Capitan Harlock: poesia dallo spazio
di Valerio

Titolo originale
Anno di uscita (in Italia)
Ideatore
Episodi
Sigla

 


L'AMBIENTAZIONE

La serie è ambientata nel futuro di un'umanità apatica, annoiata, quasi svuotata della sua essenza vitale. I paesaggi sono tetri, dominati solo dalla desolazione.

Collocazione temporale:

- L'anno 2976: ci viene detto negli episodi di apertura della serie che siamo nel 2976. Eppure quella che abbiamo come riferimento, non è una data per noi essenziale. Agli autori non interessa la datazione: se fossimo qualche decennio avanti o indietro, le avventure del "pirata dello spazio" non perderebbero in qualità, né muterebbe il messaggio finale.

- Il futuro della Terra: la narrazione fuori campo fa riferimento alla data indicata come ad eventi lontanissimi nel passato. Dobbiamo dedurre che ci venga narrata a posteriori, a cose già avvenute.

- Passato e futuro: la serie ci presenta un'interpretazione singolare, sebbene oggi non più originale, del passato della Terra. Viene cioè disegnata una storia del nostro pianeta dal disegno senz'altro circolare: chi lo abitava millenni addietro, cerca di riprenderselo. E' il passato che si ripresenta in un futuro lontanissimo. Nel mezzo, c'è questo affascinante personaggio.


LA TRAMA

Accusato di pirateria e tradimento verso il Governo Federale della Terra, Harlock si ritira sull'astronave Alkadia, gioiello tecnologico ideato dal suo inseparabile amico e scienziato Tochiro. Sull'Alkadia ospiterà, in un viaggio potenzialmente infinito, i 40 membri dell'equipaggio. Durante i 42 episodi della serie, Harlock dovrà faticare non poco per difendere la sua Terra e la piccola Mayu, figlia dello stesso Tochiro, dalle insidie del popolo della regina Raflesia, affascinanti ma pericolose donne, decise a riprendersi il pianeta sul quale riprendere a vivere come nel lontano passato.


Personaggi

Capitan Harlock

Il personaggio dall'occhio bendato e dall'aspetto apparentemente tenebroso ed enigmatico, è passato alla storia della televisione animata come il "pirata generoso". Ma chi si nasconde dietro quel volto così stranamente affascinante, la cui vistosa cicatrice riesce a diventare un simbolo di anarchica liberazione dagli schemi del quotidiano? Perché un pirata, quale protagonista indiscusso dell'intera serie? Rispondere a questi interrogativi che hanno affascinato tanti appassionati alla saga del "pirata nero", non sarà impresa semplice.

L'Alkadia: nonostante le apparenze, non ci troviamo di fronte ad un'astronave. Quello dipinto dagli abili sceneggiatori della serie come un veliero pirata del settecento e tanto di bandiera nera con teschio bianco e molto più di una moderna astronave: è la versione futuristica e coraggiosa di un'Arca di Noé del futuro. Questo novello Noè di carta, è l'unico ad aver visto il pericolo che l'umanità ignora, chiusa nella sua mediocrità ed apatica vita quotidiana. Con sè, questo singolare condottiero spaziale, porta quello che dell'umanità genuina rimane da salvare: un vasto assortimento di personaggi stravaganti e a tratti persino infantili, ma non per questo banali. Unico tratto comune a tutti è il giuramento alla causa comune: la conquista della libertà.

Il pirata nero: la scelta di consegnare alla storia dell'animazione un protagonista coraggiosamente anti-conformista come Harlock è stata l'idea vincente della serie. Nel nostro immaginario comune, l'eroe deve avere solare aspetto e il suo volto deve rispecchiare i canoni della purezza, quale immagine della nobiltà interiore. Invece ci troviamo di fronte esattamente l'inverso: un giovane "ribelle" dall'abbigliamento d'altri tempi, incurante dell'opinione benpensante di chi lo guarda con disprezzo, a cominciare dai suoi oppositori sulla Terra. In realtà del pirata viene presa in prestito solo la parte scenografica. Harlock è un fuorilegge anomalo: fà della lealtà il suo valore principale, è incapace di rancori, raccoglie tutto il meglio dell'eroe, ma lo condisce col sapore forte e nostalgico del viaggiatore spaziale senza casa e senza vincoli.

