ESTATE 1969
( chart USA + UK + Germania, giugno-luglio-agosto )

# TITOLO INTERPRETE Score
1THE BALLAD OF JOHN AND YOKOThe Beatles983
2HONKY TONK WOMENThe Rolling Stones940
3GET BACKThe Beatles with Billy Preston934
4IN THE YEAR 2525 (EXORDIUM AND TERMINUS)Zager and Evans931
5IN THE GHETTOElvis Presley799
6OH HAPPY DAYThe Edwin Hawkins Singers feat. Dorothy Combs Morrison670
7CRYSTAL BLUE PERSUASIONTommy James and the Shondells604
8MY CHERIE AMOURStevie Wonder582
9BAD MOON RISINGCreedence Clearwater Revival581
10SPINNING WHEELBlood, Sweat and Tears580
11LOVE THEME FROM "ROMEO AND JULIET"Henry Mancini and His Orchestra572
12DIZZYTommy Roe518
13THE ISRAELITESDesmond Dekker and the Aces487
14GOOD MORNING STARSHINEOliver480
15GIVE PEACE A CHANCEThe Plastic Ono Band469
16TOO BUSY THINKING ABOUT MY BABYMarvin Gaye419
17AQUARIUS/LET THE SUNSHINE IN (THE FLESH FAILURES) (MEDLEY)The 5th Dimension417
18WHAT DOES IT TAKE (TO WIN YOUR LOVE)Jr. Walker and the All Stars416
19ONEThree Dog Night408
20SOMETHING IN THE AIRThunderclap Newman405
21LOVE ME TONIGHTTom Jones401
22SWEET CAROLINE (GOOD TIMES NEVER SEEMED SO GOOD)Neil Diamond340
23SAVED BY THE BELLRobin Gibb324
24PROUD MARYCreedence Clearwater Revival313
25BABY, I LOVE YOUAndy Kim306
26TIME IS TIGHTBooker T and the MG's302
27DAS MÄDCHEN CARINARoy Black285
28A BOY NAMED SUEJohnny Cash283
29COLOR HIM FATHERThe Winstons281
30RUBY, DON'T TAKE YOUR LOVE TO TOWNKenny Rogers and the First Edition280
31MOTHER POPCORN (YOU GOT TO HAVE A MOTHER FOR ME) (PART 1)James Brown274
32LIVING IN THE PASTJethro Tull255
33GRAZING IN THE GRASSThe Friends Of Distinction250
34PUT A LITTLE LOVE IN YOUR HEARTJackie DeShannon247
35BREAK AWAYThe Beach Boys244
36MAKE ME AN ISLANDJoe Dolan240
37WAY OF LIFEFamily Dogg232
38TOMORROW TOMORROWThe Bee Gees223
39LOVE (CAN MAKE YOU HAPPY)Mercy220
40I CAN SING A RAINBOW/LOVE IS BLUE (MEDLEY)The Dells214
41HELLO SUZIEAmen Corner213
42MENDOCINOSir Douglas Quintet210
43BABY MAKE IT SOONMarmalade209
44THE BOXERSimon and Garfunkel208
45BLACK PEARLSonny Charles and the Checkmates, LTD.206
46QUENTIN'S THEMEThe Charles Randolph Grean Sounde206
47GOODNIGHT MIDNIGHTClodagh Rodgers202
48MY WAYFrank Sinatra201
49MY PLEDGE OF LOVEThe Joe Jeffrey Group196
50POLK SALAD ANNIETony Joe White192
51IT MEKDesmond Dekker and The Aces181
52WET DREAMMax Romeo172
53GET TOGETHERThe Youngbloods172
54GIMME GIMME GOOD LOVIN'Crazy Elephant170
55THAT'S THE WAY GOD PLANNED ITBilly Preston167
56LET MEPaul Revere and the Raiders feat. Mark Lindsey161
57CONVERSATIONSCilla Black160
58LAUGHINGThe Guess Who159
59CHOICE OF COLORSThe Impressions156
60JE T'AIME. MOI NON PLUSJane Birkin and Serge Gainsbourg155
61MAN OF THE WORLDFleetwood Mac154
62BIG SHIPCliff Richard153
63LIGHTS OF CINCINATTIScott Walker146
64WHAT IS A MANThe Four Tops146
65THE TRACKS OF MY TEARSSmokey Robinson and The Miracles145
66IT'S GETTING BETTERMama Cass144
67THESE EYESThe Guess Who144
68FROZEN ORANGE JUICEPeter Sarstedt143
69ER STEHT IM TORWencke Myhre142
70MORE TODAY THAN YESTERDAYSpiral Staircase142
71SUGAR, SUGARThe Archies141
72LAY LADY LAYBob Dylan140
73YESTERDAY, WHEN I WAS YOUNGRoy Clark139
74GOODBYEMary Hopkin139
75MOODY WOMANJerry Butler135
76PRETTY BELINDAChris Andrews134
77I TURNED YOU ONThe Isley Brothers134
78HINTER DEN KULISSEN VON PARISMireille Mathieu131
79HAPPY HEARTAndy Williams131
80NO MATTER WHAT SIGN YOU AREDiana Ross and the Supremes126
81I'D RATHER GO BLINDChicken Shack126
82BRING ON BACK THE GOOD TIMESLove Affair126
83(YOUR LOVE KEEPS LIFTING ME) HIGHER AND HIGHERJackie Wilson125
84WHEN TWO WORLDS COLLIDEJim Reeves122
85GREEN RIVERCreedence Clearwater Revival122
86GOOD OLD ROCK 'N ROLL (MEDLEY)Cat Mother and the All Night News Boys120
87I'D WAIT A MILLION YEARSThe Grass Roots119
88EARLY IN THE MORNINGVanity Fare116
89GOO GOO BARABAJAGAL (LOVE IS HOT)Donovan and Jeff Beck116
90EVERYDAY WITH YOU GIRLThe Classics IV feat. Dennis Yost113
91HEATHER HONEYTommy Roe112
92ICH SING' EIN LIED FÜR DICHHeintje112
93MARRAKESH EXPRESSCrosby, Stills and Nash109
94SOUL DEEPThe Box Tops109
95WORKIN' ON A GROOVY THINGThe Fifth Dimension106
96MEDICINE MAN (PART 1)The Buchanan Brothers105
97MICHAEL AND THE SLIPPER TREEEquals104
98DON'T LET THE JONESES GET YOU DOWNThe Temptations103
99HURTS SO BADThe Lettermen103
100ATLANTISDonovan101

L'ESTATE DEL 1969 – Grandi concerti e camminate sulla Luna

L’estate 1969. L’ultima estate del decennio più clamoroso e innovativo del secolo. È un periodo di grandi concerti e festival con protagonisti i migliori artisti dell’epoca. Il 7 giugno debutta a Londra, ad Hyde Park, il supergruppo Blind Faith, formato, tra gli altri, da Eric Clapton e Steve Winwood. Il 20 giugno 150.000 persone assistono al festival rock di Newport, California. Il 22 risponde Toronto e il 28 si tiene il Blues Festival di Bath. Il 5 luglio un concerto degli Stones nello stesso parco diventa un’elogio funebre per lo scomparso Brian Jones. L’ultima estate dell’amore culmina tuttavia con il più famoso e leggendario concerto rock di tutti i tempi. A Bethel, New York, davanti a 500.000 persone accorse nei terreni della fattoria di Max Yasgur, si esibiscono per tre giorni, dal 15 al 17 agosto, nomi come Richie Havens, Ravi Shankar, Janis Joplin, Grateful Dead, Joan Baez, Santana, Canned Heat, Who, Sly & The Family Stone, Creedence Clearwater Revival, Joe Cocker, Jefferson Airplane, Blood, Sweath & Tears, Band, Crosby, Stills & Nash, Neil Young e Jimi Hendrix (ma la lista è ben più lunga…). L’evento si chiama “Woodstock Music and Art Fair”, viene ben documentato da un triplo album e da un film che uscirà l’anno dopo, e rappresenta l’atto finale di quella rivoluzione a base di pace, amore e musica iniziata con la Summer Of Love del 1967. La risposta europea si avrà il 30 agosto, con il megaconcerto all’Isola di Wight. Il clamoroso Rinascimento Musicale che è la seconda metà degli anni ’60 sta volgendo verso il termine. Intanto l’uomo passeggia sulla Luna. In corrispondenza con la missione dell’Apollo 11, un nuovo artista che si chiama David Bowie pubblica in giugno un singolo intitolato “Space Oddity”. Se ne riparlerà in settembre. I viaggi tra le stelle si fondono con i viaggi lisergici. E sempre a proposito di viaggi, al cinema esce “Easy Rider”, il road movie per eccellenza. Purtroppo, come nel film di Dennis Hopper, le cose finiranno male, e l’utopia di pace e amore naufragherà definitivamente nel sangue di un altro concerto, che si terrà ad Altamont a dicembre. Sangue che tuttavia imbratta anche l’estate. Il 9 agosto la polizia trova i corpi della povera Sharon Tate e di altre quattro persone massacrate dalla “Famiglia” di Charles Manson: un gruppo di figli dei fiori degeneri, guidati, a dire del loro delirante leader, dai presagi di apocalisse che credono contenuti nelle canzoni dei Beatles (“Helter Skelter”). E proprio i Beatles occupano la prima e la terza posizione nel nostro classificone…

The Beatles – La movimentata estate di John e Yoko

The Beatles - Get Back / Don't Let Me Down I Fab Four all'inizio di giugno occupano la vetta della Billboard chart e della UK chart con GET BACK, che rimane in vetta rispettivamente per 5 e 6 settimane. Il pezzo è attribuito ai Beatles with Billy Preston. Infatti, il 22 gennaio Billy Preston è arrivato in studio per suonare le tastiere su invito dell’amico George Harrison (le intenzioni di Harrison erano di portare un elemento esterno che stemperasse le tensioni crescenti all’interno della band e a quanto pare ha ottenuto l’effetto desiderato – anche se temporaneamente). Si tratta del loro primo singolo in stereo negli USA e deve fare da apripista all’album “Let It Be”. Le cose invece non vanno come previsto e quell’album vedrà la luce solo molto tempo dopo, con i quattro ormai sull’orlo dello scioglimento. Riparleremo tuttavia della genesi del brano in un’altra occasione, anche se è già ben documentata nella bella scheda di Leonardo Viani.

