Settimana 15 Ottobre 1982
( da Boy Music )

# TITOLO INTERPRETE Quotazione
1Avrai Claudio Baglioni€ 15
2Non sono una signoraLoredana Berte' € 12
3Der Kommisar Falco € 10
4Music and lights Imagination € 10
5Da Da Da Trio € 10
6Bravi ragazzi Miguel Bose' € 10
7Eh già Lucio Battisti € 15
8Tanz bambolina Alberto Camerini€ 10
9I Won't let you downP.H.D € 10
10Sarà la nostalgia Sandro Giacobbe € 10

Classifica 33 giri

# TITOLO INTERPRETE Quotazione
1E già Lucio Battisti€ 22
2Bella 'mbriana Pino Daniele € 15
3Teresa De Sio Teresa De Sio € 15
4In the heat of the nightImagination € 15
5Festivalbar 1982 [artisti vari]€ 25
 

Ottobre, andiamo, è tempo di migrare... ma questa è un'altra storia. Ottobre rimane, però. Con i suoi primi freddi che fanno dimenticare le ferie ormai passate da un bel pezzo, con i bambini tornati a scuola e i grandi al lavoro. Tutti però con una nuova sensazione: quella di essere, nel calcio, i campioni del mondo in carica. Ed è bello ricordarlo con i compagni di scuola ritrovati, ci si sente diversi da come ci si era lasciati a metà giugno, tutti un po' più importanti. Almeno fino al 1986 - ci si dice - siamo i campioni in carica. Poi si vedrà. Ottobre è anche periodo di sondaggi. Da un'indagine DOXA effettuata nel mese di giugno 1982 risulta che il cantante italiano più popolare sia Riccardo Fogli. Ma leggiamo i primi 15 nomi in classifica:

1) Riccardo Fogli
2) Adriano Celentano
3) Romina Power
4) Mina
5) Lucio Dalla
6) Renato Zero
7) Fra' Giuseppe Cionfoli
8) Ornella Vanoni
9) Julio Iglesias
10) Loredana Bertè
11) Al Bano e Romina Power
12) Al Bano
13) Milva
14) Christian
15) Claudio Villa

Una classifica, questa Doxa, ancora influenzata dall'effetto Sanremo. Non si spiegherebbe altrimenti quel settimo posto che si rimedia Giuseppe Cionfoli, il prete canterino che ebbe un momento di popolarità a Sanremo dopo aver superato le eliminatorie a Domenica In. Il primo posto di Riccardo Fogli, considerato il momento, ci sta tutto. Lo stesso dicasi per l'en plein del duo Romina e Al Bano che hanno addirittura tre citazioni. Stupisce invece l'assenza di due nomi clamorosi quali Claudio Baglioni e Lucio Battisti. E' proprio vero che quando per un po' di tempo non si dà notizia di sé o non si esce sul mercato con qualcosa di nuovo, il pubblico tende ad accantonarti preferendo personaggi venuti alla ribalta negli ultimi tempi. Però, mentre erano due anni che di Lucio Battisti non si avevano tracce, Claudio Baglioni arrivava da un annata felice. Il suo STRADA FACENDO era stato in classifica quasi un anno tra il 1981 e il 1982 tantissime settimane nel 1981. Quasi a smentire questa classifica e con propositi di rivalsa, eccoli qui entrambi.

Lucio Battisti

E' un disco che spiazza tutti, critica e pubblico, quello di Battisti, che da due anni e mezzo non dava notizie e l'attesa per il nuovo album era alle stelle. Poi l'uscita del nuovo LP, la gente che si precipita nei negozi, compra il nuovo prodotto a scatola chiusa, mette il 33 sul piatto e... ma questo non è Lucio Battisti!! Dove sono quelle melodie tipicamente battistiane, i riff con la chitarra, quei tre accordi che ti fanno subito capire con chi hai a che fare? Non cercano forse il Battisti de I GIARDINI DI MARZO ma almeno quello di UNA GIORNATA UGGIOSA sì. Invece no. Ma nonostante la sorpresa, per alcuni sgradita, E GIA' conquista dopo due settimane dall'uscita la numero uno delle classifiche in Italia. Un disco di cui si dicono e si diranno tante cose, non tutte lusinghiere, anzi... E' il primo disco del dopo Mogol ed il secondo di questi anni ottanta. E GIA' è stato registrato tra aprile e la fine di agosto a metà tra gli studi Trident di Londra e la RCA di Roma. Non ci sono musicisti ma un unico arrangiatore, esecutore e produttore, Greg Walsh, che suona tutti gli strumenti insieme a Battisti. Le dodici canzoni sono tutte brevi e si interrompono bruscamente, spogliate da ogni abbellimento, orpello melodico ed estetico. Sono scarne, nervose e creano nell'ascoltatore quasi una sorta di ansia. E GIA' è la title track del brano utilizzato per l'ultimo singolo della produzione di Lucio. La novità assoluta è una mini cassetta contenente i due brani del 45 giri. Si può scegliere tra il supporto in vinile e quello su nastro. E' una canzone trascinante, piena di ritmo e sicuramente la più legata al primo periodo. I testi li ha scritti la moglie Grazia Letizia Veronese che nella vita può fare di tutto, anche diventare astronauta o arrivare al polo in bicicletta e su una ruota sola, ma dovrebbe tenersi a distanza dalla penna di almeno un chilometro. La Yoko Ono della Brianza prende quindi il posto di Mogol. Ora non si vuole fare l'apologia di un autore di testi che nella vita ha avuto più "fortuna" che anima, che ha incontrato l'uomo giusto al momento giusto per uscire dalla metodicità e dalla routine della trascrizione italiana di canzoni straniere (alcune tradotte anche male). Ma Velezia (pesudonimo sotto il quale si nasconde la moglie di Battisti) riesce in un capolavoro involontario e cioè, al confronto, far passare Mogol per un genio! E ce ne vuole! Bisogna comunque avere una grossa considerazione (e sopravalutazione) della propria capacità e dei propri mezzi e soprattutto una buona dose di faccia tosta per decidere di rimpiazzare un nome del calibro di Giulio Rapetti (in arte Mogol). Insomma, qui si sta buttando alle ortiche 15 anni di un binomio che ha segnato in maniera indelebile la musica italiana degli ultimi tempi, quel Mogol-Battisti per il quale qualsiasi cantante avrebbe ucciso per vederlo stampigliato sull'etichetta del proprio disco tra le parentesi sotto il titolo. Ma i tempi cambiano e le cose non durano in eterno e anche del fatto che Battisti non sarà più affiancato da Mogol, dovremo farcene una ragione. Dicevamo dei testi: hanno motivi ricorrenti comuni e cioè il mare, i gabbiani, i delfini, le montagne, tutto quello che è natura. Un argomento che forse è più nelle corde di Lucio che della moglie, che come argomento principe nella vita ha il conto corrente. La moglie del cantautore più importante d'Italia faceva l'impiegata al Clan di Celentano, quindi con la musica (e maggiormente con i testi) aveva a che fare in maniera molto marginale. Casomai scriveva a macchina e quello avrebbe dovuto rimanere a fare. LA TUA FELICITA' è la canzone più melodica del disco, molto semplice nel testo ma comunque immediata, e arriva sin dal primo ascolto. WINDSURF è la storia di un viaggio mai compiuto tra Sardegna, Cina e Perù alla ricerca di un posto non contaminato dalla presenza dell'uomo. Un po' un ritorno al Battisti bucolico dei primi Settanta. Ma è anche un tributo alla passione che condivideva, in quel momento, insieme all'amico Adriano Pappalardo. Battisti ha sempre guardato con interesse la scena musicale anglosassone e anche questa volta i riferimenti sono presi da quel mondo e da quel sound che ora porta il nome di band come Human League, Ultravox, Tears For Fears, Spandau Ballet. Battisti se n'è impossessato filtrandolo attraverso la sua sensibilità. Anche l'ideazione della copertina è nata all'insegna del casareccio. E del figlio di appena nove anni. Le scarpe di tela e le gambe sono però di Lucio. Potrebbero simboleggiare un lavoro "fatto con i piedi" ma non è così. Certo, il completo rinnovamento e la rinuncia alle atmosfere tipicamente battistiane ha sconcertato il pubblico che però non gli nega la possibilità di vederlo arrivare al primo posto in classifica, come sempre. La montagna-Battisti partorisce sempre colossi, mai topolini. La novità di questo disco è l'essersi affidato completamente ai suoni di questi primi anni ottanta, stereotipati anche nell'uso smodato del computer e anche la rinuncia agli arrangiamenti che così imponenti ed eleganti si levavano spesso più in alto delle stesse canzoni, grazie alla bravuta di Westley. Il disco è registrato in due fasi: la prima a Londra negli studi della Trident, la seconda alla RCA di Roma, affiancato sempre dal fedele Greg Walsh, musicista e tecnico inglese responsabile di tutte le sonorità e del clima così elettronico tipico dell'album. Comunque Lucio aveva dato cenni di risveglio producendo il long playing di Adriano Pappalardo dal titolo IMMERSIONE uscito all'inizio dell'estate sotto l'etichetta della Numero Uno.