I segreti del cuore: lo dice egli stesso durante i primi passi che ci accompagnano lungo la serie. Ognuno ha un mondo proprio che preferisce tenere per sé, quasi desideroso di difenderlo dagli attacchi di chi potrebbe non capire il nostro linguaggio. Quanti adolescenti hanno trovato in questa tipologia di persona una spiegazione, uno spiraglio di luce, nel mondo scuro e spesso intraducibile che si trovavano a dover decifrare, spesso a costo di grandi sacrifici. Harlock riesce egregiamente a tradurre questo affascinante malessere che ognuno ha vissuto non solo in giovane età e che ci ha lasciati spesso soli, anche in mezzo a tanti uomini distratti o, peggio, disinteressati.

Mayu

La bambina co-protagonista del nostro viaggio è figlia del progettista del veliero, Toshiro, e della giovane Esmeralda. Dall'inizio della serie, la piccola riceve in dono da Harlock (per il suo settimo compleanno) un'ocarina, che diventerà il simbolo del legame con il suo eroe.

La bimba deve vivere lontana da Harlock, nominato suo tutore dopo la morte di entrambi i genitori, i quali hanno espresso il desiderio di farla crescere sulla Terra. Ci troviamo così di fronte ad una situazione singolare e al tempo stesso di straordinaria intensità emotiva, cerchiamo di coglierne i caratteri.

Il ruolo di Mayu: la bambina, dotata di un candore e di un'innocenza disarmante, è il simbolo stesso della serie: "incarna" la libertà. La lontananza dal "pirata nero" è un mezzo scenograficamente intelligente per rendere al meglio la fragilità di un valore così importante ma difficile da mantenere in vita. La piccola Mayu dimostra una forza d'animo e una tenacia che colpiscono e commuovono qualunque spettatore: accetta privazioni e punizioni pur di non sottostare alle richieste degli adulti che vorrebbero eliminare il loro principale nemico. Dimostra una maturità insolita per la sua tenera età, una forza di volontà ed una coerenza di intenti che la rendono davvero unica tra i piccoli protagonisti di "carta".

Le note dell'ocarina: piccola, delicata, semplice, questo strumento diventa la voce stessa della bimba. Le note che da essa emanano sembrano il filo invisibile ed indistruttibile che tiene uniti in un legame dal sapore poetico straordinario lei ed Harlock. Quelle note superano le distanze siderali che separano i due protagonisti, quasi ci fosse tra loro un contatto invisibile agli occhi degli estranei. E' così ricorrente negli episodi la melodia dello strumento, che ogni qualvolta la si ascolti, siamo portati ad associarla a quei delicati lineamenti e alla vocina che cerca il suo eroe. La bambina è presente anche quando non compare fisicamente, si percepisce nell'aria, il dolce suono dello strumento ci viene proposto come a renderci privilegiati uditori e testimoni di un rapporto affettivo affascinante ed irripetibile tra i due.

La voce di Mayu: ci piace ricordare, o far sapere a chi non ne fosse a conoscenza, che la voce della bimba è di Daniela Nobili. A dispetto delle apparenze, la doppiatrice aveva 25 anni quando lavorava alle scene della serie. Eppure, questa straordinaria professionista, riesce a rendere mirabilmente tutto il sentimento che anima il personaggio.