The Beatles - The Ballad of John and Yoko / Old Brown Shoe A “Get Back” segue THE BALLAD OF JOHN AND YOKO, che diventa l’hit estivo della band. Dopo aver raggiunto la prima piazza in patria in giugno arriva in luglio al N. 8 negli USA. Posizione piuttosto bassa trattandosi di un disco dei Beatles, su cui hanno influito probabilmente le polemiche sul testo, scritto da John, in cui compaiono le seguenti strofe “Christ, you know it ain't easy/You know how hard it can be/The way things are going/They're gonna crucify me” (ricordiamo che solo 3 anni prima era scoppiato un putiferio quando si pubblicò - estrapolandola dal contesto - la nota frase di Lennon che sosteneva che i Beatles erano "più famosi di Gesù Cristo"). Il pezzo è un resoconto delle vicissitudini del matrimonio tra John e Yoko. Parla anche del loro primo leggendario Bed-in di protesta e della conferenza di Vienna in cui i due hanno parlato di pace mangiando un dolce al cioccolato dentro una borsa bianca nel nome della filosofia pacifista del Baggism (“borsismo”?). Cita anche altre str.. ehm iniziative a favore della pace compiute dai due, come l’invio di ghiande ai capi di stato affinché venissero piantate come segno di pace. Il pezzo è soggetto ad alcune forme di censura, la più curiosa delle quali tuttavia riguarda la Spagna franchista, in quanto Gibilterra, luogo del matrimonio citata nel testo del pezzo, era all’epoca oggetto di contenzioso tra la dittatura spagnola e la Gran Bretagna…

John Lennon & Yoko Ono - Give Peace a Chance / Remember Love Come si può constatare, John, in pieno trip nel mare dell'amore (si potrebbe parlare di annegamento) per la straordinariamente creativa e cozzesca consorte dominante, si sta davvero impegnando in una serie di azioni a favore della pace e, ovviamente, contro la Guerra in Vietnam. Tra queste c’è anche una canzone. Anzi, la canzone pacifista per eccellenza: GIVE PEACE A CHANCE. La genesi della canzone risale al secondo Bed-In della coppia, tenutosi a Montreal nel maggio ’69, quando a una domanda di un giornalista John risponde: "All we are saying is give peace a chance" (“tutto quello che diciamo è di dare una possibilità alla pace”). L’idea della canzone è nata e John la registra durante il Bed-in stesso, il primo giugno 1969 nella stanza 1742 del Queen Elizabeth Hotel. Alla registrazione partecipano molte personalità invitate dalla coppia (tra queste Timothy Leary, Petula Clark e Allen Ginsberg). Il singolo, più valido per il messaggio che propone che per l'effettiva qualità musicale, esce in luglio e in Gran Bretagna arriva al N. 2, fermato dagli Stones. In America le cose vanno meno bene e si ferma al N. 14. Una curiosità: nonostante sia interamente farina del sacco di John, all’inizio il brano è stato accreditato alla coppia Lennon/McCartney.

The Beatles - Abbey Road Il 14 luglio la coppia, con il figlio di primo letto di John, Julian, ha un incidente automobilistico in Scozia. Senza conseguenze per fortuna. Lo stesso giorno i tre compagni di John si riuniscono nello Studio 2 di Abbey Road, sotto la direzione di George Martin, per iniziare un nuovo lavoro. Indovinate qual è il suo nome? I quattro si fanno vedere insieme alle ore 10 dell’8 agosto, fermando il traffico di una strada londinese per una sessione fotografica. Se ne ricaverà una foto in cui i quattro attraversano le strisce pedonali: è nata la copertina di “Abbey Road”, che uscirà il 26 settembre. La foto è ricca di indizi che contribuiscono a incrementare la famosa leggenda metropolitana della morte di Paul. In particolare, famosa è l’allegoria del funerale: Paul è a piedi scalzi e sarebbe la salma, mentre John, in bianco, è Dio, Ringo, in nero, il prete e George, in jeans, il becchino. Per tacer di altri indizi come la targa del maggiolino parcheggiato. Tra le curiosità della copertina c’è pure un turista americano in piedi sullo sfondo, Paul Cole: era convinto di non essere stato fotografato finché non ha visto la copertina dell’album… Il 20 agosto i quattro, ormai ai ferri corti, si trovano per l’ultima volta tutti insieme in uno studio di registrazione. Ormai è questione di mesi e il gruppo sarà solo un bellissimo ricordo...

Billy Preston - That's The Way God Planned It / What About You? Nel frattempo, il cosiddetto “quinto Beatle”, Billy Preston, ottiene in agosto il primo successo in proprio con THAT'S THE WAY GOD PLANNED IT (video linkato: dal Concerto per il Bangladesh del ’71), brano prodotto dall’amico George Harrison che si piazza al N. 11 della UK chart. Il gruppo in studio comprende Eric Clapton alla chitarra, Keith Richards al basso, il batterista dei Cream Ginger Baker e Doris “Mama Soul” Troy ai cori (si potrebbe dire “with a little help from my friends”…). È il primo hit di una fortunata carriera che coprirà tutto il decennio successivo e includerà 2 N. 1 USA.

Abbiam parlato dei Beatles, a questo punto allora parliamo ovviamente di…

The Rolling Stones – un’estate di trionfi e tragedie

The Rolling Stones - Honky Tonk Women / You Can't Always Get What You Want Le classifiche estive del ’69 son prese d’assalto dal nuovo singolo degli Stones, uno splendido doppio lato A che abbina la trascinante HONKY TONK WOMEN a quella che (forse) è la loro ballata più bella, YOU CAN'T ALWAYS GET WHAT YOU WANT. In questo splendido brano gli Stones sono accompagnati dal London Bach Choir. Da ricordarne l’impiego ne “Il Grande Freddo”, a commento musicale del funerale che apre il film. Il riff del primo pezzo è invece ispirato a Richards da Ry Cooder, mentre il testo allude alle ragazze che si trovano nei locali country. Il brano su 45 è praticamente la versione rock, con testo cambiato, di un pezzo di matrice country che verrà inserito nell’album “Let It Bleed”, “Country Honk”. All’epoca Keith è diventato molto amico di Gram Parson, il leggendario musicista anticipatore del country rock, e questo ha portato la band a scoprire la musica country e gli ambienti in cui la si suona, gli honky tonks, appunto. E inevitabilmente questo influenza la musica degli Stones. Dei divertenti aneddoti riguardo a questa fase della band son contenuti nella divertente biografia di Pamela Des Barres, la leggendaria groupie (che consiglio caldamente per respirare un po’ di aria – anche "viziosa" - di quell’epoca!). Il singolo arriva in vetta alla UK chart in luglio e alla Billboard chart in agosto, rimanendovi in entrambi i casi per 4 settimane. In Germania arriva al N. 2. Da noi ovviamente non può competere con Mario Tessuto, Mal e Massimo Ranieri, e si ferma al N. 18…

Purtroppo il successo del singolo è eclissato dalla tragica scomparsa di Brian Jones che, dopo aver abbandonato la band in giugno, viene trovato misteriosamente morto nella piscina della sua residenza a Cotchford Farm, il 3 luglio. Il musicista lascia questo mondo a soli 27 anni, diventando il primo membro di quello che con un po’ di gusto macabro verrà definito il “club dei 27”, formato da quegli artisti rock deceduti a tale età (per la cronaca, gli altri sono Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison e, aggiuntosi più recentemente, Kurt Cobain, che però deroga dalla maledizione del “J27” – nome e/o cognome che iniziano per J ed età di 27 anni). Brian, già elemento dal carattere non facile, era ai ferri corti con i compagni da tempo, a causa del suo comportamento instabile, dovuto all’eccesso di droghe, che lo rendeva peraltro inabile a suonare. Inoltre egli non approvava la svolta musicale del gruppo, ormai passato sotto la guida di Jagger e Richards. Secondo Jones, la musica degli Stones andava “un po’ troppo per la tangente” per lui, che aspirava a convertire le masse al blues puro. Il 9 giugno Jones comunica quindi ufficialmente la sua uscita dalla band, che lo sostituisce con il 20enne Mick Taylor (tra i potenziali sostituti c’è stato pure Clapton). Poi il 3 luglio se ne va all'altro mondo. La sua morte non è priva di mistero, tanto che la sua ragazza Anna Wohlin afferma che è stato recuperato dalla piscina ancora vivo e agonizzante. Le ipotesi di omicidio si sprecano e uno dei sospettati, Frank Thorogood, sembra abbia addirittura confessato in punto di morte. Testimonianze confuse, indizi mancanti e smentite contribuiscono a creare una specie di leggenda metropolitana. L’unica realtà è che l‘anima degli Stones se n’è andata per sempre.

