Settimana 3 Luglio 1965
( da Musica & Dischi )

Qui sotto la classifica della settimana con le quotazioni di Giancarlo Di Girolamo, uno dei più noti collezionisti e commercianti italiani di vinile. Il prezzo segnato a margine dei titoli corrisponde a quello assunto dai dischi in condizioni ottime (non usati) nelle odierne mostre-mercato.

# TITOLO INTERPRETE Quotazione
1Se non avessi più te Gianni Morandi € 10
2Ciao ciao Petula Clark € 11
3Il silenzio Nini Rosso € 10
4Il mondo Jimmy Fontana € 11
5Tu sei quello Orietta Berti € 10
6Quello sbagliato Bobby Solo € 12
7La casa del sole Marcellos Ferial € 11
8Sono tanto innamorataIsabella Jannetti€ 11
9Soli Mina € 11
10E voi ballate Adriano Celentano€ 15
11La verità Paul Anka € 12
12Ogni mattina Little Tony € 12
13I tuoi occhi verdi Franco Tozzi € 11
14La finta tonta Maria Doris € 10
15Un anno d'amore Mina € 12

Classifica 33 giri

# TITOLO INTERPRETE Quotazione
1Studio Uno Mina € 50
2Sole e musica Vol. 2 [Artisti vari]€ 25
3Il secondo LP di Bobby SoloBobby Solo € 50
4Beatles for sale Beatles € 60
5Sole e musica Vol.1 [Artisti vari]€ 25
6Successi di primavera [Artisti vari]€ 20

Estate 1965, ovvero anno primo E.B. (era Beatles). Oppure era beat, la qual cosa non cambia poi di molto la sostanza. Qualcosa è improvvisamente mutato, nella musica leggera, da pochi mesi a questa parte. Si respira un'aria nuova, che prelude a novità davvero grandi. Sebbene i rotocalchi dell'epoca trattino la cosa come una semplice moda estiva senza importanza e destinata a scomparire insieme alle prime pioggie di fine agosto questa rivoluzione, la prima dopo l'ubriacatura del rock'n'roll di dieci anni avanti, sorprende tutti gli addetti ai lavori perché avanza inarrestabile lasciando vittime eccellenti sul campo: sono tutti quei personaggi che sembravano quasi invincibili e che ora cominciano a barcollare pesantemente sotto le prime bordate di centinaia di chitarre elettriche con amplificatori annessi. Molti di questi ancora non hanno ben chiaro cosa stia succedendo e continuano a proporre cose che, oggi come oggi (1965), sentono il peso degli anni tutto insieme. E questa estate sarà la linea di confine tra una musica e una moda che ormai ha fatto il suo tempo - quella legata a ritmi di tipo twist, surf, hully gully e a tecniche vocali di stampo antico (pensiamo solo agli urlatori di fine cinquanta, quanta acqua è già passata sotto i ponti! e sono solo 6-7 anni!) e una nuova filosofia di vita, oltre che musicale. Di colpo la gente smetterà di essere vecchia a quarant'anni. Oggi, in questo 1965, un quarantenne è soltanto un giovane che ha un po' più di esperienza rispetto al ventenne. Prima si finiva di essere giovani non appena superati gli esami liceali. Oggi quello stato di grazia che si chiama giovinezza dura molto più a lungo per merito di questi tempi moderni, della smania di tenersi in forma a lungo ma soprattutto per la musica e i suoi eroi. Ora appaiono dei miti, dopo essere stati per tanto tempo dei semplici "canzonettari". L'odierna fonte della giovinezza a cui tutti attingono si chiama Piper o Paip's. Cambia il nome ma non il contenuto. Insieme ai diciottenni ora è facile trovare cinquantenni che ballano lo shake senza sentirsi sminuiti di fronte a tanta gioventù. I padri con i figli attingono alla stessa fonte, ballano le stesse cose ed fruiscono della stessa musica sebbene poi, tra le mura domestiche, si dipani l'eterno conflitto generazionale. Certo, non tutte le realtà italiane sono così. Si tratta soprattutto di cambiamenti che si possono ravvisare nelle grandi città o nei servizi giornalistici televisivi tipici, come TVSETTE. Non ce lo vedo, infatti, un bracciante calabrese muoversi a ritmo di shake con i pantaloni a vita bassa mentre la figlia si scatena in abito Courreges (bianco e nero) davanti a lui…ma rispetto a pochi anni fa le cose sono cambiate notevolmente.