Il computer di bordo

Per Harlock è il "suo amico" la cui anima lo assiste sempre; per tutto l'equipaggio è il computer di bordo; per Mayu è il padre, la cui anima è stata prodigiosamente racchiusa all'interno dei suoi circuiti. Per noi, invece, è il 42esimo membro dell'equipaggio ed è ciò che racchiude e nasconde il significato della serie. Esso rimane intatto e indistruttibile fino alla fine, è proprio ciò che salva l'intera nave dalla distruzione, più volte. Tutto questo servirà per svelare il segreto della serie, che conosciamo solo nel suo 42° episodio.

Yuki

La conosciamo sul veliero spaziale, che pilota con Yattaran. Eppure questa ragazza ha alle spalle una vicenda dai colori forti e dolciastri della malinconia. Perde i genitori troppo presto: prima il padre, poi di seguito la madre. Il 16° episodio ce ne mostra uno spaccato della vita sulla Terra e non possiamo fare a meno di amarla e di condividerne la profonda sofferenza. Ha un'ammirazione per il suo comandante che si sfiora l'innamoramento. Ma un legame più sottile rimane saldo fino alla fine, quello con Tadashi, con il quale riprende a ricostruire la Terra.

Met

Uno tra i personaggi più affascinanti e poetici della serie. Un'aliena salvata da Harlock mentre il pianeta nativo sta per essere distrutto da un diabolico piano delle mazoniane. Spende la sua vita per seguire la sorte del veliero del "pirata nero", giurandogli fedeltà fino alla morte. Ma l'originalità del personaggio non è in ciò che fa, ma in ciò che è: sembra solo per metà un'entità fisica, per altri versi sembra immateriale. Pur non avendo bocca, parla e si nutre di solo alcool: la prima volta che la si vede sull'astronave si ha l'idea di avere davanti un'inattesa alcolista dello spazio. Solo dopo si comprende che il suo è un personaggio carico di sentimenti in una serie per certi versi già troppo intensa. Non possiamo tralasciare, in questa sede, di sottolineare l'eccellente prova di Anna Leonardi, la doppiatrice che le presta la voce, dandole un'anima senza l'aiuto di alcun tracciato di riferimento sul personaggio: Met non solo non respira, ma nemmeno apre bocca..

L'arpa: Met suona l'arpa, che sembra far coppia con l'ocarina di Mayu in un poetico ed ideale duetto dove l'armonia e il sentimento che unisce i personaggi tra loro fanno da accordo insostituibile, formando una melodia che resta volentieri nell'animo dello spettatore. Lo strumento riempie il silenzio degli incontri tra lei ed Harlock, entrambi sembrano parlarsi in una dimensione che trascende quella che vediamo sullo schermo: parlano un linguaggio interiore, quello che non possiamo veder uscire dalla bocca di Met e che l'arpa sembra tradurre con lettere universali. Un capolavoro di sceneggiatura in un contesto pieno di colori.

Le carte: oltre a suonare, bere e parlare (senza aprir bocca), Met fà le carte per carpire qualche verità sul futuro. Ma non siamo di fronte ad un'aspirante indovina o una maga in versione futuristica: le carte fungono da catalizzatore: devono circondare di fascino (seppure ce ne fosse stato bisogno) un personaggio che dà alla serie un alone di mistero dal sapore antico. E' infatti dotata di spiccato sesto senso, che la rende unica nel suo genere oltre che unica superstite della sua stirpe.

Tadashi

Tadashi è figlio del professor Dayu. La sua è una vicenda un po' burrascosa, è il personaggio più impulsivo dell'intero equipaggio. Dopo la morte del padre, ucciso dalle mazoniane, decide di unirsi all'equipaggio di Harlock, tranne poi a pentirsene, disorientato dall'anarchia che regna sull'astronave. Ma nemmeno sulla Terra lo attende un destino migliore: viene condannato all'ergastolo, per essersi alleato proprio con Harlock e allora pensa bene di fare ritorno sulla nave, il cui equipaggio, peraltro, non aveva mai smesso di attenderlo.. Ma le cose non sono sempre idilliache: il giovane Tadashi non è tipo soffice caratterialmente e ribatte colpo su colpo alle decisioni che ritiene troppo "morbide" del suo comandante. Il rapporto tra lui ed Harlock vive dei momenti altalenanti, di grande stima alternata a veri e propri conflitti. Se si aggiunge la rabbiosa reazione alla morte del padre, questo ragazzo diventa una vera e propria polveriera: basta accendere la miccia per portarlo alla facile esplosione. Col tempo anche lui maturerà la convinzione della negatività del sentimento forte ma inutile della vendetta e diventerà uno tra i membri più preziosi dell'Alkadia.

