LA ROSA NERA
(di D.Pace - M.Panzeri - L.Pilat)

  • Anno: 1967
  • Altri titoli: -
  • Interpreti: Gigliola Cinquetti

  • HitParade: #4, Luglio 1967
  • Chart annuale: Top 100

  • Altri interpreti: -
  • Il giallo comincia quando una voce alla radio annuncia La rosa nera durante la "vetrina" del Disco Per L’Estate. La voce di Gigliola Cinquetti elenca una serie di disgrazie tipo: hanno distrutto il nido ad una rondine, hanno gettato un sasso fin lassù, hanno tagliato le ali ad una farfalla, hanno gettato inchiostro in un torrente e catastrofi di questa portata, per concludere rassicurante che una rosa di sera non diventa mai ne-e-ra.
    Anche volendo, ma quando mai si è vista una rosa nera? Poi, non contenta visto che forse era stata un po’ troppo rassicurante, conclude con fare in stile Cassandra: "finché la terra non scoppierà".
    Come è possibile che una rosa di sera non diventi mai nera? E’ un dubbio che arrovella tutti gli italiani, a partire dai floricoltori. E meno male che il maestro Mario Panzeri, uno degli autori di questo capolavoro, è un notissimo pollice verde. Erano famose in tutta Milano le sue serre sperimentali dove faceva nascere orchidee rare. Il coautore Daniele Pace afferma che nel Corano c’è un verso quasi uguale al quale si sarebbe ispirato.
    Ma infine cosa significa questa canzone? Che nonostante il male del mondo la speranza non può e non deve morire, proprio come una rosa, che quando scende il buio non cambia di certo il suo colore.

    La rosa nera era una canzone studiata a tavolino per risollevare le sorti di una cantante che, complice la sua idiosincrasia per le esibizioni dal vivo, stava per finire nel dimenticatoio. Gigliola Cinquetti, dopo il boom iniziale al Sanremo 1964, non ha mai trovato un brano che l’abbia riportata in classifica.
    La distanza dal pubblico "vero", quello degli spettacoli in piazza, nei locali da ballo e nei teatri, quello delle serate che ha sempre rifiutato di fare (eccesso di timidezza? repertorio inadeguato? limitate capacità vocali?) ha impedito a Gigliola di diventare un animale da palcoscenico, come Morandi, ad esempio, o la Pavone.
    Tre anni senza un disco tra i più venduti (se si esclude una tiepida accoglienza dopo la vittoria al Sanremo 1966 con Dio, come ti amo) per una cantante giovane sono davvero troppi. Un altro passo falso e la Cinquetti probabilmente avrebbe dovuto dire addio alla sua carriera.
    Adesso, pur avendo soltanto venti anni, la Cinquetti rischia di rimanere imprigionata in un personaggio che non piace affatto ai ragazzi che sono i maggiori acquirenti di dischi. Ecco quindi l’industria discografica che reinventa per la terza volta il personaggio Cinquetti: dopo la fase casta e pura degli esordi, si era passati alla fase sofisticata La bohéme, Dommage), ed ora ecco la Cinquetti di protesta, ma dosando il cocktail con cura, in modo da non perdere i vecchi ammiratori, compagni dell’oratorio.
    Un bel saggio di fredda escalation industriale. O la va o la spacca. E fortunatamente per lei, va. Seconda al Disco Per L’Estate, entra subito in classifica.

    (Christian Calabrese)