I MIEI GIORNI FELICI (Chapel of dreams)
(di G.Calabrese - B.Myles)

  • Anno: 1967 (versione originale: 1958)
  • Altri titoli:
  • Interpreti: Wess (versione originale: The Dubs, Frankie & The Fashions)

  • HitParade: #22
  • Chart annuale: top 100 (1968)

  • Altri interpreti: Santino Rocchetti [#16, 1977]
  • Il quintetto nero dei Dubs, che pur con diversi cambi di formazione è attivo in USA dalla metà degli anni '50 fino agli anni '80, annovera fra i suoi successi Don't Ask Me To Be Lonely (1958), Could This Be Magic (1958) e Chapel of dreams (1959). Si tratta di brani in stile doo-wop, il cui successo si esauriva in qualche stagione e rimaneva confinato all'interno degli Stati Uniti, con qualche eccezione riguardante il Canada e il mercato discografico britannico che, nell'epoca pre-Beatles, riciclava in massima parte materiale americano.
    Solo Chapel of dreams ebbe una discreta circolazione anche da noi, ma non tanto da entrare nelle classifiche di vendita. A questo penseranno, una decina d'anni dopo, gli Airedales.

    Gli Airedales erano il gruppo che Rocky Roberts aveva portato in Italia e che lo accompagnava nelle esibizioni dal vivo: dopo l’abbandono di Rocky Roberts, l’ex bassista Wess Johnson (lo stesso che qualche anno più tardi formerà una popolare coppia canora con Dori Ghezzi) diviene il cantante della band, che si muoverà nelle nostre classifiche ancora per qualche anno, principalmente con brani in italiano.
    Uno di questi brani è appunto la cover di Chapel Of Dreams dei Dubs, I miei giorni felici, con il quale Wess riesce ad ottenere uno dei primi successi nonostante suoni come un “lento” un po’ datato (cosa che, effettivamente, è).

    Prima di I miei giorni felici Wess aveva inciso qualche brano rhythm 'n' blues e una delle tante versioni italiane di A Whiter Shade Of Pale, passata praticamente inosservata a causa dello schiacciante successo di Senza luce dei Dik Dik. Fu proprio grazie a I miei giorni felici che Wess cominciò a guadagnare una certa visibilità e a ottenere maggiori ingaggi in termini di serate nei locali e nelle feste di piazza.

    Nel 1977 la storia si ripete: il pezzo ritorna in auge grazie all’interpretazione di Santino Rocchetti, che include il remake nel suo album Dedicato a te e lo presenta anche al Festivalbar. Oggi questo cantante è tornato ad esibirsi col suo gruppo d’origine, “I Rokketti”, nelle balere di tutta Italia, dove un brano come questo non potrà che spopolare.

    (Luca)