Yattaran

E' il personaggio più difficile da inquadrare, almeno fin quando non si assiste all'episodio che gli è dedicato, in cui si apprende il suo passato. Prima di conoscerlo, si ha uno stridente contrasto tra il ruolo che ricopre sull'astronave e il suo "hobby": il modellismo. Sembra esserne catturato come qualcosa di maniacale, di imprescindibile. Questo, in realtà, è un altro personaggio che vive una dimensione di solitudine che solo i membri dell'Alkadia hanno potuto comprendere e, quindi, colmare. E' il personaggio malcompreso per antonomasia: rifiutato dalla donna che amava, incompreso quando manifestava le proprie geniali capacità matematiche, sul veliero del "nostro" pirata nero, egli riesce ad esprimere il suo valore: gli è riconosciuto il ruolo di "insostituibile" nella serie. Anche in tal caso, è doveroso il riferimento ad un attore di primo livello, quale Leo Gullotta, il quale ha prestato la voce ad un personaggio così stravagante.

il Dottor Zero

Personaggio tutto particolare, il medico di bordo della nave: competente, molto generoso, amante della sua gattina (adottata prima della morte della mamma gatta, in fin di vita). Anch'egli, pur essendo del tutto umano, ha una tendenza piuttosto preoccupante ad assumere alcolici, quasi fossero acqua fresca. Un dettaglio non da poco, in una serie dove tre protagonisti su sette fanno uso di vino in quantità piuttosto consistente.

Il Consigliere Kirita

Nella prima parte osteggia Harlock, convinto che sia la causa unica dei mali della Terra. Nel seguito passerà dal rispetto all'amicizia. Vogliamo chiamarlo nemico? Dipende dal momento che consideriamo della serie e dipende dal punto di osservazione da cui la guardiamo. In sostanza: questo ostinato militare del futuro terrestre è sì convinto della condotta censurabile del suo nemico, ribelle di fronte alle regole dell'ordine costituito, ma gli riserva una posizione di assoluto rispetto e gli chiede persino aiuto quando è in difficoltà. Non basta? Trascina nel deserto la piccola Mayu, per trarre in inganno l'inviso pirata nero, ma poi arriva a salvarle la vita dalla puntura dello scorpione. Ancora non è sufficiente? Quando si rende conto che gli invasori stanno cercando Mayu per ricattare Harlock, non esita a nasconderla, sebbene il tentativo fallisca (un tempo non si diceva che contava il pensiero...?) grazie alla tecnologie delle mazoniane. Per finire: non salva forse il prezioso computer dell'astronave sua nemica di sempre? Sacrificando la sua vita per la causa comune. Chi volesse, può continuare a considerarlo un avversario, però lo faccia con le attenuanti del caso.

la Regina Raflesia

Il personaggio rappresentativo del nemico ufficiale dell'Alkadia: le donne mazoniane. In realtà, se andiamo ad analizzare la vicenda, è sbagliato anche chiamarle "donne": di femminile hanno solo l'aspetto. La loro essenza è piuttosto vegetale, come spiega più volte il medico di bordo. La loro regina è un misto di fascino e crudeltà. E' temibile, ma cerca di riprendersi quanto le apparteneva in tempi antichi. Solo a fine serie veniamo a sapere che quasta giovane regina è in realtà più umana di quanto si pensi, il che la dice lunga sul significato di molte guerre fratricide che si consumano nell'universo. Assieme all'odio che nutre verso il temerario ed affascinante Harlock, bisogna aggiungere il profondo rispetto che gli tributa, soprattutto in occasione della liberazione della piccola Mayu, quando si stupisce della determinazione del "pirata nero" nel cercarla e liberarla.




