UN-BREAK MY HEART
(di Diane Warren)

  • Anno: 1996
  • Altri titoli: -
  • Interpreti: Toni Braxton

  • HitParade: #5, Marzo 1997
  • Chart annuale: Top 100

  • Altri interpreti: -
  • Ennesima ballata sentimentale composta da Diane Warren per rifocillare il repertorio da alta classifica di un'interprete "rampante". Questa volta la penna più infallibile della canzonetta a stelle e strisce offre i suoi servigi ad una soul singer di razza, una di quelle che iniziano a cantare da piccole nel coro della chiesa e poi, da un momento all'altro, si ritrovano con un contratto discografico tra le mani. Dotata di una voce calda, vibrante e, fortunatamente, poco incline ad eccedere in strilli e virtuosismi, la Braxton è specializzata in brani mid-tempo accattivanti e mai banali (come "Breathe again" e "You're making me high"), quasi tutti ascrivibili al talento del suo scopritore Babyface.

    Con "Un-break my heart", secondo estratto dall'album "Secrets" del 1996, la cantante rinuncia al ritmo, seppur misurato, degli hit che le hanno dato notorietà soprattutto in patria e ripiega su una melodia per cuori solitari resa ancor più galeotta da una "spanish guitar" che imperversa per tutta la durata del pezzo. Lei è tanto brava da far sembrare di classe un materiale di pura routine e, come se non bastasse, ci vince pure un Grammy Award per la migliore performance pop femminile dell'anno.

    Strepitoso il successo commerciale del singolo, che non solo staziona al numero uno della Hot 100 statunitense per ben undici settimane ma riesce anche ad occupare i piani alti di classifiche, come quella italiana, abitualmente poco generose nei confronti delle giovani paladine della black music. Così come poco generoso è stato il destino discografico di Toni Braxton dopo l'exploit internazionale di "Un-break my heart": pare che, nel bel mezzo delle dispute legali con la Arista e l'etichetta La Face, la cantante abbia persino considerato la possibilità di dedicarsi al country. I successivi ripensamenti avranno anche generato brutte copie dei dischi pubblicati in precedenza, ma per lo meno ci hanno risparmiato lo shock di assistere ad una versione nera di Shania Twain.

    (Luca)