Due giorni dopo la band si esibisce davanti a 250.000 spettatori in un concerto gratuito a Hyde Park, inizialmente pensato per presentare il nuovo chitarrista. Il concerto è fissato da tempo, tuttavia piovono ovvie critiche per la mancanza di rispetto per l’ex compagno appena defunto. Gli Stones replicano dedicando il concerto a Brian. Mick Jagger, in tenuta bianca, gli dedica prima del concerto degli estratti de l’Adone, un poema di Percy Shelley dedicato alla morte dell’amico John Keats. L’idea del manager della band è di liberare migliaia di farfalle bianche, per simboleggiare la salita al cielo dell’anima del chitarrista, ma il caldo ne uccide la maggior parte e il resto crepa dopo un breve voletto, cadendo sulla folla (come si suol dire, “You Can’t Always Get What You Want”…). Il tutto viene immortalato nel film Stones In The Park. Al successivo funerale non partecipano Mick Jagger e la sua compagna Marianne Faithfull in quanto si trovano in Australia per le riprese del film “Ned Kelly”. E in quel paese, 5 giorni dopo la morte di Brian, Marianne tenta il suicidio. Se pensate che l’estate sia stata pessima per la band, considerate che il loro inverno inizierà in modo anche peggiore…

“Woodstock Music and Art Fair”

Gli Stones quindi hanno radunato 250.000 persone a Hyde Park. Ma il concerto che segnerà in modo inequivocabile l’estate e l’epoca è ovviamente il Festival di Woodstock. Il Festival è un successo clamoroso, sebbene sia stato sicuramente inadeguato in termini organizzativi (500.000 persone son troppe per le attrezzature predisposte – leggasi bagni e tende di pronto soccorso). Il Festival è nato come un’operazione commerciale, ma l’afflusso esagerato di gente, che porta inevitabilmente al crollo delle recinzioni e dei cancelli approntati, lo trasforma in un concerto libero che diventa il simbolo degli ideali della cultura hippy. Il fatto che il Festival si svolga tutto sommato in modo tranquillo si rivela uno shock per le principali testate giornalistiche, che già sognavano titoloni con scontri e disordini. Alla fine tutto si svolge in pace, amore libero e fango, sebbene comunque alla fine si conteranno tre morti (una per overdose – ovviamente girano molte droghe -, due per incidenti – un sacco-a-pelista finito sotto un trattore e una caduta da un’impalcatura). Ci sono tuttavia anche due nascite. Il concerto viene aperto da Richie Havens il venerdì di Ferragosto e si conclude con la leggendaria esibizione di Jimi Hendrix il lunedì successivo (doveva chiudersi la domenica, ma ritardi tecnici ne hanno posticipato la conclusione). Molti dei protagonisti del leggendario Festival hanno dischi in classifica nel corso dell’estate. Vediamone alcuni…

Creedence Clearwater Revival – La premiata fabbrica dei successi di John Fogerty osserva da un battello a vapore il sorgere di una cattiva luna sul fiume verde

Creedence Clearwater Revival - Bad Moon Rising / Lodi Tra il 1968 e il 1971 il quartetto californiano formato dai fratelli John e Tom Fogerty, da Stu Cook e Doug Clifford, ha messo a segno 15 grandi hit, tutti diventati classici. Nessuna band ha mai saputo fare di meglio in così breve tempo. In giugno arriva al N. 2 della Billboard chart la splendida BAD MOON RISING (di cui vale la pena ricordare il geniale impiego nella colonna sonora di “Un Lupo Mannaro Americano a Londra”, il film di John Landis del 1981). Il pezzo parla di cupi presagi all’orizzonte (i riferimenti son chiaramente alla situazione del periodo, con la guerra in Vietnam e la vittoria di Nixon). Mentre in America sale “Bad Moon Rising”, si piazza nelle classifiche europee il precedente hit (un altro N. 2 USA), PROUD MARY. Grande mix tra rock, blues e soul, il brano parla di un battello a vapore e presenta uno di quei riff di chitarra che hanno reso famosa la band. Diventerà un grande hit anche per Ike e Tina Turner, che ne faranno una cover adrenalinica. “Bad Moon Rising” a sua volta diventerà un successo in Europa, Creedence Clearwater Revival - Green Riverarrivando al N. 1 britannico (l’unico della band) in settembre, mentre il singolo successivo, GREEN RIVER, uscito in agosto, nelle medesime settimane si piazzerà al N. 2 in patria. A tale proposito, si potrebbe dire che la band soffra di una strana maledizione: pur essendo la band più popolare d’America a cavallo tra i ’60 e i ’70, non riuscirà mai a ottenere un N. 1 nella classifica dei singoli, fermandosi per ben 5 volte al N. 2. L’album “Green River”, pubblicato il 3 agosto, contenente i due pezzi e un altro classico della band, “Lodi” (Lato B di "Bad Moon Rising"), invece si involerà dritto al N. 1 USA in ottobre. Ah, indovinate di che canzone è la cover in italiano “La Luna Stanca” degli Stormy Six?

Blood, Sweat & Tears – Quando il pop-rock incontra il jazz son sangue, sudore e lacrime

Blood, Sweat & Tears - Blood, Sweat & Tears Tra le grandi rivelazioni dell’anno c’è la band newyorkese dei Blood, Sweat & Tears, che realizza un’inedita fusione tra rock e jazz, con venature soul e pop. Formata da Al Kooper col chitarrista Steve Katz, la band ha visto da poco la sostituzione di Kooper (che documenterà il fatto nella sua ironica autobiografia intitolata “Backstage Passes e Backstabbing Bastards”, ovvero passi per il backstage e bastardi che ti accoltellano alle spalle…) con il cantante canadese David Clayton-Thomas. La mossa si rivela azzeccata, commercialmente parlando, in quanto l’apporto di quest’ultimo permette una rilettura pop del sound del gruppo. L’album che ne risulta, il secondo della formazione, diventa un enorme successo negli States (N. 1 per 6 settimane) e così pure i tre singoli da esso estratti, tutti e tre piazzatisi al N. 2 della Billboard chart. Il secondo singolo, SPINNING WHEEL (suonata a Woodstock), è il successo dell’estate e raggiunge la seconda posizione in luglio, rimanendovi 3 settimane. Il pezzo, che allude velatamente a un suicidio, è stato scritto proprio dal nuovo cantante David Clayton-Thomas. In Italia la band si è sentita giusto un po’. In compenso Maurizio ha fatto la versione italiana di “Spinning Wheel”, intitolata “24 Ore Spese Bene Con Amore”. Le mosse successive della band tuttavia non saranno molto ispirate: un tour finanziato da Nixon (eh?! ma che droghe prendevano?!?) e uno show a Las Vegas ne mineranno la credibilità e non ripeterà più il colpaccio.

Crosby, Stills & Nash – Tre uomini a bordo del Marrakesh Express

Crosby, Stills & Nash - Crosby, Stills & Nash Mumble mumble. Mi sa che si incomincia a sentir odore d’erba, eh? In effetti il trip lisergico-ferroviario in Marocco diventa di gran moda tra gli hippy a partire dalla seconda metà degli anni ’60 proprio per la qualità rinomata dell’hashish locale. Graham Nash quindi ci scrive un’allegra canzone, MARRAKESH EXPRESS, che dovrebbe essere incisa con gli Hollies. Abbandona la band prima di inciderla e così il pezzo diventa uno degli inni del trio (futuro quartetto con l’aggiunta di Neil Young), inserito nel loro grande album di debutto, “Crosby, Stills & Nash”. La gestazione dell’album è lunga per l’epoca (10 mesi) e accompagnata da molte aspettative. Possiamo dire che il trio è acclamato come il supergruppo definitivo il giorno stesso dell'annuncio della formazione. Il trio nasce ad un party (a casa di Mama Cass dei Mamas And Papas, Joni Mitchell o John Sebastian dei Lovin’ Spoonful, a seconda della fonte – evidentemente i ricordi dell’epoca son “fumosi”…). Stills al momento è disoccupato, dato che i Buffalo Springfield, il gruppo di cui faceva parte, si è dissolto. David Crosby è stato mollato dai Byrds nel 1967 dopo dissidi con gli altri membri della band. Per gli Hollies non è un gran momento e Nash, allettato dall’offerta ricevuta dagli altri due, decide di lasciare la band inglese. L’album viene pubblicato il 29 maggio e non delude le aspettative, arrivando al N. 6 della Billboard Top 200. L’album rappresenta all’epoca una novità: un mix tra folk, blues, jazz, rock, country in cui le voci e i talenti dei tre si miscelano in modo perfetto. Il gusto pop di Nash, i testi impegnati di Crosby e la capacità di miscelare country, folk e rock di Stills creano un’alchimia che porta il trio a vendere milioni di copie e a influenzare tutta la musica americana del decennio successivo (e oltre: “Long Time Gone” canzone inclusa nell’album e dedicata all’omicidio di Bobby Kennedy è stata rivisitata nel 1994 dalla band acid jazz Galliano). Praticamente il tipico sound della West Coast anni ’70 è nato con questo album. Dopo l’uscita dell’album il trio diventa un quartetto accogliendo Neil Young, anch’egli ex Buffalo Springfield, e il battesimo del fuoco dei quattro avviene proprio sul palco di Woodstock (sebbene Young vieti la registrazione della sua esibizione al famoso concerto…).