Censuriamo la censura


Dall'edizione originale a quella trasmessa in Italia, sono stati fatti tagli ai dialoghi in più circostanze, dal giuramento di Tadashi all'atto di arruolarsi nell'equipaggio, fino ai momenti di maggior confidenza tra Harlock e Met, unico personaggio in grado di capire il comandante senza necessità che parli. Occorrerebbe più di una pagina per capire la logica dei tagli:

  • intento di evitare scene troppo "impegnative", come la nascita delle mazoniane? Forse, ma non tutto ciò che è stato tagliato è "impegnativo";

  • tentativo di saltare spezzoni forse ritenuti eccessivi, come il giuramento del giovane figlio per dott. Dayu? Sembrerebbe eccessivo il taglio, non il giuramento.

  • esigenza di difendere qualche spettatore sensibile dai sentimenti che un membro della nave può nutrire verso Harlock? Se così fosse, ne risulterebbe senz'altro snaturata una serie che, nata ed ideata con certi intenti, risulterebbe così dipinta con obiettivi diversi. L'augurio che ci stiamo sbagliamo è enorme; il timore che la valutazione sia esatta è, purtroppo, ancora più consistente.

    Il nostro obiettivo rimane sempre costante: cercare di rendere il più fedeli possibili alla realtà delle analisi che rischiano di diventare lacunose ed inesatte per la carenza di elementi contenuti nelle edizioni cui abbiamo assistito all'epoca.


    LA RECENSIONE

    Questa è la serie "diversa" per antonomasia. Diversa per ambientazioni, per tematiche, per atmosfere, per messaggio di fondo. Procediamo con ordine:

    Ambientazioni: la desolazione che si vive sulla Terra, fà contrasto stridente con la serenità che domina sull'Alkadia. Ma perché? Cosa manca alla Terra, cos'ha perso di tanto rilevante? Verrebbe da rovesciare la domanda per dare risposta all'interrogativo: cosa rimane alla Terra, che l'Alkadia possiede? Il vino. La consapevolezza che si è uniti al di là delle differenze (l'equipaggio ne sa qualcosa) di razza, di lingua, di convinzioni, dagli ideali comuni. La Terra è divisa da uno sconcertante ed "annacquato" egoismo, da una miopia che nessuna lente è in grado di correggere. Un'umanità interiormente morta.

    Tematiche: eccole le protagoniste assolute della serie. La libertà, il sentimento oltre ogni confine, la fedeltà agli ideali. Impossibile che una serie venga gettata nell'oblìo se fa sventolare, al di là di un teschio sulla bandiera nera, simili valori. Libertà? Ma da cosa? Harlock ha un nemico enorme, insidioso molto più dell'ipnosi di cui sono capaci le affascinanti sue nemiche: la cecità dei suoi conTERRAnei. I primi a fargli una guerra senza quartiere sono gli stessi esseri umani: così intenti alle loro futili occupazioni, da non vedere un pericolo imminente come quello della scomparsa del pianeta sul quale vivono. E non è nemmeno tutto: non si tratta di semplice incredulità, ma di vera ostilità verso un uomo ritenuto pericoloso. I governanti sono intenti ad osservare l'anarchico comportamento di Harlock, ma non osservano la meschinità del loro. Il sentimento domina l'intera scena della serie: unisce la bimba indifesa al suo eroe errante per gli spazi siderali, muove le scelte dei membri dell'equipaggio, accende persino le azioni delle mazoniane contro Harlock. Ovunque c'è sentimento, manca solo sulla Terra, dove solo una nostalgica memoria del tempo che fu, è capace di vivificare luoghi e persone.

