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( chart USA + UK + Germania, giugno-luglio-agosto )
L'ESTATE
DEL 1967 – L'estate psichedelica dell'amore (e del Sergente Pepe)
Estate bella tosta. Scontri razziali. Vietnam. La Cina che diventa potenza nucleare. E c'è pure la Guerra dei Sei Giorni. Ma c'è un posto magico dove sembra si possa cambiare il mondo inneggiando alla pace e all'amore... "Se stai andando a San Francisco assicurati di metterti un fiore tra i capelli". Così Scott McKenzie canta dalla vetta delle classifiche di questa estate: l'"Estate dell'Amore" è esplosa e San Francisco è la sua riconosciuta capitale. La controcultura hippy, come l'abbiamo conosciuta, diventa "mainstream" e moda e di fatto cessa di esistere. Ma non prima di aver generato una nuova scena: quella psichedelica, figlia della sperimentazione di altre dimensioni mediante ausilio di sostanze chimiche. Esplorazione tridimensionale del suono, la psichedelia invade il rock. Ancora San Francisco e Londra sono le scene chiave del nuovo movimento. La musica pop si espande anche nel tempo, lambendo anche le sponde della musica "colta". Tanto che il buon Johann Sebastian Bach compare, non accreditato, tra gli ispiratori di ben due N. 1 mondiali di questa estate. Il primo passo verso il rock progressivo è stato fatto. E a guidare la rivoluzione psichedelica, saltando sul carro con un tempismo perfetto, ci son i "soliti quattro di Liverpool" che, sotto le mentite - e colorate - spoglie della Band dei Cuori Solitari del Sergente Pepe di fatto portano nel mainstream i suoni lisergici. "I hope you'll enjoy the show".... Di fatto si tratta di uno dei periodi più ricchi e leggendari della Storia del Rock. Una sorta di Rinascimento musicale moderno. Pertanto, per permettervi di goderlo appieno, cercherò di mettermi nei panni di un Piero Angela dei poveri per introdurvi in quest'epoca - purtroppo - lontana... Psychedelic London Immaginate di camminare per le strade di Londra durante l'estate 1967. La città descritta da Antonioni nel suo "Blow Up" vede ancora i Mod, sulle loro Lambrette, sfidarsi con gli eterni rivali rocker. Tuttavia la fauna della città si è arricchita recentemente di una nuova specie molto vistosa che sta prendendo il sopravvento. Spende fortune in vestiti ricercati e spesso sgargianti, sebbene non sia possibile definire lo stile del vestiaro, dato che questo cambia alla velocità della luce, secondo i dettami dell'ultima moda. E questa fauna, alternativa, intellettuale, raffinata e, ovviamente, un po' maledetta, spesso formata da studenti di scuole d'arte, converge verso i nuovi poli d'attrazione della scena notturna, che hanno sostituito le cantine dei Mods. Si tratta in particolare di due locali, l'UFO e il Middle Earth. Fantascienza e Tolkien: ricerca di universi paralleli e del superamento dei limiti spazio-temporali. Questo contraddistingue la nuova forma di vita. Che non esita a far uso di ausiliari chimici per raggiungere lo scopo. E la musica che tale fauna pratica è qualcosa di completamente nuovo. Si chiama musica psichedelica. Ma cosa diavolo è sta musica psichedelica? Beh, non è esattamente un genere, è più un'attitudine. La parola d'ordine è sperimentare ed espandere. La musica è votata a creare sensazioni sensoriali inedite, e la stessa funzione è assegnata ai testi, che devono essere originali al limite del delirio e prestarsi a molteplici letture. La psichedelia punta ad andare oltre il semplice formato della canzone, trattandola alla stregua della plastilina, dilatandola e deformandola, spesso impiegando sostanze allucinogene come agente plasmante. E di fatto tale tendenza porta alla definitiva affermazione dell'album come principale formato sonoro, che meglio si presta alle esigenze di "espansione" della musica. Queste le caratteristiche generali. Poi, va detto che tra la psichedelia inglese e l'americana (anzi, californiana) c'è una netta differenza. La psichedelia inglese, basata su Soul e R'N'B, generi sempre amati dagli inglesi, è decisamente più aggressiva di quella americana, che invece è più legata al movimento "peace & love" e al folk. La psichedelia britannica punta più all'estetica e si basa sulla costruzione di trame sonore sempre più complesse, mentre quella americana ha un sottofondo politico che ovviamente la prima non ha (la Gran Bretagna non è in guerra). I britannici non sentono tanto il bisogno di protestare, quanto di trovare nuove forme musicali. La scena psichedelica inglese presenta molti studenti d'arte, particolarmente orientati verso la sperimentazione. E la musica si fonde con le arti visive e la moda, la letteratura beat, le filosofie orientali e... gli stupefacenti. La scena londinese è decisamente più modaiola e il vestiario diventa una delle voci più importanti di ogni band psichedelica, che deve anticipare le mode e dettare nuovi stili. Come dirà Jim McCarty degli Yardbirds, "avevamo una reputazione da difendere perciò non badavamo a spese, e tutti i nostri guadagni andavano in strumenti musicali e abbigliamento". L'artista deve essere attento alla moda, anticipandola, non subendola. Non per nulla uno dei luoghi chiave della scena è il famoso negozio di abbigliamento "Granny Takes A Trip", di proprietà di Nigel Waymouth, artista grafico tra i più richiesti. E qui si ottiene la chiusura del cerchio: il legame dei musicisti con gli artisti grafici diventa altrettanto essenziale. Le copertine dei dischi diventano importanti come la musica che vi è incisa. L'album è concepito per la prima volta come un'opera d'arte completa. Questo è in netto contrasto con la scena californiana, dove dominano l'abbigliamento casual e vige una tendenza semplice e molto popolare, i cui protagonisti sono principalmente artisti di strada al limite dello sbandato. Se la psichedelia americana parte dal basso, quella londinese cala dall'alto. L'obiettivo rimane tuttavia lo stesso: andare oltre. Passeggiando per la Londra psichedelica, molto facilmente vi arriverà alle orecchie l'hit che domina questa estate. E si tratta di un suono che abbatte le barriere temporali, rivolgendosi al passato... Procol Harum - Un successo da far impallidire
La band è formata in origine da Brooker, Reid (che tuttavia non compare
sul palco), Ray Royer (chitarra) Matthew Fisher (organo),
David Knights (basso) e Bobby
Harrison (batteria). Prima della realizzazione del primo
singolo
Harrison viene licenziato. Tanto che nel suddetto singolo suona un
musicista da
studio, tal Bill Eyden. Probabilmente Harrison si
sarà mangiato le falangi. Perchè quel singolo, che vede sul lato A un
brano che si intitola A WHITER
SHADE OF PALE (qui
un altro video), è un
debutto col botto.
Con oltre 6 milioni di copie, il
singolo diventa il più venduto dell'anno nel Mondo e di fatto
rappresenta una clamorosa commistione tra musica classica e psichedelia.Il testo, elaborato da Reid, è piuttosto criptico: descrive la fine di una relazione usando metafore letterarie in quantità. mentre il titolo sembra ispirato a una ragazza presente ad un party, la cui pelle è di un tenore ancor più candido del pallore. L'autore dirà di non essere stato influenzato dalle droghe mentre scriveva quel pezzo, ma di essere stato ispirato dal surrealismo e dai film francesi della Nouvelle Vague. In ogni caso le metafore impiegate (come le famigerate sei vergini vestali) saranno oggetto di alcune gag nel bel film di Alan Parker "The Commitments". Ma il pezzo funziona soprattutto
per quel riff d'organo
Hammond M-102,
suonato da Fisher che, nel 2006, farà causa per ottenere una
parte delle
royalties del pezzo, reso inconfondibile proprio da quella parte. In un
primo momento gli daranno ragione, poi, in appello, torto, in quanto ha
aspettato troppo per chiederle... Brooker è appassionato di musica
classica. E quando si tratta di associare al testo una melodia, attinge
da Bach e
dalle sue "Aria
Sulla
Quarta Corda" e "Svegliatevi
Dormienti!".
Il pezzo viene registrato praticamente in presa diretta, in tre sole
registrazioni. La progressione degli accordi è praticamente identica a
quella di "When
A Man Loves A Woman" di Percy
Sledge.
Ovviamente la melodia è diversa. Tuttavia questa affinità con un pezzo
R'N'B evidenzia ancor di più le reali intenzioni di Brooker e Reid, che
definiscono il pezzo "il
loro tentativo di fare un pezzo soul". E infatti il grande
Otis Redding
chiederà di registrarla. Tuttavia la Stax, l'etichetta di Redding,
vuole il pezzo in esclusiva. La band allora non accetta, preferendo
pubblicare il
singolo a proprio nome. Mai mossa fu più azzeccata. L'8 giugno è in
vetta
alla UK chart, dove resta per 6 settimane. Arriva in vetta anche in
altri paesi, come Germania e Australia ed entra nelle Top 10 di mezzo
mondo. Il 29 luglio è al N. 5 negli USA. E nel 1972 rientrerà nella Top
20 della Gran Bretagna.
Il brano verrà rifatto da
uno stramilione di altri artisti, tra cui i nostri Dik Dik (con
l'immancabile cover italiana, "Senza
Luce", che non impedirà tuttavia all'originale di sfondare
anche nel nostro paese) e Joe Cocker.
In tempi più recenti, si può citare la versione ad opera di Annie
Lennox
del 1995, che ha riportato il brano nella Top 20 UK. Oltre a "The
Commitments", il brano comparirà in altri numerosi film, tra cui vale la
pena citare "Il Grande Freddo", l'episodio diretto da Scorsese di "New
York Stories" e "I Cento Passi" del nostro Marco Tullio Giordana. Verrà
indicato come il miglior singolo britannico del periodo
1952/1977 e nel 2004 verrà indicato come il pezzo più suonato di sempre
dalle radio britanniche. Purtroppo "La tonalità di pallore più bianca" rappresenta anche un enorme problema per la band, che si trova funestata da uno dei più terrificanti malefici del rock: il debutto di straordinario successo che entra sparato nella leggenda. In sintesi: abbiamo piazzato il capolavoro al primo colpo. E ora? Beh, intanto cementa la propria fama aprendo i concerti per Jimi Hendrix. E poi pubblicherà a ottobre l'atteso successore, "Homburg". Il pezzo sarà un discreto successo, ma ovviamente, col suo N. 6 UK, non potrà certo competere con il suo illustre predecessore, a cui, per altro, un po' assomiglia. E la band, frustrata, sarà tuttavia incapace di realizzare un altro hit capace di competere con quel mostro. Anche perchè i Procol Harum sono una band più interessata agli album, e tale definizione è troppo in anticipo sui tempi per la mentalità dei discografici dell'epoca, che chiedono un altro super-hit. Ma, come detto prima, la psichedelia sta cambiando le cose. E il suo figlio, il rock progressivo, definirà il definitivo predominio dell'album. E proprio questa estate esce l'album che costituirà il definitivo spartiacque nel passaggio dall'era dei singoli a quella degli album. Si tratta del nuovo album di un gruppo che comprende un tipo di nome John che afferma che il pezzo dei Procol Harum è il suo preferito dell'anno... Ma per introdurlo, bisogna parlare di "corsa agli armamenti". No, non sto parlando della drammatica Guerra Fredda USA-URSS. Ma di una vera e propria sfida al calor bianco tra USA e UK in campo musicale. Nel 1965 quattro tipi di Liverpool pubblicano un album di nome "Rubber Soul", con cui iniziano il viaggio personale, seppur ancora timidamente, nella psichedelia. Dall'altra parte dell'oceano, un tipo geniale di nome Brian Wilson e i suoi amici, Ragazzotti soliti suonare sulla Spiaggia, ne rimangono fulminati e stimolati. Brian se ne va quindi in studio deciso a superare quell'album. E ci riesce. Pubblicando un capolavoro chiamato "Pet Sounds". E la risposta dei quattro sudditi di Sua Maestà non si fa attendere. E rilanciano la posta. Facendosi ispirare proprio dal lavoro di Wilson e chiamando in causa un certo Sergente... The Beatles - Arriva la banda del Sergente Pepe Secondo il road manager Neil
Aspinal, la prima mondiale dell'album
risale ad aprile, quando viene fatto suonare sull'impianto stereo della
casa di King's Road di Mama Cass dei The Mamas & The
Papas. Le
casse vengono messe sul davanzale della casa. Sono le sei di mattina.
La musica inizia e la gente incuriosita si affaccia alle finestre.