Tra i tanti partecipanti a Woodstock, fanno notizia anche alcuni assenti. Joni Mitchell, che scriverà il noto brano dedicato al concerto, non può parteciparvi in quanto l’agente le impone di andare a uno show televisivo invece di “suonare davanti a 500 persone in un campo”. La partecipazione di John Lennon viene invece rifiutata dagli organizzatori, dopo che ha fatto sapere che non sarebbe venuto con i Beatles ma con la Plastic Ono Band… Molte leggende son invece nate riguardo alla mancata partecipazione all’ultimo momento dei Doors. Alla fine sembra che Jim Morrison non amasse suonare davanti a grandi folle in luoghi aperti. Alcuni dicono che, in pieno delirio paranoico, era convinto che gli avrebbero sparato… Tra i vari contattati c’è poi un signore che ha declinato l’invito perché…

Bob Dylan – Bob goes country

Bob Dylan - Nashville Skyline 31 agosto. Festival di Wight. Alla stampa che gli chiede come mai non è andato a Woodstock, uno stizzito Bob Dylan risponde: “Non voglio più protestare. Non ho mai detto di essere un giovane uomo arrabbiato”. Questa frase sintetizza lo stato d’animo del cantautore all’epoca. È un momento di riflessione per Mr. Zimmerman che, oramai accasato e padre di tre figli (tiene famiglia!), è stanco di stare sotto i riflettori e delle polemiche. Pertanto, preoccupato anche per il clima politico rovente del periodo, decide di allontanarsi dall'attivismo socio-politico che l’ha contraddistinto per avvicinarsi a temi più intimistici. Dopo 15 mesi di pausa, dovuti anche a un volo in moto, il suo ritorno in studio segna una clamorosa svolta. Infatti il cantautore di Duluth se ne va a Nashville. Le registrazioni iniziano nel febbraio 1969. Durante le registrazioni Johnny Cash, che registra nello studio accanto, lo va a trovare. Tra i due c’è reciproca ammirazione e decidono di registrare dei duetti, uno dei quali, "Girl From The North Country", apre l’album “Nashville Skyline”, che è al N. 1 degli album inglesi all’inizio di giugno. L’album, il nono di Bob, rappresenta un’immersione nel country moderno. Brani brevi dalla struttura semplice, e una voce più dolce, nello stile dei crooner country (anche se lui, ovviamente, dirà che il cambio della voce è il risultato dell’aver smesso di fumare…). L’album è un successo anche negli USA, dove arriva al N. 3. LAY LADY LAY, che diventerà un suo classico, è il pezzo di maggior successo. Dylan non è particolarmente propenso a pubblicarla su singolo, ma alla fine cede all’insistenza del capo della Columbia, Clive Davis, e si trova tra le mani un top 10 transatlantico (n. 7 negli USA e N. 5 in UK). Originariamente composta per essere usata nella colonna sonora di “Un Uomo Da Marciapiede”, non vi è stata inserita in quanto Bob non l’ha consegnata in tempo.

E a proposito di country e Johnny Cash...

Johnny Cash – L’uomo in nero va in prigione

Johnny Cash -  At San Quentin Se avete visto “Quando L’Amore Brucia L’Anima”, film dedicato a parte della vita del leggendario musicista country sapete già cos’è successo. In caso contrario, eccovi in sintesi la storia. Cash è reduce da anni tribolati, dovuti all’eccesso di alcol e droghe. Ha anche conosciuto la galera nel 1965. Grazie all’aiuto della seconda moglie, l’amatissima June Carter, si ripulisce e nel 1969 inizia un proprio spettacolo in Tv, The Johnny Cash Show, sul network ABC. Johnny ha sempre provato una grande compassione per i carcerati, molti dei quali sono suoi fan e ha tenuto sin dagli anni ’50 numerosi concerti nelle carceri. Già nel 1968 un suo concerto alla Folsom Prison è stato immortalato da un leggendario album live, “Johnny Cash at Folsom Prison”. Nel ’69 fa il bis con l’ancora più leggendario concerto a San Quintino (il suo quarto in quella prigione), documentato nell’album N. 1 “Johnny Cash at San Quentin”. L’album contiene pezzi più leggeri rispetto al precedente (salvo un nuovo pezzo intitolato “San Quentin”, denuncia del sistema carcerario che per poco non causa una rivolta durante il concerto) e gli frutta persino il suo unico singolo nella top 10 americana, l’ironica A BOY NAMED SUE, arrivata al N. 2 in agosto. Il brano, scritto da Shel Silverstein, parla di un tizio battezzato dal padre snaturato con il nome femminile di Sue allo scopo di abituarlo alle ingiustizie della vita e renderlo più forte… Il figlio alla fine perdona il padre, ma giura che non chiamerà mai il proprio figlio Sue! Il brano è arrivato al N. 4 in Terra d’Albione, diventando il primo dei suoi due top 10 inglesi. Johnny Cash si è spento nel settembre 2003, pochi mesi dopo la morte di June. Nel 2002 aveva pubblicato l’album “American IV: The Man Comes Around”, con cui è ritornato in classifica. L’album tratta del suo rapporto con la malattia e contiene due magnifiche cover di gruppi apparentemente lontani anni luce dal Man In Black del country: “Personal Jesus” dei Depeche Mode e “Hurt” dei Nine Inch Nails. Mai unione degli opposti (supposti) è risultata così sublime.

Con Johnny Cash, CCR e Blood, Sweat & Tears, la prima piazza degli album USA mostra quest’estate una notevole varietà di stili. Ma l'album che sbanca la Billboard Chart quest'estate è un altro, e documenta il maggior contributo della controcultura hippy alla storia del musical...

Hair - Che tempi! I capelloni invadono Broadway!

Il musical in questione è “Hair”. Scritto da James Radom, Gerome Ragni e Galt MacDermot debutta off-Broadway nel 1967, per poi passare, nel 1968, al Biltmore Theatre di Broadway, dove verrà replicato 1.873 volte. Il musical, tradotto su pellicola nel 1979 per la regia di Milos Forman, parla di un gruppo di hippies (la Tribù dell’Età dell’Acquario) che lotta contro la coscrizione per la Guerra in Vietnam. Il musical affronta temi delicati come il pacifismo e la liberazione sessuale e non manca di scandalizzare i benpensanti quando gli attori compaiono sul palco ignudi come vermi (per la cronaca, nel cast originario c'è pure Diane Keaton, che si rifiuta tuttavia di comparire nuda, anche se chi si spoglia becca più di 50 dollari come bonus). Il mercato discografico recepisce la novità e ben presto “Hair” diventa un album. Anzi, uno degli album più venduti dell’anno negli USA, rimanendo in vetta per 13 settimane. Il musical origina anche quattro grandi hit singles. Le versioni su singolo son tuttavia diverse rispetto a quelle presenti nell'album. Infatti, mentre i pezzi inclusi in questo son interpretati dal cast originale di Broadway, le versioni su singolo sono affidate ad artisti pop. Se i 5th Dimension e il loro formidabile medley AQUARIUS/LET THE SUNSHINE IN stanno lentamente scendendo nelle classifiche estive, un altro classico sale le classifiche d’Inghlterra e d’America, GOOD MORNING STARSHINE, interpretato da Oliver, all’anagrafe William Oliver Swofford. Il cantante arriva al N. 3 USA e al N. 6 UK con questo pezzo. In ottobre otterrà un altro grande hit americano, il N. 2 “Jean”.


Singoli da N. 1

Henry Mancini – Il papà della Pantera Rosa alle prese con Giulietta e Romeo

Henry Mancini - Love Theme from 'Romeo & Juliet' / The Windmills of Your Mind A cavallo tra giugno e luglio domina la Hot 100 americana un pezzo strumentale: si tratta di LOVE THEME FROM "ROMEO AND JULIET" ad opera di Henry Mancini. Il musicista è di origine italiana e in realtà si chiama Enrico Nicola Mancini (i suoi genitori erano abruzzesi). È uno dei massimi compositori per il cinema e ha scritto colonne sonore fin dal 1952, per più di 100 film. Tra i film da lui musicati si possono citare classici dei fantastici anni ’50 come “Il Mostro Della Laguna Nera”, “Tarantola” e “Cittadino Dello Spazio”, lo splendido noir di Orson Welles “L’Infernale Quinlan”, nonché la storica serie TV “Peter Gunn”, il cui regista è Blake Edwards. E proprio per il grande regista realizza le sue colonne sonore più note: ”La Pantera Rosa”, “Colazione da Tiffany” (comprendente il classico “Moon River” – 2 Oscar in totale), “I Giorni Del Vino e Delle Rose” (terzo Oscar), “Hollywood Party” e “Victor/Victoria” (quarto Oscar). Nella sua carriera, oltre ai 4 Oscar, ha vinto 20 Grammy. E nel 1969 centra per l'unica volta un altro obiettivo: arriva al N. 1 USA con il tema della tragedia shakespeariana adattata per il grande schermo dal nostro Zeffirelli (tanto per dire, “Moon River” nel ’61 non è andata oltre l’11esima posizione, mentre il "Tema della Pantera Rosa" si è fermato al N. 34 nel 1964). La cosa divertente è che riesce nell'impresa con un brano non scritto da lui. Si tratta infatti di una “cover”! La colonna sonora e relativo tema sono infatti stati scritti da un altro grande compositore, Nino Rota. Quella di Mancini è solo la versione di maggior successo del tema del film (ce n’è anche una cantata da Johnny Mathis). Il successo del brano rispecchia quello (enorme) del film, che tuttavia non è scevro di polemiche (Giulietta, interpretata da Olivia Hussey, all’epoca 17enne, appare per brevi istanti nuda nel film, creando scandalo). Tra gli aneddoti divertenti riguardo al film, vi è il fatto che Zeffirelli ha imposto la dieta alla Hussey perché era ingrassata (mi immagino la scena…). Per la cronaca, il ruolo di Romeo era stato proposto a Paul McCartney, che ha rifiutato perché non se la sentiva di affrontare un classico così impegnativo.

Zager & Evans – La one hit wonder dall’hit colossale

Zager & Evans - In the Year 2525 (Exordium & Terminus) / Little Kids Per ben 6 settimane, a partire dal 12 luglio, la Billboard chart è dominata dal duo formato da Denny Zager e Rick Evans, conosciutisi all’Università del Nebraska, che propina IN THE YEAR 2525 (Exordium and Terminus), un pezzo un po’ isterico e che oggi appare piuttosto datato, specie in confronto alla concorrenza dell’epoca. Il pezzo è un peana sui rischi della tecnologia e disegna una ”ottimistica” visione del futuro: l’umanità si autodistruggerà per colpa della propria tecnologia e della rabbia divina. Che avessero ragione? Però siamo in era hippy, per cui il pezzo ha un finale ottimistico: l’umanità, un po' ammaccata e priva di tecnologia, rinascerà dalle proprie ceneri. Il tutto confezionato con un arrangiamento un po’ kitsch ma decisamente orecchiabile che parte come una ballata spagnoleggiante e poi esplode in un folk-pop ritmato tipico dell’epoca. Purtroppo per loro, questa resterà la loro unica profezia apocalittica di successo. Da notare che, ironicamente, questo brano anti-tecnologico è al N. 1 proprio quando Neil Armstrong fa quei due passetti sul nostro satellite. Il brano arriva in vetta sia in Inghilterra che Germania. In Italia ce ne accorgiamo quando la Caselli ne fa la cover in italiano nel 1970 intitolata "Nel 2023".