    La fedeltà agli ideali: quello che l'equipaggio ha, la sua arma in più è l'ideale comune. L'astronave è una famiglia composta dai membri del suo equipaggio, 41 persone (capitano compreso), più il computer di bordo (l'amico nascosto di Harlock), che le avversarie cercano inutilmente: non è un membro comune, è lo spirito che li lega: invisibile ed invincibile.

    Le atmosfere: la serie ha una straordinaria forza interna. E' dominata dalla musica: l'ocarina, l'arpa, il shamisen, il filo d'erba. Per quei pochi che non avessero grossa conoscenza di strumenti musicali potrà essere utile un minimo cenno alle loro caratteristiche:

    L'ocarina: strumento a fiato, generalmente in terracotta (non nella serie). Inutile sottolineare che nella serie è indissolubilmente legata alla piccola Mayu: piccola, semplice, capace di emanare una melodia dai forellini di cui è dotata che rimane impressa nella memoria di chiunque.

    L'arpa: strumento a corde. L'esecutrice stavolta è Met, che allieta il suo comandante immerso nei suoi misteriosi e silenziosi pensieri. Tutti conoscono senz'altro l'ineguagliabile capacità dello strumento di creare atmosfere delicate e quasi malinconiche.

    Il shamisen: ha origini giapponesi (se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sulle origini della serie..): strumento a corde molto simile al liuto. Stavolta la suonatrice e Yuki. Pochi fotogrammi nell'episodio a lei dedicato, la dicono lunga sul ruolo della melodia in tutta la serie.

    Un filo d'erba: tutti sanno cos'è un filo d'erba, tutti sanno che può suonare, ma pochi avrebbero pensato che in un cartone animato diventasse uno strumento capace di diventare simbolo del legame tra Tadashi e la piccola Gurican. Potenza della fantasia degli sceneggiatori.

    Ora sappiamo cosa sono questi strumenti, ma rimane da conoscere il perché della musica nella serie. Non sarebbe bastato agli autori inserire le melodie come colonna sonora della serie? Che necessità c'era di far suonare materialmente i protagonisti? Questi non solo suonano, sono praticamente associati allo strumento. Harlock e Mayu usano l'ocarina per esprimersi l'affetto reciproco: non è un semplice richiamo, è il loro linguaggio. Met se ne serve per riempire di colore i silenzi del suo capitano, al quale ha regalato la propria vita: l'arpa sembra esserne il mezzo per esprimerlo. Yuki suona il shamisen per esprimere il proprio dolore: ha perso tutto, genitori compresi. Tadashi non ha nulla da donare alla sua piccola amica, gli rimane quello che trova nel prato su cui siede, un filo d'erba, e perfino quello, suonando, può esprimere qualcosa.

    La scelta, dunque, è tutt'altro che casuale: le note fanno parte dei personaggi da cui emanano, quasi fossero versi di una poesia che recitano, ben al di là delle parole dei personaggi stessi.

    Tutti questi elementi rendono la serie unica nel suo genere, al punto che rimane l'imbarazzo nello scegliere se sia la musica a riempire le immagini, oppure le immagini ad accompagnare la colonna sonora, quasi che questa sia la serie stessa. Siamo di fronte ad una poesia raccontata in immagini.

    L'Alkadia è stata sopra accostata ad una biblica Arca di Noè. Con quale obiettivo, ora è chiaro: così come Noè ebbe incarico di ricostruire un'umanità corrotta e malvagia dopo il Giudizio Universale, così questo insolito Noè del futuro ha il compito di restituire una vita nuova alla Terra. Il suo equipaggio tornerà su di essa a diffondere valori e gioia ad un'umanità smarrita e disorientata. Harlock incarica la piccola Mayu di fare amicizia con piante ed animali, come in una metaforica creazione che ricomincia dall'equipaggio della nave tornata sulla Terra.

