abbandonato la via dello ska per passare ad un rock elettronico di facile presa. Così diventa una sorta di Arlecchino elettronico portatore di cause svariate ed un po' contraddittorie tra di loro. Gia accostare Valentino alla Haiworth è un po' spiazzante: sono personaggi distanti nel tempo, l'uno con l'altra. Questa ricerca di consensi e di pubblico fa sì che quelli originari lo abbandonino per fare spazio ai nuovi adepti, cioè i ragazzini tra i 13 e i 16 anni, che pare abbiano scoperto chissà che. E ai ragazzini di quel momento non interessano i messaggi socio politici che lanciava qualche anno prima. Ma Camerini fa i conti senza l'oste: il pubblico di quella fascia di età è molto volubile e crescendo mette da parte gusti e mode per passare ad altri personaggi. Così, quando si presenta a Sanremo nel 1984 con LA BOTTEGA DEL CAFFE', è ormai un personaggio antico, che non rispecchia il momento, le mode e il gusto evolutivo del suo pubblico di tre anni prima (nel frattempo, siamo nel 1982, c'era stata anche la parentesi proficua di TANZ BAMBOLINA). Fallisce a Sanremo e scompare dalla scena per molto tempo, anche per motivi di salute legati ad una fragilità psicologica che la perdita del successo ha acuito. A nulla sono valsi i dischi successivi (il più noto, se così si può dire, è stato ANGELI IN BLUE JEANS del 1987). Se volete saperne di più: www.albertocamerini.com.

Paul Bradley

Paul Bradley: chi è costui? La voce ci sembra di riconoscerla, però... ma si! E' quella vecchia "sòla" di Mal! Tornato a chiamarsi col suo vero nome, che per intero è Paul Bradley Couling. Firma un contratto con la sempre più rampante Baby Records e riagguanta un successo che gli mancava da circa tre anni. Sono cambiate molte cose nella vita professionale di Mal. Dapprima capo dei Primitives, gruppo beat approdato in Italia nel 1966, poi divenuto solista e idolo delle adolescenti del periodo 1968-1970. Perso il treno del successo in Italia si è trasferito in Germania dove insieme ad un suo compagno di bagordi, Ricky Shayne, diventa un numero uno. La canzone MIGHTY MIGHTY ROLY POLY è un successo in tutta l'Europa del nord, seguito dalla cover di John Kongos, HE'S GONNA STEP ON YOU e da quella di CANTO DI OSANNA dei Delirium (che in tedesco diventa OH SUSANNA). Ma improvvisamente nel 1975 riappare in classifica, nientemeno che con una canzone del 1932 di Vittorio De Sica, quella PARLAMI D'AMORE MARIU' che ben si addice al suo nuovo ruolo di cantante melodico pronto a cavalcare l'onda del successo incidendo vecchi brani come JEALOUSIE. Due anni dopo vede spuntare un baio nero di nome FURIA e gli si attacca stretto alla criniera. Al galoppo diventa un recordman delle vendite in un periodo di magra per tutti (siamo nel 1977). Ora ci riprova cambiando nome e pelle. Canta una canzone molto melodica in inglese (LET IT BE LOVE) e si fa accompagnare da tre elementi di prim'ordine, cioè tre musicisti della disciolta band 1OCC, quelli di I'M NOT IN LOVE. Quanto durerà questo Mal "nuova versione"? Solo qualche mese: difatti eccolo sul palco di Sanremo 1982, col suo solito nome (Mal), presentare una summa della sua carriera in versi con la canzone SEI LA MIA DONNA. Mal lo si conosce da così tanto tempo che gli si possono perdonare anche queste piccole incoerenze.

Harry Belafonte

Il governo austriaco presenterà ufficialmente le scuse al cantante Harry Belafonte cacciato da un locale a Linz perché di pelle scura. Nel locale c'era anche un cartello dove era scritto a chiare lettere: sono ammessi solo coloro che parlano tedesco. Belafonte, che si trovava a Linz per alcuni spettacoli, si era recato nel locale con degli amici ma era stato accolto da un cameriere che gli aveva detto a muso duro che, oltre a non esserci più posto, la direzione non accettava negri e che comunque lui non lo avrebbe servito. I giornali austriaci hanno mostrato sdegno per questo comportamento antiquato e discriminatorio, specie in una cittadina ospitale e che vive di turismo come Linz. Il proprietario ha gettato acqua sul fuoco dicendo che è sempre stato un ammiratore del cantante e che il cartello è stato messo perché alcuni soldati americani di colore spesso infastidivano le ragazze.