Claudio Baglioni

Claudio Baglioni è diventato papà ed essendo un cantautore ha pensato bene di celebrare questo avvenimento importante scrivendo per il piccolo Giacomo una ninna nanna, una specie di viatico, di augurio per la vita che sta cominciando. Gli spiega quello che sarà e che potrebbe essere, che la vita non è sempre "en rose" e che verranno i momenti belli e, fatalmente, quelli meno belli. Il tutto usando il tempo verbale al futuro, perchè un bambino appena nato non ha che quello davanti a sé. Un futuro agrodolce, raccontato senza falsi trionfalismi o eccessivi pessimismi. Un ponte tra STRADA FACENDO, il suo ultimo disco uscito nel 1981, e quello che, fra tre anni, sarà LA VITA E' ADESSO il suo prossimo lavoro da studio. AVRAI è il titolo della canzone incisa su 45 giri (erano 3 anni che non faceva uscire una canzone su quel supporto) ed arriva immediatamente in vetta alla classifica dei singoli più venduti, il regalo di fine estate di Claudio alle sue migliaia di fans. E' prodotto ed arrangiato dal già citato Geoff Westley ed è tutto giocato, come in POSTER, sulla voce di Claudio, sull'uso del piano e sull'utilizzo di archi lontani che man mano crescono, così come l'intensità della melodia, che parte in tono quasi intimista e sfocia nel passionale. Claudio Baglioni è impegnato in un maxi tour, nato per il bisogno di tornare a cantare dal vivo, senza motivi meramente promozionali. Un pubblico affettuoso come pochi (solo Renato Zero riesce ad avere attorno a sé altrettanti appassionati sostenitori) che canta insieme a lui i vecchi e nuovi successi. Una voce intonata ed un'estensione vocale magnifica. Il successo si ripeterà all'uscita del suo primo album dal vivo ALE-O' che raccoglie i momenti più significativi della tournée iniziata nel dicembre 1981 e ripresa in estate. A "Vota La Voce" Baglioni vince il Telegatto come migliore interprete maschile, la Berté quale interprete femminile e i Pooh per il miglior complesso. I Pooh potrebbero giocarci a subbuteo con tutti i Telegatti che hanno vinto.

Riccardo Fogli

Abbiamo iniziato con l'indagine Doxa che vedeva Riccardo Fogli in vetta alle preferenza degli italiani e quindi è giusto parlarne un po'. Prima di tutto perchè ha appena ritirato la Vela d'Oro a Riva Del Garda per aver venduto più dischi tra quelli in concorso l'anno prima (la Vela D'Oro ha preso il posto della manifestazione di Venezia) con MALINCONIA ma soprattutto perchè è fermamente deciso a confermare il suo momento di grazia con un nuovo disco dal titolo COMPAGNIA. Questo 33 giri ha in totale dieci brani, cinque nuovi e cinque già editi da altri cantanti. I brani già editi hanno però un filo conduttore comune: sono stati scritti da autori che conoscono Fogli molto bene: Luigi Lopez e Carla Vistarini per LA VOGLIA DI SOGNARE (originale di Ornella Vanoni del 1974), Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio per PER AMARTI (originale di Mia Martini del 1977), Roby Facchinetti e Valerio Negrini per NASCERO' CON TE (originale dei Pooh, con lui come voce solista, del 1972) Dario Baldan Bembo per TU COSA FAI STASERA (originale dello stesso Baldan Bembo a Sanremo 1981) e ancora Lopez e Vistarini per IO VOGLIO VIVERE (originale di Alice del 1975). Tutte canzoni che gli sono piaciute negli anni e che avrebbe voluto cantare e adesso lo ha fatto. Certo, ce ne sono alcune che avrebbe potuto risparmiarsi (come LA VOGLIA DI SOGNARE) perchè non propriamente nelle sue corde o forse troppo ricollegabili agli interpreti originali per cui un rifacimento, per quanto con stile, non sembra opportuno. Le canzoni nuove sono la stessa COMPAGNIA, di Guido Morra e Maurizio Fabrizio, canzone molto "fogliana", velata di una nostalgia per le cose e per il tempo che passa, tematiche preferite dal nostro. Poi COME CAMBIA IN FRETTA IL CIELO, una canzone che sembra presa dal repertorio dei Pooh, scritta da Maurizio Piccoli e Maurizio Fabrizio e poi ALTRI TEMPI (anche qui il rimpianto per il passato), UN ANGELO e DONNE. Un disco molto maturo, fatto con tutti i crismi, arrangiato, prodotto e scritto con gli amici di sempre, cosa che si può notare già dalla copertina: davanti lui da solo a braccia conserte, testa abbassata e bicchiere a lato (immagine che dà l'idea di una persona abbastanza giù di morale). Sul retro copertina è rappresentato lo stesso tavolo ma lui non è più da solo: ci sono gli amici Dario Baldan Bembo, Maurizio Fabrizio, Roby Facchinetti e Renato Brioschi (già Renato dei Profeti). Le due facce di Riccardo Fogli. IL disco è stato registrato negli studi della CGD e prodotto da Giancarlo Lucariello. Cosa particolare è che per la prima volta Fogli non fa anticipare il 33 giri da un singolo. Forse questo pensare in grande può avergli nuociuto perchè l'album non dà i risultati sperati in termini di vendite e Fogli deve molto della sua carriera a singoli azzeccati, quindi il suo pubblico è portato ad acquistare prima il 45 giri e poi, più in là, il 33, dopo ripetuti ascolti televisivi e radiofonici. Si potrebbe anche dire che il massimo come cantante e personaggio l'abbia raggiunto nel biennio 1981-82. Da questo momento in poi, c'è la discesa. Una discesa, non in caduta libera, ma discreta che lo porterà ad una carriera discografica più rarefatta e ponderata.

