Depeche Mode
di Tony


I Depeche Mode possono essere considerati un ottimo gruppo pop con aperture alla dance fino alla metà degli anni 80 e da allora in poi un gruppo di culto, con una folta schiera di seguaci, sempre in evoluzione, sempre pronto a cambiare e a rimettersi in discussione, grazie soprattutto a quel genio-alieno che è Martin Gore, mente e anima del gruppo.

Siamo nel 1979 e a Basildon, cittadina che sorge nel cuore dell'Essex in Gran Bretagna, nel pieno del fenomeno punk di massa, si forma un gruppo che fa dell'elettronica la propria bandiera: i Composition of Sound. Questa può essere definita la genesi dei Depeche: il gruppo, che incomincia a esibirsi nei clubs della città, è formato da Martin Gore, Andrew Fletcher e Vince Clarke, il leader: ben presto a questi tre ex compagni di scuola e di scorribande, si aggiunge il vocalist, David Gahan. Con il suo arrivo cambia anche il nome della band, che si tramuta in Depeche Mode, nome atipico, portato da Gahan, che prende spunto da una rivista di moda francese.

Dopo un primo periodo difficile, il gruppo si imbatte in Daniel Miller, proprietario di una piccola casa discografica indipendente, la Mute Records; Daniel, che crede subito nel gruppo, riesce ad inserire il pezzo Photographic in una compilation di gruppi emergenti. Siamo nel 1981 e i Depeche, forti di un consenso sempre maggiore, a livello locale, entrano in sala di registrazione e poco tempo dopo ne escono con il 45 Dreaming of me/ Icemachine, datato 20 febbraio 1981; a questo seguono, con un successo via via crescente, New life (sorprendentemente numero 11 in patria) e Just can't get enough che precedono il primo album: Speak & spell, che esce nell'ottobre di quell'anno. I brani sono firmati da Vince e hanno forti contaminazioni dance: soprattutto Just can't get enough, brano ballabilissimo che impazza via radio e nelle discoteche anche oltremanica, specialmente in Francia e Germania.

Dopo l'uscita dell'album i DM intraprendono un tour che tocca le principali città dell' Inghilterra.

Ma a Vince i Depeche vanno stretti, l'inaspettato, quanto improvviso successo lo spaventa (forse…), tanto che nei primi mesi dell '82 lascia il gruppo, gettandolo nel caos. Vince Clarke qualche mese dopo, insieme a Alison Moyet fonderà gli Yazoo, gruppo più palesemete dance, che otterrà comunque un meritato successo, non confrontabile, però con la fama che investirà i suoi ex-compagni.

Martin prende in mano le redini del gruppo e tramite un'inserzione su The melody Maker, si ha l'entrata in scena di Alan Wilder, anche se per il momento viene utilizzato soltanto come tastierista nei concerti. Alan è un musicista molto preparato e perfezionista: il gruppo trarrà molto giovamento dal suo ingresso. Intanto esce un nuovo singolo, See you, scritta da Martin, con un suono più elegante e complesso rispetto ai pezzi di Vince. La canzone arriva al numero 6 delle classifiche, e trova concordi pubblico e critica, anche se il bello dovrà ancora venire.

See you è un'iniezione di fiducia per la band che è pronta a pubblicare il nuovo album, scritto completamente da Martin: A broken frame esce a fine settembre 1982, accompagnato da Leave in silence, pezzo di spicco dell'album, che comunque ha delle incertezze, sia a livello musicale, alcuni brani non sono particolarmente accattivanti, sia a livello di produzione; ciononostante l'album arriva al numero 8 nella U.K. chart. Intanto i Depeche partono per un tour della durata di circa 3 mesi, che li farà approdare in Germania, la terra, per loro, più ricca di soddisfazioni (da qui forse l'amore per la Germania da parte di Martin, che condizionerà parte della storia del gruppo negli anni a venire).