Thunderclap Newman – Un bel regalo di Pete per il roadie…

Thunderclap Newman - Something in the Air / Wilhelmina E dopo una one hit wonder, eccone un'altra. Un N. 1 inglese estivo che ha per protagonista una band assemblata in studio. Che c'è di strano, direte voi. Beh, la sorpresa sta nello scoprire che la mente dietro a tutto è addirittura Pete Townshend degli Who, che costruisce la band attorno al suo roadie, nonché batterista e cantante, John 'Speedy' Keenon, per permettergli di incidere alcuni suoi pezzi, tra cui proprio SOMETHING IN THE AIR. Townshend produce il brano, in cui suona sotto pseudonimo il basso, e assume come musicisti di sala il pianista jazz Andy 'Thunderclap' Newman e il futuro chitarrista dei Wings, l’allora quindicenne Jimmy McCulloch. “Something In The Air” diventa l’unico hit della band, e rimane al N. 1 per 3 settimane, battendo la concorrenza nientemeno che di Elvis e della sua “In The Ghetto”. Il successo del brano prende tutti di sorpresa, band compresa, che deve in fretta e furia organizzare una line-up per poter effettuare alcuni concerti promozionali (alla fine i concerti saranno 5…). Il brano è stato usato poi in numerose colonne sonore, tra cui quelle di “Fragole e Sangue” e di “Almost Famous”. Cover italiana ad opera dei Punti Cardinali.

Intanto Pete e gli Who sono nelle classifiche degli album con la monumentale opera-rock “Tommy”, uscita in primavera. Ne parleremo un’altra volta…

Desmond Dekker & The Aces – C’è qualcosa che arriva dalla Giamaica

Desmond Dekker - The Israelites Nel corso dell’estate arriva al n. 1 tedesco e nella top 10 americana un singolo che nei mesi precedenti è arrivato in vetta anche alla classifica inglese (in totale arriverà al N. 1 in 7 paesi). Si tratta del primo N. 1 in Gran Bretagna per un artista giamaicano. Già da qualche anno la musica dell'isola è molto di moda tra i giovani mods. Dopo una prima ondata ska, adesso va il rock steady, ovvero la versione rallentata del primo, anticipatrice del reggae. Desmond, all’anagrafe Desmond Adolphus Dacres, con il suo cantato caratterizzato dal tipico accento giamaicano, è tra gli artisti più popolari in Giamaica sin dal 1963. Con la sua “007 (Shanty Town)”, il suo primo hit anche in UK, è diventato un idolo dei cosiddetti "rude boys", le gang violente di giovani giamaicani "trendy", provenienti dai ghetti con crape rasate coperte da cappelli pork pie, giacche eleganti e pantaloni attillati che arrivano sopra la caviglia (il look verrà in parte ripreso dalle band inglesi ska di fine anni '70). Adesso ISRAELITES lo rende una star internazionale. Il testo paragona le pene di un povero che lavora per pochi soldi a quelle degli schiavi ebrei d’Egitto (“You get up in the morning and you slaving for bread”). D'altra parte i tempi son maturi per i suoni che arrivano dalla Giamaica e già i Beatles hanno realizzato un brano dalle influenze reggae, "Ob-La-Di, Ob-La-Da" (in cui Desmond viene citato nel testo), portato al n. 1 pochi mesi prima dalla cover dei Marmalade. A “Israelites” Desmond fa seguire IT MEK, con cui scala la classifica britannica nel corso dell’estate. Nel 1975 “Israelites”, ripubblicata dalla Cactus Records, ritornerà nella top 10 britannica. D’altra parte a metà anni ’70 il reggae è in fase di esplosione grazie a Bob Marley ed è giusto che il pezzo che per primo si è avventurato nelle classifiche si unisca alla festa.

Elvis – Il Re torna a Memphis e va nel ghetto

Elvis Presley - From Elvis in Memphis Tra i brani dell’estate c’è sicuramente IN THE GHETTO di The King. Il pezzo, scritto da Mac Davis, si ferma al N. 3 USA, ma arriva in vetta in Germania e al N. 2 in UK. Il pezzo narra la vicenda di un tizio che cresce nel ghetto tra miseria e crimine e alla fine muore ammazzato. La canzone è stata registrata da Elvis durante la famosa sessione di registrazioni presso l’American Sound Studio di Memphis in Tennessee. Le registrazioni rappresentano un ritorno alle origini (Elvis non registrava a Memphis da 13 anni). Il Re, ormai più star cinematografica che musicale, grazie alla serie infinita dei famigerati "film di Elvis", vuole riprendere le redini della sua carriera discografica e decide di ritornare a sonorità a lui famigliari, ovvero blues, gospel e country. Si tratta delle prime registrazioni fatte da Presley dopo lo show televisivo del 3 dicembre ‘68, che segna il suo ritorno sulle scene. Esse includono un altro suo classico, il futuro N. 1 USA “Suspicious Minds”. "In The ghetto" è considerata rischiosa per Elvis, dato che parla di critica sociale (ovviamente all'acqua di rose, ma stiamo parlando di Elvis, non di Dylan), ma Presley ci crede e fa bene. Diventa il suo primo top 10 negli USA dopo 4 anni e in UK dopo 3 anni. Il brano è incluso inoltre nell’album “From Elvis in Memphis”, frutto delle registrazioni, considerato uno dei suoi migliori. L’album, uscito il 17 giugno lo riporta nella top 20 USA. E dal 28 di agosto è protagonista di una serie di show all’International Hotel di Las Vegas dallo straordinario successo (57 repliche!). Il Re è tornato!

Il singolo che arriva al N. 1 britannico a cavallo tra i due singoli beatlesiani è il divertente pop DIZZY di Tommy Roe. Il brano è già stato N. 1 negli States per 4 settimane a marzo. Una cover del brano ad opera di Vic Reeves & The Wonderstuff ritornerà in vetta in Inghilterra nel 1991.


La musica black: Motown, gospel e dintorni

Edwin Hawkins’ Singers – Il gospel va in classifica

The Edwin Hawkins Singers - Oh Happy Day / Jesus Lover Of My Soul Il pezzo gospel di maggior successo della storia? È anche il primo successo gospel della storia delle classifiche. Si tratta di OH HAPPY DAY degli Edwin Hawkins’ Singers. Il brano si piazza al N. 4 negli USA, per poi arrivare al N. 2 in Gran Bretagna e al N. 1 in Germania. Il brano che sta raccogliendo tanto successo durante l’estate altro non è che l’arrangiamento in chiave moderna di un inno del 18esimo secolo. L’arrangiamento di Hawkins alla fine ne mantiene solo il ritornello che viene ripetuto più volte, eliminando le strofe. Mai un brano del genere ha ottenuto prima un successo simile, sebbene influenze gospel fossero ovviamente presenti in molti hit black. Il gruppo è di fatto un coro, inizialmente battezzato Northern California State Youth Choir ed è stato fondato nel 1967. La voce principale nel brano è quella di Dorothy Coombs Morrison. Da allora questa versione è diventata uno standard per tutti i cori gospel. Il coro ha ottenuto in seguito un altro grande successo quando ha cantato con Melanie la canzone "Lay Down (Candles in the Rain)", che l’artista americana ha dedicato alla sua esperienza a Woodstock.

The Friends of Distinction - Grazin' È un buon momento per i gruppi vocali. GRAZING IN THE GRASS dei Friends Of Distinction è un altro grande hit estivo (N. 3 USA a giugno). Il gruppo vocale è stato formato l’anno precedente da Floyd Butler, Harry Elston, ex membri degli Hi-Fi che aprivano i concerti di Ray Charles (il resto degli Hi-Fi ha invece dato vita ai 5th Dimension). Il loro hit di debutto è la versione vocale di un grande successo strumentale di Hugh Masekela, N. 1 USA nel 1968. La band ha poi avuto altri hit nei primi anni ’70.

Marvin Gaye – Lo show deve continuare: fingersi felice anche se si è a pezzi

Marvin Gaye - M.P.G. Torna anche Marvin Gaye, reduce dal successo di “I Heard It Through The Grapevine”, con TOO BUSY THINKING ABOUT MY BABY (video scadente su youtube, ma ottimo pezzo), che arriva in top 10 sia in UK che negli USA. Non è però un bel momento per Marvin. La sua compagna artistica Tammi Terrell sta morendo per un cancro al cervello (se ne andrà a soli 24 anni il 16 giugno 1970) e lui non si dà pace. Sta registrando l’ultimo album in coppia con lei, “Easy”, che uscirà in settembre, anche se sembra che alla fine tutte le parti di Tammi siano in realtà cantate dall’autrice dei pezzi, Valerie Simpson (futura metà del duo Ashford & Simpson), in quanto la cantante non è più in grado di cantare. Marvin (che forse è innamorato di Tammi) cade in depressione, tanto da considerare immeritato il successo di “I Heard It Through The Grapevine”, diventato all’epoca il singolo di maggior successo della Motown. Il suo matrimonio con Anna Gordy (sorella di Berry Gordy, il patron della Motown) sta andando a rotoli e si sente ormai intrappolato dentro lo schema produttivo della casa discografica che gli affida solo canzoni d’amore (lui vorrebbe scrivere di temi sociali). Canzoni d’amore confezionate, tra gli altri, da Norman Whitfield e Barrett Strong, come “Too Busy Thinkin’ About My Baby”, in cui Marvin canta che non ha tempo per altre cose quando pensa alla sua bella. La canzone, già incisa nel 1966 dai Temptations, vende oltre 1,5 milioni di copie solo negli USA. Apre la strada all’album “M.P.G.” (le iniziali del suo vero nome, Marvin Pentz Gaye), che contiene anche l’hit autunnale di Marvin, "That's The Way Love Is". Insomma, per il momento canta canzoni d’amore con il cuore a pezzi. La crisi personale durerà a lungo e sarà acuita dalla morte di Tammi. Tuttavia porterà al suo capolavoro, “What’s Going On”.