Trio

Uno dei tormentoni dell'estate ormai lontana, ma ancora ben posizionato in classifica, è DA DA DA (I DON'T LOVE YOU, YOU DON'T LOVE ME). A cantarla un trio chiamato per l'appunto Trio, venuto dalla Germania, che con una batteria elettronica, un basso e una chitarra ha conquistato le classifiche italiane e non solo. E' bastato un semplice ritornello alquanto ripetitivo e un buon lancio discografico aiutati anche da un accurato look dei componenti (molto attuale all'epoca) e da una pantomima al limite del surreale per diventare "re" delle classifiche e delle discoteche. Dietro di loro il genio musicale di Klaus Voorman, lo stesso che dopo aver ideato la copertina di REVOLVER, album storico dei Beatles, ha poi collaborato con artisti di grosso calibro, come David Bowie e John Lennon. I Trio (Kralle, Stefan e Peter) si divertono a interpretare degli automi, aiutati dall'arrangiamento monocorde ed elettronico del loro pezzo. Sguardi fissi nel vuoto, capelli tagliati molto stranamente per l'epoca, si muovono e parlano sempre insieme. Più che un trio di musica pop sembrano Qui, Quo e Qua.

I Masters

In Italia, nell'orbita della vittoria ai mondiali di calcio in Spagna, hanno pensato bene di confezionare una versione italo-spagnola molto ma molta maccheronica, che dice pressappoco cosi': "E' chiquito Dino Zoff, muy Gentile el difensor, Scireito el matador, Conti e Causio brasileiros e Pablito goleador... tutti figli di... Bearzot... da da da ..." Loro sono i Masters, che compaiono sulla scena musicale con questa spiritosa pensata solo allo scopo di sfruttare il buon momento sportivo italiano in termini discografici. La canzone si chiama MUNDIAL DA DA DA. I Masters sono tre ragazzi: Paolo Paltrinieri (figlio di Vittorio, un famoso cantante degli anni quaranta-cinquanta) che oltre a suonare insegna alle medie educazione musicale; poi c'è Lorenzo Canovi che lavora nel campo dell'elettronica e per ultimo Romeo Corpetti, impiegato in un negozio di hi-fi. I Masters come i Trio avranno vita molto breve. Comunque è un buon momento per le Deutsche Musik. Da Joachim Witt (TRI TRA TRULLALLA'), ai D.A.F (DER MUSSOLINI TANZ), agli Spliff (quelli di CARBONARA), a Lene Lovich fino al nuovo astro Nena.

Pino Daniele

Continua la marcia trionfale di Pino Daniele, nelle classifiche degli album, con BELLA 'MBRIANA (complici alcuni solisti d'eccezione) in virtù della quale, ad agosto, scavalca sul trono dei 33 più venduti Franco Battiato e la sua casa discografica VOCE DEL PADRONE. Il titolo dell'album si rifà ad una credenza popolare partenopea. Quando qualcosa sparisce dentro casa si addossa la colpa a o'munaciello, un minuscolo fantasma. Un fantasma che tuttavia esisteva in concreto, ed era il guardiano delle acque contenute nelle gallerie sotterranee della città, che attraverso i pozzi poteva davvero accedere alle abitazioni private: c'è tutta una letteratura, anche scollacciata, nata attorno a questo personaggio che viveva perennemente sottoterra. Per ritrovare l'oggetto scomparso si invoca uno spiritello buono, la Bella 'Mbriana, una specie di nume tutelare. Ma vuole essere anche un augurio alla musica italiana che all'estero sta vivendo una stagione nuova, in primo piano. Nel testo viene usato un linguaggio di non facile comprensione per chi non è napoletano, "'a parlesia" che è una specie di gergo usato nell'ambiente della malavita per non farsi capire da spie, poliziotti o vittime. Due brani importanti di questo LP sono TUTTA N'ATA STORIA, che parla dell'America non più simbolo di benessere degli emigrati inizio secolo, e ANNARE', storia di una bambina (?) morta per miseria. Le parole sono davvero molto belle. Poi c'è una canzone, MAGGIO SE NE VA, molto nello stile del suo autore, di quelle più intimiste, che dà il titolo all'album. Tornando ai musicisti che accompagnano Daniele in questa avventura musicale, troviamo Richie Havens, il sassofonista dei Weather Report, Wayne Shorter, e poi l'inglese Mel Collins, ex Soft Machine e, ancora, il sassofonista jazz argentino Gato Barbieri, famoso per la colonna sonora de "L'Ultimo Tango a Parigi". Poi ancora Tullio De Piscopo e Joe Amoruso. Con questi stessi musicisti intraprende un tour lungo 40 appuntamenti che si rivelerà un bagno di folla. Il circuito è quello dei grandi spazi al coperto e questa volta Pino Daniele tocca città che erano state escluse durante il giro estivo, come Milano, al Palazzo dello Sport. Lo show si aggira intorno alle tre ore e ad aiutarlo sul palco salgono musicisti del calibro di Tony Esposito, Karl Potter e Joe Amoruso. L'impianto luci è quello degli Earth Wind & Fire. Conclusione, chi va a vedere Pino Daniele in questa serie di date, che sono un prolungamente del tour estivo 1982, non può che rimanere soddisfatto per la qualità della musica e dell'impianto davvero spettacolare.

