TI CREDO
(di Amendola / P.Gagliardi)

  • Anno: 1965
  • Altri titoli:
  • Interpreti: Timi Yuro

  • HitParade: -
  • Chart annuale: -

  • Altri interpreti: Peppino Gagliardi
  • Protagonista ingiustamente dimenticata di uno dei Sanremo degli anni d'oro è Timi Yuro. Italoamericana di origini molisane, aveva al suo attivo negli Stati Uniti il grande successo di Hurt, versione originale di A chi.
    Arrivata in Italia con mamma al seguito, sconcerta la stampa accreditata con il suo abbigliamento decisamente kitsch e il suo ridicolo accento anglo-molisano, come capita di sentire in certi film con personaggi italo americani: ad un giornalista, credendo di fare un’offerta particolarmente allettante disse: "A casa teniamo la piscina. Vienece a truvà che tengo la stanza per i furastieri".
    A parte queste note folcloristiche, Timi riscuote dagli addetti ai lavori riconoscimenti unanimi per la sua voce e per il suo talento.
    Con Peppino Gagliardi presenta uno slow-rock dal titolo Ti credo. Così com’è stata scritta, è una canzone davvero particolare se si pensa che non sarebbe dovuta andare nella bocca di una Maria Callas, ma di una qualsiasi ragazza o donna mentre studia o lavora per casa. Invece sembra svilupparsi intorno a preziosistiche modulazioni, strane e pericolose per una canzone nata per concorrere in una gara e non per diventare un esempio di bella scrittura musicale.
    Il testo non è male anche se le immagini evocanti, viste con lo spirito odierno, appaiono superate: io credo a quello che mi dici perché sei per me ciò che il mare è per la spiaggia, per quello che l’acqua è per la sete eccetera. Ma passato l’entusiasmo ritorna la sfiducia, la tensione e l’incertezza che continuamente fa trepidare e mettere in dubbio l’amore dell’altro.
    Di Ti credo, Timi ne fa una versione jazzata, portando la voce dai registi più bassi agli acuti come se stesse assolvendo ad un impegno del tutto normale. La sua interpretazione è forse sopra le righe e ricorda un po' le immedesimazioni, con inevitabile lacrima finale, alle quali qualche anno più tardi ci abituerà Shirley Bassey.
    Nonostante gli elogi della stampa e dei colleghi, Timi resta la grande sconfitta di questa edizione di Sanremo, perché né Io ti credo, né l'altro brano presentato, E poi verrà l'autunno, arrivano alla finale.
    Il pianto è d’obbligo ma il sorriso trova di nuovo spazio sul suo viso quando la tv se la contende in più trasmissioni: da Rotocarlo, show televisivo di Carlo Dapporto e Miranda Martino, a La fiera dei sogni con Mike Bongiorno. Ha assunto la figura di vincitrice morale del quindicesimo festival ed è sotto l’attenzione di tutti. Attenzione che, comunque, viene scemando man mano che il tempo passa e il ricordo si affievolisce.

    Timi Yuro nel 1969, dopo aver cambiato casa discografica (dalla Liberty alla Mercury) lasciò la carriera artistica causa matrimonio. Nel 1976, il complesso soul dei Manhattans rilancia Hurt in versione discomusic e la Yuro fu incoraggiata a ricominciare ma nel 1980 subì un intervento alla gola (un cancro) e perse la sua potente voce. Un dramma psicologico a dir poco devastante per una cantante. Nello stesso periodo la solita Hurt raggiunse di nuovo le vette delle classifiche in Olanda e lei incise due album per il mercato olandese. Nel 1984 il cancro ritornò ad aggredirla alla gola e lei mollò tutto. Timi Yuro muore nella sua casa di Las Vegas nel marzo del 2004.

    (Christian Calabrese)