Nessuno però impreca contro gli antenati degli autori, perchè tutti
capiscono che stanno ascoltando qualcosa di importante... Anche se la
datazione non è certa (d'altra parte di quest'epoca si dirà che, se ti
ricordi bene cosa è successo, di sicuro non eri presente),
il
fatto evidenzia tutta la voglia dei Beatles di far ascoltare il loro
nuovo lavoro...Quell'album segna la definitiva esplosione commerciale della scena psichedelica britannica. La scena esiste già da un paio di anni, ma il botto a livello di mainstream avviene proprio con il Sergente Pepe. Nello stesso tempo questo lavoro evidenzia come le due scene, americana e britannica, sia pur diverse, siano profondamente connesse. Non per nulla le prime esperienze lisergiche dei Fab Four risalgono ai viaggi americani. Ma anche musicalmente le due scene si influenzano a vicenda, come testimoniato dalla disfida di cui ho parlato poco fa. L'album è il risultato di una serie di sperimentazioni (musicali e non) atte ad ampliare gli orizzonti musicali della band, da buon dettame psichedelico. La band si sente libera di sperimentare anche perchè ha deciso di dare un taglio ai concerti dal vivo, diventati ormai improponibili per l'isterismo dei fan che costringono ogni volta la band ad autentiche fughe. Non fare concerti comporta ovviamente la possibilità di sfruttare tutto il tempo nella scrittura delle canzoni. E leva alla radice il problema di dover creare suoni riproducibili su un palco, lasciando piena libertà. E così, da buoni scarabei, eccoli compiere la metamorfosi da pop band da stadio a gruppo da studio psichedelico ad alto tasso di sperimentazione. Il fatto poi di essere i numeri uno, conferisce loro una libertà artistica senza pari, oltre alla possibilità di accedere alle tecnologie più evolute dell'epoca presso gli Abbey Road Studios. Come dirà Paul: "Tutto era lecito e possibile". I quattro si guardano attorno e ascoltano le meraviglie prodotte dalla "concorrenza", tra cui Brian Wilson, appunto. Con l'onda psichedelica, la musica pop sta facendo passi da giganteschi sia in termini compositivi sia tecnologici. Le barriere della canzone da 3 minuti scarsi stanno cedendo rovinosamente. E l'approccio basato sull'hit single è ormai diventato stretto per i quattro, che vedono nell'album uno strumento ben più versatile. E mentre George se ne va in India e impara a suonare il sitar, Paul scopre la musica di Karlheinz Stockhausen, per altro incluso nella famosa copertina ad opera dell'album, ad opera di Robert Frazer. E così i Beatles si rifugiano in studio. Il tempo passa e la EMI inizia a mostrare segni di impazienza. Così alla fine decidono di pubblicare su singolo due brani che avrebbero dovuto figurare sull'album. Si tratta giusto di due cosette, intitolate "Strawberry Fields Forever" e "Penny Lane"... Dato che la regola della band è di non includere negli album pezzi già pubblicati su singolo, i due pezzi non troveranno posto nel disco in fase di lavorazione.Poi, finalmente, il primo giugno 1967, il nuovo attesissimo album dei Beatles arriva nei negozi britannici. Si intitola "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band". L'album nelle intenzioni dovrebbe essere un concept album e dovrebbe rappresentare la performance della band psichedelica del titolo, una sorta di alter ego dei Beatles, il cui nome ricorda quello delle nuove band psichedeliche americane. La band di finzione così creata è radicalmente diversa dai "veri" Fab Four anche fisicamente: si tratta di barbuti capelloni vestiti con coloratissime divise. Il leader della band del Sergente Pepe è Billy Shears, interpretato da Ringo, che, dopo l'introduzione della band con la title-track, si presenta cantando "With A Little Help from My Friends". Tuttavia dopo aver registrato i due brani (per altro legati senza soluzione di continuità) e il reprise del primo, i quattro cambiano idea. E così accantonano l'idea di un album concerto di una band immaginaria. Pertanto alla fine ci ritroviamo con un concept album nelle intenzioni che tuttavia alla fine risulta essere una cosa diversa. Detta così sembrerebbe che i quattro hanno fallito l'obiettivo. Ovviamente non è così. L'insieme risulta un viaggio psichedelico clamorosamente coeso. L'album è un'autentica orgia di esperimenti sonori clamorosi per l'epoca. Viene registrato con artifizi che lo rendono simile a un album registrato su un multi-traccia (una magia di George Martin: all'epoca in Europa il massimo disponibile era un 4-tracce). Per tacer dei vari effetti (wah wah, fuzzbox) e dell'uso del Mellotron (il campionatore). Si potrebbe dire che fanno uso di tutti i trucchi disponibili, applicabili alle voci e agli strumenti. Tra gli effetti indediti c'è l'ADT, ovvero l'automatic double tracking, che permette di raddoppiare i suoni mediante registratori. Come ogni album epocale che si rispetti, numerose son le leggende che lo riguardano. Per esempio quelle alimentate dai suoni che lo chiudono. L'album, al di fuori della versione USA, si conclude infatti con un suono ad alta frequenza (come detto da Lennon, per rompere le scatole al vostro cane), seguito da una serie di suoni in loop, un mix di risate e frasi, tra cui sembrerebbe comparire la frase "Never could be any other way". Ma la chicca vera accade se qualcuno lo suona al contrario. I suoni infatti sembrano formare una frase: "Will Paul be back as Superman?" (un riferimento alla leggenda urbana sulla presunta morte di Paul?). A riguardo tuttavia c'è un aneddoto divertente. McCartney, in seguito alle segnalazioni di alcuni ragazzini, prova a suonare il pezzo al contrario. La frase che le sue orecchie sembrano captare è "We'll fuck you like superman". Dopodichè Paul chiede i sali... Tra le band che useranno un trucchetto simile ci
saranno i Rush e i The
Who, in "The Who Sell Out". L'album, da buon trip psichedelico, presenta anche allusioni alle droghe, che alimentano un'altra serie di pippe mentali. In sintesi: la maria compare più volte ed esplicitamente. Non per nulla i Fab Four e Brian Epstein son tra i firmatari di una petizione pubblicata sul Times per liberalizzare la cannabis... I riferimenti all'LSD invece son stati negati dagli autori stessi, nonostante le tonnellate di carta scritte su pezzi come "Lucy In The Sky With Diamond" e l'epocale "A Day In The Life". Riguardo ai supposti riferimenti all'eroina, diciamo che son tutti forzature. Bastano perle come i pezzi sopracitati o la delicata "She's Leaving Home" per rendere grande l'album, che diventa un clamoroso e colossale successo sia di pubblico sia di critica. L'album entra al N. 8 della UK chart il 3 giugno e la settimana dopo è al N. 1. Ci rimarrà 27 settimane. Rimarrà in classifica, comprese le varie riedizioni, ben 198 settimane. Negli USA domina la Billboard Chart per 19 settimane. E sarà il primo album rock a vincere il Grammy.Non è facile parlare di sto album epocale. C'è chi oggi lo smantella dicendo che non è poi sto granchè. Quasi a volersi distinguere dal resto che ne parla come di un capolavoro. Probabilmente il suo impatto all'epoca oggi arriva affievolito. Forse non è il miglior album dei Beatles. C'è chi gli preferisce il precedente "Revolver". Altri votano per "The Beatles" (l'album bianco) o per "Abbey Road". C'è poi chi lo considera alla pari del primo album degli Aqua, come un noto supercritico da rete (la provocazione paga, evidentemente). Di certo si tratta del classico lavoro che non lascia indifferenti. Critici da rete a parte, tra i maggiori detrattori c'è un grande come Frank Zappa, che accusa i quattro di aver adottato i valori della controcultura per fare soldi. Non per nulla creerà come risposta l'album "We're Only In It For The Money", la cui copertina è una parodia di quella beatlesiana. E pensare che tra gli album che hanno ispirato "Sgt Pepper's" c'è proprio un disco di Zappa, "Freak Out!", non per nulla considerato il primo concept della storia. Tra i fan del lavoro invece Jimi Hendrix, che suona la title track a distanza di due giorni dall'uscita dell'album, davanti a una paltea che annovera anche Harrison e McCartney.
L'intro è "La Marsigliese", e nel brano viene incluso un frammento di "In The Mood" di Glenn Miller, oltre che di "She Loves You". La versione che ne esce tuttavia non viene pubblicata su singolo. John registra nuovamente la sua parte vocale, il brano viene accorciato e solo allora esce su singolo. Diventa il loro 12esimo N. 1 UK il 29 luglio e il 14esimo N. 1 USA il 19 agosto. Non ne parlo oltre perchè in questo sito ne hanno già parlato a dovere Leonardo Viani nella sua scheda (per la cronaca, c'è pure una scheda sul pezzo dei Procol Harum). Si, è pure la canzone usata da quel terrificante programma TV che non oso nominare... E se mi dite che vi piace quel programma, vi meritate di finire qui!Ma è un'estate fondamentale anche per un altro motivo. Si tratta tuttavia dell'ultimo album dei Beatles come vera band, con i quattro che lavorano assieme. Brian Epstein, il manager e deux ex machina dietro i Fab Four, unico in grado di risolvere alla base i conflitti nascenti tra gli ego dei quattro, muore il 27 agosto a soli 32 anni per un'overdose di farmaci. La sua morte segnerà in modo inequivocabile l'inizio del dissolvimento della band. Il 29 agosto si tengono i suoi funerali in forma privata, a cui i quattro non partecipano. Per la cronaca, "Sgt. Pepper's" non decreterà la fine della corsa agli armamenti. Anzi... The Beach Boys - L'eroe Brian e i cattivi che gli impediscono di sorridere
Brian Wilson,
in parallelo ai Fab Four, si lancia in un nuovo lavoro, alla ricerca
dell'"album perfetto".
Il progetto prevede una suite continua di canzoni legate da parti
vocali e segmenti musicali. Quel lavoro tuttavia incontra l'opposizione
del resto della sua band, che ha paura di cambiare, e dei discografici.
E verrà accantonato definitivamente nel maggio 1967, poco prima
dell'esplosione del Sergente. La sua mancata
pubblicazione sancirà la discesa negli inferi del musicista
californiano. "Smile",
il titolo di quell'album, diventerà il più famoso album mai pubblicato
del rock, e vedrà la luce solo nel
2004... La
necessità di tenere la band sotto l'attenzione del pubblico nonostante
la mancata uscita dell'atteso lavoro è probabilmente alla base della
pubblicazione in UK (dove i Beach Boys sembrano ormai essere più
popolari di quanto non lo siano in patria) di un pezzo originariamente
inserito nel loro album del 1965 "Summer Days (and Summer
Nights!!)". Si tratta di THEN I
KISSED HER, cover di "Then He
Kissed Me"
delle Crystals, grande successo prodotto da Phil Spector. Con la loro
versione prodotta da Brian, i Ragazzi della Spiaggia inaugurano giugno
al N. 5 della classifica britannica dei singoli. Tuttavia un brano destinato a
"Smile" finisce nelle classifiche di
quest'estate. Si tratta della meravigliosa HEROES AND
VILLAINS,
che doveva essere il pezzo principale del nuovo album. Il pezzo ha un
testo molto complesso, specie in rapporto alla produzione precedente
dei Beach Boys. E come ogni buon testo psichedelico si presta a più
interpretazioni, alludendo anche ai confitti di Brian col resto della
band. Il singolo porta i Beach Boys al N. 13 USA e al N. 8 UK. Il pezzo
segna la prima collaborazione tra Wilson e il paroliere Van Dyke Parks,
con cui lavora su "Smile". La versione che finisce su singolo è il
frutto di almeno 20 sessioni di registrazione che coprono un periodo di
vari mesi. Il
perfezionismo di Brian infatti sta lentamente scivolando
nella follia, aiutato dall'uso di sostenze stupefacenti.
Purtroppo il
nuovo album della band, "Smiley
Smile"
che uscirà l'11 settembre, sarà un fiasco che affosserà la band negli
USA. D'altra parte, dopo tanta attesa del leggendario album fantasma,
questo sostituto dell'ultima ora non poteva che deludere. E
Brian,
già sull'orlo dell'abisso, non potrà che crollarvi dentro...Ma Brian non è l'unico geniale personaggio che si perde negli spazi dilatati chimicamente. C'è un altro grande, che a differenza di Brian non riuscirà più a ritornare indietro. Ma per parlarne, dobbiamo tornare a bomba a Londra... La scena psichedelica londinese, come già detto, fa capo a un paio di locali. Se il Middle Earth ospiterà molte band americane in trasferta, come Doors e Jefferson Airplane, svolgendo la funzione di trade d'union tra le due scene, la palma di locale psichedelico N. 1 della città spetta all'UFO. Il club apre il 23 dicembre 1966. Durerà giusto tre stagioni: chiuderà nell'ottobre 1967. Ma è da questo locale che emergono alcune band seminali, come i Soft Machine e soprattutto la band presente sul palco la sera dell'inaugurazione. Si tratta di una formazione guidata da un leader geniale in pieno delirio acido. Si chiamano Pink Floyd. Pink Floyd - I Pifferai magici di Syd I Pink Floyd all'epoca sono la band di Syd Barrett, la figura più emblematica della stagione psichedelica britannica, a metà tra i paradisi artificiali e gli inferni della mente. Il diamante pazzo lucente che rappresenta non solo il lato geniale del viaggio psichedelico, ma anche, e soprattutto, chi è andato troppo oltre, bruciandosi definitivamente. Syd sin da giovane ama profondamente il rock e il blues. A 15 anni si è già fatto un nome al Riverside Jazz Club. Purtroppo la morte prematura del padre lo segna e desta i primi segnali di disturbo psichico. Alla London Camberwell Art School conosce un altro studente, Roger Waters. I due nel '65 formano una band, con l'obiettivo, molto modesto, di diventare i nuovi Rolling Stones... Con loro Nick Mason, Bob Klose, Rick Wright e Chris Dennis. Dato che Barrett ama il blues, propone come nome della band l'unione di quelli di due suoi idoli: Pink Anderson e Floyd Council. Al ritorno da una vacanza con l'amico David Gilmour, Syd compie un passo che segnerà la sua esistenza: viene introdotto all'acido. Viaggia nell'universo e al ritorno decide di mettere in musica la sua esperienza. Purtroppo il desiderio di esplorare il cosmo infinito diventa un'ossessione e l'uso di droghe, il carburante che gli consente di intraprendere questi viaggi interplanetari, diventerà per lui una vera dipendenza influendo sul suo già fragile equilibrio psichico. Nel frattempo scrive le canzoni che formeranno l'album di debutto del suo gruppo. Se
il singolo
d'esordio "Arnold
Layne"
(dal soggetto decisamente inedito per l'epoca: un travestito che roba i
vestiti alle donne) porta la band al N. 20 UK in primavera, SEE EMILY
PLAY
diventa il primo Top 10 hit della band, arrivando al N. 6 britannico
questa estate. La "Emily" del titolo è una fanciulla che Syd
dice
di aver visto in sogno durante uno dei suoi trip. In realtà esiste un
corrispettivo reale della ragazza: Emily
Young,
giovane aristocratica che è nota all'UFO come "la ragazza
psichedelica". Oggi è un'acclamata scultrice. Il pezzo è psichedelia
concentrata. La chitarra
slide è suonata da Barrett con un accendino... Il pezzo fa diventare
popolare la band, ma rappresenta un problema: è praticamente
impossibile suonarlo dal vivo. Il successo del brano tuttavia sembra
disturbare Barrett, che non è affatto soddisfatto dalla versione
incisa, prodotta da Norman
Smith (già ingegnere del suono dei Beatles).
