THE BALLAD OF JOHN AND JOKO
(di John Lennon - Paul McCartney)

  • Anno: 1969
  • Altri titoli: They're Gonna Crucify Me
  • Interpreti: The Beatles

  • HitParade: #10, Settembre 1969
  • Chart annuale: Top 100

  • Altri interpreti: -
  • Il sottotitolo con cui "La ballata di John e Joko" fu registrata era "They're Gonna Crucify Me". Emblematico, probabilmente, dello stato d'animo di John Lennon esasperato dalle critiche che gli stavano piovendo addosso a causa del suo rapporto sentimentale ed artistico con Yoko Ono. Di suo, è il caso di dirlo, John fece anche molto per attirarsi, se non meritarsi, tanta acredine da parte dell'"establishment" e dei media, ma anche da parte dei fans dei Beatles. Vi fu un momento in cui, addirittura, Yoko Ono, invisa ai più, venne additata come la causa principale dei dissapori nati tra i Beatles che avrebbero condotto infine il gruppo a separarsi nel 1970. Il Beatle occhialuto, a quell'epoca, era molto impegnato nei famosi "bed-in" per la pace mondiale, se non universale. Attirava l'attenzione dei media attraverso iniziative che dapprima suscitarono (i gia' detti "bed-in") autentico interesse ed anche, in una certa forma, partecipazione, per poi finire in "performances" pseudo artistiche incomprensibili ed anche inopportune, ottenendo l'effetto opposto di ciò che si proponevano: dissenso anziché consenso.

    "The Ballad Of John And Joko" fu l'ultimo 45 giri dei Beatles concepito e registrato per uscire sul piccolo formato. Sarà infatti seguito (ci riferiamo al mercato inglese, naturalmente) da altri due ultimi 45, "Something" e "Let It Be", che fanno parte però di materiale originariamente destinato a LP e "buttati fuori" sul formato a 7 pollici solo per il vecchio ma sempre efficace scopo di trainare il LP. Curiosamente, esce il 30 maggio 1969, quarantasei giorni dopo essere stato registrato e mixato, quando ancora "Get Back" si trova in testa a quasi tutte le classifiche mondiali e, nel giro di un paio di settimane ne prende il posto. I "Re Mida" del beat colpiscono, per l'ultima volta però, il bersaglio.

    Il contributo alla registrazione è dei soli John Lennon e Paul McCartney, quest'ultimo a suonare anche le parti di batteria: Ringo, in quei giorni, è impegnato a girare un film con Peter Sellers, George Harrison è all'estero, in vacanza. La sessione di registrazione è molto veloce: undici "takes", di cui la decima è quella "buona" e sulla quale verranno apportate sovraincisioni di basso e pianoforte (Paul) e chitarre (John) seguite da un rapido quanto efficace mixaggio per la prima volta solo stereo anche per un 45 giri.

    Il testo potrebbe essere recepito come la fedele cronaca (interpretata naturalmente dal loro punto di vista) delle avventure e disavventure occorse alla novella coppia Lennon-Ono alla ricerca di un luogo dove potersi sposare, unitamente alla esigenza di conquistare, come già detto, "visibilità sui media". I riferimenti sono infatti relativi a fatti realmente accaduti ed a persone reali: Gibilterra, dove si sposarono, Parigi, Amsterdam, Vienna, i giornalisti e Peter Brown, addetto stampa dei Beatles. La costruzione è una novità per lo "stile Beatles" con vaghi richiami all'intercalare dylaniano "Frase A - Risposta/Morale X - Frase B - Risposta/Morale X - Frase C - Risposta/Morale X -, ecc.".

    Musicalmente Lennon riesce a produrre una ballata che assolve pienamente e da subito le attese dell'ascoltatore: sei misure in Mi maggiore, tre misure in Mi7 per la frase e poi, ancora Mi7, La maggiore (due misure), Mi maggiore (due misure), Si7 (due misure), Mi maggiore (una misura) che accompagnano la reiterata "Christ! You know it ain't easy / you know how hard it can be / The way things are going / they're gonna crucify me".

    Una composizione "diversa" e, vista alla luce del tempo trascorso e della produzione di Lennon che seguirà, già sganciata dalla logica di produrre per i Beatles. John Lennon ha di già scelto, come del resto tutti gli altri, di assecondare la propria personalità creativa. Il fatto che alla registrazione partecipi Paul McCartney ha rilevanza unicamente fisica. Paul si limita a suonare il basso e la batteria come avrebbe fatto un qualsiasi turnista di sala d'incisione. "Abbey Road", che sta nascendo in questi mesi, sarà un "kit" sapientemente e stupendamente assemblato, di quattro musicisti che, necessariamente, già percorrono ognuno una propria definita strada. La storia creativa dei Beatles è finita.

    Leonardo Viani