    Ma una domanda rimane sospesa allo spettatore: perché far partire Harlock, invece di unirlo ai suoi compagni di viaggio? Senza volerci arrogare alcun diritto di interpretare l'intento del soggettista e degli sceneggiatori, possiamo azzardare una lettura di un finale solo apparentemente inatteso. Harlock non fà altro che tornare nella sua patria, il non-luogo per eccellenza, il cielo. Lì regna il silenzio e non ci sono regole umane da dover rispettare. Lo fa con la donna che gli ha dedicato la vita, Met. Ma la sua patria è quella anche perché Harlock non ha appartenenze, è di tutti. Ora che Mayu è stata restituita alla sua Terra, la sua missione è compiuta. Quest'uomo dello spazio l'ha strappata, come fanno i pirati che si rispettino, dalle grinfie dei cattivi e ora può far ritorno alla sua casa, il luogo più intoccabile di tutti, quello che non ha sede, lì abita il "nostro" pirata nero.

    L'ultimo verso della serie, di questa poesia lunga 42 episodi, è dedicato a lui, che si perde nell'immensità dell'universo e che da lì sembra voler fare ancora giustizia su un pianeta che, ai giorni nostri, ne ha ancora un bisogno vitale.


    Rivediamoli insieme

    Da una serie così delicata e con tanti momenti poetici e carichi di sentimento, non potevamo selezionare che tre, i quali, forse più di altri, rendono a sufficienza l'idea di quanto toccante sia la vicenda del "pirata nero".

    Bandiera pirata nello spazio

    - Harlock rischia la cattura pur di rivedere la bambina del suo migliore amico. Le consegna il simbolo del loro legame e dell'affetto che il padre aveva per la figlia.

    - Le note accompagnano una scena che ha nel candore della bimba la sua chiave di lettura. I primi piani e i dettagli del volto della piccola Mayu devono dare allo spettatore l'esatta idea di quanto questa sia importante nella serie. Se non le si affeziona, non si potrebbe comprendere perché Harlock sia disposto a dare la vita per lei. Chi osserva, deve essere indotto a condividere le scelte future del pirata. L'intento è raggiunto pienamente.

    Assalto dall'ignoto

    Dentro la scena

    - Ritorna il tema del legame solido tra i due protagonisti, ma stavolta l'intervento del pirata nero è sì nell'aria, ma si fà attendere. La tensione sale sin dall'inizio della situazione: è buio, la bambina è in evidente situazione di inferiorità. Sta scontando la punizione inflitta dalla direttrice del collegio, ma non sa dei lupi che la circondano, nasconsti nel buio.

    - L'animale è il simbolo della malvagità che attenta alla vita della piccola Mayu. Lo spettatore vorrebbe essere dentro la scena, per aiutarla, ma è accontentato subito dall'intervento del protagonista, uscito come un coniglietto dal cilindro, inevitabile.

    L'invisibile padre di Mayu

    Dentro la scena

    - Stavolta viviamo per primi l'incredulità della bimba di fronte alla frase di Harlock. Sappiamo già che quella è la verità, ma la situazione è creata ad arte, per assistere alla reazione della figlia che sembra riabbracciare il padre. Per noi non è un computer, ma il padre tornato in vita per salutare la figlia.

    -la poesia della scena non si ferma qui: continua esprimendo la vicinanza che lega padre e figlia. Nutriamo grande compassione per lei, che con l'ingenuità tipica dell'infanzia, confessa di voler rimanere con ciò che di lui rimane.


    EPISODI
    Nota di redazione

    Gli episodi evidenziati in rosso sono approfonditi nella sottosezione "Rivediamoli insieme".