Al termine del tour i DM si chiudono una settimana in sala di registrazione per incidere Get the balance right, singolo che ottiene un buon successo, ma del quale la band non è affatto soddisfatta.

Siamo ormai nel 1983, in marzo i Mode partono per una serie di date negli Stati Uniti e in Estremo Oriente, dove comunque l'accoglienza è un po' freddina, ma l'importante di questo mini tour, resta ciò che Martin & C. vedono in Oriente, che condizionerà pesantemente le liriche del nuovo album, previsto per l'estate. Le registrazioni che avvengono a Londra sono seguite da un emergente ingegnere del suono: Gareth Jones, specializzato in rumoristica e campionamento techno-industrial, che, insieme alla preparazione e alla ricerca di Alan, dà una precisa identità al sound dei Depeche; L'album esce in agosto e porta il titolo di Construction time again, che arriva al numero 7 in U.K. : esso rappresenta un notevole passo avanti rispetto alle produzioni precedenti, in particolare i testi di Martin ora sono socialmente impegnati, frutto delle idee maturate nella breve tournee in Estremo Oriente, e prendono decisamente le distanze delle vecchie liriche, più personali e leggere. In Construction è contenuta la famosa Everything Counts, grosso successo commerciale per la band, un po' in tutta Europa, discoteche comprese. Sempre in questo album sono presenti per la prima volta due brani scritti da Alan, The landscape is changing e Two minute warning, che lasciano intravedere le sue buone capacità compositive.

Per i Depeche non c'è più un attimo di tregua, infatti già nei primi mesi dell' 84, subito dopo il Construction tour, sono già in sala di registrazione per curare la produzione del nuovo album: se ne ha un assaggio già in primavera con People are people, numero 1 in mezza Europa.

Some great reward esce in settembre: è caratterizzato da un' iperproduzione, da una ricerca maniacale del particolare, il suono è praticamente industrial, siamo nel pieno periodo teutonico, come la band ama definirlo. In Some, che dal punto di vista dei testi prende un po' le distante dalle polemiche sociali del precedente, tornando ad atmosfere minimali e a temi più personali, tanto cari a Martin, è presente una splendida ballata, Somebody, cantata da Martin stesso che d'ora in poi avrà il suo spazio anche a livello di interpretazioni, cantando un paio di canzoni in ogni album; altro pezzo forte è Blasphemous rumors, brano tecnologicalmente straordinario che affronta, molto polemicamente, il tema religioso, tanto che verrà pure censurato.

Il gruppo parte per la solita tournee europea e questa volt è un trionfo: i DM sono acclamati ormai in tutta Europa e fanno registrare il tutto esaurito un po' ovunque, specialmente in Germania, dove sono ormai la band più acclamata. Il 14 dicembre registrano lo show alla Sporthalle Alterdorf di Amburgo, che costituirà la prima videocassetta ufficiale del gruppo: The world we live and live in Hamburg: il video non è dal punto di vista della produzione un capolavoro, ma riesce a rappresentare alla perfezione la carica live del gruppo, specialmente nella figura del front-man di Dave.

Al termine del tour i Depeche sono sfiancati e decidono di prendersi un lungo periodo di riposo, subito dopo l'uscita di Shake the desease, singolo interessantissimo, che comunque si riallaccia alle tematiche di Some, e di The singles 81->85, raccolta di tutti i loro singoli sin dagli esordi. Accanto alla raccolta esce anche una VHS, dal titolo, un po' scontato, Some great videos contenente i loro migliori video fino ad allora prodotti. Voci danno i Mode sull'orlo dello scioglimento ed in effetti lo sbandamento all' interno del gruppo è tangibile, ma è Andy a fugare ogni dubbio dichiarando agli inizi dell'86 l'imminente uscita di un nuovo lp.

