STRANGERS IN THE NIGHT (Solo più che mai)
(di C.Singleton-E.Snyder/B.Kaempfert - testo it: E.Parazzini)

  • Anno: 1966
  • Altri titoli: Stranci u noci, Fremde in der Nacht, Solo più che mai, Beddy Bye
  • Interpreti: Frank Sinatra

  • HitParade: #1, settembre 1966
  • Chart annuale: Top 10

  • Altri interpreti: Andy Williams, Shirley Bassey, Petula Clark, Peggy Lee, Barry Manilow, Al Martino, Johnny Mathis, Engelbert Humperdinck, Bette Midler, Johnny Rivers, The Sandpipers, Kate Smith, The Supremes, Mel Tormé, Mina, Johnny Dorelli (#40, Novembre 1966), Iva Zanicchi
  • Quasi nessuno in Italia ha sentito parlare di Ivo Robic. Cantautore croato, dopo aver inciso in patria centinaia di 45 giri per la Jugoton (azienda discografica di Stato nella Jugoslavia di Tito), si affaccia alla notorietà internazionale nel 1959 passando per la Germania dell'Est, dove si fa conoscere con un brano dal titolo Morgen.
    La versione originale di Morgen venderà moltissimo nei paesi di lingua tedesca, mentre in Italia, grazie a una seguitissima apparizione televisiva nel Musichiere di Mario Riva, entrerà in classifica la versione strumentale, eseguita alla tromba da Eddie Calvert.
    Morgen dà l'avvio alla collaborazione tra Ivo Robic e il compositore-arrangiatore-produttore tedesco Bert Kaempfert: collaborazione feconda e ricca di successi commerciali, tra i quali ricordiamo Rot ist der Wein, vendutissima in tutto il mondo con il titolo di Blue Spanish Eyes, e appunto Stranci u Noci (in tedesco Fremde in der Nacht), presentata al Festival di Spalato 1965 e destinata a diventare uno dei più grandi successi di Sinatra.

    Sempre in quell'anno, il regista cinematografico Ronald Neame gira a Lisbona M5 - Codice Diamanti (in originale A Man Could Get Killed), commedia-thriller dal cast internazionale: un tipico prodotto dell'epoca, per intenderci. Della colonna sonora si occupa appunto Bert Kaempfert, che sottopone a una sostanziale rielaborazione il brano di Robic e lo firma come suo, grazie anche agli accordi di collaborazione fra i due. Questo brano, intitolato Beddy Bye, diventa il leit-motiv del film e, anche senza parole, lo si riconosce durante tutta la durata della pellicola.

    Frank Sinatra era assente dalle classifiche discografiche da moltissimi anni: per una serie di fattori, primo fra tutti la sua burrascosa vita privata, la sua carriera musicale sembrava destinata a passare definitivamente in secondo piano a favore di quella cinematografica, anche se le sue apparizioni sui palcoscenici di Las Vegas e negli studi delle TV commerciali americane continuavano a tenere in vita il mito della "Voce".
    Proprio dal film di cui abbiamo parlato parte il rilancio del Sinatra cantante: la colonna sonora gli viene fatta ascoltare prima ancora dell'uscita del film da Jimmy Bowen, che lavora con lui per l'etichetta Reprise. L'artista pretende subito un testo in inglese, e Charles Singleton e Eddie Snyder in pochissimi giorni preparano la famosa storia del colpo di fulmine tra due sconosciuti che farà il giro del mondo.
    In meno di un'ora Frank la incide con il titolo Strangers In The Night e dopo pochissimi giorni il pezzo è già su 45 giri e viene mandato in onda dalle stazioni radiofoniche di tutti gli Stati Uniti.

    Tutti conosciamo e abbiamo, almeno una volta, canticchiato Strangers In The Night. Sicuramente uno dei più banali, dal punto di vista melodico, tra le migliaia di titoli eseguiti da The Voice nella sua cinquantennale carriera. Banale al punto da poter essere cantato anche da chi non sa cantare: la sua forza sta proprio nel motivo orecchiabile, immediatamente riconoscibile, grazie al quale a suo tempo raggiunse il numero uno nelle classifiche praticamente di tutti i paesi in cui esisteva una certificata distribuzione del disco.
    Oltre al gran fiuto discografico e alla indiscutibile validità dei suoi collaboratori (primo fra tutti Ernie Freeman che cura l'arrangiamento, anche se il disco porta la dicitura Arranged and conducted by Nelson Riddle), a Sinatra bisogna riconoscere l'indelebile impronta del suo stile che, pur ingabbiato in una melodia lineare, in un'estensione vocale limitata a una sola ottava e in un'orchestrazione che non permette swing, lascia la "zampata" con un imprevedibile doo-bee-doo-bee-doo che riprende la melodia dopo il cambio di tonalità, sfumando rapidamente verso la fine del brano, e che diventerà tanto celebre da finire stampato perfino sulle t-shirts.

    Nel 1966 Strangers In The Night vince ben quattro Grammy Awards: disco dell'anno, miglior esecuzione vocale maschile, miglior arrangiamento (Ernie Freeman), migliore registrazione sonora (tecnici del suono: Eddie Brackett e Lee Herschberg).

    In Italia, Strangers In The Night sarà l'unico 45 giri di Sinatra ad arrivare al primo posto in Hit Parade: vi rimane per ben 11 settimane nell'autunno del 1966 e continua a vendere per più di sei mesi, diventando, a torto secondo molti, il brano-simbolo (insieme a My Way) di un artista che in più di cinquant'anni di carriera si è cimentato con composizioni di ben altro calibro, toccando praticamente ogni autore importante del ventesimo secolo, da Gershwin ai Beatles, da Stevie Wonder a Cole Porter, da Burt Bacharach a Duke Ellington, e creando un corpus unico di incisioni finora mai più ripetuto da un cantante di musica popolare.

    Non si contano ovviamente le cover di Strangers In The Night: sperando di non fare torto a nessuno, ricordiamo innanzitutto la versione italiana di Johnny Dorelli, intitolata Solo più che mai. A Johnny Dorelli va il merito di non aver voluto cannibalizzare il repertorio di Sinatra scorporandone solo la parte più commerciale, ma piuttosto di avergli reso omaggio cercando di porsi umilmente al servizio di uno stile musicale, portando agli italiani, notoriamente refrattari allo swing, un esempio di eleganza e di gusto.
    Per le cover in lingua originale facciamo i nomi di Andy Williams, Shirley Bassey, Petula Clark, Peggy Lee, Barry Manilow, Al Martino, Johnny Mathis, Engelbert Humperdinck, Bette Midler, Johnny Rivers, i Sandpipers, Kate Smith, le Supremes, Mel Tormé e la nostra Mina, di cui esistono due versioni differenti, una molto ballabile arrangiata in stile piano-bar da Victor Bach (in Catene del 1984), l'altra, una timida bossa nova con qualche birignao di troppo, inclusa nell'album interamente dedicato a Sinatra (L'Allieva, 2005).
    In italiano, oltre alla celebre cover di Dorelli, esiste una dignitosissima versione, arrangiata da Maurizio Bassi, che Iva Zanicchi incise nel 1984 per il gioco televisivo Premiatissima, ma ricordiamo anche una maldestra performance televisiva che risale a Settevoci, in cui il giovane cantante francese Jean François Michael, fresco del successo commerciale di Fiori bianchi per te si cimenta disastrosamente nel brano di Sinatra e viene immediatamente estromesso dalla gara dal pubblico in sala attraverso l'impietoso "applausometro".

    (Franco Gàbici)