Smokey Robinson and the Miracles - The Tracks of My Tears / A Fork in the Road Lo stato d’animo di Marvin può essere riassunto dal testo di un altro grande brano Motown, THE TRACK OF MY TEARS di Smokey Robinson & the Miracles. “Outside I'm masquerading/Inside, my hope is fading" canta la voce di miele di Smokey Robinson "If you look closer, it's easy to trace/The tracks of my tears…". È un vero classico senza tempo quello che arriva al N. 9 della UK chart in giugno. Originariamente un hit in patria nel 1965, il pezzo ha finalmente trovato la via della classifica britannica, mentre negli USA ne circolano varie cover, tra cui quelle ad opera di Johnny Rivers e di Aretha Franklin. Il brano è rientrato nella classifica britannica nel 1993, con un’altra cover, ad opera dei Go West.

Jr. Walker & the All Stars - Home Cookin' In agosto arriva negli USA in quarta posizione un altro grande hit della casa discografica di Detroit, WHAT DOES IT TAKE (TO WIN YOUR LOVE) (altro video qui) di Junior Walker & The All Stars. Junior, sassofonista dell’Arkansas, è tra gli artisti più rinomati della Motown sin dal 1965, anno del suo debutto per l’etichetta. Stevie Wonder - My Cherie Amour / I Don't Know Why I Love YouIl pezzo in classifica nell’estate ’69 è tuttavia il suo ultimo successo da Top 10. Walker nel 1981 suonerà il sax nell’hit classico dei Foreigner “Urgent”. Un altro grande di casa Motown, Stevie Wonder, piazza un singolo al N. 4 su ambo le sponde atlantiche. Il gioioso pezzo, uno dei suoi classici, è MY CHERIE AMOUR, ispirato a una ragazza di cui si era innamorato ai tempi della scuola. Mai un amore non corrisposto è stato cantato in modo così solare. È il suo ottavo top 10 in America. E pensate che Stevie non ha neppure lontanamente iniziato a fare sul serio…

The Winstons - Color Him FatherNella top 10 USA arriva al N. 7 in luglio anche "Color Him Father" del gruppo funk soul The Winstons. Il singolo presenta come lato B il pezzo "Amen, Brother", uno dei brani più campionati di sempre grazie a un assolo di batteria di Gregory Sylvester "G.C." Coleman che contiene il cosiddetto "Amen break", un break della durata di 5.2 secondi campionato in loop da pezzi hip-hop, pop, drum and bass. Coleman tuttavia non ha mai ricevuto il becco di un quattrino in royalties derivanti da tutti 'sti campionamenti… Nessun video, ma su Wikipedia trovate l’amen break. James Brown - It's a Mother Tra i grandi utilizzati nei campionamenti, c’è pure il “Padrino del Soul”, James Brown. Dopo aver dichiarato ad alta voce “Say It Loud-I'm Black And I'm Proud” in aprile, In questa estate porta due singoli in classifica, "Popcorn" e MOTHER POPCORN (You Got To Have A Mother For Me) Part 1. Entrambi sono ispirati a un ballo che il nostro inventa sul palco nel 1968. Ci marcia per un paio di anni producendo una pletora di canzoni a tema, di cui quattro si involano nelle classifiche, facendogli guadagnare il titolo di Mr. Popcorn. I pezzi presentano una ritmica più frenetica rispetto ai suoi precedenti e spingono ancora più all’estremo lo stile dell’artista, sempre più propenso a estrarre il diavolo (la ritmica sempre più erotica e viscerale) dall’acquasanta (il gospel delle origini). Non per nulla tra poco canterà di essere una “Sex Machine”, inasprendo il suono black e traghettandolo verso il funk. Booker T. & the MGs - Time Is Tight / Johnny, I Love You"Mother Popcorn" è stata oggetto di cover da parte di Aerosmith, Frank Black e Blues Brothers. Prince l’ha citata nella sua “Gett Off” del ’91. Infine, clamoroso N. 4 britannico in giugno con TIME IS TIGHT, tratta dalla colonna sonora del film “Uptight”, per Booker T & The MGs. Il gruppo, già noto per il classico del '62 "Green Onions", è capitanato dal pianista Booker T. Jones, leader del Memphis Sound (il soul sudista) della storica etichetta Stax, di cui i suoi MGs (Memphis Group) sono la band di studio.


Arrivi (al successo) e partenze (dalle band)

The Guess Who – Indovina chi arriva in classifica?

The Guess Who - These Eyes / Lightfoot La band canadese dei Guess Who ottiene tra fine maggio e fine agosto i suoi primi due top 10 USA. All’inizio di giugno c’è al N. 6 THESE EYES, mentre LAUGHING arriva al N. 10 in agosto. La band, formatasi a Winnipeg, è la prima band canadese ad ottenere successo mondiale (e sarà la prima ad arrivare al n. 1 USA). All’epoca è formata da Randy Bachman, Burton Cummings, Jim Kale e Garry Peterson. L’origine del nome della band è tra le più strane. Inizialmente il gruppo si chiamava Chad Allan and the Expressions. Nel 1965 la band realizza una cover beat di "Shakin' All Over" di Johnny Kidd. A questo punto entra in campo qualche genio della casa discografica che, per creare un alone di mistero (e curiosità) attorno al singolo, decide di accreditare il pezzo al misterioso “Guess Who?”, pensando di far credere che si trattasse di musicisti famosi sotto mentite spoglie (si lascia insinuare che siano addirittura i Beatles). Fatto sta che quando il pezzo diventa un hit (a prescindere dalla ridicola strategia pubblicitaria), arrivando al N. 1 in Canada e al N. 22 negli USA, la vera identità degli esecutori viene rivelata. The Guess Who - Laughing / UndunI DJ radiofonici tuttavia continuano ad annunciare il gruppo come Guess Who. La band così alla fine decide di assumere il suddetto nome suo malgrado. Nel 1966 alcuni cambiamenti della formazione hanno portato al timone Randy Bachman, che diventa autore dei pezzi del gruppo con Cummings. Questo porta a un cambiamento del suono dal merseybeat (genere che in effetti sta lentamente espirando) verso il blues-rock. La grande ballata “These Eyes” diventa quindi il primo top 10 USA della band. Il meglio però arriverà l’anno successivo quando la band canterà di una donna americana.

Three Dog Night – L'uno è il numero che si sente solo come un cane

Three Dog Night - Three Dog Night Debutto in top 10 USA e primo dei 9 dischi d’oro per i Three Dog Night con ONE (niente a che fare con il pezzo degli U2, ovviamente). La band, il cui primo nome era Redwood, è capitanata da Danny Hutton, Chuck Negron e Cory Wells e sta per uniziare una sfida epica con i Creedence per il predominio delle onde radio americane dei primi '70. Il pezzo, splendido, è stato scritto da Harry Nillson (futuro interprete del classico “Without You”) ed è inserito nell’album di debutto “Three Dog Night”. Una versione live verrà poi inserita in “Captured Live at the Forum”, in uscita in ottobre. Il nome della band deriva da un’usanza degli aborigeni australiani che stabiliscono il livello di freddo di una notte in base ai cani necessari per riscaldarsi (come dare un significato letterale alla frase “fa un freddo cane”). Infatti questi di notte per combattere il freddo dormono in una buca abbracciati a un dingo (il cane selvatico australiano). Se la notte è molto fredda, usano due cani. Se fa ancor più freddo… indovinate con quanti cani dormono?

Jethro Tull – Uno sguardo al passato e il flauto diventa rock

Jethro Tull - Living in the Past / Driving SongL’estate del 1969 porta il successo anche a una band inglese che deve il nome a un agronomo inglese del ‘700, inventore della prima seminatrice meccanica. Il debutto del gruppo, i Jethro Tull, risalente all’anno prima, “This Was”, presentava chiare influenze rock-blues e ha avuto un discreto successo, arrivando al N. 10 della classifica inglese degli album. Ad esso segue tuttavia una discussione relativa a quale direzione debba prendere la band. Lo scontro è tra Ian Anderson e il chitarrista, nonché co-leader, Mick Abrahams. La spunta il primo e il secondo se ne va, sostituito da Martin Barre. Da questo momento la band, guidata dal flauto magico dell’incantatore Ian Anderson, sviluppa il proprio personale stile, un folk-rock dalle influenze blues, classiche e jazz che alla fine contribuirà alla definizione del nascente rock progressivo. L’estate del 1969 vede prima arrivare al N. 3 della classifica dei singoli UK il brano che dà il nome a questa sezione, LIVING IN THE PAST. Si tratta del loro maggior successo su singolo e nel 1973 arriverà anche al N. 11 della classifica americana. In agosto il Jethro Tull - Stand Up loro secondo album, “Stand Up” (in cui compare "Bourèe", rivisitazione per flauto e basso di una danza composta da J.S. Bach), domina la classifica degli album inglesi (sarà il loro unico album al N. 1 UK). Curiosamente l’album non comprende l’hit che l’ha preceduto, che verrà inserito come bonus track solo nella ristampa su cd molti anni dopo. Nell’album la band non esita a usare strumenti poco usuali all’epoca come balalaika e mandolino. Ma uno strumento svetta su tutti. Da questo momento il flauto traverso diventa uno strumento del rock.