Imagination

Dopo BODY TALK e JUST AN ILLUSION riecco gli Imagination con MUSIC AND LIGHTS, cocktail letale di musica funky e di tarda discomusic di derivazione afro americana. I "negroni col perizoma" in tv fanno un certo effetto, anche se dal loro ancheggiare, dagli sguardi trasognati e dal volere essere "troppo" sexy a tutti i costi, si capisce benissimo che forse non sono il massimo della virilità. L'effetto è però davvero scenografico. I movimenti del ballo sono volutamente provocatori e sensuali e ben si legano ai suoni suadenti delle loro voci in falsetto (forse dovrebbero pagare dazio agli Stylistics) ai ritmi coinvolgenti e all'ossessività piacevole della musica delle loro canzoni. Imagination è un tributo a John Lennon e alla sua canzone IMAGINE. Il leader si chiama Leee e le tre "E" stanno a significare "Extra/Energy/Exciting". E' anche la voce solista del gruppo. E' sua l'idea di creare una band che fosse "una fusione di vibrazioni e di immaginazione". E' inglese ma di formazione americana ed è anche stato un backing vocalist per gruppi soul-soft come Delfonics e Chairmen Of The Board, che probabilmente non diranno nulla o quasi alla maggioranza delle persone ma che in Usa e Uk hanno venduto davvero tanto negli anni settanta. Leee incontra Ashley Ingram, nato a Northampton, che suona la chitarra e il basso ma in scena non si vede assolutamente perchè troppo impegnato in ammiccamenti e strusciatine varie agli altri componenti del gruppo. I due, prima di dare origine agli Imagination crearono un duo chiamato Fizzz (con tre z come le e di Leee). In JUST AN ILLUSION è lui a fare il controcanto. Ancor prima di far parte del duo con Leee (in realtà John Lesley McGregor) era il leader di un complesso poco noto da noi, dal nome Special Brew. Ultimo ma non ultimo, Errol Kennedy, originario di Montego Bay, batterista e percussionista. Si muove sulla scena come una pantera nera, ci sa fare e interpreta il suo ruolo alla perfezione. Nel gruppo funge da attrazione principale, sempre a torso nudo e provocatore. Prima era un turnista, uno dei tanti, in sala d'incisione. La musica degli Imagination è forse un po' superata per via della sua limitatezza e della esasperante ripetitività (un po' troppo funky-disco anni settanta, a metà tra la genialità di Isaac Hayes e la vena di Barry White, quello però delle lunghe suite degli album strumentali). La loro forza sta nelle interpretazione e nei movimenti quasi ipnotici. Soul-Mind-Body dice Leee, ovvero musica fatta con l'anima, col corpo e con la mente. Parole banali che però danno abbastanza il senso del loro operato. Il loro primo singolo esce nel maggio 1981 (BODY TALK) e il loro album d'esordio rimane in classifica in Inghilterra per ben 51 settimane. Escono poi JUST AN ILLUSION (veramente un successo memorabile) e questa MUSIC AND LIGHTS che conquista anche chi con la disco e la dance non vuole avere niente a che fare. Il loro tour europeo fa ovunque il tutto esaurito così come il loro ultimo album, che contiene sia MUSIC AND LIGHTS sia la title track dell'album, entra nelle classifiche di tutta Europa.

Eros Ramazzotti

Primo singolo per un nuovo cantante. Si chiama Eros Ramazzotti, viene dalla periferia romana, precisamente da Centocelle, e incide per la casa DDD, la stessa che ha sotto contratto Mia Martini e Fausto Leali. Già nel 1981 a Castrocaro aveva ben impressionato ed era in buona compagnia: Stefano Sani, Zucchero Fornaciari e Fiordaliso erano della partita. Partecipa a Saint Vincent con la canzone AD UN AMICO, prodotta da Alberto Radius, ex Formula Tre. Scommettiamo che il ragazzo si farà?

Renato Zero

Renato Zero è ai ferri corti con la Rai; attraverso il suo ufficio stampa romano il cantante protesta per i tagli eseguiti sui suoi interventi nella popolare trasmissione televisiva Fantastico Tre, abbinata alla Lotteria di Capodanno ed iniziata il 2 ottobre. Con lui si ricostituisce la coppia Corrado-Raffaella Carrà (con l'aggiunta di Gigi Sabani). Renato Zero diffida la Rai dal mandare in onda gli altri tre interventi pre-registrati perchè ritiene sia deleterio per la sua immagine e coerenza artistica. Secondo Renato, il suo intervento era già abbastanza striminzito di per sé e con quei tagli ha preso l'aspetto di un'insignificante parentesi tra i balletti della Carrà, gli interventi di Corrado e i collegamenti delle inviate speciali Marina Perzy e Ramona Dell'Abate. E' stata sconvolta la sequenza delle canzoni presentate e la sigletta d'apertura di VIVA LA RAI. Il taglio di questa sigla nella prima trasmissione, precisa la Rai, era dovuta alla necessità di accorciare la durata complessiva della puntata, lunga 22 minuti più del previsto. I tagli eseguiti dal regista Enzo Trapani non hanno toccato il suo intervento ma solo i due minuti e cinquanta della sigla citata e ridotto di poco tutti gli spazi dedicati agli ospiti della trasmissione più quattro minuti a Corrado, tre e venticinque alla Carrà e tre a Sabani. Antonio Ricci, uno degli autori della trasmissione, cerca di sdrammatizzare le lagnanze di Zero proponendo: 1) che la canzone VIVA LA RAI sia trasmessa come sigla di apertura e chiusura del telegiornale delle venti; 2)che Edmondo Bernacca faccia le previsioni portando in testa il cappello con la testa di gallo utilizzato da Renato Zero nella sigla; 3) che sia reintegrato in classifica il disco del suo super assistito dell'epoca, Massimo Morante. Scherzi a parte, il 18 ottobre, insieme a Loredana Bertè e Walter Chiari, Renato Zero è stato protagonista di uno spettacolo tenutosi al Felt Forum del Madison Square Garden, davanti a duemila italo-americani in rappresentanza della comunità newyorchese, che nella sola zona di NY conta tre milioni di persone. Era la prima volta che Renato si esibiva negli Usa, peccato che l'abbiano derubato, nella notte tra il sabato e la domenica, di 15 mila dollari, il compenso percepito a Toronto una settimana prima (ma poi non si capisce perché. L'hanno pagato in contanti?). Il cantante aveva depositato i soldi nella cassetta di sicurezza dell'albergo dove alloggiava per poi non ritrovarli più la mattina successiva. Lo spettacolo comincia con Walter Chiari che parla del recente successo azzurro ai mondiali di Spagna (naturalmente solleva un'ovazione), poi arriva la Bertè che fa ascoltare alcuni brani del suo recente 33 giri, TRASLOCANDO, prodotto da Ivano Fossati e per ultimo sale Renato che presenta un'ampia selezione del suo repertorio. Successo per questa produzione italo americana di cui ci sarà un bis a novembre, questa volta con Viola Valentino e Alan Sorrenti.

Stevie Wonder

Stevie Wonder esce con un nuovo album dopo il grandissimo successo mondiale di EBONY AND IVORY, il singolo cantato in coppia con Paul McCartney. Il disco si chiama ORIGINAL MUSIQUARIUM I° ed è un doppio album che raccoglie i suoi successi e soltanto quattro canzoni nuove. La stampa inglese parla di truffa. Un doppio album con la parola originale nel titolo e con soltanto quattro canzoni inedite puzza d'imbroglio, è quanto fa capire la stampa musicale britannica. La casa discografica cerca di attirare l'acquirente occasionale con il sistema della raccolta di successi, tutto nel più classico segno del dollaro. I quattro inediti sono RIBBON IN THE SKY (consueta ballata alla Stevie Wonder), FRONTLINE, THAT GIRL (molto vicina ai classici dei quali si trova in compagnia)e DO I DO, al quale ha collaborato Dizzie Gillespie. I grandi successi sono naturalmente molto famosi: SUPERSTITION, YOU ARE THE SUNSHINE OF MY LIFE, ISN'T SHE LOVELY, LIVING FOR THE CITY e via di questo passo. Al di là degli evidenti scopi commerciali (e ci mancherebbe! Il disco è fatto per essere venduto), l'intento dell'operazione è quello di indicare quanto sia stato importante negli ultimi venti anni Stevie Wonder come caposcuola della musica nera di un certo tipo e i livelli altissimi che ha saputo raggiungere. Molto religioso, Wonder non si cura della sua cecità, come abbiamo detto già in un altro saggio. Per lui è solo una realtà con la quale dover fare i conti. Essere cieco significa che ci sono cose che si possono fare ed altre no. L'unica cosa che davvero ha desiderato di vedere è la terra intesa come globo. Ma sente di averla vista, di conoscerla. Un po' di "Stevie Wonder-pensiero": i colori non li conosce ma va per associazione di idee. Il blu, per lui è un colore fresco e vivace, nel verde vede una superficie piatta e dritta, nel nero ci vede il mistero. Parla con Dio ogni volta che vuole perché Dio è nel cuore di ognuno di noi: basta lasciarlo entrare e tenere uno spiraglio aperto. Niente avviene per caso, anche la sua cecità è un dono di Dio. Si deve imparare a rispettare questo grande e misterioso ordine delle cose. Detto da una persona a cui è stata negata una cosa delle più importanti nella vita è un pensiero di grande conforto. Forse quel "wonder" che i tecnici del suono della Motown gli hanno affibbiato a 12 anni dopo che aveva esordito con FINGERTIPS (il suo vero nome è Stephen Judkins Morris e in arte era Little Stevie) non è dovuto soltanto alla sua capacità di sentire e riprodurre la musica.