    L'edizione italiana di Capitan Harlock si compone di 42 episodi:

      1. Bandiera pirata nello spazio

      2. Assalto dall'ignoto

      3. Una donna che brucia come carta

      4. Sotto la bandiera della libertà

      5. Ai confini delle stelle

      6. La regina Raflesia

      7. La piramide in fondo al mare

      8. L'astuta tattica della regina

      9. Le terribili piante umane

      10. Verso il pianeta segreto

      11. Laura dagli occhi scintillanti

      12. Nel cratere dal vulcano

      13. Il castello stregato

      14. La lapide ai piedi della sfinge

      15. L'aurora boreale

      16. La canzone del commiato

      17. Lo scheletro dei falchi spaziali

      18. Le guerriere - ombra

      19. Il tranello della regina Raflesia

      20. Yura - la stella disabitata

      21. Goram!

      22. Il sepolcro dello spazio

      23. Yattaran, modellista poeta

      24. La stella cadente

      25. La figlia del dottor Zero

      26. Lungo viaggio verso la patria

      27. La decisione dell'Alkadia

      28. La nebulosa Ulisse

      29. Scontri sul pianeta Arcobaleno

      30. Amico mio, mia giovinezza

      31. La costruzione segreta dell'Alkadia

      32. Musica dal pianeta Vento

      33. Anche un solo cuore gentile

      34. La ninna nanna della galassia

      35. L'essere misterioso

      36. Il computer vivente

      37. L'astuccio vuoto

      38. L'invisibile padre di Mayu

      39. Morte di Kirita

      40. La nave del miraggio

      41. Raflesia ed Harlock: incontro ravvicinato

      42. Addio, pirata dello spazio!


    Bello ma impossibile

    Una serie essenzialmente poetica, può permettersi di violare più di una regola di coerenza e di razionalità. Sono licenze che si possono concedere, senza sminuirla e senza che ne risulti danneggiato il risultato finale.

    Accettiamo come inopinabili alcuni elementi:

    -Siamo nel 2977 (ad arrivarci...almeno col pensiero!): esistono aliene che bruciano come carta e sono in realtà come le piante. Buon a sapersi.

    -Esiste un computer così potente ed intelligente che, a distanza, esegue i comandi che l'uomo non può impartire: tecnologia invidiabile.

    Possiamo, tuttavia, elencare alcuni "buchi neri" in un constesto come quello del cartone animato che abbiamo esaminato:

    • Futuro..non troppo futuro: in che anno siamo lo sappiamo, però i personaggi sono rimasti un po' "indietro". Harlock veste abbigliamento decisamente alla moda anni '70, sia pure da "pirata"; Met si ritrova a indovinare il futuro con carte palesemente francesi, con contrasto netto con la tecnologia dei mezzi di trasporto. Nel 13° episodio addirittura troviamo due manifesti pubblicitari di due marchi che nel 2977 potrebbero essere leggermente superati; dobbiamo presumere che le aziende produttrici abbiamo vita decisamente lunga...

    • I matrimoni "misti": per quanto ben disposti verso il "diverso" dagli esseri umani, occorre fare un notevole sforzo di fantasia per immaginare che un essere vegetale si unisca ad un essere umano per generare un nuovo essere. E' il caso di Midori, figlia del matrimonio tra un membro dell'equipaggio e una mazoniana "buona". Non si sa come possa avvenire e quale natura abbia questa figlia: un po' pianta? un po' essere umano...? Così incerta, che la perdiamo di vista.

    • Met e il vino: qualcuno si sarà chiesto come faccia Met a trangugiare il suo cibo-bevanda senza avere l'ombra di una bocca? Oltre ad essere un personaggio affascinante è anche dotata di magici poteri di "assorbimento"..

    • L'origine di Zoru: il giovane Tadashi nel 21° episodio riferisce ad Harlock la provenienza del guerriero alieno. Il problema è che lo stesso Tadashi non può saperlo, perché l'ospite alieno non risponde alla sua domanda. Molto probabilmente un "buco" nel doppiaggio.

    • Il modellino di Yattaran: le mazoniane nel 23° episodio consegnano a Yattaran i pezzi da montare dell'Alkadia in miniatura, per conoscerne i segreti. Qualcosa non torna: se il nostro ingenuo amico deve limitarsi ad assemblarli, le nemiche di Harlock ne conoscono già i segreti e dunque è inutile indurlo a completare il modellino!