PETULA CLARK

La prima classifica di luglio trova appaiate canzoni che provengono da sigle tv, dal Disco Per L'Estate, dal Cantagiro o semplicemente da personaggi sempre nell'occhio del ciclone. Ma anche una bella sorpresa, una PETULA CLARK in gran spolvero con quella che sarà senza dubbio la sua canzone più famosa in Italia. Una canzone che le farà vincere meritatamente il Festivalbar. Stiamo parlando naturalmente della versione italiana di DOWNTOWN tradotta come CIAO CIAO. Giugno è stato per la cantante un vero tour de force per tutta l'Europa, per lanciare il suo nuovo singolo. I risultati valgono la candela: in questo momento Petula Clark è la cantante femminile che ha più successo al mondo. È nata ad Epson in Inghilterra nel 1932 ed è stata portata alla ribalta da un motivetto intitolato MONSIEUR subito bissato con CHARIOT. La sua carriera comincia a quattro anni quando canta per radio alcune canzoncine per bambini. A dodici anni è già una professionista e la radio la scrittura per una trasmissione. A quattordici debutta al Royal Albert Hall in uno spettacolo non incentrato su di lei ma comunque impegnativo . Da lì il cinema, logica conseguenza del teatro, 25 film anche a fianco di attori del calibro di Alec Guinness e Peter Ustinov, il primo in quel fatidico 1944. La fine degli anni quaranta e tutti gli anni cinquanta la vedono protagonista di show radiofonici e di una serie tv in particolare, PET'S PARLOUR, in cui PET sta per Petula. Nel 1949 la Clark registra la sua prima canzone, MUSIC MUSIC MUSIC e da quel momento non si è più fermata incidendo più di mille brani in cinque lingue differenti. Nella sua carriera ha collezionato 28 singoli nelle prime 5 posizioni in UK e 15 in Usa, senza contare i suoi successi in Italia, Spagna, Francia, Canada, Germania, Australia. DOWNTOWN, versione originale di CIAO CIAO, figura nelle primissime posizioni ovunque. Il fatto che una cantante di questo livello abbia deciso di curare una versione in lingua italiana di un successo di tali proporzioni dà l'esatta misura di quanto sia grande il peso dell'Italia nella discografia internazionale. E di quanto i cantanti stranieri ci tengano a coltivare il nostro paese. In Italia partecipa a LA FIERA DEI SOGNI di Mike Buongiorno e a LE NOSTRE SERATE presentato da Giorgio Gaber. Petula Clark, quest'anno, ha anche partecipato al festival di Sanremo insieme ad altri interpreti internazionali come Connie Francis,i Minstrels, Anita Harris, Timi Yuro, Gene Pitney ed altri meno noti anche a casa loro. La melodia di CIAO CIAO ricorda vagamente il primo successo della Clark in Italia, ANYONE WHO HAD A HEART ovvero QUELLI CHE HANNO UN CUORE. Ma si tratta di una somiglianza del tutto superficiale perchè questa canzone ha una sua linea melodica originale ed altrettanto interessante. Il testo italiano ripropone un tema già sfruttato altre volte: due innamorati alla stazione, un treno, l'estate che è finita, CIAO CIAO e non ti scordare di me. Banale all'apparenza ma straordinariamente efficace musicalmente anche perchè Petula Clark, che non è l'ultima arrivata (la sua versatilità nelle lingue e il successo costante la potrebbero rapportare ad una Celine Dion, con meno potenza vocale ma con più personalità). Riesce a far apparire fresche e spontanee anche le immagini più trite e ritrite. L'esecuzione non fa una grinza e la sua tecnica sa sfruttare alla perfezione, fino al parossismo, i ritardi spezzettando il disegno ritmico del brano (così come accadeva per QUELLI CHE HANNO UN CUORE) tanto da dargli un tono più incalzante. Le sue ultime novità sul fronte internazionale sono I KNOW A PLACE e YOU'D BETTER COME HOME, un disco che appena uscito negli USA dopo soli tre giorni era arrivato alle classifiche. La sua casa discografica europea (la Vogue) gli ha fatto firmare un contratto per sette anni (scadenza 1972) con un premio annuo di circa trecento milioni di lire. Sette anni non sono pochi per una cantante di musica leggera specialmente se alla fine del contratto, Petula Clark si ritroverà ad aver compiuto 40 anni, essendo nata nel 1932.