Neil Diamond - Sweet Caroline (Good Times Never Seemed So Good) / Dig In Arriva per la prima volta nella top 5 USA Neil Diamond, che in agosto si piazza al N. 4 con SWEET CAROLINE. Il cantautore ha già ottenuto un paio di top 10 negli anni precedenti, ovvero “Cherry, Cherry” nel ’66 e “Girl, You’ll Be A Woman Soon” nel ’67 (poi rifatta nel ’94 dagli Urge Overkill per la colonna sonora di “Pulp Fiction”). Ha inoltre scritto due enormi hit per i Monkees, "I'm a Believer" e "A Little Bit Me, A Little Bit You". Ma ora sta avviandosi rapidamente a diventare una star di prima grandezza. Il pezzo diventa un suo cavallo di battaglia (finalmente ho usato 'sto termine!) ed entrerà anche nella top 10 UK, sia pur con due annetti di ritardo, nel 1971. Il pezzo è diventato anche l’inno dell’Arsenal in UK e dei Boston Red Sox negli USA.

Robin Gibb – Robin se ne va (ma tornerà)

Robin Gibb - Robin's Reign Un buon successo in UK e Germania lo ottiene anche il debuttante Robin Gibb. In realtà Robin è tutt’altro che un novellino, avendo già raccolto numerosi successi con i fratelli nei Bee Gees. Tuttavia nel 1969, in seguito a scontri con il resto della band riguardo a quale canzone pubblicare su singolo dall’album “Odessa”, Robin lascia il gruppo e nell’estate 1969 lancia il suo primo singolo solista, SAVED BY THE BELL, che raggiunge il N. 2 britannico e il N. 3 tedesco. In Italia invece c’è la versione italiana “Confesso Che” ad opera di Franco dei New Dada. L’album solista “Robin’s Reign”, pubblicato all’inizio del’ 70, si rivela tuttavia di scarso successo, portando Robin a ritornare sui suoi passi, ricongiungendosi con i fratelli, che accoglieranno il “fratel prodigo”. Bee Gees - Don't Forget to Remember / The LordSi riserverà tuttavia la possibilità di pubblicare ogni tanto lavori solisti, di cui quello di maggior successo sarà quello del 1983, “How Old Are You”, contenente l’hit paneuropeo “Juliet”. I fratelli Brian e Maurice, assieme al batterista Colin Peterson intanto reagiscono piuttosto bene all’abbandono pubblicando due hit, TOMORROW TOMORROW (N. 6 in Germania) e DON'T FORGET TO REMEMBER (N. 2 in UK e N 9 in Germania). Ben diversi da quelli della Febbre Del Sabato Sera, eh?

The Beach Boys – Brian Wilson, interrotto

The Beach Boys - Break Away / Celebrate the News Buon piazzamento in UK (N. 6) per i Beach Boys con BREAK AWAY. Il brano, scritto e prodotto da Brian Wilson, è oramai uno degli ultimi singoli della band a cui il leggendario musicista partecipa attivamente. Brian infatti ha ormai smesso di essere il leader della band. Il pezzo, non incluso in nessun album, è un fiasco negli States (a dire il vero difficile da spiegare data la qualità del brano, ma la stella della band oramai si sta eclissando negli USA, mentre il successo permane oltremanica) e questo infastidisce non poco l’autore. Brian, già frustrato dall’interruzione della lavorazione di “Smile”, il leggendario album che non ha visto la luce a seguito delle resistenze da parte del resto della band (verrà pubblicato come lavoro solista di Brian solo nel 2004), preso dalla nascita della figlia (Carnie Wilson, futura componente delle Wilson Phillips, gruppo pop di inizio anni ’90), è innervosito dallo scarso successo delle ultime produzioni della band (tra cui il singolo che doveva essere il pezzo centrale di “Smile”, "Heroes and Villains") ed è così sempre meno interessato al gruppo e alla scrittura delle canzoni, demandando la produzione al fratello minore Carl. L’ultimo tentativo è rappresentato proprio da “Break Away”, il cui fallimento nella chart USA porta al quasi definitivo abbandono da parte di Brian, che cadrà in una profonda depressione che lo porterà verso un serio deterioramento mentale. Finirà per anni a letto, dedito alle droghe e al cibo, finendo nelle mani del controverso terapista Eugene Landy. Il nostro risorgerà solo molti anni dopo, nel 1995.

Pink Floyd - More A proposito di gruppi rimasti orfani del leader, al N. 9 degli album britannici arriva invece la colonna sonora del film “Music from the Film More”, colonna sonora del film omonimo, diretto da Barbet Schroeder, prima prova dei Pink Floyd dopo l’abbandono di Syd Barrett a causa della sua instabilità mentale. L’album contiene pezzi folk e brani più sperimentali, e rappresenta i primi passi della band verso lo sviluppo di un suono personale. Il brano CYMBALINE nell’album appare diverso da come appare nel film, dove è cantato da Roger Waters (nell’album da David Gilmour) rientra tra i primi. Tra i secondi va annoverato il singolo, THE NILE SONG, un esempio di hard rock psichelelico, forse il pezzo più hard rock registrato dalla band, che il 20 luglio suona negli studi della BBC durante il programma “Omnibus”, dedicato alla missione dell’Apollo 11. Esegue un pezzo che non inciderà mai: “What If It’s Just Green Cheese?”.

 


Altri hit dell’epoca

Tommy James & The Shondells – Psichedelia biblica

Tommy James & the Shondells - Crimson & Clover Arrivano al N. 2 della classifica di Billboard in luglio Tommy James & The Shondells, reduci dal successo mondiale di “Crimson And Clover” (N. 1 USA in febbraio, da noi conosciuta con la cover in italiano “Soli Si Muore” ad opera di Patrick Samson) ottiene un altro grande hit con CRYSTAL BLUE PERSUASION, pop psichedelico tratto anch’esso dall’album “Crimson And Clover”. Sebbene il pezzo sia ispirato alla Bibbia e ad altri testi sacri (in sintesi, la luce blu altro non è che la presenza di Dio che porta a un futuro di pace e prosperità per l’umanità), molti hanno evidenziato come possa anche trattare dell’uso di anfetamine, cosa a cui James all’epoca è avvezzo. Si tratta dell’ultimo grande hit della band. L’altro album del ’69, “Cellophane Symphony”, contenente un precedente hit della band, "Sweet Cherry Wine", è un altro tuffo nella psichedelia e rappresenta un tentativo della band di avvicinarsi alle sonorità di Jimi Hendrix e del nascente rock progressivo (con uso consistente del neonato sintetizzatore Moog). Dopo un altro album, del ’70, la band si scioglierà. Tommy si lancerà quindi in una carriera solista che gli riserverà qualche altro hit.

Kenny Rogers & The First Edition – La storia del veterano che li trasforma in star

The First Edition - Ruby, Don't Take Your Love to TownPer la serie "pure lui era un hippy", l’estate del 1969 porta la definitiva consacrazione di Kenny Rogers, ex New Christy Minstrel e futuro veterano della chart USA (venderà oltre 140 milioni di dischi). Con la band di country rock psichedelico First Edition, formata anche da Mickey Jones e Terry Williams, ha già ottenuto un top 5 nel 1968, ma è il secondo top 10 della band che permette loro di fare il botto a livello internazionale. RUBY, DON'T TAKE YOUR LOVE TO TOWN è la cover di un pezzo country del 1967. Il pezzo parla di un veterano disabile di "that old crazy Asian war" (la guerra in Corea) che chiede alla compagna di non tradirlo andandosene in città. La storia era stata ispirata all’autore, Mel Tillis, da una coppia di vicini. Lui era un veterano invalido della Seconda Guerra Mondiale, lei l’infermiera che lo sposò dedicandosi a lui. I problemi dell’uomo si aggravarono col tempo e lei iniziò a tradirlo. Finì con un omicidio-suicidio, per altro velatamente accennato nella canzone ("If I could move I'd get my gun and put her in the ground"). Questa è quella che si dice “una storia dietro una canzone”! Il singolo, nella versione cantata da Rogers, diventa un hit mondiale, vendendo oltre 7 milioni di copie. Verso la fine dell’anno arriverà al N. 2 in UK. La pubblicazione del brano è piuttosto coraggiosa all’epoca, in quanto l’America è profondamente divisa dalla guerra in Vietnam. Con questo pezzo i First Edition diventano star di prima grandezza in patria, ottenendo numerosi hit in cui affrontano altri temi non facili per l’epoca, come i conflitti razziali.

Jackie De Shannon - Un invito a cui non si può rinunciare

Jackie De Shannon - Put A Little Love In Your Heart / Always Together Una vera delizia arriva al N. 5 USA in agosto. Jackie DeShannon, una delle prime cantautrici dell’era rock, già interprete di “What The World Needs Now Is Love” (scritta da Burt Bacharach e Hal David), ottiene un altro grande successo con PUT A LITTLE LOVE IN YOUR HEART, brano scritto da lei. Jackie non riuscirà più a ottenere hit di questo livello come cantante, tuttavia metterà a segno un colpo da maestro nel 1981, quando la sua “Bette Davis’ Eyes”, nell’interpretazione di Kim Carnes, diverrà il disco più venduto del pianeta quell’anno, assicurandole un Grammy. “Put A Little Love In Your Heart” è ritornata in classifica nel 1988, grazie alla cover realizzata da Annie Lennox e Al Green per la colonna sonora del film “Scrooged”. In Italia tuttavia conosciamo bene un'altra canzone scritta dalla bella bionda, "When You Walk In The Room", tradotta in italiano, tra gli altri, dai Rokes ("C'è Una Strana Espressione Nei Tuoi Occhi").

Parlando di graziose bionde, Clodagh Rodgers, cantante irlandese, dopo aver acquistato la fama in UK con il N. 3 "Come Back and Shake Me", fa il bis in agosto col N. 4 GOODNIGHT MIDNIGHT. Alla fine dell’anno risulterà essere l’interprete femminile di maggior successo dell’anno in Gran Bretagna. I Marmalade, reduci dal successo del N. 1 “Ob-La-Di Ob-La-Da” (ovviamente cover del pezzo dei Beatles), ritornano nella top 10 britannica con un nuovo singolo, BABY MAKE IT SOON. Torneranno in inverno con quello che a mio parere è il loro brano più bello.

