ANNA
(di Mogol / Lucio Battisti)

  • Anno: 1970
  • Altri titoli: -
  • Interpreti: Lucio Battisti

  • HitParade: #1, Novembre 1979
  • Chart annuale: Top 10

  • Altri interpreti:
  • Occupava il lato B di quello che è ora considerato uno dei capolavori (se non "il" capolavoro) della musica leggera italiana: "Emozioni". Ma, si sa, era impresa pressoché impossibile prevedere quale dei due brani inclusi in un 45 giri di Battisti avrebbe avuto un maggiore impatto sul pubblico. Lo dimostrano pezzi come "Il tempo di morire", "Non è Francesca", "La collina dei ciliegi", "Si, viaggiare", che sono stati tutti facciate B senza averne minimamente le sembianze. E se oggi "Anna" stenta a trovare spazio tra i cosiddetti "classici" del repertorio battistiano, è bene ricordare che, quando vide la luce nell'Ottobre del 1970, la canzone ebbe un tale successo da essere puntualmente richiesta nei negozi di dischi al posto "Emozioni". E così, mentre il presunto pezzo trainante del 45 giri rimaneva al palo, "Anna" conquistava prepotentemente la vetta della classifica e il suo ritornello diventava un vero e proprio tormentone. Ma quel nome di donna ripetuto ossessivamente per tutta la durata del brano è anche una dimostrazione di quanto Battisti sia stato, oltre che un grande autore, un grande (e sottovalutato) interprete, che sapeva passare con maestria dalla rabbia alla desolazione, dal sussurro all'acuto più straziante. E che aveva il potere di trasformare una melodia sviluppata essenzialmente su due accordi (Fa e La minore) in uno spettacolo da quattro minuti e mezzo. Roba da fare invidia al soulsinger più scafato.

    Ma il brano vola alto anche grazie all'impeccabile strumentazione, uno spettacolo nello spettacolo che vede protagonisti, tra gli altri, Alberto Radius e Franco Mussida alle chitarre, Dario Baldan Bembo all'organo e Franz Di Cioccio alla batteria. Quest'ultimo, quando il brano volge al termine, si esibisce in un memorabile assolo da settantadue battute, elemento scatenante di un finale all'insegna dell'improvvisazione dove Battisti si diverte a sfidare il pentagramma raggiungendo tonalità impossibili. E lasciando in chi ascolta la sensazione che, forse, il meglio deve ancora arrivare. Peccato, però, che la musica stia già sfumando.

    (Luca)