Durante le registrazioni del pezzo David Gilmour visita lo studio:
sembra che sia stato sconvolto dal cambio di personalità di Syd, che
addirittura non riconosce l'amico. La discesa è iniziata. E
il 5 agosto 1967 esce l'album di debutto della formazione: uno degli
album più importanti della Storia del
Rock (si, un altro!). "The
Piper At The Gates Of Dawn", un vero
manifesto dell'epoca psichedelica.
Di fatto si tratta dell'unico album della band realizzato sotto il
pieno controllo di Barrett. L'album viene concepito nell'arco di sei
mesi, tra un viaggio spaziale e l'altro. Le registrazioni hanno inizio
il 21 febbraio 1967 agli Abbey Road Studios. In quei gironi negli
stessi studi stanno nascendo "Sgt.
Pepper's" e "S.F.
Sorrow" dei The
Pretty Things,
altro album fondamentale (è di fatto la prima opera rock). Al timone
della produzione c'è Norman Smith, che verrà accusato da Syd di voler
rendere
l'album troppo "pop". Il viaggio di Syd nelle registrazioni
ha
inizio con "Interstellar Overdrive",
con cui la band inizia ad abbattere le barriere spazio-temporali, tra
realtà e fantasia. Il pezzo aprirà il secondo lato dell'album. L'album
invece è aperto da un altro pezzo cosmico, "Astronomy
Domine". Tra gli altri pezzi da novanta vale la pena di
citare anche "Lucifer
Sam", dall'inquietante riff, e "Matilda
Mother".L'album è un buon successo, arrivando al N. 6 della classifica britannica, ed è salutato dalla critica come un capolavoro. Anche se alcuni, come Pete Townshend degli Who dicono che non riesce appieno a rendere l'atmosfera e i suoni dei concerti della band. In
Gran Bretagna intanto esordisce
anche un'altra grande band, in cui le ascendenza rock blues vengono
associate a una vena psichedelica. Si tratta dei Traffic di Stevie Winwood, che
ottengono questa estate un grande N. 5
UK a inizio luglio con PAPER SUN.
Stevie è reduce dall'esperienza con The
Spencer Davis Group, con cui ha
ottenuto a inizio '67 un To 10 USA con la classica "Gimme Some
Lovin'".
L'ex ragazzo prodigio (ha debuttato a soli 15 anni con il gruppo
precedente e ora ne ha appena 19) tuttavia è insoddisfatto e decide di
fare nuove esperienze e formare una nuova band. Molla così il gruppo in
aprile. E poco dopo a Birmingham fonda i Traffic. Un quartetto
formato, oltre che da Winwood (voce e tastiere), da Jim Capaldi
(batteria), Chris Wood
(basso) e Dave Mason
(chitarra). I quattro si sono incontrati suonando assieme in
un club di Birmingham,
The Elbow Room. E il gruppo nasce come una sorta di comune: tutti e
quattri infatti si trasferiscono in un cottage nel Berkshire dove
compongono le canzoni. Il mix
che il gruppo proporrà, psichedelico ovviamente, attinge non solo dal
sound tipicamente R'N'B della band precedente, ma contiene anche
elementi jazz. In ogni caso i quattro restano fulminati da "Sgt.
Pepper's". Dopo aver firmato per la Island Record di Chris Blackwell, i
quattro esordiscono con la già citata "Paper Sun", un ottimo biglietto
da visita. E
il prossimo sarà un hit ancora maggiore...Ma a questo punto passiamo l'Atlantico e andiamo nell'altra Capitale della psichedelia, quella californiana. San Francisco: Hippy e Monterey Qui, come detto, le cose son molto diverse rispetto alla capitale britannica. E soprattutto ormai la controcultura è diventata moda da vendere alla masse: non per nulla la Gray Line, compagnia basata su giri turistici in pulman, decide di inserire tre i suoi pacchetti un giro turistico di Haight Ashbury, la zona "a più alta densità di hippy d'America". Praticamente un safari fotografico per immortalare la strana fauna che popola quella zona. Ma San Francisco ha una cosa che Londra non ha: un inno pop che ne celebra i fasti di Capitale dell'Estate dell'Amore. Anche se, come genere, siamo lontani luce dalla psichedelia... Scott McKenzie - Ma come porti i fiori tra i capelli bella bionda... Allora pronti alla gita aziendale a San Francisco? Avete tutti i fiori con cui ornare i boccoli? Si, ragioniere, va bene anche metterli sul parrucchino. Sennò faccia come il geometra, che li ha bloccati col riporto! Arrivo previsto nella Mecca del Flower Power alle ore 9:00. Poi alle ore 10:00 canteremo per le strade inneggiando all'amore. Ore 11:00 metteremo i fiori nei cannoni. E alle ore 12:00 metteremo in bocca dei bei cannoni. No, non quelli su cui abbiamo messo i fiori. No, signorina, l'amore libero lo faremo alle 17:00! No, ragioniere, non cannoli. Cannoni! Ragioniere, ma lei pensa solo a mangiare! Non si mangia! Gli hippy non mangiano! Dalle 13:00 alle 16:00, meditazione trascendentale col guru! Poi, balleremo a piedi nudi per le strade suonando il tamburello fino alle 17:00. Poi, amore libero! Si, signorina, se il geometra non le piace può dirgli di no! Geometra, non insulti! Si ricordi, pace e amore! E poi, guardi, la signora dietro di lei è disponibile a dividere l'amore con lei! Geometra, non può ferire la signora definendola "cesso inscopabile"! Signora, non lo colpisca con la borsa! Ricordate: pace e amore! No, ragioniere, quelle non sono hippy, sono mercenarie! Come dice? Che vanno bene lo stesso? Ragioniere, si vergogni! Chi non è interessato alle attività di amore libero può dedicarsi allo shopping! No! Niente shopping durante la meditazione! E poi dormiremo tutti con un cielo di stelle come tetto... Si, anche se è nuvolo e piove! Ahh, la capitale dell'Estate dell'Amore... In realtà il movimento hippy già nell'estate del 1967 sta conoscendo i primi scricchiolii. Il 7 luglio 1967 esce un articolo su The Time intitolato proprio "The Hippies", in cui viene presentata la città come la Mecca del movimento. In realtà il movimento, nato a metà decennio, sta già mutando. Se da un lato gli hippy orami sono diventati una moda, come testimoniato dall'articolo e dalla canzone che furoreggia, dall'altro si stanno mutando in qualcosa d'altro, più concreto e politico. Insomma, l'amore libero, l'inneggiare alla pace e vagare nei paradisi artificiali possono andar bene per un po', ma è ora di diventare più propositivi (e aggressivi). Il 1968 sta arrivando. E così, mentre la ragazza di famiglia bene gira conciata come una figlia dei fiori con gran gioia degli stilisti e delle loro tasche, il movimento nato a Haight Asbury è in realtà quasi già un ricordo nella stessa San Francisco. Più che l'estate, nella città del
Golden Gate la stagione dell'amore è
stata
l'inverno. L'atto conclusivo potrebbe essere indicato nel
Festival Pop di
Monterey, che
si tiene dal 16 al 18 giugno. Il Festival costituisce quasi la
prova generale di Woodstock. L'evento, a cui partecipa gente come The
Who, Janis Joplin, Jimi Hendrix (alla sua prima uscita in terra
americana), Ravi Shankar e Otis Redding, radunando oltre 200.000
persone, vede tra gli organizzatori anche John Phillips, dei
The Mamas And The Papas, che ovviamente son tra i partecipanti. E
Phillips decide anche di scrivere l'inno
ufficiale del festival. Phillips è anche
produttore e chitarrista del pezzo, a cui partecipano anche musicisti
dei "The Wrecking Crew", gruppo di sala che suona nelle produzioni di
Phil Spektor. Ad interpretare l'inno chiama invece Scott
McKenzie, che sembra abbia veramente messo
dei fiori nei propri capelli durante le registrazioni del brano. Il
cantante folk tuttavia non è il primo hippy che passava. Ha fatto parte
proprio con John Phillips di una band, i The Journeymen. Per farvi
capire quanto i due siano amici, basti pensare che la prima figlia di
John è chiamata Mckenzie. SAN
FRANCISCO (Be Sure To Wear Some Flowers In Your Hair)
domina l'agosto britannico, scalzando "All You Need Is Love" e passando
4 settimane in vetta a partire dal
12 agosto (è tutt'ora il N. 1 britannico dal titolo più lungo). Negli
USA invece si deve fermare al N. 4,
posizione raggiunta il primo
luglio e mantenuta per 4 settimane. E in breve diventa un clamoroso hit
internazionale. Un'istantanea di un periodo breve ma intenso in cui si
pensa
di cambiare il mondo semplicemente inneggiando all'amore e alla pace.
Dopo un tale successo, McKenzie non riuscirà più a
ripetere il colpaccio e otterrà un hit decisamente minore con "Like An
Old Time Movie" (N. 24 USA e N. 50 UK), per poi ritirarsi a
vivere nel deserto (presumo
quindi non si sia più messo fiori tra i capelli, a meno che non abbia
scelto fiori di cactus...). Tuttavia a fine anni '80 sarà co-autore di
un clamoroso N. 1 USA per i Beach Boys, "Kokomo",
dalla colonna sonora
di "Cocktail" col nano di Scientology (per la serie dagli hippies agli
yuppies...). Parlando di film, "San
Francisco" sarà inclusa nella colonna sonora di "Forrest Gump". E
comparirà pure nel film-concerto dei Led Zeppelin, "The Song Remain The
Same", quando alcune strofe del brano verranno incluse da Robert Plant
nella formidabile versione di "Dazed And Confused".L'inno hippy per eccellenza conosce anche la sua inevitabile cover in italico idioma. No, non l'hanno fatta i Camaleonti. Tocca a Bobby Solo, che come affermato già da Christian nel suo Volo Charter, c'entra ben poco con il movimento hippy. Ma come già detto, oramai il movimento si è tramutato in moda, e sul carro vincente salgono un po' tutti... Finchè dura... Fanno
compagnia al buon Scott anche i Grass
Roots, che
celebrano lo stile di vita hippy ("We'll
take the most from living, have pleasure while we can")
con la loro LET'S LIVE
FOR TODAY,
che il primo luglio arriva al N. 8 USA. Una volta tanto non siamo noi a
fare una cover in italiano, ma son gli americani a rifare un pezzo
italiano: si tratta infatti della versione, con testo ovviamente
completamente
cambiato, di "Piangi Con
Me", brano in stile "porgi l'altra guancia" dei Rokes che è sul lato
B del loro hit "Ma
Che Colpa Abbiamo Noi". A dirla tutta, il pezzo
presenta una notevole affinità (specie il ritornello) con un pezzo dei The Drifters,
intitolato "I
Count The Tears", datato 1961. Tuttavia gli autori di
quest'ultimo pezzo, Doc
Pomus e Mort Shuman (autori di classici come "Save The
Last Dance For Me" e "Viva Las
Vegas", tra gli altri),
decideranno di non fare causa (probabilmente non avevano bisogno di
soldi). Insomma, per una volta che
fanno
una cover in inglese di un pezzo italiano, salta fuori che questo è una
scopiazzatura... Comunque, i Grass Roots faranno anche un'altra cover italiana nel 1968...Nonostante tutti gli inni, tra breve i "veri" hippy leveranno le tende dalla città, non prima di aver celebrato un vero e proprio funerale per il movimento. In compenso arriveranno quelli attirati dalla moda e ben propensi a dilettarsi tra droghe e sesso, vivendo, in stile Grass Roots, alla giornata. E le droghe, se da un lato aprono le porte alla psichedelia, dall'altro porteranno a sempre più a morti (all'erba e all'LSD si sostituisce l'eroina) e a frequenti atti di violenza (le degenerazioni alla Charles Manson son dietro l'angolo). Insomma, per ironia della sorte, i pezzi di McKenzie e Grass Roots descrivono un evento quasi passato quando arrivano in classifica. Ma quello che conta è portare l'idea alle masse che al massimo guardano curiose "quei capelloni". Ah, tra 10 anni preparatevi alla replica con il Punk... Torniamo al Festival di Monterey? Tra tanti clamorosi assenti (i Beach Boys, minati anche dallo scontro tra Brian Wilson e il resto della band nato dal blocco della lavorazione di "Smile" (vedi sopra); Donovan e i Kinks, bloccati alla frontiera, il primo per un fatto di droga del 1966, i secondi per una disputa con la Federazione Americana dei Musicisti; i Cream, perchè il loro manager ritiene quel palco non adatto per lanciare la band in America), c'è invece un musicista leggendario che sbarca in America. Sembra che la sua presenza sia stata raccomandata agli organizzatori addirittura da Paul McCartney. E viene introdotto sul palco nientemeno che da Brian Jones dei Rolling Stones. E questo grandissimo musicista dedicherà al Festival un brano intitolato "Little Wing"... Torniamo in ambito psichedelico, con una delle stelle indiscusse del genere. Pochi altri si dedicheranno anima e corpo alla causa lisergica... Jimi Hendrix - Pronti per l'Esperienza? "Not necessarily stoned, but beautiful" All'epoca
il leggendario chitarrista ha la Gran Bretagna ai suoi piedi. "Are You
Experienced", il primo album di Jimi Hendrix Experience
vola al secondo
posto della UK chart, bloccato solo dai Beatles. Mentre l'acidissima PURPLE
HAZE, dopo essere arrivata al N. 3 UK in primavera, diventa
un hit in Germania, oltremanica si piazza al N. 6, come terzo Top 10, THE WIND
CRIES MARY (qui
da Monterey), dedicata alla sua amata di quel periodo, Kathy Mary
Etchingham. Sembra che l'abbia scritta dopo una furibonda lite con la
ragazza, che ha deciso di andarsene di casa per qualche giorno. La
scrive e la tiene nascosta, salvo poi presentarla alla band al termine
di una
sessione di registrazioni. Viene registrata in 20 minuti, il tempo che
avanzava di quella sessione. Da notare che nessuno dei tre hit di
Hendrix (il primo è stato "Hey
Joe") figura in origine nell'album, che è - ancora - un
capolavoro. La title
track rappresenta la
quintessenza della psichedelia:
una base incisa su un nastro suonato al contrario, con effetti che
ricordano lo scratching a venire. Il suono diventa materia plastica da
dilatare e plasmare a piacimento. Da notare che la domanda non è
strettamente legata all'uso di droghe. In realtà Hendrix dirà che parla
di esperienza di pace interiore. L'album include altre grandissime
perle, come la celebre e allegra (come dirà Jimi, è l'unico pezzo
allegro mai scritto da lui) "Foxy Lady",
probabilmente dedicata alla futura signora Roger Daltrey,
Heather Taylor, il trascinante tour de force jazzato "Third
Stone From The Sun" (poi ripresa negli anni da Cozy Powell
e Right Said Fred)
e "Fire",
in cui una richiesta esplicita di sesso ("Let me stand next to your fire"),
in realtà trae origine ben un fatto ben più casto. La band ha finito un
concerto nel epriodo di Natale del 1966. Fa un freddo becco e va a casa
della madre di Noel
Redding
(lo smilzo bassista degli Experience). Jimi è infreddolito e chiede
alla madre di Noel di potersi mettere vicino al suo fuoco, ovvero al
camino accesso. Davanti al quale c'è già il pastore tedesco di
famiglia, Rover, che Jimi fa scansare ("Move over Rover, and let
Jimi take over").