Domenico Modugno

A Domenico Modugno non è stato consentito dalle autorità di Santiago di entrare in Cile. Il divieto si deve alle dichiarazioni di carattere negativo che Modugno ha fatto sulla situazione politica cilena. Era stato ingaggiato dalla televisione statale per partecipare al programma VAMOS A VER. Il contratto inoltre includeva la partecipazione di sette suoi accompagnatori, ma proprio mentre si accingeva a prendere l'aereo a Roma, era stato avvisato telefonicamente da Santiago, per parte dell'impresario Edgardo Marcel, di sospendere il viaggio perché una disposizione amministrativa gli impediva l'ingresso in Cile. Modugno ha dato istruzioni al suo legale per far causa alla televisione cilena. Allo stesso programma ha partecipato Lucia Bosè, che sicuramente è stata più accorta del cantante di Polignano a Mare, non sparlando del momento politico di un paese al quale nulla la legava se non un contratto di lavoro momentaneo.

Rampolli illustri

In un periodo veramente nero per la droga (retaggio pesante del decennio precedente) i morti per overdose di eroina in questo novembre 1981 sono davvero tanti. Solo a Roma se ne contano 3 al giorno. Ma la droga non fa distinzione di classe. Ed è così che la cugina del re di Spagna, la principessa di Borbone-Parma Maria Inez, muore per overdose a 29 anni con alle spalle un decennio di assunzione di droghe. Dopo un viaggio in India nel 1970, cominciò con la dipendenza dalla droga. I genitori spesero una fortuna per farla disintossicare, ma ogni volta tutto ricominciava da capo. Ragazza "ribelle", era solita rifugiarsi negli ambienti-bene o dai suoi amici cantanti che, con perfidia, si divertivano a vederla drogarsi. Paul Getty III°, nipote del defunto re del petrolio Paul Getty, vive giorni tragici. Dopo essere stato rapito in Italia nel 1973 e essere stato menomato di un orecchio dai rapitori, ora è semiparalizzato agli arti per un colpo apoplettico ed è incapace di curarsi perché non ha più un centesimo. Dopo aver dilapidato un patrimonio di miliardi di dollari in droghe ed alcol, è stato ripudiato dal padre che si è stancato di vederlo abbrutito da ogni esperienza negativa, iniziata per sfida e per noia, solo per il gusto di provare. "Tanto poi c'è papà che paga se sto male" . La madre del ragazzo cita in tribunale il genitore presso la corte di San Francisco. La legge della California stabilisce che un padre facoltoso, o comunque con adeguate possibilità, debba sobbarcarsi le spese mediche dei figli qualora questi non siano in grado di farlo autonomamente. Paul Getty III° era stato escluso dal testamento del nonno per la sua condotta a dir poco scriteriata.

William Holden

Il corpo esanime di William Holden è stato trovato nella sua villa di Santa Monica in California. Le cause del decesso non sono chiare al momento. Comunque Holden era un soggetto dedito all'alcool e negli ultimi tempi aveva avuto dei gravi disturbi cardiaci. Nato nel 1918 in Illinois, era figlio di un farmacista che avrebbe voluto per lui una vita non dissimile dalla sua. Se nonché, a rompere le uova nel paniere giunse un'insegnante di inglese, che lo incoraggiò, conquistata dalla sua voce e dalle sue attitudini declamatorie. Il primo film arrivò a poco più di venti anni: GOLDEN BOY con Barbara Stanwyck. Fu lei a suggerirgli il nome d'arte di Golden, più orecchiabile di Beedle, suo nome anagrafico. I film giunsero uno dopo l'altro e il suo capolavoro fu SUNSET BOULEVARD (VIALE DEL TRAMONTO) dove era affiancato da Gloria Swanson, l'attrice che faceva la diva in declino. In un primo tempo la parte era stata affidata a Montgomery Clift che non accettò perché il soggetto poteva essere considerato a rischio per un attore del suo genere. Altre pellicole di successo con William Holden furono NATA IERI, SETE DEL POTERE, I PONTI DI TOKO-RI, L'AMORE E' UNA COSA MERAVIGLIOSA, STALAG 17 e IL PONTE SUL FIUME KWAI. Era stato ingaggiato a percentuale (il dieci per cento degli incassi lordi) e così realizzò qualcosa come un miliardo e mezzo di lire del 1957! E ancora IL MUCCHIO SELVAGGIO, IL MONDO DI SUZIE WONG, QUINTO POTERE, L'INFERNO DI CRISTALLO. Holden, molto bravo da giovane, da maturo divenne un grandissimo attore e la sua partecipazione nobilitò film "catastrofici", di cassetta, come L'INFERNO DI CRISTALLO del 1974 (che comunque aveva un cast stellare: STEVE MCQUEEN, PAUL NEWMAN, FAYE DUNEWAY e JENNIFER JONES). La sua vita privata non ofrì mai materia per pettegolezzi e il suo matrimonio con Ardis Ankerson, la quale ebbe una discreta notorietà cinematografica con il nome di Brenda Marshall, fu uno dei più felici e tranquilli di tutta Hollywood. Dal matrimonio nacquero tre figlie. Una curiosità: William e la moglie furono testimoni di nozze del presidente Reagan e di sua moglie Nancy.