Loredana Rancati

Ed ora parliamo di uno di quei personaggi che sono apparsi nel mondo dello spettacolo per un lasso di tempo molto breve e che poi sono stati risucchiati da altri impegni o semplicemente hanno lasciato per loro motivi. Tra l'altro, a dar retta ai lettori che ci seguono e che ci inviano molte email al proposito, bisognerebbe quasi fare un articolo al mese con solo questa categoria di personaggi! Questa volta parliamo Loredana Rancati, una ragazza molto carina che la scorsa estate (quella del 1982) era ogni settimana in tv con l'edizione estiva di Discoring, spettacolo che aveva preso il nome (appropriato) di Hit Parade. Fino a non molto tempo fà era una delle conduttrici (e fondatrici nel 1975) di una delle radio milanesi più importanti, diventata network, Radio 105. E' tuttora una delle colonne portanti della radio dal punto di vista organizzativo. Ha condotto un'edizione di Popcorn a Canale 5, poi è approdata alla Rai con Hit Parade facendo il bis quest'anno. Proprio a Popcorn Augusto Martelli, co-conduttore, si accorge che Loredana oltre alla presenza scenica, alla voce tipica da dj unisce anche una spiccata quadratura musicale. Milanese, ventisettenne (è nata nel 1955), il suo primo disco, uscito l'anno scorso, si chiamava SEGUI ME ma non ebbe molto successo. Quest'anno ci ha provato ancora e sicuramente è andata meglio. La canzone, sigla di Hit Parade si chiamava CHI C'E' C'E', CHI NON C'E…! e il testo era una filastrocca meneghina (auiulè che t'amusè che t'aprofita lusnghè tulilem blem blu) ripetuta più volte. E termina con la frase che dà il titolo alla canzone. Detto così il brano può sembrare molto sciocco è la canzone difatti lo è. Ma come sigla di un programma musicale andava proprio bene, fresca, estiva e con un motivetto molto orecchiabile. La canzone funziona abbastanza bene anche nei negozi e Loredana aggiunge un tassello in più alla sua carriera, giocando a fare la cantante e riscuotendo anche consensi. La prima a non prendersi sul serio è proprio lei che dice di aver voluto incidere questi due dischi per gioco e per avere una sigla originale, scritta appositamente per il programma. Di solito erano invece video musicali di grossi personaggi nazionali e non, che dopo essere stati lanciati come sigle arrivavano ai primissimi posti della Hit Parade italiana. Le ultime tre sigle dell'annata 1981-82 di Discoring erano state nell'ordine BUONA FORTUNA dei Pooh (arrivata poi in prima posizione), EBONY AND IVORY di Paul McCartney e Stevie Wonder (anche questa prima in classifica) e LA' NELLA CASA DELL'ANGELO dei New Trolls, unica a non arrivare al primo posto.