Le cartoline arrivate sono state 417.557. L'anno scorso sono state 178.000. Una cifra sbalorditiva che dimostra quanto questa manifestazione ideata dal grande Vittorio Salvetti stia prendendo piede. I cantanti in gara sono ancora dieci e questa è la classifica ufficiale:
1) PETULA CLARK - CIAO CIAO (89.711) 2) PINO DONAGGIO - SONO NATO CON TE (52.312) 3) LITTLE TONY - OGNI MATTINA (49.726) 4) GENE PITNEY - LE RAGAZZE COME TE (48.318) 5) VITTORIO INZAINA - TI VEDO DOPO MESSA (34.482) 6) WILMA GOICH - UN BACIO SULLE DITA (33.637) 7) JOHN FOSTER - PLEIN SOLEIL (31.848) 8) I MINSTRELS - STASERA GLI ANGELI NON VOLANO (24.843) 9) MILVA - QUANDO SARAI PIÙ GRANDE (24.725) 10) FAUSTO LEALI - RACCONTA TUTTO A ME (20.798)

(Il lutto di) MINA

Sebbene abbia due dischi in classifica lanciati a Studio Uno, Mina sta passando un bruttissimo momento. La stessa notte in cui l'Inter straccia il Benefica vincendo la Coppa Dei Campioni, una macchina scivola sull'asfalto bagnato della statale Pavia-Cremona. A bordo c'è Alfredo, suo fratello minore, che tornava insieme al complesso I Solitari (lo stesso che accompagnava Mina agli esordi) da una serata in un night. La macchina sbanda e si capovolge. Alfredo Mazzini, in arte Geronimo, di anni 22, muore . Una fine simile a quella fatta due mesi prima da un promettente cantante di 23 anni, Luciano Vieri, quello di TORNO A PREGARE. Nello stesso momento Mina, a Roma, si sveglia di soprassalto come se percepisse qualcosa. Non riesce a riaddormentarsi e la telefonata dello zio la trova in piedi. Per il fratello aveva un'autentica venerazione. Fu lei ad affibbiargli il curioso nome di Geronimo e fu lei che lo aiutò a procurarsi il primo contratto discografico nel 1962. Quel primo successo artistico fu anche l'unico. Essere il fratello di un personaggio come Mina è un handicap e Geronimo, che stupido non era, se ne accorse subito. Ad uno spettacolo al Palazzo Dello Sport di Milano, nel 1963 fu accolto da fischi. Che continuarono fino ad impedirgli l'esibizione. Per pura cattiveria. Perchè era il fratello di Mina. Quei fischi pesarono parecchio sul morale del ragazzo che decide di abbandonare la carriera artistica e di seguire il padre nell'azienda di famiglia. Intanto va militare e finisce la ferma proprio nel 1965, ad aprile. Riprende le serate con il complesso come un divertente passatempo senza considerarle il suo primario lavoro. Al massimo lo facilitano nella conquista delle ragazze. Ma tanto buon senso non lo aiuta a prevenire quell'incidente, che gli costa la vita e che lascia Mina interdetta e in preda ad uno sconforto che riesce a superare solo grazie alla vicinanza del figlio, nel quale trova la giusta forza per reagire. Di Geronimo, come sempre accade in questi casi, esce edito dalla Italdisc un singolo postumo intitolato QUANDO DOVRAI PARTIRE che lo rivela cantante misurato.

SERGIO ENDRIGO

Con un ingaggio favoloso Sergio Endrigo passa dalla RCA alla Fonit Cetra. Il primo disco inciso dal cantautore di Pola si chiama MANI BUCATE. Il genere di Endrigo non è certo quello che può entusiasmare un teen ager. Anche la sua immagine così compita, sempre in giacca e cravatta è lontana mille anni luce dagli odierni eroi adolescenziali. Ma nonostante ciò Sergio Endrigo riesce a ritagliarsi un suo posto tra il pubblico. Piace molto alle ragazze romantiche e piace molto ai loro fratelli maggiori, quelli che 5 anni fa si lasciarono tentare da testi alla Brassens e da atmosfere intimistiche, malinconiche e spesso anche snob. Cinque anni soltanto, ma sembrano già secoli. La musica cambia faccia e stile con la frequenza di sei mesi, in questi anni sessanta. Mai così veloce e mai lo sarà più. ARIA DI NEVE, VIA BROLETTO, IO CHE AMO SOLO TE. Proprio nel momento in cui imperversavano gli urlatori alla Dallara, un manipolo di matti come Paoli, Bindi ed Endrigo sognavano di portare un nuovo linguaggio nella canzone italiana. E, bene o male, il loro sogno si è realizzato. Come un romanzo a puntate, le canzoni di Endrigo sono episodi legati allo stesso filo conduttore: molti lo accusano di ripetersi, molti, più sbrigativamene, lo accusano di essere troppo lagnoso. Sbagliano entrambi. Il suo modo di cantare è tranquillo e delicato, quasi pudico, di chi abbia un po' di resistenza ad entrare in un mondo troppo intimo e segreto. Endrigo se ha un difetto è quello di essere sempre coerente al suo personaggio, anche quando gli avrebbe fatto comodo cambiarlo. Per uno che ha studiato musica come lui non sarebbe stato difficile piegarsi alla moda negli anni, componendo un twist o un surf. Avrebbe fatto sicuramente tanti quattrini ma forse avrebbe fatto la fine di Pino Donaggio, un grande musicista che nato con COME SINFONIA si è via via adattato a questa o quella moda perdendo un'identità precisa e, naturalmente, la credibilità presso il pubblico. Endrigo non ha tradito i suoi ammiratori e sebbene la canzone in stile francese non vada più come prima, il suo modo di comporre si è evoluto in maniera propria, senza snaturarsi. MANI BUCATE, con quell'introduzione di chitarra che sa di antico, di trovatori del trecento. E quel testo cha parla di rimpianto e di vendetta ma senza rancore, quasi dolcemente, fa subito centro. La presenta a Studio Uno in presenza di Mina che si congratula con lui. Il retro è DIMMI LA VERITÀ e usa la melodia di GIOCHI PROIBITI per un delicato contrappunto. Ineccepibili gli arrangiamenti del maestro Mario Migliardi che li taglia su misura per il bravo cantautore. Dal 26 giugno Endrigo comincia una tournée estiva che lo porta in giro per l'Italia e inaugura la stagione alla Bussola.