La nuova direzione intrapresa dal gruppo, verso un ritorno all'analogico e a tematiche minimali, rappresenta una svolta notevole, che porterà la band al ruolo di gruppo di culto, distante dall'immagine strettamente pop degli anni passati. Il 10 febbraio, presentato in anteprima mondiale al Festival di Sanremo, esce Stripped, brano superbo, cupo, intenso, fortemente impregnato di atmosfere berlinesi, città dove Martin si è ormai stabilmente trasferito. Queste immagini sono ancora più esaltate nel video, contenente la famosissima scena in cui Martin e Dave distruggono una vecchia Trabant al ritmo di una "severa" batteria.

Black celebration è il titolo scelto per il nuovo lavoro, titolo particolarmente azzeccato per le atmosfere che si avvertono nell' album: suoni più ovattati, atmosfere eteree, più spazio alle melodie, anche se un po' tristi e maestose: i pezzi di punta sono, oltre a Stripped, la title-track, Black Celebration, e gli altri due singoli A question of lust e A question of time, il video del quale è opera di Anton Corbijn, che inizia la sua sempre più stretta collaborazione con i Mode: i video del gruppo, fino ad ora, a parte qualche caso, non particolarmente azzeccati, aiuteranno in modo pesante la promozione dei vari singoli e in qualche caso rappresenteranno veri e propri piccoli capolavori.

E' importante notare come Black Celebration rappresenti la prima vera e propria affermazione dei Depeche in Italia, che fino ad allora non aveva particolarmente apprezzato il gruppo, se non in discoteca, entrando nei 50 album più venduti dell'anno; cosa ancora più importante è che Black apre le porte del mercato Americano, scalando le classifiche sino alla Top 20.

Il Black Celebration tour è un altro successo europeo, intanto But not tonight viene inserita nella colonna sonora del film Modern Girls.

Siamo ormai nell' 87 e nel febbraio dello stesso anno i DM entano in studio, a Parigi questa volta, per registrare il nuovo album, che viene annunciato entro l'anno.

Nel frattempo esce il primo progetto solista di Alan, che sotto lo pseudonimo di Recoil, pubblica un disco sperimentale registrato tra le mura di casa.

L'87 è caratterizzato dall' uscita di due singoli, anticipatori del nuovo album: dopo un incerto Strangelove in aprile, è la volta di Never let me down again, in agosto; quest'ultimo è un singolo mozzafiato, uno dei migliori di tutta la produzione dei Mode e arriva al numero 1 in Germania, Francia, Svizzera, Danimarca, Belgio, al numero 19 in Italia e solo al numero 23 in patria, dove i Depeche vengono osteggiati in tutti i modi, ormai da qualche anno.

In ottobre esce il tanto atteso settimo album: Music for the massses, il titolo vuole essere una polemica con la stampa britannica. Masses è un buon lavoro, contiene ottimi pezzi, oltre il già citato Never let me down again, anche Behind the wheel, nuovo singolo, The things you said, cantata da Martin e Little 15, elegante brano dalle tinte quasi barocche.

Nel 1988 il gruppo decide di pubblicare un'altra videocompilation, Strange, contenente solo i lavori diretti da Anton Corbijn, cioè tutti quelli degli ultimi due album: questa volta il risultato è molto interessante, perchè a differenza dell'altro video, qui si può parlare di un video-concept, ove tutto è legato da un filo logico e, comunque, i clip sono tecnicamente di gran lunga migliori rispetto al passato, questo grazie ad Anton.

Mentre Alan pubblica il suo secondo album solista, il gruppo parte per una nuova tournee che questa volta lo porterà a trionfare anche negli States, dove Masses è diventato disco d'oro; il fortunato Masses tour si concluderà al Rose Bowl di Pasadena negli U.S.A. di fronte a 70000 spettatori.

Le riprese del concerto sfoceranno in 101 il doppio live dell'89 e nel relativo video. Il live, che contiene i maggiori successi della band, ottiene uno straordinario successo in tutto il mondo, addirittura anche in patria, dove arriva al numero 3! Parallelamente esce anche il trascinante singolo Everything counts live, versione completamente rivista del loro vecchio successo; 101, che rappresenta il numero di concerti tenuti dal gruppo durante il Masses tour, vive i suoi momenti migliori in Behind the wheel, Shake the desease, The things you said e in una interessante versione di Just can't get enough.