Ovviamente queste sono le origini dichiarate. Che poi il pezzo possa
giocare sulle metafore a sfondo sessuale è ovvio... Va detto che
suonando questo brano in concerto a Londra Jimi per la prima
volta darà fuoco alla propria chitarra.E il gesto viene ripetuto dal musicista alla sua prima uscita americana. Si tratta dello storico Monterey Pop Festival. Durante la leggendaria esibizione di 45 minuti la chitarra verrà incendiata, fracassata e data in pasto alla folla in delirio. L'America tuttavia ci metterà un po' prima di capitolare. A partire dal 7 luglio 1967 gli Experience fanno da gruppo di supporto ai Monkees (eh, già, non abbiamo solo noi l'esclusiva per accoppiate concertistiche improbabili), tanto che la fan delle Scimmie, non molto interessate al chitarrista, durante "Foxy Lady" canteranno "Foxy Davy", in onore del loro idolo Davy Jones... Jimi resiste fino al 18 luglio, poi lascia, sia perchè si sente fuori posto, sia per le polemiche scatenate da movimenti conservatori che gridano allo scandalo per le sue esibizioni, ritenute "troppo erotiche"... Poco male: tale pubblicità aiuterà il lancio del suo album negli States, dove viene pubblicato a fine agosto... Tornando
ai partecipanti al Festival di Monterey, non si può non
parlare dei The Who,
che vengono definitivamente lanciati nel mercato statunitense proprio
dal festival. La loro esibizione del 18 giugno li trasforma in eroi
della "Love Generation". Pete Townshend lo ricorderà come un periodo
divertente. Sta di fatto che gli Who sono l'unica band britannica che
partecipa ai due Festival più importanti del decennio, ovvero Monterey
e Woodstock. In termini di classifiche, negli USA arrivano a giugno al
N. 24 con HAPPY
JACK,
mentre il delizioso inno onanista PICTURES
OF LILY, dopo aver ottenuto la quarta posizione UK in
primavera, entra nella Top 5 tedesca.
E
a Monterey c'è la band americana che rappresenta già il nuovo suono
della controcultura, di cui si avvia a diventare uno dei
gruppi di punta, e che questa estate piazza in Top
10 ben due superclassici... Va detto che all'album partecipa, non accreditato, un altro personaggio di primo piano della scena psichedelica della West Coast, ovvero Jerry Garcia dei Grateful Dead. E si deve proprio a Garcia il nome del disco. Sembra infatti che dopo averlo ascoltato per la prima volta abbia detto "Sounds like a surrealistic pillow" (suona come un cuscino surreale"). "Somebody
To
Love" spicca con la sua aggressività. Influenzata da un
altro classico,
"For
What It's Worth" dei Buffalo Springfield, è impreziosita
dalla
formidabile interpretazione della Slick. "Somebody
To Love" conoscerà varie cover, tra cui una
demenziale ad opera di Jim Carrey (!)
per la colonna sonora de "Il Rompiscatole" e una dance da Top 3 UK ad
opera dei Boogie
Pimps, datata 2003, "impreziosita" da un video ad alto tenore
di gnocca. The Doors
- Si accende il fuoco I due a questo punto reclutano altri due musicisti: Ray frequenta lezioni di meditazione trascendentale dal famigerato guru Maharishi Mahesh Yogi. Qui incontra il batterista John Densmore e il chitarrista Robbie Krieger. Manzarek, tastierista, si adatta anche a fare il bassista, dato che non ne viene trovato uno all'altezza delle esigenze della band. Prodotta
come il resto dell'album da Rothchild, LIGHT MY
FIRE
viene registrata a fine 1966.
La versione sull'album dura 6 minuti e mezzo. per essere pubblicata su
singolo viene tuttavia accorciata a soli 2:52 minuti, tagliando la
formidabile parte strumentale con gli assoli. La band, insoddisfatta,
accetta il compromesso a denti stretti. Pubblicata nell'aprile del
1967, viene lanciata dalla band con un espediente molto particolare: il
gruppo e il suo staff
telefonano per giorni interi ai programmi radio di richieste e dediche
chiedendo il pezzo... Evidentemente il giochino funziona, dato che il
brano si diffonde nell'etere prima in California, per poi esplodere a
livello
nazionale. Il 29 luglio inaugura tre settimane in vetta alla Billboard
Chart, diventando il primo N. 1 della Elektra. E la cosa più clamorosa
è che le radio non trasmettono la versione breve, ma quella dell'album!
Con un suono decisamente aggressivo e testi complessi e poetici, ricchi
in citazioni letterarie e spesso trattanti la morte, la band irrompe
nella scena Flower Power come un incendio su un prato fiorito. E
diventa subito
una delle punte di diamante della controcultura statunitense, assieme
ai Jefferson Airplane e ai Grateful Dead.
Come ricorderà chi ha visto il film di Oliver Stone, la band all'apice del successo presenta il pezzo all'Ed Sullivan Show. I produttori del programma tuttavia chiedono a Morrison e soci di cambiare la strofa "Girl we couldn't get much higher", ritenuta troppo "hard". Morrison acconsente, salvo poi cantarla senza cambiamenti. Dirà di essere stato preso dal nervosismo e di aver dimenticato di cambiare le parole... Sembra invece che la band non avesse proprio l'intenzione di cambiare il testo. A differenza tuttavia del film di Stone, e come confermato dal video dell'esibizione, Jim non rimarcherà la famigerata strofa (diciamo che è stata una "libertà artistica" che esprime perfettamente lo stile del regista, che se non dice le cose urlando non è contento...). In ogni caso, la band non verrà più invitata e Sullivan alla fine dell'esibizione rifiuta di stringere la mano a Morrison... Poco male: la band ha comunque suonato allo show N. 1 d'America...
Da notare che la Buick offre alla band una bella cifra per poter usare il pezzo in un loro spot. Krieger, Densmore e Manzarek, in assenza di Morrison, accettano. Ma quando torna Jim fa il diavolo a quattro e il contratto viene stracciato. Sembra che il cantante abbia telefonato alla casa automobilistica minacciando di fare a pezzi una Buick con un martello in TV se lo spot fosse stato trasmesso... Non è tuttavia chiaro se Jim buonanima volesse tutelare la "purezza" della band, oppure semplicemente non volesse che quella canzone diventasse ancor più popolare. Infatti affermerà di odiare il pezzo. Le malelingue dicono perchè è il pezzo che ha dato la fama alla band ma lui ha contribuito solo marginalmente a scriverlo... Come già detto in un'altra occasione, il pezzo tuttavia non apre le porte della chart britannica a Jim e compari e per vederlo nella Top 10 Uk dovremo aspettare il 1991 e la riedizione del singolo per il lancio del film di Oliver Stone... Ma a questo punto passiamo in rassegna gli altri formidabili N. 1 americani del periodo... I N. 1 Americani Il 19 agosto i Doors mollano l'osso (ovvero al vetta USA) a vantaggio dei Beatles di "All You Need Is Love", a cui segue... Bobbie Gentry - Chiacchere di paese per un suicidio misterioso "He said he saw a girl that looked a lot like you up on Choctaw Ridge / And she and Billy Joe was throwing somethin off the Tallahatchie bridge..." Il
26 agosto arriva al N. 1 USA ODE TO
BILLIE JOE,
che rimane in vetta
alla classifica americana per 4 settimane. Sembra che
l'ispirazione per il pezzo sia venuta alla cantautrice alle 3 di notte.
Una nota su un blocco alquanto perentoria definisce il tema del brano: "Billie Joe McAllister si è
buttato dal Tallahatchie Bridge".
Sebbene un ponte del genere esista veramente nel
Mississippi (e dopo questo pezzo è diventato meta di pellegrinaggi
con salto - innocuo, dato che trattasi di ponticello - fino al suo
crollo, nel 1972), la storia della canzone è interamente inventata.
Parla di
un suicidio, descrivendo le reazioni all'accaduto della
gente del posto. Ma si
guarda bene dallo spiegare le ragioni del gesto.
E in questo mistero è racchiuso il fascino del brano, che si presta a
tutta una serie di interpretazioni. A dire il vero c'è un altro
mistero racchiuso nel testo. Cosa
diavolo Billie Joe ha gettato dal ponte assieme alla sua ragazza, il
giorno prima di suicidarsi? Le teorie a riguardo equivalgono per numero quelle finalizzate a dare un nome al bastardo irrispettoso di Carly Simon. C'è chi sostiene abbiano gettato un anello, fiori, addirittura un neonato, "figlio della colpa". Altri addirittura il cadavere di un uomo che avrebbe abusato o di Billie Joe o della ragazza. Pure all'inizio de "Le Iene" tarantiniane si discute dei motivi del gesto. Insomma, lascia una serie di quesiti irrisolti, quasi a mettere l'ascoltatore nei panni dei concittadini che si limitano più che altro al gossip... Un tipico giallo per l'estate secondo i canoni dei nostri TG, direi... E infatti alla Gentry non interessa spiegare il perchè del gesto, ma mettere in evidenza proprio la crudeltà implicita della gente, che parla dell'evento a pranzo come se fosse la cosa più normale, tra una portata e l'altra, senza minimamente chiedersi il perchè. Insomma,
una storiaccia di provincia, che la Gentry conosce molto
bene, essendo cresciuta sul Delta del Mississippi. Roberta Lee Streeter,
questo il suo vero nome, ha abbandonato a 13 anni il Sud per
traferirisi con la madre in California. A Los Angeles studia filosofia
e musica, mantenendosi lavorando come segretaria e nel 1966 fa degli
show a Las Vegas. Le basta un demo di un pezzo, la ritmata e
funkeggiante "Mississippi
Delta",
per farle ottenere un contratto con la Capitol. E agli studi della
Capitol la ragazza registra l'Ode al suicida Bobbie Lee. La incide solo
con l'accompagnamento di una chitarra acustica in un'ora. I produttori
ritengono la versione talmente bella da decidere di aggiungervi solo
alcuni archi. La prima versione dura 7 minuti. La Capitol tuttavia la
ritiene troppo lunga e senza mercato, pertanto la accorcia e la mette
sul lato B di "Mississippi Delta". Ah, la lungimiranza dei
discografici... Son le radio a scoprire il pezzo e a portarlo in seria
A. Entra nella Hot 100 il 5 agosto: 3 settimane dopo è al N. 1,
sbattendo giù i Beatles e impedendo alle Supremes di arrivare in vetta.
