AGAINST ALL ODDS (Take a look at me now)
(di Phil Collins)

  • Anno: 1984
  • Altri titoli: Take A Look At Me Now
  • Interpreti: Phil Collins

  • HitParade: #3, giugno 1984
  • Chart annuale: Top 10

  • Altri interpreti: Mariah Carey, Westlife
  • Dieci ballate di Robbie Williams messe insieme non valgono quanto questo pezzo di Phil Collins, scritto (con il differente titolo How Can You Just Sit There) nel 1981 per l’album Face Value, ma inciso solo nel 1984 per la colonna sonora del misconosciuto (almeno da noi) film Against All Odds.
    Maldestro e patinato remake di un interessante noir degli anni quaranta, Due vite in gioco (questo il titolo italiano) è un film noioso dalla trama assurda, interpretato da Jeff Bridges e da Rachel Ward, attrice nota soprattutto come protagonista femminile dello sceneggiato Uccelli di Rovo (in pratica, era quella che se la faceva col "prete" Richard Chamberlain).
    Le musiche, in compenso, erano ottime e non poteva essere diversamente, visto il contributo di personaggi come Peter Gabriel e Stevie Nicks.
    Il grande successo, però, ha arriso solo a questa canzone di Collins, una delle cose migliori del suo repertorio "lento": sentimentale ma non melensa, adatta al grande pubblico ma non tanto da far pensare a qualcuno che l’abbia scritta con zaino in spalla, piccozza e ramponi per meglio scalare le alte vette delle classifiche (un po’ come fanno gli autori di Robbie Williams).
    Il fatto che il pezzo non sia stato incluso nel successivo album dell’artista (No Jacket Required del 1985) per aiutarne le vendite, la dice lunga su come le logiche discografiche siano cambiate nel corso degli anni. Dopo tutto, nel decennio che tanti si ostinano a definire "di plastica", ancora si cercava un giusto equilibrio tra ciò che voleva il mercato e l’esigenza di offrire un prodotto musicalmente valido e coeso. Se Collins riteneva che Against All Odds non fosse adatta ad un album di studio (la prima volta l’aveva scartata perché Face Value, a suo giudizio, conteneva già troppe ballate) lo si accontentava. Oggi, come minimo, ci beccheremmo come bonus la versione standard della canzone, quella strumentale, il remix e chissà che altro. Finendo inevitabilmente per odiarla.

    A proposito di altre versioni del pezzo, parliamo di quelle dal vivo: Collins ha puntualmente eseguito Against All Odds nei suoi numerosi tour mondiali, ma l’interpretazione più emozionante rimane quella ascoltata durante il "Live Aid".
    Siamo a Londra, il leader del nuovo corso dei Genesis sale sul palco dello stadio di Wembley presentato da Sting e attacca il pezzo al pianoforte. Sbaglia anche una nota, ma poco importa. Senza archi e batteria, é persino meglio. Fosse avvenuto di questi tempi, qualcuno avrebbe fatto partire una base e il buon Phil si sarebbe trovato a duettare con la sua "sezione ritmica" pre-registrata. L’effetto non sarebbe stato lo stesso. Così come non è stato lo stesso quando, nel corso della cerimonia degli Oscar del 1985, l’attrice Ann Reinking ha eseguito in maniera non proprio impeccabile Against All Odds, che aveva ottenuto la nomination come miglior canzone tratta da un film (per la cronaca, vinse l’insopportabile I Just Called To Say I Love You). Collins, presente tra il pubblico, non gradì l’esibizione, tanto che, in tutti i suoi show di quell’anno, si mise ad introdurre il pezzo più o meno con questa frase: "Mi dispiace che Miss Reinking non possa essere qui a cantare Against All Odds per voi. Dovrò cantare io la mia canzone!".

    L’effetto non è stato lo stesso nemmeno quando, nel 1999, Mariah Carey ha ripreso Against All Odds per il suo album Rainbow e, successivamente, con l’aiuto dei Westlife, ha portato il singolo al numero uno della classifica inglese, là dove Collins da solo non era riuscito ad arrivare per un soffio. Ma non è detto che in sei si canti meglio e, difatti, l’originale resta inavvicinabile.

    In Italia Against All Odds ha successo nei mesi estivi del 1984 e si piazza molto bene in Hit Parade (al numero 3), piegandosi solo al Self Control di Raf e alla Gianna Nannini canzonettara di Fotoromanza.
    Molto meno brillante il risultato della Carey, piazzatasi tra i primi venti per una sola settimana.

    (Luca)