Mentre Martin pubblica il suo primo album solista, con una nota interessante, stranamente i pezzi non sono stati scritti da lui, bensì sono delle cover di altri artisti, il gruppo al completo si reca in Italia ai Logic Studios di Milano per dare inizio alle registrazioni del nuovo album; qui i Mode iniziano la loro collaborazione con Flood, esperto produttore con alle spalle collaborazioni con Brian Eno (nel futuro lavorerà anche con gli U2 di Bono, per la realizzazione di Acthung Baby, '91).

Il 29 agosto viene pubblicato il nuovo singolo della band: Personal Jesus, ottimo brano, con un buon successo di critica e di pubblico, in Italia arriva al numero 3, al numero 7, con disco di platino, in U.S.A. e al numero 1 nella solita Germania. Crea però polemiche, ma soprattutto curiosità per il testo, non di facile interpretazione, ambiguo e oscuro, che tratta ancora una volta il tema religioso, tanto caro a Martin.

L'autunno dell'89 i Depeche lo trascorrono in Danimarca ad ultimare le registrazioni del nuovo album, per la cui pubblicazione occorrerà attendere l'anno nuovo. Avevamo lasciato il gruppo alle prese con la registrazione del nuovo album, ebbene, nel marzo del '90 esce Violator, che risulterà un album straordinario, sia per il pubblico, sia per la critica; esso contiene tra le altre World in my eyes, Policy of truth, singoli di buon successo, e Enjoy the silence, il brano simbolo della band: questa stupenda canzone, arriva al numero 5 in Italia, ma è poi quindicesima in tutto l'arco dell'anno, trionfa un po' ovunque, anche in U.S.A.; con questo pezzo i Mode vincono anche un Video Music Award, e un Brit Award. Violator venderà oltre 6 milioni di copie e raggiungerà il #7 in U.S.A e il #2 in U.K.

A questo punto i Depeche danno inizio al World Violation Tour, un massacrante tour mondiale della durata di oltre un anno; il tour tocca anche l'Italia, in particolare, col concerto dell' 8/11/'90 al Forum di Assago. Alla fine del tour i membri della band si prendo una pausa: Martin si ritira in campagna a pensare nuove canzoni, Alan e Andy si dedicano alla rispettive famiglie, senza trascurare le ultime novità in fatto di tecnologia e sperimentazione, Dave si trasferisce a Los Angeles per "modernizzare" la propria immagine: in realtà si lascerà affascinare dal nascente fenomeno grunge, e comincerà a fare uso sempre più massiccio di sostanze stupefacenti.

Intanto passa il tempo e arriva il momento di entrare in studio per registrare il nuovo album atteso per l'inizio del '93: i Depeche si avvalgono ancora della collaborazione di Flood e si recano in Spagna, precisamente a Madrid e, in seguito, ad Amburgo, agli studi Chateau du Pape per registrare. E così il 21 marzo '93 esce in tutto il mondo Songs of faith and devototion, accompagnato dal trascinante singolo I feel you: Songs è la vera punta di diamante di tutta la loro produzione, entra al numero #1 in U.K. e contemporaneamente in U.S.A., oltre che in Italia, Germania, Austria, Svizzera, Francia e Danimanrca. L'album contiene canzoni come Walking in my shoes, secondo singolo estratto, Condamnation, terzo, nonché One caress, cantata da Martin e In your room; in generale nell'album si avvertono atmosfere cupe, che si rifanno all'altro loro capolavoro, Black Celebration, ma non mancano strumenti come le cornamuse, in Judas e un' intera orchestra in One caress, diretta da Wil Malone.