Christian Calabrese

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FANTASTICO 2 (1981)
di David Guarnieri

Ciao a tutti, amici di "Hit Parade Italia". Anche in questa occasione, vi parlo di un programma abbinato alla Lotteria Italia: "Fantastico 2". La trasmissione, nata nel 1979, con la regia di Enzo Trapani e la conduzione di Loretta Goggi (con Beppe Grillo ed Heather Parisi) torna ad essere proposta, dopo l'esperimento (malriuscito) di "Scacco matto" (1980) (presentato da Pippo Franco, Laura Troschel e Claudio Cecchetto e diretto da Pierfrancesco Pingitore). Il regista della seconda annata di "Fantastico 2" è ancora una volta Enzo Trapani. Gli autori sono, Popi Perani, Antonio Ricci e Alberto Testa. Il direttore d'orchestra è Tony De Vita; i costumi, ideati da Gianna Sgarbossa; le coreografie, curate da Mario Pistoni e Franco Miseria. Inizialmente, Trapani ed il suo staff sono intenzionati a riproporre il fortunatissimo trio di animatori del primo "Fantastico", ma, a parte la Parisi, sia Grillo che la Goggi rifiutano. Il conduttore prescelto è Claudio Cecchetto (il dee-jay veneto è reduce dalle affermazioni ottenute in "Discoring" e nelle edizioni 1980 e 1981 del Festival di Sanremo). A dividersi lo spazio comico sono, il sempiterno Walter Chiari ed il giovane Gigi Sabani, direttamente proiettato dal palcoscenico di "Domenica in" (le sue imitazioni si sono rivelate un punto di forza del contenitore festivo, condotto da Baudo). Oltre alla Parisi, la star del balletto è Oriella Dorella, étoile della "Teatro alla Scala" di Milano (già affermatasi in campo "leggero" in "Drim", diretto da Gianni Boncompagni). L'angolo canoro è affidato a Memo Remigi (che sostituisce il rinunciatario Gianni Morandi) e a Romina Power. Quest'ultima si esibisce in assolo, senza la presenza dell'allora consorte Al Bano (per la gioia della "stampa rosa" che spreca fiumi di inchiostro, pronosticando la fine del loro matrimonio). La sigla iniziale dello show, "Cicale", viene interpretata da Heather Parisi, mentre la sigla di coda, "Gocce di luna" è cantata da Memo Remigi.