Easy Listening e dintorni

Andy Kim - Baby, I Love You / Gee Girl Andy Kim ottiene un buon piazzamento al N. 9 della classifica americana con la sua versione di BABY, I LOVE YOU, (video anni ’80 purtroppo) già hit nel ’64 per le Ronettes e successivamente rifatta anche dai Ramones nel 1980. 2 mesi dopo la sua voce (ma non il suo nome) comparirà in un N. 1 mondiale, scritto da lui, uno dei maggiori successi dell’anno. Tom Jones - Love Me Tonight / Hide and SeekEnnesimo successo internazionale per il leone gallese Tom Jones, stavolta con LOVE ME TONIGHT, una "richiesta" tipica del suo stile anni ’60, destinata ad essere accolta da torme di femmine in delirio. Ma c'è di più: nonostante l'arrangiamento messicaneggiante un po’ kitsch, si tratta di un brano italianissimo dell'italianissimo mitico trio di compositori Pace-Panzeri-Pilat, che nel Sanremo di quell'anno avevano affidato a Junior Magli il brano "Alla fine della strada". Piuttosto snobbato al festival (eliminato in prima serata) è diventato un hit internazionale proprio grazie alla cover di Tom. Sul fronte più raffinato ma anche più sdolcinato, i Mercy ottengono il loro unico grande hit con LOVE (CAN MAKE YOU HAPPY), N. 2 USA all’inizio di giugno. Altro gruppo vocale di successo, stavolta in UK, sono i Family Dogg, che arrivano al N. 6 con WAY OF LIFE, tratto dall’album omonimo in cui suona anche John Paul Jones dei Led Zeppelin (!).

Chris Andrews - Pretty Belinda / Make No Mistakes C’è chi non riesce più a ottenere successo in patria, ma si rifà abbondantemente sui mercati esteri. È il caso dell’inglese dell’Essex Chris Andrews. Già autore negli anni precedenti di grandi successi per altri artisti come Sandie Shaw, il nostro sta ottenendo ora un grande successo in Europa con il singolo PRETTY BELINDA (beccatevela in un agghiacciante medley recente con un altro suo hit, “Yesterday Men” – da notare la folla di pensionati in delirio). Un pop da sagra paesana che arriva sparato nella top 5 tedesca (e dove sennò?!) in agosto. La canzone è molto conosciuta anche dalla nostre parti, grazie alla cover in italiano “Belinda”, grande successo di Gianni Morandi, arrivata al N. 1 in Italia a fine ‘69. Mireille Mathieu - Hinter den Kulissen von Paris / Martin Grande successo in Germania anche per Mireille Mathieu. La Damigella di Avignone, una delle principali stelle canore d’oltralpe, è ormai una star internazionale e canta in più lingue, partecipando a show con gente come Tom Jones, Dusty Springfield, Burt Bacharach, Cliff Richard e Danny Kaye. Nell’estate del 1969 è presente nella classifica tedesca con ben due brani. In effetti è proprio questo il momento in cui sboccia la duratura storia d’amore tra la cantante e il pubblico teutonico. Merito dei pezzi cantati in tedesco firmati da Christian Bruhn, autore anche dell’hit di questa estate, il suo primo in tedesco, "Hinter Den Kulissen Von Paris", a cui segue "Martin" (nessun video per entrambi purtroppo).

 


USCITE CHIAVE

The Stooges - The StoogesTra gli album più influenti tra quelli usciti nel corso dell’estate c’è sicuramente l’album di debutto degli Stooges di Iggy Stooge (poi diventato Iggy Pop). La band viene da Detroit, fino ad allora casa dei soul melodico della Motown, agli antipodi del quale si pone il sound aggressivo del gruppo, basato su chitarre furiose e urla selvagge (praticamente un proto-punk). Il gruppo acquista fama grazie a travolgenti esibizioni live in cui Iggy non risparmia nulla (a lui si deve l’usanza di lanciarsi dal palco sul pubblico, per tacer dell’esibirsi come mamma l’ha fatto con il pisello al vento). Gli Stooges segnano il passaggio musicale dall’era “pace e amore” alla rabbia dei primi anni ‘70. Ingaggiati dall’Elektra, i nostri realizzano l’album di esordio sotto al guida di John Cale (ex Velvet Underground). Dato che la band dispone di appena 5 canzoni, il resto viene scritto in meno di due giorni. L’album viene stroncato all’epoca ma il seme per la rivoluzione punk è stato gettato. Per voi il riff di I WANNA BE YOUR DOG. Versione da studio e versione live più recente. Il vecchietto ne ha passate tante, ma si difende ancora molto bene!

Fairport Convention - UnhalfbrickingDa un opposto a un altro. Il luglio 1969 vede anche la pubblicazione di ”Unhalfbricking”, il terzo lavoro dei Fairport Convention, la band pioniera del folk inglese. Nell’album compare l'incantevole voce di Sandy Dennis, assieme alle chitarre del grande Richard Thompson e di Simon Nicol, al basso di Ashley Hutchings e alla batteria di Martin Lamble, morto tragicamente in un incidente automobilistico a maggio, poco prima dell’uscita dell’album (nell’incidente è deceduta anche la fidanzata di Thompson, Jeanne Franklin). L’album rappresenta il passaggio dalla psichedelia verso il rock-folk che caratterizzerà il successivo lavoro del gruppo, “Liege & Lief”. Tra i brani una deliziosa cover in francese di un brano di Bob Dylan, "Si Tu Dois Partir" (ahimè nessun link su youtube), nonché uno dei loro brani più noti, WHO KNOWS WHERE THE TIME GOES, in cui risalta la splendida voce della cantante mancata nel 1978. La copertina mostra i genitori della Dennis nel loro giardino. La band fa capolino dietro la recinzione.

Santana - SantanaDebutto in grande stile per il messicano Carlos Augusto Alves Santana. Il leggendario chitarrista, che tra l’altro è tra i protagonisti di Woodstock, debutta discograficamente con la band che porta il suo nome e l’album omonimo in agosto. L’album diverrà, anche grazie alla pubblicità (meritata) derivante da Woodstock, un best seller e darà il via a una carriera fortunatissima. Dall’album verrà estratto anche il primo hit della band, EVIL WAYS (video fai da te su youtube, ma almeno la si può ascoltare).

Isaac Hayes - Hot Buttered Soul E torniamo per concludere alla Stax. L’etichetta vede la pubblicazione del seminale “Hot Buttered Soul”, ad opera del musicista Isaac Hayes, il futuro papà di “Shaft”. A dire il vero l’album esce per un’etichetta satellite della Stax, la Enterprise (così chiamata proprio in onore dell’astronave di Star Trek). L’album è costituito da soli quattro brani, vere e proprie suite che anticipano lo stile del soul anni ‘70. Apre una versione di 12 minuti di WALK ON BY (classico della coppia Bacharach & David, che qui da canzone triste diventa inno “da preliminari”) e i 18 minuti di "By The Time I Get To Phoenix" chiudono alla grande, con un parlato di 9 minuti che introduce la storia del brano, un rap ante-litteram. Il messaggio è chiaro: è musica che sprizza erotismo da tutte le parti e il suo scopo è far finire a letto (non per dormire) i suoi ascoltatori. Barry White, Teddy Pendergrass e anche Marvin Gaye, tra gli altri, prendono appunti… I Bar-Kays, la band di supporto di Isaac, forniscono groove che verranno saccheggiati dai futuri produttori hip hop e house. L’album rimane in classifica per 81 settimane, vendendo oltre 3 milioni di copie. Per la prima volta la musica soul viene considerata una forma d’arte dall’industria. E la copertina, che mostra la pelata rasata di Isaac, i suoi occhiali neri e i suoi catenoni d’oro, stabilisce per la prima volta il look del sex symbol nero, poi abusato dai vari rappers. Da allora Hayes non ha sbagliato un colpo per tutta la prima metà degli anni ’70. Ne riparleremo presto.

Proto punk animalesco, raffinato folk britannico, trascinante rock latino, soul da letto. Un bel poker, eh? Già che ci siamo stavolta facciamo cinquina...

Caetano Veloso - Caetano Veloso Una volta tanto una piccola deroga dalle classifiche di cui mi occupo, per dare uno sguardo al Brasile. Nel luglio del 1969 Gilberto Gil e Caetano Veloso, i due musicisti più innovativi della musica brasiliana, partono in esilio per Londra, in quanto il loro attivismo non è gradito alla dittatura militare che allora governava il Brasile (i due son stati anche imprigionati per mesi per “attività anti-governative”). E come se non bastasse, saranno pure osteggiati da certa sinistra brasiliana, in quanto “colpevoli” di aver introdotto nel suono brasiliano le influenze psichedeliche e rock che provengono dall'emisfero settentrionale. Partendo dalla Bossa Nova arrivano infatti al Tropicalia, ovvero al mix tra rock, psichedelia, musica africana e musica brasiliana, con i Beatles che fanno capolino. In esilio continueranno a produrre capolavori. Uno esce proprio in agosto: si tratta di “Caetano Veloso”, dalla famosa copertina bianca che quindi rimanda proprio ai quattro di Liverpool. La musica dei due ha influenzato decine di musicisti, da David Byrne a Beck. Son riuscito a trovare su youtube CAROLINA, scritta da Chico Buarque, e soprattutto OS ARGONAUTAS.

Tra 15 giorni si da il via ai viaggi nelle classifiche internazionali autunnali. Saremo agli albori dell’era MTV, un periodo in cui nuovi sogni d’oro e incubi convivono. Un travestito diventa la pop star più amata dalle mamme inglesi e una band australiana sbanca in America. “Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare…”

Marco

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