Scusate se è poco...Il brano originerà un film - omonimo - nel 1976: la Gentry registrerà una nuova versione del brano per l'occasione. La nuova e la vecchia versione entreranno entrambi nella Hot 100. Nel film viene data una interpretazione: Bobbie Lee getta con la ragazza una bambola di pezza e si suicida perchè omosessuale. Una curiosità: anche il nome d'arte della cantautrice è legato a un film, "Bobbie Gentry" appunto, con Jennifer Jones e Charlton Heston. Ah, da noi Paola Musiani ne farà la cover in italiano. Prima dei Doors invece, al N. 1 USA troviamo...The Association - Come portare un valzer per un hippy al N. 1... WINDY
rimane in vetta quattro settimane a partire dal primo luglio. Il pezzo
in origine è su un demo di 22 canzoni mandato dalla ventiduenne Ruthann
Friedman al
produttore Bones Howe,
già ingegnere del suono dei The Mamas & The Papas. All'epoca è
un walzer dedicato a un hippy per la quale la
ragazza di San Francisco ha perso la testa. Il pezzo piace a Howe ma sa
bene che non
può pubblicarlo con quell'arrangiamento. E così decide di cambiarlo
e lo affida alla band che è stata messa sotto le sue cure, gli
Association, arrivati al terzo album. In teoria all'inizio Howe avrebbe
dovuto
"tenere d'occhio" il loro produttore, dato che il secondo album del
gruppo ha venduto poco in relazione alle aspettative e le colpe
sono state attribuite proprio al produttore. Lui accetta, ma solo a
patto
di occuparsi da solo della produzione. E così avviene. La band viene da
un
momento molto delicato, dato che ha appena dovuto rimpiazzare Gary Jules
Alexander che se ne è andato in India per dedicarsi alla
meditazione
trascendentale... A sostituirlo viene a chiamato il batterista Larry Ramos dei New
Christy Minstrels. La band ha bisogno di un hit. E "Windy", come già detto, sembra poter fare al caso. Ovviamente la band è formata tutta da maschietti e cantare una canzone d'amore per un hippy non è esattamente il loro obiettivo. Così il testo viene leggermente modificato e dedicato a una ragazza. La sessione di registrazione di "Windy" è un tour de force. Iniziata di primo pomeriggio, si conclude solo alle 6.30 della mattina seguente: alle 8:30 la band deve prendere un aereo. i due cantanti, Ramos e il chitarrista Russ Giguere alla fine hanno la voce a pezzi e per i cori devono essere aiutati da tutti i presenti nello studio... In ogni caso il gioco vale la candela e la band ottiene il secondo N. 1 della carriera. E in autunno otterrà un altro grande hit con "Never My Love". Versione italiana ad opera dei Dik Dik. Ah, dimenticavo, a Monterey ci son pure loro (gli Association, non i Dik Dik!). E per parlare del N. 1 che li precede, passiamo dalle armonie vocali del sunshine pop al blue eyed soul... The Young Rascals - Il groovin' della domenica pomeriggio... Anche
i The Young Rascals non vengono da un periodo facile. Dopo un
esordio col botto con due cover, tra cui un N. 1, "Good Lovin'",
i due leader del gruppo, Felix
Cavaliere ed Eddie Brigatti,
hanno deciso di scrivere da se i pezzi della band. Ebbene i nuovi
singoli della band non sono esattamente dei grandi successi. E la cosa
inizia a preoccupare non poco i discografici. Le cose vanno leggermente
meglio con il terzo singolo scritto dai due (il quinto in totale della
band), ovvero "I've
Been Lonely Too Long",
che si arrampica al N. 16 della Billboard Chart. Poi succede un fatto:
Cavaliere si innamora. E con Brigatti fa una tragica scoperta: con i
ritmi di lavoro della band, i due riescono a vedere le rispettive
ragazze solo la domenica pomeriggio. E allora, perchè non scriverci su
una canzone? Un pezzo che dica che non c'è niente di meglio del passare
la domenica pomeriggio dedicandosi a del buon GROOVIN'... Il
pezzo è un mix tra sonorità cubane e il soul bianco tipico della band
che ha tra i suoi estimatori gente come Rolling Stones, Beatles e
Animals. E l'interpretazione di Cavaliere è ispirata a quelle del suo
idolo, Ray Charles. "Groovin'" tuttavia non sembra piacere granchè ai
discografici e Jerry
Wrexler, il Presidente della Atlantic Records,
non intende pubblicarla. La canzone
tuttavia piace all'influente DJ di New York Murray the K,
principale DJ
della prima radio rock FM (WOR-FM), che, ascoltatola, dice subito che
si tratta di un potenziale N. 1. Si reca così da Wrexler, esortandolo a
pubblicarla. Il DJ è un
po' di parte, dato che la band era la "band di casa" del The Gordion
Knot Club, dove
accompagnava proprio Murray durante le sue apparizioni. Tuttavia il
fiuto del leggendario DJ è indiscutibile. E il pezzo diventa il
secondo dei tre N. 1 della band.Il brano passa due settimane in vetta alla classifica americana a maggio. Poi, il 3 giugno molla l'osso per due settimane, a vantaggio di un pezzo di cui vi parlerò tra poco. Poi, riconquista la vetta, rimanendovi per altre due settimane. E nel frattempo, diventa l'unico Top 10 UK della band, arrivando al N. 8. E ad agosto la band piazza un altro singolo nella Top 10 di Billboard, la bella A GIRL LIKE YOU. "Groovin'" diventa un hit anche nelle classifiche black e viene rifatta da molti artisti R'N'B, tra cui Marvin Gaye e Gladys Knight. E anche dall'artista che per due settimane "ruba" la vetta della classifica ai The Young Rascals... E vi assicuro che è un'artista di Rispetto... Aretha Franklin - Lady Soul vuole Rispetto! Jerry Wrexler. Ne ho parlato poco fa. Non gli sarà piaciuta "Groovin" ma non si può certo definirlo un ottuso discografico, anzi! Prima di dedicarsi all'attività discografica è giornalista per Billboard e conia il termine "Rhythm And Blues". Di fatto il suo contributo alla nascita del colosso Atlantic è fondamentale. Ha già lavorato come produttore a dischi chiave della carriera di Ray Charles. E tra qualche anno metterà sotto contratto i Led Zeppelin. E nel 1967 realizza un altro colpo leggendario. Che gli varrà il premio di discografico dell'anno. Cosa
è successo di preciso? Beh, c'è una ragazza di nome Aretha, figlia di
un reverendo e cresciuta a Detroit, che per sei
anni è rimasta nelle retrovie della Columbia, senza vendere un disco (e
ha inciso 9 album!).
Jerry si accorge di lei e della sua splendida voce e convince il Grande
Vecchio della Atlantic, il fondatore Ahmet
Ertegun
a metterla sotto contratto. Non che Ertegun accetti di buon
grado. La ragazza non è decollata per tanto tempo ed è quel che si può
definire un "investimento rischioso". Ma Wrexler sa quello che fa ed è
certo di avere tra le mani un autentico diamante grezzo. Su
sua insistenza, convince Ertegun a mandare un
registratore a
4 piste in Alabama allo studio di
Rick Hall, dove la ragazza registra la sua prima sessione, alla
presenza di Wexler, Arif
Mardin e Tom Dowd. Wrexler dice di aver visto l'insicura ragazza
trasformarsi e diventare una fuoriclasse. Certo, la sessione non è
tutta rose e viole. Aretha subisce degli apprezzamenti pesanti da parte
della band. Lei e il marito, suo manager, Ted White, litigano con tutta
la band e la sessione finisce con tutti che si mandano a quel paese. Ma
in quella sessione viene incisa una canzone che diventa il primo Top 10
della cantante: è "I Never
Loved A Man The Way I Loved You". A
questo punto, avendo scoperto che la ragazza può
vendere, la Atlantic
pensa subito che quello che serve ora è un suo album.
E il
disco, saggiamente, dopo quello che è successo in Alabama, viene
registrato a New York in una
settimana con il quartetto dei Muscle Shoals Rhythm Section. Nascerà
l'album capolavoro che prende il titolo dal suo primo hit. Durante
le
registrazioni Aretha dice che le piace molto un
pezzo che ha registrato in Alabama. Si tratta di RESPECT
(qui
in versione live), già cantata
da Otis
Redding l'anno prima (l'ha portata al N. 35 USA). E inizia a
cantarla con la sorella Carolyn, cambiandone il punto di vista, che
diventa non solo razziale, ma anche e soprattutto femminista,
aggiungendo un formidabile ritornello, con il coro "Just A Little Bit",
per tacer di come il "R-E-S-P-E-C-T"
viene reso in modo pirotecnico. Il ponte del pezzo
deriva invece dall'assolo di sax di "When
Something Is Wrong With My
Baby" di Sam & Dave. Ne esce una richiesta
di rispetto su tutti i fronti, anche quello sessuale
("Sock it to me").
Ma non lo implora. Lo pretende! Quasi una rivalsa dopo 6 anni
di frustrazioni subite. Praticamente il pezzo ha N. 1 scritto addosso e così è. Anche il grande Otis lo ammette: "quella donna mi ha rubato il pezzo!" (nel senso buono del termine, ovvero che Aretha l'ha fatto proprio). E dopo quel brano la ragazza non sarà più solo Aretha Franklin, la ragazza, ma Lady Soul, una Signora che mette a segno sei Top 10 consecutivi. E intanto "Respect" diventa il primo hit di Aretha oltremanica. Diventato un superclassico, il pezzo figurerà in numerosi film, tra cui "Forrest Gump" e "Platoon", per tacer della versione demenziale della suora canterina in "L'Aereo Più Pazzo del Mondo" (per la cronaca la suora canterina è Maureen McGovern, cantante da Oscar di "The Morning After", tratta dal catastrofico "L'avventura del Poseidon" ). Nel 1989 la cantante Adeva otterrà un piazzamento nella Top 20 UK con la sua versione house del pezzo. Aretha replica già ad agosto, portando nella Top 5 BABY I LOVE YOU, che arriverà al N. 4 il 9 settembre. Mai canzone dal titolo così semplice fu resa in modo più perfetto... E dato che oramai siamo approdati in territorio Soul, eccovi una bella carrellata sul genere... Soul Deep L'abbiamo nominato prima. Anche Ray Charles è in
classifica questa estate, con HERE WE GO AGAIN, N. 15 a luglio. Questo
brano, in origine incluso nell'album "Ray Charles
Invites You to Listen" verrà rifatto dal musicista assieme a
Norah Jones nel 2004 per il suo album di duetti "Genius Loves
Company", pubblicato postumo.5th Dimension - Una mongolfiera sale in classifica E
"The Genius" è tra i numi tutelari del quintetto che si avventura per
la prima volta nella Top 10 americana questa estate. Si tratta infatti
di una band che nasce sulle ceneri degli Hi-Fis,
gruppo che è stato in tour nel 1964 con Ray Charles e il cui
singolo di debutto è stato prodotto proprio dal grande Ray. E dal
dissolvimento degli Hi-Fis derivano ben due gruppi di successo. Uno
sono i Friends Of
Distinction. L'altro è quello formato da Lamonte McLemore e Marilyn McCoo, a
cui
si aggregano a Florence
LaRue, Billy
Davis, Jr. e Ronald
L. "Ron" Townson. Ovvero i 5th Dimension. UP-UP
AND AWAY
è l'imperativo che li porta al N. 7
USA in luglio, diventando il primo dei 7 Top 10 USA dei cinque. Mai
titolo fu più adatto per scalare le classifiche. La canzone è stata
scritta da Jimmy Webb
che per l'occasione si è
ispirato a un viaggio promozionale per una radio fatto con l'amico
William F. Williams su una mongolfiera. Un pezzo per palloni gonfiati?
Evidentemente nel 1968 le mongolfiere tireranno, dato che il pezzo si
porterà a casa il Grammy come miglior canzone...Da notare che tuttavia la Quinta Dimensione al momento si trova sbarrate le porte della classifica albionica: oltremanica infatti il pezzo entra in classifica nella versione ad opera della one hit wonder Johnny Mann Singers, che si assesta al N. 6 in agosto. Ah, Johnny Mann non è però una meteora: ha curato la parte musicale della serie animata dei Chipmunks (doppiando uno dei tre scoiattoli canterini) e sarà autore di molti jingle pubblicitari, vincendo 5 Grammy... Torniamo dalla gita in pallone per dimenarci a terra? Tra
i grandissimi in circolazione c'è anche il già nominato Otis Redding, con SHAKE.
E c'è pure la band che gli fa da gruppo di accompagnamento, i Bar-Kays, con la
funkeggiante SOUL
FINGER (da noi rifatta dai Primitives come "L'incidente").
Purtroppo gran parte della band scomparirà nel tragico incidente aereo
che a dicembre porrà fine alla vita di Redding. I due membri superstiti
tuttavia riformeranno la band, che otterrà un buon successo per tutti
gli anni '70, compresa l'era disco. E
parlando di era disco, vi
ricordate quando ho parlato di Peaches
& Herb nella Primavera
1979?
All'epoca saranno al massimo del successo nella nuova reincarnazione.
Ebbene
il duo, formato da Herb
Fame con la Peaches originale, ovvero Francine
"Peaches" Barker (il soprannome deriva dalla guance, che
sembrano pesche), è già nella Top 20 USA
questa estate, con FOR YOUR
LOVE, quarta versione del pezzo che entra nella Hot 100 di
Billboard. E finiamo con il Motown
Sound, e non potremmo far meglio. I Four Tops invece
piazzano in Top 20 sia negli USA che in UK la goticheggiante 7
ROOMS OF GLOOM, sempre confezionata dal trio delle meraviglie
Holland-Dozier-Holland.
Ma la vera Stella della casa di Detroit è Stevie Wonder,
che ottiene
un grande N. 2 USA con la sua I WAS MADE
TO LOVE HER,
fermata solo dai
Doors. Il brano è stato scritto da Stevie
assieme alla madre, Lula Mae
Hardaway, a Sylvia Moy e al produttore Henry Cosby. Inserito nell'album
onomino (che contiene anche una cover di "Respect"), arriva ad agosto
anche nella Top 5 britannica. Di questa canzone esistono numerose
cover, ad opera, tra gli altri, di The Beach
Boys, Jimi
Hendrix e, in versione al femminile, Whitney
Houston con Lauryn Hill.
Per tutti i gusti direi! Un piccolo mistero riguarda la linea
di basso
presente in questo brano: son ben due gli autori che se ne contendono
la paternità: James Jamerson e Carol Kaye. Sebbene alla fine sembra che
sia stata opera del primo... Primo
hit per il duo formato da Marvin
Gaye e Tammi Terrell. Si tratta di AIN'T NO
MOUNTAIN HIGH ENOUGH,
scritta da Nick Ashford e Valerie Simpson. Il pezzo, oggi considerato
un classico arriva al N. 19 USA a luglio. Verrà rifatto e portato al N.
1 nel 1970 da Diana Ross.
E parlando di Diana... Non è proprio un'estate tranquilla quella delle Supremes: il 28
giugno il gruppo si esibisce per la prima volta con il nome di Diana
Ross & The Supremes al Flamingo di Las Vegas. Dopo il primo
concerto Florence
Ballard viene licenziata e sostituita da Cindy
Birdsong. La Ballard non accettava che la Ross
avesse un
ruolo di primo piano a scapito suo e di Mary Wells.