La cronaca

Vediamo ora di fare un pò di cronaca di questi giorni: dopo cinque ore di serratissimo dibattito al Bundestag Helmut Kohl, presidente della CDU, la DC tedesca viene eletto Cancelliere della Germania Federale in sostituzione del leader socialdemocratico Helmut Schmidt. Di certo, sempre un Helmut rimane in sella. In Polonia, il regime comunista di Jaruzelski impone militarmente la chiusura del sindacato "non comunista" Solidarnosc di Lech Walesa (12 milioni di iscritti mentre i sindacati ufficiali raggiungevano a mala pena i tre milioni) e lo dichiara fuorilegge. Nella nuova legge, creata ad hoc, forti limitazioni al diritto di sciopero e pugno di ferro contro gli scioperanti. E' finita (per adesso) l'illusione di quanti nell'Est avevano troppo in fretta dimenticato che il socialismo reale non è riformabile e tale e quale resterà fin quando saranno le esigenze di Mosca a dettare le nuove regole del gioco. In questi ultimi due anni (dagli accordi di Danzica del 1980, quando il 22 settembre di quell'anno si riunirono 35 sindacati indipendenti nati nelle fabbriche), più si inaspriva la repressione del sindacato libero più gli americani e gli europei boicottavano i prodotti dell'est fra cui la vodka russa Stolichnaya e quella polacca Wyborowa. Poi Edwars Potocki, americano di origine polacca, ha inventato la vodka Solidarnosc, il cui 5% dei proventi va ad un'organizzazione cattolica che a sua volta li devolve a favore di Solidarnosc. Giorgio Almirante ha praticamente aperto la campagna elettorale 1983 dedicando la conclusione dei lavori del comitato centrale e tutta la campagna elettorale del 1983 a Benito Mussolini, di cui ricorre (appunto nel 1983) il centenario della nascita. A Torino tornano a colpire le BR dopo due anni e mezzo di silenzio durante i quali nessuno aveva sentito la loro mancanza. Tornano ed uccidono, perché questo è l'unico linguaggio che conoscono e lo fanno scegliendo due poveri agenti di sorveglianza a cui non hanno neanche dato la possibilità di abbozzare una difesa dato che li avevano precedentemente disarmati. Succede in una banca: costringono tutti i presenti a sdraiarsi a terra e dopo aver razziato la cassa sparano ai due agenti (di 27 e 26 anni)disarmati. Ormai la BR rapinano le banche come volgari ladri perché hanno bisogno di soldi, ma anche per mascherare il peso di una sconfitta e per esorcizzare la paura del loro fallimento, cercando di affogare le loro spaccature interne nel sangue innocente. Lasciano un volantino nel loro solito stile ormai diventato vetusto: " Natalia Ligas è un infame". La Ligas è un ex appartenente alla BR che a sua volta è responsabile di sette omicidi e che ha deciso di parlare. A Roma, altri terroristi (o solo degli emulatori) rapinano un agenzia di assicurazioni in Via Arezzo e prima di dileguarsi tracciano con la vernice spray tre scritte di rivendicazioni, con slogan tipici degli anni delle BR come costruire il partito dei proletari metropolitano e un riferimento alla Ligas gli infiltrati non fermano la guerriglia. Saranno questi le ultime scintille di un passato recente che sembra fortunatamente molto lontano. Il 9 ottobre alla Sinagoga di Roma era sabato e si stava festeggiando oltre che il shabbat una solenne festività che conclude un ciclo di sette giorni e che viene considerata una festa del lavoro, chiamato sukkot. Lo stava celebrando il rabbino capo Elio Toaff, quando ad un tratto bombe a mano e sventagliate di mitra insanguinano il selciato adiacente di Via Catalana. L'azione viene rivendicata con due telefonate dell'OLP, anche se l'organizzazione smentisce. Arrivano subito i politici per esprimere il loro cordoglio ma la comunità israelitica è poco sensibile, in questo caso, alle lacrime di coccodrillo. Spadolini si limita ad un giretto tra i vetri infranti a terra e le macchie di sangue e la folla viene tenuta a stento dagli agenti di scorta. Non per applaudirlo, stavolta. Gli ebrei di Roma ce l'hanno con tutta la classe politica italiana che ha accolto con tutti gli onori (tranne alcuni casi) Arafat poco tempo prima. Il più accusato è il sindaco Pci di Roma Ugo Vetere che si guarda bene dal farsi vedere. Alle 12.55 serpeggia la voce che sia da quelle parti e un folto gruppo di persone stringono d'assedio il portone dove si sarebbe rifugiato con propositi non amichevoli. Vorrebbero Pertini per vedere se ha il coraggio di farsi vedere dopo l'incontro con Arafat. Pannella non viene fatto passare e gli ebrei attaccano al cancello della Sinagoga un cartello in cui polemicamente ringraziano alcune testate di giornale (La Repubblica, Il Manifesto, L'Unità, Il Corriere della Sera, l'Avanti, L'Espresso) e personaggi come Andreotti, Pertini, Vetere per i loro articoli e i loro incontri con Arafat, che secondo loro, ha portato a questo attentato. Alla fine ci sarà solo un morto, un bambino di due anni e trentotto feriti. Elio Toaff, dopo la visita di Arafat aveva rilasciato un'intervista alla Domenica Del Corriere, una settimana prima dell'attentato, nella quale paventava un attentato agli ebrei italiani e una nuova ondata antisemita da sinistra. Perché Arafat oltre che essere il capo dell'Olp, è responsabile di aver fornito armi alle brigate rosse e ha la responsabilità dell'eccidio di centomila cristiani libanesi. In Via dei Volsci numero 5, quartiere San Lorenzo, viene fatto scoppiare un ordigno nella sede di Radio Onda Rossa, l'emittente radiofonica vicina all'estrema sinistra. Nessun ferito ma la radio emette un comunicato in cui si accusano gli ebrei e il Led (Lega di Difesa Ebraica). La radio riceve centinaia di telefonate di protesta e di minacce di morte. Sotto le finestre della radio viene appeso uno striscione che recita "Morte al sionismo" e una scritta sul muro "morte ai rossi nemici di Israele". In questo caso il sindaco Vetere non manca di portare la solidarietà alla radio ma a quanto pare l'educazione non è il pregio principale dei conduttori dell'emittente che al sindaco si rivolgono chiedendo soldi; e visto che il primo cittadino non dà segno di mettere mano al portafogli lo insultano dicendo "tanto tu non ci abiti qui, manco diecimila lire ce dai". L'attentato a Via Dei Volsci ha però un seguito: i cosiddetti autonomi sono tornati per le strade, dopo un periodo di tempo nel quale proprio nessuno aveva sentito la loro mancanza, per vendicare la bomba. Trecento persone hanno tentato un corteo per le strade adiacenti all'Università. Non riuscendovi, hanno pensato bene di tirare giù dalla soffitta spranghe e molotov e di prendere di mira le auto parcheggiate. Tre molotov inesplose sono state trovate nella vicinanza di un oratorio ebraico situato in Via Padova. Ma non è più tempo di violenza urbana e la loro sortita non provoca nessun interesse sia da parte della politica che dalla gente della strada. Sembra di vedere la replica di un brutto spettacolo. Vengono ignorati totalmente dai media, tranne che dai quotidiani romani che dedicano all'avvenimento un articolo in cronaca, stigmatizzando il fatto. Nessuno che tenta di giustificarli o di prenderne le parti, come poteva succedere nel decennio precedente. La gente è stanca di violenza urbana e questo è uno dei sintomi più evidenti.

Tito Petralia

Per la serie chi viene e chi va, due lutti importanti nel mondo della musica: muore a Firenze il Maestro Tito Petralia, dov'era nato nel dicembre del 1896. Era stato direttore d'orchestra, compositore e pianista. Direttore artistico della casa musicale Forliveri di Firenze e del periodico "L'Orchestra". Dal 1932 diresse l'orchestra ritmo-sinfonica della Rai di Torino tanto che si guadagnò una citazione nella canzone LA FAMIGLIA CANTERINA (il maestro Petralia quando fa un accordo in do..) Un'altra citazione del maestro appare in una canzone il cui testo recita così:
O quanti appuntamenti, amore mio, ci siamo dati
Per mezzo della Termini, di Alberto Rabagliati
Senza volerlo tutti ci hanno dato un po' la man
Perfino Petralia, la Fioresi e il Trio Lescan

Mario Del Monaco

L'altro lutto, questo ancora più importante perché il personaggio era ancora in semi-attività, è la morte di Mario Del Monaco, tenore di fama mondiale, nato a Firenze nel luglio del 1915. Quando finì gli studi all'Accademia di Belle Arti, il giovane Mario si iscrisse al Conservatorio e fu allievo del baritono Melocchi a Pesaro. Nel 1940 debuttò in alcune piazze minori e l'anno seguente al teatro Puccini di Milano nella Madama Butterfly. Da quel felice debutto in poi, la strada di Del Monaco fu tutta in discesa: sembrò lui da solo riportare in auge i tempi dei Caruso, dei Tamagno e dei Lauri Volpi. Tra i suoi cavalli di battaglia ci sono l'Andrea Chenier, La Fanciulla del West, la Tosca, la Cavalleria Rusticana e i Pagliacci, opere che lo vedono trionfare sui palcoscenici di tutto il mondo. Così come c'era Maria Callas e la Tebaldi, sul versante maschile c'era Mario Del Monaco. Nel 1975 il cantante fu costretto a rallentare l'attività e l'anno successivo fu colpito da un blocco renale al quale sopravvisse grazie ad un rene artificiale. Cosa che però non gli impedì di provare anche come cantante di musica leggera con UN AMORE COSI' GRANDE, che riuscì perfino ad entrare nelle classifiche dei dischi più venduti. La canzone fu poi ripresa da Claudio Villa che la presentò in qualità di ospite a Sanremo nel 1984. Del Monaco era già in dialisi quando portò al successo quella canzone ed è morto proprio nel reparto di nefrologia e dialisi dell'ospedale di Mestre. Così muore, a 67 anni, il tenore che per tanti melomani fu la personificazione ideale dei personaggi di opere verdiane, una figura di solare irruenza che entusiasmò per la "lussuosa" declamazione ed il virile fraseggio, un uomo dal grande magnetismo e classe.