Il 1993 e il '94 sono comunque anni molto duri per i Mode, il Devotional tour, il massacrante tour mondiale, li tiene occupati per ben 2 anni, durante i quali escono il live Songs of faith and devotion live, che ripropone la tracking list dell' album da studio, ma in versione live, in cui spicca una struggente versione di Judas e di Walking in my shoes, e più interessante la VHS Devotional, contenente tutto il concerto, registrata, tra l'altro, durante il concerto al Forum di Milano del 4 giugno '93. Il tour termina e la band è stremata: Dave è davvero messo male, a Los Angeles, tenta più volte il suicidio, la schiavitù della droga lo ha ormai dilaniato e all'inizio del '95, Alan lascia il gruppo con la motivazione di voler dedicarsi maggiormente alla sua vita privata e ai suoi lavori solisti, in realtà sembrano essere stati aspri dissidi con il leader Martin, anch'esso in apprensione per le sorti del gruppo.

Dave viene trovato nel suo appartamento in coma a seguito di una eccessiva somministrazione di eroina: è l'agosto 1996, è ora di disintossicarsi e aiutato dal manager, da Daniel Miller e dai fedeli Martin e Fletch, si ricovera a Ginevra: uscirà alcuni mesi dopo "pulito", come si è definito poi lui, e i tre DM superstiti si gettano a capofitto nella realizzazione di Ultra, visto che Martin nel frattempo ha composto una quindicina di validi brani. L'album viene registrato tra Los Angeles e Londra, nei mitici Abbey Studios, sotto la guida di un gionìvane, ma promettente produttore: Tim Simenon, già conosciuto nella scena dance britannica come Bomb the Bass.

Nel gennaio '97 incomincia a circolare il nuovo singolo anticipatore: Barrel of a gun, scritto da Martin in relazione alla vicenda che ha visto protagonista Dave: le sonorità son improntate al trip hop elettronico, molto in voga in quel periodo. Il 14 aprile 1997 esce invece Ultra, il nuovo lavoro: l' album, altro grosso successo di vendite, resta tra l'altro al numero #1 della chart europea per un mese, è molto diverso dai lavori precedenti, anche se si può ritovare un filo conduttore nelle lyrics con Violator. Canzoni di spicco sono It's no good, che arriva al #5 in Italia, Useless e Home, lento, cantato da Martin. Viste le ancora precarie condizioni di salute di Gahan il gruppo non programma una tournee di supporto all'album, ma si limita a fare piccoli show promozionali, per la tv: si nota però un Dave non ancora in forma...

A fine estate '98 esce un nuovo singolo Only when I lose myself, una cazone maiuscola, no un semplice inedito per l'imminente raccolta, sia in video che in doppio cd, The singles 86->98, il seguito di 81->85, che comunque viene ristampata con una nuova veste grafica e la rimasterizzazione delle tracks. A questo punto i DM partono per il tour, non massacrante come i precedenti, ma che comunque li porta a toccare le principali città mondiali, comprese Milano e Bologna. Il resto è storia recente, ultimamente Martin ha scritto alcune canzoni e il gruppo dovrebbe accingersi ad entrare in sala di registrazione per il nuovo album, che non uscirà però prima del 2001: indiscrezioni parlano di un nuovo stretto rapporto tra il gruppo e l'amico di sempre Daniel Miller, si vedrà...

P.S. Volevo ringraziare tutto lo staff di HitParadeItalia, in particolare Chartitalia e Marco Ska, i siti web di Depeche Mode, DOT.com (www.depeche-mode.com), 013 Depeche Mode (www.depechemodeitalia.com), il sito ufficiale italiano e miei amici Sbronzie, Ple, Mande e Sprea (altrimenti si offendono...). Inoltre volevo precisare che la prima parte è stata redatta facendo anche riferimento al libro "Bong!", di Giorgio Minale, ed. Blues Brothers, mentre la seconda solo ad archivi personali, ricordi, appunti, presi, comunque, "in diretta", essendo io giovane (22 anni), ma almeno dal '90 (Enjoy the silence) fan dei Mode.

Tony