"Fantastico 2" parte sabato 3 ottobre 1981. La trasmissione va in onda dallo studio "Fiera 3" di Milano. A Claudio Cecchetto spetta la parte "istituzionale" del varietà: la presentazione dei vari giochi musicali (i quali riprendono lo schema di celebri programmi: "Il musichiere", "Telematch", "Rischiatutto" e "Lascia o raddoppia?"), coadiuvato da Romina Power e da Memo Remigi. La cantante americana e il cantautore lombardo si esibiscono anche in una fantasia musicale, denominata "Piccolo concerto", con la partecipazione di Tony De Vita e dell'Orchestra milanese della Rai. Nel suo angolo comico, Gigi Sabani propone una fortunata galleria di imitazioni di personaggi famosi (i testi sono firmati da Antonio Ricci): da Mike Bongiorno a Corrado, da Lucio Dalla ad Enzo Tortora, da Ornella Vanoni ad Julio Iglesias. Alla vivace e moderna vis ironica di Sabani si contrappone la comicità di un "leone del palcoscenico" come Walter Chiari. Il celebre attore si produce in una serie di monologhi, incentrati sull'attualità e sugli usi e costumi degli italiani. Le due vedette della danza, Heather Parisi e Oriella Dorella (quest'ultima affiancata dal primo ballerino, Raffaele Paganini) si dividono equamente il palcoscenico. Per la Parisi, si presenta l'occasione di riproporsi al grosso pubblico dopo il clamoroso insuccesso personale di "Stasera niente di nuovo" (dove venne letteralmente oscurata dalla bravura e dalla personalità di Sandra Mondaini). La show-girl americana ha accettato di far parte del cast di "Fantastico 2" solo dopo aver ottenuto delle precise garanzie. Per prima cosa ha voluto che la Dorella si esibisse esclusivamente in balli romantici e privi di vispe cariche sexy. Di contro, i balletti della Parisi hanno un'impronta scatenata e aggressiva. Altro importante particolare: i vestiti (Heather li ha voluti coloratissimi e, in alcuni casi, molto osée). Inutilmente la produzione ha tentato di rifilarle alcuni costumi creati per lo show con Vianello e la Mondaini (il ricordo dell'esperienza appena trascorsa brucia ancora). La Parisi, spalleggiata dai fidi collaboratori, Franco Miseria e Silvio Testi, infine ha preteso per contratto un alto numero di primi piani: i cameraman dovranno inquadrare a tutto video il suo volto, almeno dodici volte a trasmissione. Anche la Dorella dimostra di possedere un caratterino niente male. L' "etoile", durante la registrazione della sigla finale del programma, "Gocce di luna", cantata da Memo Remigi, ha fatto letteralmente ammattire Enzo Trapani. Ogni volta c'era qualcosa che non la convinceva e voleva riprendere da capo il balletto. Il numero musicale è stato così ripetuto per quindici volte, prima che l'esigentissima Oriella si dichiarasse finalmente soddisfatta. Le polemiche riguardano anche il ritrovato Walter Chiari. Il comico veronese (ma milanese d'adozione), durante il corso del varietà dichiara alla stampa: "lo spazio a me dedicato è poco. Cosa volete che faccia in otto minuti? D'altronde, sono ancora fortunato, perché nel mio spazio posso fare quello che voglio e Remigi, che per me è un alchimista, che ha messo insieme tante belle canzoni è messo lì a canticchiare due battute di un refrain, perché un signore riesca a suonare la campanella. In più devo dire che mi pagano anche per fare così poco, quindi, perché dovrei lamentarmi? Ho accettato in pieno il gioco e mi muovo in mezzo a questa folla di nuovi o seminuovi eroi che compongono la trasmissione". Piccole lamentele anche da parte di Al Bano, "non considerato" dal regista Trapani, a vantaggio di Romina Power (che si ripresenta in qualità di showgirl, a distanza di undici anni dall'exploit di "Doppia coppia"). Nel corso dei tredici appuntamenti settimanali, il cantante di Cellino San Marco, riesce comunque ad apparire assieme alla bella consorte (i due propongono il singolo "Sharazan", che diviene un successo nella hit parade italiana ed anche all'estero). La Power, inoltre, ha in serbo una sorpresa per i telespettatori (in particolar modo per quelli più piccoli): il lancio di un 45 giri intitolato "Il ballo del qua qua". Nel primo mese di programmazione, "Fantastico 2" ottiene una media di ascolto di 18 milioni di teleutenti (ed un indice di gradimento pari a 65). I risultati appaiono superiori allo sfortunato "Scacco matto" dell'anno precedente, ma inferiori alla prima, amatissima edizione dello show (25 milioni di ascolto ed 80 di gradimento). Per quel che riguarda il giudizio dei telespettatori (sempre facendo riferimento alle prime puntate) nel programma si avverte spasmodicamente la mancanza di idee e di belle canzoni. A salvarsi è Claudio Cecchetto, ritenuto disinvolto e spiritoso (unico appunto: la parlantina fin troppo sciolta). Buon gradimento anche per Gigi Sabani e le sue riuscite imitazioni. Oriella Dorella viene definita "praticamente inesistente", "freddina" e "innaturale". Romina Power è considerata una sbiadita copia di Loretta Goggi. Anche per Walter Chiari e Memo Remigi, i giudizi sono assai duri. Il primo continua a girare a vuoto in un mare di parole per raccontare le "solite" barzellette, mentre il secondo ha una funzione puramente (e inutilmente) coreografica. Negativo il giudizio su Heather Parisi e sui suoi balletti ("artisticamente vuoti", con coreografie poco riuscite, abbinate a musiche non certo originali). Unica cosa gradita dal pubblico per quel che riguarda la soubrette americana è la sigla iniziale, "Cicale" [video].

A giudizio di chi scrive, "Fantastico 2" risulta sufficientemente riuscito, segnatamente per la regia, assai valida e originale di Enzo Trapani. Il cast artistico (da Cecchetto alla Dorella, da Remigi alla Power, da Chiari a Sabani fino alla Parisi) può essere paragonato ad una squadra di buoni talenti individuali, non certo ad una compagine calcistica coesa e ben amalgamata.

Saluti a tutti!!!
David Guarnieri

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