SIP

Dal 15 di ottobre la Sip, l'allora società telefonica, offre un nuovo servizio: il 195-Oroscopo di oggi. Chi formula quel numero potrà avere, con l'addebito di tre scatti, l'oroscopo del giorno per tutti i segni zodiacali con una durata di tre minuti. Autrice dell'oroscopo della Sip è Maria Gardini, studiosa anche di parapsicologia e collaboratrice di Massimo Inardi, che forse i più ricorderanno come concorrente al Rischiatutto di Mike Bongiorno. E' questo il secondo servizio più innovativo della Sip che ha anche lanciato quello per le ricette della cucina. Oggi sembrerà strano e inutile ma bisogna pensare ai tempi: in assenza di televideo e internet, l'interattività col telefono di casa poteva essere comunque interessante.

La giornata calcistica

Ed eccoci come di consueto alla giornata calcistica della settimana. Dopo sei giornate dall'inizio, la Roma è saldamente al comando della classifica di serie A. Ha 10 punti. Seguono ad otto il Torino, la Juventus e la sorprendente Sampdoria, neopromossa. La Roma batte all'Olimpico di misura un Cesena tutt'altro che arrendovole che ha in Ruben Buriani, Walter Schachner ed Oliviero Garlini i suoi punti di forza. Ma basta un gol del bomber Roberto Pruzzo al decimo del primo tempo per confermare la Roma come squadra da battere. Il Torino, dal canto suo, affossa la Sampdoria con tre gol di Franco Selvaggi mentre la Juventus, graziata dall'ex Causio (rigore fallito e pallone che colpisce il palo) riesce a passare indenne dallo stadio friulano pareggiando per zero a zero. Il Milan è in serie B, l'Inter è in A e come al solito si rende protagonista, suo malgrado, di una rimonta napoletana che ha del miracoloso. A tre minuti dalla fine è sul 2 a 0, grazie ad un rigore calciato da Altobelli e un gol di Gabriele Oriali. Al 42' segna per il Napoli Criscimanni e pareggia al 90' il difensore Marino. Ma ecco la giornata calcistica completa di tutti i risultati di domenica 17 ottobre 1982:
AVELLINO - FIORENTINA 2-0
CATANZARO - ASCOLI 1-0
GENOA - CAGLIARI 3-0
INTER - NAPOLI 2-2
PISA - VERONA 0-1
ROMA - CESENA 1-0
TORINO - SAMPDORIA 3-0
UDINESE - JUVENTUS 0-0

L'Avellino

Restiamo in tema calcio e trattiamo di una squadra che in questi ultimi anni si è comportata molto bene in serie A, l'Avellino. L'11 giugno 1978 conquistò la serie A vincendo a Genova contro la Sampdoria e da quel momento non lascerà la serie maggiore fino al 1987/88. Dieci anni davvero memorabili per una squadra di provincia. Il campionato trascorso lo vede classificarsi all'ottavo posto con 27 punti (insieme al Torino e al Cesena). Prodezze del brasiliano Jorge Dos Santos Filho Juary detto Juary, che diventa una star al Partenio, che dopo ogni gol fa il giro della bandierina accennando passi di samba e anche al di fuori dello stadio avellinese, tanto è vero che nel 1980 inciderà anche un disco di discreto successo (lo presenta anche in tv a Domenica in), un samba dal titolo SARA' COSI'. Il campionato in corso non lo vede in maglia biancoverde ma tra le file dell'Inter. Juary farà male in campionato anche perché - dice- non riesce a giocare a Milano per il freddo e per essere isolato negli spogliatoi dagli altri giocatori in quanto unico brasiliano e per giunta di colore. Ma forse si potrebbe dire che Juary non era da Inter o da grande squadra. Pippo Marchioro è l'allenatore della squadra avellinese, (prese il posto di Claudio Tobia) ma dura soltanto cinque giornate nelle quali riesce a fare solo tre punti (una vittoria e un pareggio). E viene sostituito da Veneranda. L'Avellino continua così un campionato che si profilava pieno di promesse, avendo operato durante l'estate molto oculatamente, mettendo in cantiere una squadra in grado di esprimersi per il meglio in una stagione ricca di campioni (secondo straniero e soldi che girano come mai prima). Le due novità si chiamano Soren Skov, dalla Danimarca e Geronimo Barbadillo, peruviano che poi prenderà la strada di Udine (e successivamente quella di casa). Barbadillo lo si era visto ai mondiali spagnoli quando si scontrò con l'Italia insieme alla sua nazionale (gol di Bruno Conti e autogol di Collocati) ma non fece poi molta impressione anche se al suo arrivo si presentò alla stampa dicendo: "sono la più forte ala del Sudamerica". Purtroppo la sua azione in campo fa di fatto pensare il contrario. Ha disputato i suoi ultimi campionati in un club messicano, l'Universidad De Leon. Soren Skov ha invece militato nel Circle Bruges in Belgio, dove nella stagione 1981-82 ha segnato 23 gol. Comunque l'Avellino farà un buon campionato e si classificherà al nono posto insieme al Napoli. Di quella squadra ricordiamo Tacconi, Limido, Favero, Vignola e Tagliaferro. E con questo speriamo di aver fatto cosa grata a quanti ci leggono e che sono tifosi della simpatica squadra irpina (lo giuro... non mi ha pagato De Mita!)

Christian Calabrese

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FANTASTICO 3 / PREMIATISSIMA '82
di David Guarnieri