E la situazione la porta verso crisi depressive. Gordy attende un suo
passo falso, e questo avviene a Las Vegas. La sua carriera solista non
decollerà e si spegnerà a soli 32 anni nel 1976 per una trombosi
coronarica. Ma tornando al 1967, all'inizio di giugno le ragazze
son ancora presenti nelle Top 10 su ambo le sponde atlantiche con il N.
1 USA di maggio THE
HAPPENING. Il pezzo, confezionato dai "soliti"
Holland-Dozier-Holland, è
tratto dalla colonna sonora del film omonimo con Anthony Quinn (da noi
uscito col titolo "Cominciò per gioco"). E così passiamo a parlare di
cinema...Cinemabilia Nonostante
il film sia uscito nel dicembre 1965, c'è
ancora in
circolazione nella classifica dei singoli tedesca LARA'S
THEME, tema portante della colonna sonora de "Il Dottor Zivago" di David Lean.
Del pezzo esistono miliardi di versioni, cantate e strumentali, che
hanno scorrazzato nelle classifiche per tutto il 1966. Solo in Italia
in classifica se ne contano almeno 4-5 versioni. Ma dato che siamo dei
puristi con la puzza sotto il naso (è plurale maiestatico!),
consideriamo solo la versione strumentale originale, che
proprio in questi mesi è nella classifica tedesca. è
quella realizzata dall'autore, il grande Maurice Jarre.
Jarre non è
nuovo a collaborazioni con
il regista David Lean, sua infatti è anche la sontuosa colonna sonora
di "Lawrence D'Arabia".
Quando Lean gli chiede di inserire nella colonna sonora di "Zivago" un
pezzo dedicato alla protagonista femminile, interpretata dalla
splendida Julie Christie,
gli suggerisce di andare sui monti con la
fidanzata per trovare l'ipirazione. Evidentemente l'espediente ha
funzionato. Ha funzionato al punto che al montaggio Lean e il
produttore
Carlo Ponti alla fine tagliano molto del resto della colonna sonora
realizzata da Jarre
per infilare un po' ovunque il Tema di Lara. Il musicista non gradirà
il trattamento, ritenendo che la sua colonna sonora sia stata rovinata.
Si sarà consolato con i diritti d'autore? Sembra di si, dato che
tornerà a lavorare con Lean nel 1970 per "La Figlia di Ryan"... Tra i film che invece rappresentano
al meglio la Swingin' London degli
anni '60 c'è sicuramente "Alfie",
con Michael Caine e Shelley Winters. La canzone del film, ALFIE,
stavolta è realizzata nientemeno che da Burt Bacharach e Hal David.
Il pezzo si apre con una serie di domande ("What's it all about, Alfie? Is
it just for the moment we live?")
rivolte al playboy superficiale protagonista del film e che, di fatto,
sono gli interrogativi che sorgono proprio durante il film. Burt
Bacharach dirà che il pezzo potrebbe essere il miglior pezzo scritto
dai due, sebbene ammetterà che è stato complicato scriverlo, in quanto
son partiti prima dal testo, prassi non abituale per i due. Da notare
che la
versione in classifica questa estate, ad opera di Dionne Warwick,
l'interprete favorita dei due autori, non è quella originale del film.
La prima versione è di Cilla
Black,
britannica come il film e i suoi produttori, che appunto vogliono una
cantante albionica. E Cilla la porta nella Top 10 britannica nella
primavera 1966. Quando il film sbarca negli USA, la United Artist,
distributrice del film, decide di far cantare il pezzo a Cher,
che ha sotto contratto. Ebbene, sembra che entrambi le versioni non
siano piaciute granchè a Burt e Hal. E così i due decidono di fare la
"loro" versione, chiamando a cantarla la Warwick (che, a quanto pare, è
"solo" la 43esima a inciderla...). E Dionne ne fa una versione
corrispondente ai loro voleri, che
esce 9 mesi dopo quella di Cher. Evidentemente conforme anche ai voleri
del pubblico che gradisce: mentre quella di Cher si è fermata al N. 33
USA,
quella di Dionne arriva al N. 15, diventando, negli USA, LA versione
definitiva del pezzo...Anche il film conoscerà quasi 40 anni dopo una nuova versione, affidando il ruolo che fu di Michael Caine a Jude Law. Un remake tutto sommato inutile (come gran parte dei remake...). Come si può vedere anche in ambito cinematografico, la Gran Bretagna è molto trendy, sia con i kolossal di David Lean, sia con le commedie sociali. Ma il prodotto cinematografico d'esportazione N. 1 del Regno Unito è un altro: James Bond, l'Agente 007. In
circolazione ci son addirittura due film dedicati all'Agente al
servizio di Sua Maestà. Il primo a uscire è una scalcinata parodia "non
ufficiale" dei film di James
Bond, "Casino Royale",
tratta liberamente dall'omonimo romanzo di Fleming e interpretata da un
supercast con Peter Sellers,
David Niven, Orson Welles, Ursula Andress, Woody Allen, Deborah Kerr,
Jaqueline Bisset e pure Barbara Bouchet. Il film conta addirittura
tre registi e il casino che il film vive in fase di lavorazione
traspare alla
grande sulla pellicola. Più godibile se vista di seguito alla versione
"seria" uscita nel 2006. A realizzare la
colonna sonora vengono chiamati ancora Burt Bacharach e Hal David. Se
il pezzo più noto è di sicuro "The Look Of Love", nell'interpretazione
di Dusty Springfield (qui in versione live).
Curiosamente la versione della Springfield, che verrà nominata agli
Oscar, è stata un hit minore negli USA in primavera, mentre in UK
proprio non entra. Questa estate invece c'è in classifica la
title-track CASINO
ROYALE, affidata ad Herb
Alpert e ai suoi Tijuana Brass. E il
12 giugno debutta al cinema il quinto episodio "ufficiale" dell'Agente
Segreto: "Si Vive Solo
Due Volte".
Ed è un altro centro per il massimo prodotto d'esportazione britannico
con i Beatles (sebbene i due sembrino inconciliabili, visto che in una
scena di un film - mi pare "Goldfinger" - il nostro dirà che
l'unico modo per ascoltare i Fab Four è mettendosi i tappi negli
orecchi... Bisognerà aspettare il 1972
per la definitiva riconciliazione, quando Macca farà il tema
dell'ottavo film di 007...). La canzone del film, YOU ONLY
LIVE TWICE, questa volta viene affidata a Nancy Sinatra,
reduce dall'accoppiata con paparino Frank (SOMETHING
STUPID). Sembra che la ragazza sia stata molto nervosa
durante la registrazione del pezzo scritto da John Barry,
tanto che è uscita dallo studio più volte. Barry nel 1998 ammetterà che
la
versione finale è il risultato di 25 diverse registrazioni... A dire il
vero Nancy non è la prima scelta. Per prima viene chiamata Julie
Rogers. Poi quella versione, più legata ad atmosfere
orientali, viene scartata. Un altro demo del pezzo, una versione soul
interpretata da Lorraine
Chandler è stata invece un successo nell'ambito
della scena Northern Soul. Direi che tutte e tre le versioni sono
interessanti...La versione di Nancy arriva al N. 11 UK, accoppiata a JACKSON, eseguita dalla cantante in coppia con Lee Hazlewood, già autore e produttore del grande successo di Nancy del 1966 "These Boots Are Made for Walkin'". La coppia sarà protagonista di un intero album nel 1968, con cui daranno vita al "country psichedelico" (ricordate "Some Velvet Morning"?). "Jackson" è il primo grande hit del duo e arriva anche al N. 14 USA. E
a questo punto un vero link
cinematografico. Una
canzone di Nancy (la sua versione di "Bang Bang") comparirà sui titoli
di testa di un film ("Kill Bill Vol. 1") di un regista (Quentin
Tarantino) che nel 1994 (in "Pulp Fiction") rilancerà alla grande un
pezzo che è nelle classifiche nell'estate del 1967. Si tratta di GIRL,
YOU'LL BE A
WOMAN SOON, che il 27 maggio si piazza al N. 10 della
Billboard Chart, diventando il secondo Top 10 del suo
autore/interprete, Neil
Diamond. Nella colonna sonora del film di Tarantino, dove commenta
un formidabile balletto con sniffata quasi mortale di Uma Thurman,
il pezzo comparirà nella versione degli Urge Overkill. Da
notare che il
vecchio Diamond all'inizio rifiuterà l'uso del pezzo, ritenendo il film
troppo violento. Poi, dopo lo strabordante successo, ringrazierà
Tarantino... E se parliamo di Musical?
Tra breve (nel 1971) uno dei
musical più popolari del periodo diventerà un film da Oscar. Si tratta
de "Il Violinista Sul
Tetto". Il musical domina Broadway dal 1964 e nel febbraio
1967 approda al West End di Londra con il suo protagonista originale, Chaim Topol (che
interpreterà anche il film). Ebbene Topol questa estate porta
nella classifica di Britannia IF I WERE
A RICH MAN, che arriva al N. 9 a luglio. Come
dite? Che non avete mai visto questo musical ma la canzone
vi sembra di averla sentita di recente? Beh, chiedete a Gwen
Stefani...Ma torniamo a Neil Diamond, o meglio, alle composizioni che scrive per una band di Scimmiotti per parlare di altre band americane in circolazione questa estate... Americana: Scimmie, Tartarughe e... The Monkees - Darwinismo musicale: l'evoluzione delle scimmie in musicisti grazie a una tartaruga E infatti Diamond è l'autore di A LITTLE BIT OF ME, A LITTLE BIT OF YOU (di fatto la "replica" della precedente "I'm A Believer", sempre scritta da Neil Diamond), grande hit primaverile americano e britannico dei Monkees, che arriva al N. 7 tedesco in giugno. Il singolo tuttavia segna un passo importante nella carriera delle quattro scimmie: sul lato B c'è infatti una loro composizione, cosa fortemente voluta dai quattro. I
Monkees sono infatti stanchi di essere etichettati come "band creata a
tavolino" dai produttori TV Bert Schneider e Bob Rafelson.
Per chi non
lo sapesse, infatti sono stati assemblati per uno show televisivo
ispirato dal film "A Hard Day's Night" dei Beatles. L'idea era quella
di
creare i Beatles americani, limitandosi tuttavia alla sola immagine.
L'esperimento commercialmente è un successo clamoroso. Ma ironicamente
vengono subito
definiti i Pre-Fab Four
(ovvero i "Quattro Prefabbricati"). Di fatto
rappresentano gli antenati di tutte le boy band a venire. E, da buona
boy band, sono adorati dalle teenagers americane (di fatto son la band
N. 1 del 1967
negli USA) ma sono anche odiatissimi e
ritenuti finti, dato che i quattro ci mettono le voci, ma non suonano
realmente gli strumenti (almeno nei primi due album). Certo, in futuro
i discografici faran
ben di peggio, ma questa etichetta
ovviamente sta stretta alle quattro scimmie che cercano in tutti i modi
di dimostrare di essere
una band "vera" e credibile. E per riuscirci, a produrre il loro terzo album,
uscito a maggio e intitolato "Headquarters", chiamano Chip Douglas
dei Turtles.
Douglas è il responsabile dell'arrangiamento del grande N. 1 delle
Tartarughe, "Happy
Together". Viene così approcciato dal chitarrista delle
Scimmie Michael
Nesmith dopo un concerto al Whisky A Go Go. Alla proposta
di produrre il terzo album dei Monkees, Douglas dice di "non aver mai prodotto prima un
disco", ma poi, rassicurato da Nesmith, accetta mollando i
Turtles. Douglas prosegue il lavoro con la
band anche dopo il terzo album e
produce il successivo hit della band, PLEASANT
VALLEY SUNDAY, che anticipa il quarto album delle Scimmie, "Pisces, Aquarius, Capricorn
& Jones Ltd.". Scritta da Gerry Goffin e Carole King,
deve il nome a una strada di Orange County nel New Jersey, Pleasant
Valley Way (dove la coppia di autori si è trasferita all'epoca). Di
fatto il pezzo parla della vita nelle periferie. Il brano è un altro passo della
metamorfosi delle Scimmie da prodotto televisivo a band che suona i
propri pezzi. Douglas, produttore, vi suona il basso,
lasciando quindi libero Peter
Tork di suonare le tastiere. Inoltre insegna a Michael Nesmith
il riff di chitarra che apre il pezzo, ispirato a "I Want To
Tell You" dei Beatles (da "Revolver"). La batteria è invece
suonata da un turnista, mentre il batterista della band, Micky Dolenz, canta.
Douglas inoltre vi applica in coda effetti come riverberi ed echi che
di fatto rendono il finale molto psichedelico.Il brano arriva al terzo posto della Billboard Chart il 19 agosto, mentre in UK si piazza al N. 11. In contemporanea il gruppo piazza nella Top 20 USA anche il lato B del singolo, la pop-psichedelica WORDS, che arriva al N. 11 a inizio settembre.
E i The Turtles
come hanno reagisto all'abbandono di Douglas? Beh, son sopravvissuti e
anche bene! SHE'D
RATHER BE WITH ME è un grande Top 3 USA a giugno.
Il pezzo poi replica il successo nella classifica britannica, arrivando
al N. 4 (il maggiore successo oltremanica delle Tartarughe). Il 1967 è
un anno fondamentale per il sestetto. A marzo la loro "Happy Together"
è diventata il loro unico N. 1 USA, sfrattando nientemeno che i
Beatles. Poco dopo avviene l'abbandono del bassista Chip Douglas.
E così Michael
Kaylan, Mark
Volman e soci lo sostituiscono con il bassista e cantante
Jim Pons.