FANTASTICO 3

Terza edizione per il celebre programma, abbinato ancora una volta alla Lotteria Italia. Il regista, assolutamente confermato, dopo i successi ottenuti con le prime due annate della trasmissione (rispettivamente andate in onda nel 1979 e nel 1981) è Enzo Trapani. Fin dalla primavera del 1982, il regista, assieme ai suoi collaboratori (e ai responsabili della Rai), si occupa della composizione del cast artistico. In primis si pensa alla primadonna. A differenza dei primi due cicli dello show non ci sarà Heather Parisi, la quale si dedicherà ad "Al Paradise", programma diretto da Antonello Falqui, previsto per il mese di febbraio del 1983. Assente anche Oriella Dorella, rivelazione di "Fantastico 2" (la danzatrice milanese sarà la protagonista di "Due di tutto", altra trasmissione diretta da Trapani, in onda nel dicembre 1982). Alla fine, la star prescelta è Raffaella Carrà. La show-woman emiliana non attraversa un felicissimo momento (i due ultimi programmi da lei condotti, "Ma che sera" (1978) e "Millemilioni" (1981) si sono rivelati altrettanti flop). Confermato lo spazio ironico di Gigi Sabani, molto apprezzato in "Fantastico 2" grazie alle sue imitazioni di personaggi famosi. Per il ruolo di conduttore, si pensa subito ad un vero e proprio amico del pubblico come Corrado. Il presentatore romano, da sempre beniamino, nonché partner storico della Carrà accetta immediatamente l'incarico. La stampa commenta la scelta della Rai con un certo scetticismo, bollando il programma come il "Fantastico degli anta", sottolineando l'età adulta dei due protagonisti (58 anni per Corrado e 39 anni per Raffa). Oltretutto, in questi mesi, Corrado è il conduttore de "Il pranzo è servito", in onda tutti i giorni su Canale 5 (anche questo aspetto suscita critiche e perplessità). Per rinnovare il programma e conquistare l'interesse dei giovanissimi, per lo spazio musicale viene ingaggiata una vera e propria star del palcoscenico come Renato Zero. Il re dei "sorcini" da' il proprio assenso ed entra a far parte del cast fisso di uno show decisamente lontano dal suo mondo e dalle sue atmosfere, ma pretende di avere carta bianca nella creazione dei suoi spazi canori. Gli autori della trasmissione sono: Corima (alias Corrado Mantoni), Stefano Jurgens, Antonio Ricci, Lianella Carel e Adolfo (Popi) Perani. L'orchestra è sempre diretta da Tony De Vita. Le coreografie sono firmate da Sergio Japino (ex ballerino, nonché compagno della Carrà). Luca Sabatelli si occupa dei costumi, mentre Gianni Villa è lo scenografo. La trasmissione prevede una serie di giochi a premi, ideati da Popi Perani, fido collaboratore di Enzo Trapani. Per la prima volta le gare si svolgono anche fuori dagli studi Rai di Milano. Le "inviate esterne" sono Ramona Dell'Abate e Marina Perzy, entrambe conosciute dal pubblico Tv, in qualità di collaboratrici in passate edizioni di "Domenica in". Il costo per la realizzazione di ogni puntata della serie è tra i 120 e i 130 milioni di lire. Il terzo ciclo di "Fantastico" parte sabato 2 ottobre 1982. Ad aprire lo show, la sigla "Ballo ballo", scritta da Gianni Boncompagni e Franco Bracardi, interpretata da Raffaella Carrà. La sigla finale, "Soldi" è invece affidata alla voce di Renato Zero. Il cantante romano propone anche una sigla per il suo spazio musicale intitolata "Viva la Rai", brano che ironizza sulla Tv di Stato. Fin dalla puntata d'esordio, Zero polemizza con gli autori del programma ed i funzionari Rai per i tagli apportati alle sue esibizioni, minacciando di lasciare il varietà. Gli altri protagonisti, (apparentemente) estranei a questo clima di tensione, si sforzano di mostrare tranquillità ed entusiasmo. Corrado, inappuntabile come al solito, riesce a far sopportare i vari giochi (non troppo fantasiosi), Gigi Sabani, ancora seguito da Antonio Ricci, interpreta simpaticamente la galleria di personaggi, formata dai classici del suo repertorio (Mike Bongiorno, Adriano Celentano, Beppe Grillo, Enzo Tortora, Ornella Vanoni) e da nuove entrate come Franco Battiato e Giucas Casella. La vedette dello show, Raffaella Carrà si conferma una briosa e pimpante presenza (anche se non propone nulla di rivoluzionario od innovativo, a differenza di quanto affermato prima della partenza dello spettacolo). I commenti della critica specializzata nei confronti di "Fantastico 3", non sono particolarmente positivi: c'è chi parla di "show surgelato", chi dubita addirittura di una reale direzione di un Enzo Trapani, giudicato insolitamente svogliato e poco inventivo, parlando oltremodo di strapotere da parte del duo Corrado - Carrà nei confronti del regista e degli autori. I giochi vengono definiti "infantili e indigesti". Di contro, l'indice di ascolto della trasmissione si attesta su una media di 22 milioni di teleutenti, i biglietti della Lotteria Italia si vendono in quantità, la sigla "Ballo ballo" della Carrà entra in Hit Parade e così fa l'album "Via Tagliamento '65/'70" di Renato Zero…….. In fondo c'è di che essere contenti. O no?

PREMIATISSIMA '82

Mentre "Fantastico 3" prosegue il suo cammino, nelle stesse settimane parte il primo, vero maxishow di Canale 5: "Premiatissima '82". La direzione è affidata a Davide Rampello e a Valerio Lazarov (regista ispano-rumeno, specializzato nell'uso degli effetti elettronici, sperimentati con successo in spettacoli come "Tilt" con Stefania Rotolo e "Lady Magic" con Ornella Vanoni). Gli autori sono Paolini e Silvestri. Il coreografo è Jean Guelis. I costumi sono realizzati da Gianna Sgarbossa. Ad animare lo show, Claudio Cecchetto (reduce dalle affermazioni ottenute in Rai con "Fantastico 2" ed il Festival di Sanremo) ed Amanda Lear. Quest'ultima, nel corso del varietà presenta brani musicali del suo repertorio ed interpreta la sigla di chiusura dello show, intitolata "Incredibilmente donna". L'organizzatore del programma è Giorgio Carnevali (anch'esso, ex personaggio di spicco della Rai). La prima puntata va in onda venerdì 29 ottobre 1982. Il costo di ogni puntata è previsto tra i 70 e i 75 milioni di lire. "Premiatissima" è una gara di nove puntate tra sei squadre, composte da altrettanti elementi e da tre Jolly. Le sei compagini sono così formate:

Squadra "FORTISSIMA": con i RICCHI E POVERI, GAZEBO, i PINK PROJECT, KAZOO BAND, RONDÒ VENEZIANO, i FLIRTS. Jolly: AL BANO E ROMINA POWER, DARIO FARINA e LORETTA GOGGI.

Squadra "MUSICA E PAROLE": con GINO PAOLI, MARCO FERRADINI, GORAN KUZMINAC, i DECIBEL, RENZO ZENOBI, MARIO CASTELNUOVO, MIMMO LOCASCIULLI. Jolly: PAOLO CONTE, LEO SAYER e RICCARDO COCCIANTE.

Squadra "SETTE STELLE": con CHRISTIAN, ENZO AVALLONE, FABIO CONCATO, DELIA GUALTIERO, FRANCO SIMONE, ANDREA, TICK TRACKS. Jolly: RICHARD SANDERSON, DEMIS ROUSSOS e i ROXY MUSIC.

Squadra "FORTUNA": con RETTORE, GIANNA NANNINI, KIM & CADILLACS, EDUARDO DE CRESCENZO, ACCADEMIA, FRANCO SERAFINI, BERTIN OSBORNE. Jolly: ANTONELLO VENDITTI, ALAN SORRENTI e STEVIE WINWOOD.

Squadra "SIMPATIA": con DEL NEWMAN, ALUNNI DEL SOLE, OLDIES, OMBRETTA COLLI, i TIRELLI, LANDO FIORINI. Jolly: RICHARD CLAYDERMAN, JAIRO e GIANNI MORANDI.

Squadra "FORZA SETTE": con ANNA OXA, MIA MARTINI, BERNARDO LANZETTI, i PUPETTES, EROS RAMAZZOTTI, GIANGILBERTO MONTI. Jolly: ALBERTO CAMERINI, LE ORME e F.R. DAVID.

Fin dalla prima puntata, il consenso riportato da "Premiatissima" appare incoraggiante. Il ritorno ad una competizione musicale (a quasi dieci anni dalla chiusura definitiva di "Canzonissima") risulta gradito dal pubblico. Anche il connubio tra lo stile spigliato e frenetico di Claudio Cecchetto e quello ironico e sofisticato di Amanda Lear viene apprezzato dai telespettatori. Per rendere ancora più fastoso lo show, in ogni puntata viene presentata una sfilata dei maggiori esponenti dell'Alta Moda italiana, condotta da Sandro Massimini. Lo spettacolo, rivisto recentemente, mostra un tantino la corda per l'eccessivo utilizzo di effetti speciali, laser, chroma-key ed effetti grafici, ma, allo stesso tempo si fa ancora apprezzare per il buon ritmo e le convincenti performance musicali.

Un grande saluto!
David Guarnieri

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