La sostituzione non inficia tuttavia il successo della band,
che sforna come primo singolo proprio "She'd Rather Be With Me",
scritta come l'illustre predecessore, da Gary Bonner e Alan Gordon. Da
citazione obbligatoria il titolo della versione italiana del pezzo, ad
opera di Elio Cipri: "Torna a casa ragazzina beat"! I
Turtles rappresentano alla perfezione il tipo di band nata in America
all'indomani della Prima British Invasion. Per riconquistare il
pubblico e le classifiche a stelle e strisce, molte band americane
imparano a perfezione la lezione dai gruppi di Sua Maestà, la
applicano
perfettamente, spesso spruzzando con il folk rock di casa le sonorità
d'oltremanica. E ora le stesse band, autrici del cosiddetto Sunshine
Pop, ovvero Pop Solare, stanno aggiungendo un altro
ingrediente alla
ricetta: la psichedelia, creandone di fatto al variante pop. E chi sta
passando con successo dal pop puro al pop psichedelico
è Tommy James,
che con i suoi Shondells
ottiene un altro piazzamento nella Top 10 USA con MIRAGE
(con video youtubesco davvero simpatico). C'è
però chi invece tenta di restare aggrappato al "vecchio pop puro".
Come gli Every Mother's Son, la cui COME ON
DOWN TO MY BOAT
arriva al N. 6 USA a luglio. In teoria la band, secondo le menti della
MGM Records dovrebbe costituire una valida alternativa, con la sua
immagine "pulita" e canzoni facili dai testi tutt'altro che evocativi,
alle varie band psichedeliche e hippy in circolazione. In realtà il
gruppo sarà una perfetta one hit wonder. Tuttavia la formula verrà
applicata tra breve, con le dovute correzioni, da altre etichette, e
specialmente dalla Buddah
Records. E le si darà anche un nome: bubble gum pop. Al N. 3 USA a cavallo tra maggio e
giugno ci sono invece gli
Happenings,
con la loro versione "alla Beach Boys" di I GOT
RHYTHM, brano classico di George
e Ira Gershwin che risale al 1930 e già immortalato da Gene Kelly nel 1951,
nello splendido "Un
Americano A Parigi".
Riguardo agli Happenings, non riusciranno più a ripetere il successo di
questo hit e del suo predecessore, anch'esso N. 3 USA, "See You In
September". Tuttavia un loro membro, David Libert,
diverrà manager di artisti come George Clinton e i suoi
Parliament/Funkadelic, i Vanilla Fudge, le Runaways e i Living Colour. L'8
luglio arrivano al N. 2 USA i Music
Explosion, con LITTLE
BIT O'SOUL.
La band proviene dall'Ohio e di fatto rappresenta il termine di
transizione tra il beat, oramai in declino, e il bubble gum pop che tra
breve trionferà in classifica. Il singolo resta tuttavia il loro unico
successo. Si potrebbe dire un'eplosione intensa, ma di breve durata... HIM
OR ME - WHAT'S IT GONNA BE è un N. 5 USA a giugno
per Paul Revere
e i suoi Raiders. Revere e i suoi compagni, nati come
"risposta alla
British Invasion", e spesso vestiti nelle uniformi della Guerra
D'Indipendenza
Americana, nonostante l'immagine farsesca, sono all'epoca la band N. 1
della Columbia grazie a un pop rock convincente. Una tra le band pop rock più
popolari dell'anno oltreoceano tuttavia ha
un
nome che più inglese non potrebbe essere. E la cosa divertente è che son italo-americani! Sono i The Buckinghams che
nel corso del 1967 rastrellano ben tre Top 10 (di cui un N.
1). MERCY,
MERCY, MERCY, N. 5 a agosto, è il terzo. Si tratta
di una cover di un pezzo jazz strumentale, composto da Joe Zawinul e
inciso dal sassofonista Julian
"Cannonball" Adderley. Da noi gli Showmen la battezzeranno "Credi, credi, credi a me".
Ma gli inglesi non stanno certo a dormire... Ancora Britannia... The Kinks - Scene al tramonto da una finestra "Terry meets Julie, Waterloo Station every Friday night" Tra le grandi band della prima
Invasione Britannica, ci sono
in circolazione anche i Kinks del grande Ray Davies, che
piazzano, tra maggio e giugno, al N. 2 UK la splendida WATERLOO
SUNSET. Ray ha iniziato a scrivere il pezzo
qualche anno prima. All'inizio la composizione si intitola "Liverpool
Sunset". Poi tuttavia i Beatles hanno pubblicato "Penny Lane"
e
Davies decide allora di cambiare il titolo per evitare paragoni. La
canzone viene così ambientata a Londra, e descrive un tizio che osserva
da una finestra il mondo esterno, compresi due amanti che si incontrano
alla Waterloo Station
al tramonto. Va detto che Davies è legato a quelle zone, in quanto
quando era studente alla Croydon Art School era solito
attraversare il Waterloo Bridge. Il bellissimo testo è molto personale,
tanto che l'autore è quasi restio a farlo leggere al resto della band.
Come dirà il fratello Dave Davies, sembrava che Ray lo considerasse la
pagina di un diario segreto che nessuno poteva leggere. Secondo alcuni
i due amanti citati nel testo altri non siano che gli attori Terence
Stamp e Julie Christie, all'epoca impegnati in una storia d'amore molto
chiaccherata. In realtà
Ray sembrerebbe smentire questa
versione, indicando in Terry il proprio nipote. In ogni
caso il
ritratto di quest'uomo solo che attraverso la finestra vede degli
sconosciuti - a cui da dei nomi di fantasia, che potrebbero essere
quelli degli attori famosi - vivere la vita che
vorrebbe, rimane uno dei testi più belli sfornati dal grande
Ray. Il pezzo, che è il preferito di Paul Weller e di Tim
Finn (Crowded House), tornerà nella Top 20 britannica nel
1997, con al cover ad opera di Cathy
Dennis. Intanto, in agosto Dave
Davies, fratello di Ray, piazza nella Top 3 albionica la melanconica DEATH
OF A CLOWN,
il suo singolo di debutto e unico hit solista (da noi noto anche come "Un figlio dei fiori non pensa al domani", ad opera dei Nomadi in piena fase "flower power", dal testo ovviamente stravolto). Il brano, scritto da
Dave con Ray, finirà nel prossimo album dei Kinks, assieme a "Waterloo
Sunset", nel prossimo album della band, "Something Else by
the Kinks",
che uscirà a settembre. L'album segnerà la definitiva trasformazione
dei Kinks da
band da singoli a band da album. Immeritatamente non venderà,
come pure il suo splendido successore, "The
Kinks Are The Village Green Preservation Society".
Si potrebbe parlare di pessimo tempismo: la band infatti guarda al
passato, mentre al momento il mercato è proteso verso il futuro
rappresentato dalla psichedelia. E i Kinks sono tra i pochi a non
flirtare massicciamente con il genere. Oggi quei dischi son considerati
capolavori. C'è
invece una band della British Invasion che flirterà con la
psichedelia. Sono gli Hollies.
Gli Agrifogli ottengono questa estate un grande hit mondiale con CARRIE-ANNE. Questa
canzone, scritta da Tony
Hicks e ispirata a "Mr.
Tambourine Man"
dei Byrds (le cui armonie vocali influenzano anche quelle degli
Hollies), è stata registrata in velocità a maggio. Dedicata (sembra) a Marianne Faithfull,
all'epoca musa e compagna di Mick Jagger, dopo essersi involata al N. 3
UK tra giugno e luglio, arriva nelle Top 10 germanica e americana in
agosto. È un buon momento per la formazione di Manchester negli Stati
Uniti, dato che questa estate piazza nella Top 40 a stelle e strisce
altri due singoli, ON THE
CAROUSEL (N. 11 a fine maggio) e PAY
YOU BACK WITH INTEREST
(N. 28). "Carrie-Anne" tuttavia segna anche la conclusione del periodo
"pop" del gruppo. A giugno esce infatti il nuovo album della band, "Evolution",
che segna l'inizio delle sperimentazioni psichedeliche del gruppo, che
adotta per l'occasione un suono decisamente più duro. Anche gli
Hollies, come Beatles e Kinks, scelgono di non estrarre alcun singolo
dal loro nuovo album, costituito esclusivamente da pezzi scritti dalla
triade Allan Clarke, Graham Nash e Tony
Hicks. L'album ottiene un discreto successo, arrivando al
N. 13 britannico. Come detto prima, i Cream
di Eric Clapton, Ginger Baker e Jack Bruce hanno deciso di
non partecipare al Festival Pop di Monterey. Il
blues-rock dalle venature psichedeliche del power trio sbarca
trionfalmente negli States, e proprio a San Francisco, qualche mese
dopo, il 29 agosto, sbancando il Fillmore con 6 concerti da tutto
esaurito. Nel frattempo i britannici possono assaporare il
primo assaggio del secondo album dei tre. Si tratta di STRANGE
BREW (qui
versione live), N. 17 UK a luglio. Il pezzo è basato sulla
rielaborazione di un brano blues, "Lawdy Mama",
che la band è solita suonare. Al brano originario viene cambiato il
testo, adoattando quello scritto dal produttore della band, Felix Pappalardi e
da sua moglie Gail
Collins. Qualche anno dopo lei lo ammazzerà...Da notare tuttavia che il pezzo non è amato da Jack Bruce, dato che questi non ha la possibilità di cambiare la propria parte di basso, che viene mantenuta invariata, irritandolo non poco. Intanto la scena del blues rock britannico si arricchisce di una nuova band che deriva dai Bluesbreakers di John Mayall. A fondarla sono Mick Fleetwood e Peter Green. Si chiamano Fleetwood Mac ed esordiscono il 12 agosto al National Jazz And Blues Festival a Windsor. Le ascendenze rock blues sono invece
oramai un lontanissimo
ricordo per i Manfred
Mann,
che ormai son dediti a un pop facile. La band, che deve il
nome al tastierista, sta ottenendo un grande successo con un brano
scritto da Tony Hazzard, HA HA SAID
THE CLOWN
che, dopo aver raggiunto la quarta posizione britannica in primavera,
arriva in vetta alla classifica teutonica a luglio. In America
invece va in classifica la versione
del brano ad opera degli Yardbirds.
La band che ha avuto chitarristi come Eric Clapton e Jeff Beck,
attualmente vede ancora tra le proprie file Jimmy Page.
Praticamente il
gotha della chitarra è passato per le sue file. Tuttavia il singoletto
di questa estate è realizzato dal solo cantante Keith Relf.
Ormai
"gli uccelli da cortile" (come li definì l'innefabile Bongiorno a un
San
Remo) son alla frutta e presto si scioglieranno. E Page formerà una
band che
prenderà il nome da un dirigibile... OKAY!
è invece il quinto Top 10 britannico per Dave Dee, Dozy, Beaky, Mick And
Tich.
Il quintetto dallo strano nome arriva al N. 4 UK a inizio luglio,
successo subito replicato in Germania, dove arrivano al N. 5, grazie a
un pop facile facile di stampo bubble gum. Seguiranno altri tre Top 10
UK, tra cui un N. 1. Tra agosto e settembre arriva al N.
4 UK invece THE
HOUSE
THAT JACK BUILT per gli Alan
Price Set, la band formata nel 1965 da Alan Price,
virtuoso dell'organo Hammond, dopo che ha clamorosamente lasciato gli
Animals al massimo del successo. Sembra che l'ispirazione per il pezzo
satirico, che praticamente descrive un manicomio, sia venuta a Price
dopo un concerto al St. Lukes College Exeter: la band ha come camerino
una stanza sul cui soffitto son dipinti i segni dello zodiaco (gli
stessi che dipinge il personaggio del fratello Nigel sulle scale nella
prima strofa del pezzo).
I Campioni del Facile Ascolto Frankie Valli - Lo sguardo incollato alla classifica
Engelbert Humperdinck - Il Re del facile ascolto per la menopausa
E dato che l'abbiamo evocato,
parliamo anche di Tom
Jones, che
arriva al N. 2 UK con I'LL
NEVER FALL IN LOVE AGAIN,
che non va confusa con il
quasi omonimo pezzo di Bacharach e David. Il 1967 è un anno importante
per Tom anche perchè per la prima volta si esibisce al Flamingo, a Las
Vegas.MARY IN THE MORNING di Al Martino e IN THE CHAPEL IN THE MOONLIGHT di Dean Martin sono altri perfetti esempi di "musica da papà" da Top 30 USA. Fa un po' specie vedere tali brani accostati in classifica a quelli di Doors e Jefferson Airplane. In effetti siamo proprio in un periodo di cambiamenti epocali in cui c'è tutto e il suo contrario. Il
buon Dean tra l'altro definirà "la
miglior cantante in circolazione" un'interprete di El Paso
che sta ottenendo questa estate un clamoroso successo in UK con una
cover in inglese di un pezzo di Gilbert
Bécaud, "Seul sur son etoile". Si tratta di Vikky Carr
(vero nome Florencia Bisenta de Casillas
Martinez Cardona), la cui IT MUST BE
HIM
arriva a luglio al N. 2 UK albionico, fermata solo dai
Beatles.
Nonostante abbia già ottenuto un discreto successo nel 1962 in
Australia, ottiene il suo primo grande hit mondiale
grazie a questo brano, che a novembre troveremo al N. 3 USA. Inoltre ne
registrerà versioni in
varie lingue, compresa la nostra. Sebbene non riuscirà più a
replicare il colpo, rimarrà piuttosto popolare negli States per gli
anni a venire. E negli anni '80 e '90 diventerà estremamente popolare
nei paesi latini, cantando in spagnolo.Ma ci sono in circolazione anche due fanciulle britanniche che non scherzano in quanto a successo... Petula Clark - Tra moglie e marito non mettere la mantella... Petula
Clark, dopo aver portato nella Top 3 USA un pezzo scritto nientemeno
che da Charlie Chaplin
("This
Is My Song"), ci canta DON'T
SLEEP IN THE
SUBWAY.
Beh, in effetti dormire in metropolitana non sembra proprio
l'ideale. Scherzi a parte, si tratta dell'invito con cui una
moglie cerca di fare pace col marito dopo una lite. Scritto da una vera
coppia, ovvero il produttore Tony
Hatch e la moglie Jackie
Trent, il delizioso
brano è in realtà derivante dall'unione di tre canzoni incomplete di
Hatch. I
britannici apprezzano, portandola in Top 20, ma a raccogliere con
entusiasmo l'invito son soprattutto gli americani, dato che il singolo
arriva al N. 5 della Billboard Chart a luglio. Sarà tuttavia l'ultimo
grande hit americano della Clark, che affermerà di considerarlo il suo
pezzo preferito.Una curiosità: una radio del Texas si rifiuta di trasmettere il pezzo perchè il suo proprietario (di sicuro fan di Humperdinck) è convinto che il testo reciti: "take off your clothes and close the door" ("togliti i vestiti e chiudi la porta"). Ma in realtà la mogliettina chiede al marito solo di togliersi la mantella ("cloak")... È un
buon momento per
le cantanti britanniche. In Germania sta facendo faville Sandie Shaw
con la sua PUPPET
ON A STRING, la canzone che ha stravinto all'Eurofestival. Il
pezzo domina la chart teutonica a giugno
dopo aver raggiunto al cima di quella UK in primavera (ne
riparleremo). La cantante
scalza (come è stata battezzata da noi) tuttavia oramai è arrivata al
termine del suo
periodo d'oro. E infatti il suo singolo successivo, MIDNIGHT
IN TOKYO, non va oltre la 21esima posizione UK.Ma, a fianco di queste interpreti, sta emergendo una nuova figura musicale femminile... Janis Ian - La ragazza prodigio e la sua storia proibita La
cantautrice newyorkese Janis
Eddy Fink (questo il suo vero nome, Ian è il secondo nome
del fratello)
debutta nella Top 20 USA a soli 16 anni. Il brano che le
permette
di arrivare al N. 14 americano è SOCIETY'S
CHILD (Baby I've Been Thinking). La ragazza ha scritto il
pezzo tra i 13 e i 14 anni. Ma non si tratta della solita sbobba
adolescenziale "m'ama non m'ama". Tutt'altro! Parla
infatti di una storia d'amore interrazziale che la protagonista è
costretta a troncare perchè pressata dalle convenzioni della
società. Janis all'epoca vive infatti in una zona a
maggioranza
nera e osserva la cosa da ambo i lati della barricata: mentre si parla
di diritti civili, nota che il razzismo, reciproco, è durissimo a
morire. Non dimentichiamo che nell'estate 1967 molte città americane sono attraversate da violenti scontri razziali (tra cui Detroit, dove il 23 luglio muoiono nei disordini 43 persone e vengono dati alle fiamme più di mille edifici) e che la questione razziale è uno dei grandi elementi non risolti degli Stati Uniti. Per tacer del fatto che all'epoca una relazione inetrazziale è argomento decisamente tabù (ricordate anche il film contemporaneo "Indovina Chi Viene A Cena"?) La ragazza è stata scoperta da Shadow Morton, autore e produttore che ha lavorato con il gruppo vocale femminile The Shangri-Las. È di Morton l'idea di cambiare il titolo del brano, originariamente intitolato "Baby I've Been Thinking". Ovviamente l'argomento trattato nel brano viene considerato troppo delicato. Tanto che l'Atlantic, che dopo averlo fatto registrare, restituisce il master alla ragazza rifiutandosi di pubblicarlo. In seguito il Presidente Jerry Wrexler (di cui s'è parlato a proposito di Aretha Franklin) si scuserà ufficialmente con la Ian per un tale comportamento. E a questo punto Morton propone il pezzo alla bellezza di 22 compagnie discografiche prima di trovare quella disposta a pubblicarlo, la Verve Forecast. L'etichetta è una sussidiaria della MGM Records e ha sotto contratto musicisti considerati difficili all'epoca, come Laura Nyro e Richie Havens. È il 1965. Alla prima (e alla seconda) uscita il pezzo passa inosservato. Anche perchè molte radio rifiutano di trasmetterlo, sempre per via del tema trattato. Ci vuole la terza pubblicazione e un passaggio a uno show TV con protagonista il grande Leonard Bernstein (papà di "West Side Story") per lanciarlo. E il successo del singolo lancia anche l'album della ragazza, che diventa a sua volta un successo da Top 20 USA. Lanciando quella che è di fatto una delle antesignane delle moderne cantautrici come Tori Amos. E parlando di debutti, c'è una band che arriva al successo internazionale parlando di una bella disgrazia... The Bees Gees - L'asso nella manica La band è, come è
noto, formata dai tre fratelli Gibb, Barry, Robin e Maurice,
nati nell’Isola di Man, tra la Gran Bretagna e l’Irlanda. Trasferitisi
ancora piccoli a Manchester, i tre iniziano a cantare negli anni ’50.
Narra la leggenda che il debutto in pubblico risalga a un’esibizione al
cinema locale. All’epoca molti ragazzini vengono chiamati sul palco a
mimare dischi in playback. Maurice tuttavia rompe il disco mentre
stanno andando di corsa al cinema. Non avendo un disco da mimare, i
ragazzini cantano dal vivo e ottengono un successo notevole. E così
decidono di darsi alla carriera musicale…Nel 1958 la famiglia Gibb emigra in Australia. Laggiù i fratelli incontrano il DJ radiofonico Bill Gates (no, non quel Bill Gates!), che propone loro di adottare il nome B.G’s (iniziali di Brothers Gibb ama anche di Bill Gates). Il nome nel 1963 diventa Bee Gees, quando i tre firmano per la Festival Records. I tre acquistano una certa notorietà anche come autori di canzoni, che scrivono non solo per se ma anche per altri artisti. Nel 1966 i fratelli tornano in Inghilterra. Tuttavia, non sicuri di ottenere successo in Europa, pensano di tornarsene in Australia, dove il loro singolo "Spicks And Specks" arriva al N. 1 nel gennaio 1967. Prima di tornare in Gran Bretagna, tuttavia, il loro padre, Hugh, manda a Brian Epstein, come già detto manager dei Beatles, dei demo dei ragazzi. Ed Epstein passa i nastri a Robert Stigwood. Un’audizione con Stigwood nel febbario 1967 ed ecco i fratelli sotto contratto per cinque anni. A questo punto la band, che all'epoca è un quintetto che comprende anche il batterista Colin Petersen e il chitarrista Vince Melouney, inizia a lavorare sul primo album internazionale, mentre Stigwood si occupa di una promozione massiccia, in cui non esita a definirli “Il nuovo talento più significativo del 1967” e li paragona nientemeno che ai Beatles. E per lanciare il loro primo singolo adotta una strategia singolare: manda alle radio un disco solo col titolo, senza nome della band, facendo credere che si possa trattare dei Beatles. E il gioco funziona, spedendo il singolo nella Top 20 UK e subito dopo in quella USA. Come debutto internazionale i tre
fratelli che scelgono? NEW YORK
MINING DISASTER 1941 (Have You Seen My Wife, Mr. Jones) (qui
un'esibizione dell'epoca). Un
pezzo che parla di un minatore intrappolato in un disastro minerario
che chiede di vedere la moglie.
Allegro, eh? Beh, i fratelli mostreranno sempre una certa propensione
per temi melodrammatici che sfociano nel tragico o nel macabro. Basti
pensare a che i loro pezzi spesso parlano di funerali, condannati a morte sulla sedia
elettrica, battaglie sanguinose, naufragi e pure in piena
fase disco urleranno
(rigorosamente in falsetto)
alla tregenda.
E quale argomento migliore di un disastro minerario per
un singolo? L'incidente in questione è puramente inventato. Viene
immaginato dai tre mentre son seduti al buio sulle scale di uno studio
della Polydor Records. Per evitare che potesse essere associato a un
evento reale, come quello accaduto poco tempo prima, nell'ottobre 1966
ad Aberfan, in Galles (144 morti, di cui 116 bambini), decidono di
ambientare il fatto nello stato di New York.Una curiosità: nel 1941 c'è stato davvero un disastro minerario, ma in Pennsylvania. Il pezzo presenta una struttura piuttosto complessa, e, come dirà Robin: si tratta di "una totale scopiazzatura dello stile dei Beatles". Da notare che nel 1974 questo brano ispirerà un altro pezzo, "The Great 1974 Mining Disaster" dei Barclay James Harvest. Come seconda mossa i fratelli
pubblicano invece la commovente ballata
soul TO
LOVE SOMEBODY, che ad agosto diventa il secondo Top 20 USA.
Sando alla leggenda il
pezzo sarebbe stato scritto per Otis Redding,
che tuttavia morirà prima di poterlo incidere. In UK invece il
pezzo non ha il successo che meriterebbe. Poco male, rientrerà nelle
classifiche più volte grazie a svariate cover, tra cui vanno ricordate
quella di Nina
Simone (N. 5 UK nel 1969), Jimmy
Somerville (N. 8 UK nel 1990) e Michael
Bolton (N. 11 USA e N. 16 UK nel 1992).E a luglio esce pure il loro primo album internazionale, "Bee Gees 1st". Come visto prima, non è esattamente il loro primo album, tuttavia è il lavoro che li fa conoscere a livello internazionale, piazzandosi al N. 7 USA e al N. 8 UK. E a settembre la band farà uscire un terzo hit da Top 20 americana dall'album, l'inquietante "Holiday", che a dispetto del titolo presenta, guarda caso, un testo davvero cupo. Dopo tanta cupezza occupiamoci invece del pezzo dal titolo più strano tra quelli in circolazione questa estate... Si tratta di I
WAS KAISER BILL'S BATMAN,
titolo che già si presenta da sè. L'allegro motivetto sta a metà tra il
bubble gum pop e la marcia de "Il Ponte Sul Fiume Kwai" cela tuttavia
un mistero riguardo al suo interprete, celato dietro lo pseudonimo Whistling Jack Smith.
Sembra che dietro tale nome si nasconda John
O'Neill, trombettista diventato ceelbre per la sua abilità nel
fischiare. Tuttavia il mistero rimane dato che le esibizioni in TV sono
mimate in playback da un attore. Insomma, un precursore di
molti
succcessi disco e dance? In ogni caso, dopo essere arrivato al N. 5 UK
in primavera, lo troviamo al N. 20 USA e al N. 4 tedesco.E comcludiamo con una notizia dalla germania: in classifica, tra gli Who e Nancy e Frank Sinatra c'è posto anche per Adriano Celentano, che invita a UNA FESTA SUI PRATI... Tedeschi in delirio... USCITE CHIAVE Beh, abbiamo già parlato di una serie impressionante di uscite chiave. Ma ne è rimasta ancora qualcuna di cui parlare, anche perchè all'epoca non è stata fortunata nelle classifiche... Da
San Francisco arrivano anche i Moby
Grape,
che debuttano nel giugno 1967 con l'album omonimo. La band si è formata
a fine 1966 e ha un nome che deriva da una domanda alquanto
psichedelica: "che cos'è
grande, viola e vive nell'oceano?". Ma ovviamente Moby
Uva... Scemenze a parte, la band, formata dal cantante Skip Spence e
Matthew Katz, rispettivamente ex batterista ed ex manager dei Jefferson
Airplane, reclutano il bassista Bob
Mosley, i chitarristi Jerry Miller e Peter Lewis e il
batterista Don Stevenson,
realizzando un album che è destinato ad essere considerato un classico
dell'epoca. Tutto sembra pronto per il lancio della nuova
grande
band USA, che partecipa anche al Festival di Monterey. Purtroppo la
band verrà bersagliata da una serie di sfighe che ne decreteranno il
tramonto in meno di un anno. In primis, la Columbia, con una strategia
promozionale a dir poco suicida, pubblica in contemporanea 10 pezzi
dell'album su cinque singoli creando solo casino (ma all'epoca si
facevano i musicisti o soprattutto i discografici?). In aggiunta due
componenti della band si fanno arrestare il 7 giugno. Imputazione:
"corruzione di minori". Per tacer delle polemiche innescate dal fatto
che Stevenson sulla copertina mostra il dito medio. E dopo il secondo
album Spence darà definitivamente di matto a seguito dell'abuso di LSD
e mollerà la band, dirigendosi a Nashville, sembra in moto vestito in
pigiama, per incidere un suo album solista. Restano grandi pezzi, come OHAMA
(l'unico "hit", N. 98 USA) o l'inno hippy HEY GRANDMA
(verrà rifatta dai Move) e SITTING
BY THE WINDOW. A
giugno esce anche "Goodbye
And Hello" di Tim
Buckley (il padre di
Jeff). Si tratta del secondo album dell'allora ventenne cantautore che
sposa il folk rock delle origini, diventato una gabbia troppo stretta,
alla psichedelia. Il risultato avrebbe dovuto farne una star, e di
questo sono convinti sia la Elektra sia la critica. E invece il
pubblico ingiustamente non lo premia, lascindolo al N. 171 della
Billboard chart. Un vero peccato, perchè perle come la
magnifica PLEASANT
STREET, la title-track
dalle due anime, MORNING
GLORY e I NEVER ASKED TO BE YOUR MOUNTAIN è quasi una
dichiarazione di scuse alla ex moglie e al figlio Jeff, che la canterà
anni dopo dedicandola al padre. Purtroppo Buckley non
conoscerà mai il successo commerciale che avrebbe meritato e se ne
andrà a soli 28 anni nel 1975.Ok, per l'estate 1967 è tutto, o quasi. Appuntamento la prossima volta tra 31 anni. Dall'estate dell'amore passeremo all'estate della Love Parade. Marco Fare clic qui per inserire un commento a questa monografia.  
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