I BEATLES in Italia

Vogliamo venire a suonare in Italia per due motivi:il primo è che non conosciamo il paese, il secondo che le nostre canzoni, a differenza di quanto accade nelle altre nazioni, non salgono così in alto in classifica. Questo è quanto dichiarano i quattro di Liverpool prima di arrivare a Milano. Tre concerti, a Roma, Milano e Genova. Accolti nell'indifferenza generale della stampa importante e con vero tripudio da quella prettamente giovanile. Non stupiamoci di questo perchè i Beatles ancora non sono in Italia ciò che diventeranno dopo questa tourneee . Alla stazione Centrale di Milano ci sono duemila ragazzi e Leo Watcher, l'organizzatore della trasferta deve compiere il primo dei suoi capolavori organizzativi nella difficile arte di protezione i Beatles dal troppo amore dei fans, che forse nel frattempo, dopo aver visto il loro film TUTTI PER UNO, sono diventati anch'essi strateghi d'agguati. Fa dirottare al marciapiede 3 invece che al 16 il treno proveniente da Lione nel quale viaggiano i quattro. Ma alcuni hanno scoperto il trucco e si precipitano davanti al predellino della carrozza. Paul saluta in un italiano approssimativo studiato per presentare lo spettacolo un "ciao a tutti". Ma non può aggiungere altro perchè è inghiottito dalla folla. I Beatles riescono a raggiungere un'uscita secondaria della stazione. Anche lì ci sono degli ammiratori ma anche quattro Alfa Spider 2600 con autista. Nella fretta di lasciare la stazione i Beatles si ammucchiano tutti in un'unica auto seguiti da tre clandestini che ingaggiano una furibonda lotta con Ringo per strappargli qualcosa. Risate dei tre ai lamenti di Ringo e corsa per Milano cercando di seminare la folla degli ammiratori che li seguono in motorino. Arrivano all' albergo Duomo sani e salvi . Conferenza stampa dei quattro nella quale non deludono i giornalisti riempiendoli di battute in perfetto humor inglese. Uno di loro chiede cosa ne pensano della loro fresca nomina di baronetti (12 giugno) e John, il più dissacrante verso il potere costituito intona GOD SAVE THE CREAM invece che QUEEN. E riferito a i Lord che hanno restituito alla regina le onorificenze per protesta aggiunge che costoro le avevano ottenute per meriti militari, i Beatles per meriti civili. Qualcun altro gli chiede se siano più popolari loro o Shakespeare e sempre John opta per il bardo aggiungendo che però ha venduto meno dischi. Un altro chiede a Paul cosa faranno a Roma a parte i concerti e lui risponde che sicuramente non andranno dal Papa perché altrimenti dovrebbero tagliarsi i capelli. Alla domanda se conoscono qualche cantante italiano Paul risponde scherzosamente Beniamino Gigli. E finalmente lo spettacolo: settemila biglietti venduti nel pomeriggio (18 milioni d'incasso) e 19 mila la sera (40 milioni d'incasso). Per la prima volta l'Italia fa i conti con un tipo di isterismo collettivo mai verificatosi prima: ragazzine che forse avendo visto le loro coetanee inglesi ed americane in tv fare determinati gesti subito le ricopiano per non sentirsi da meno: urli acutissimi e mani sulle orecchie come se stessero per impazzire improvvisamente. Meno simulati forse sono gli attacchi isterici di alcune, culminati con pianti e svenimenti, contorcimenti e bave varie. Una cosa molto brutta: due ragazzine eccitatissime dall'avvenimento hanno cercato di rovesciare una carrozzella di altre due ragazze palizzate dalla vita in giù. E ancora il pianto sconsolato delle tredicenni alla fine. Si aggrappavano l'una all'altra chiamando Paul o George, come se loro potessero ascoltarle. Una sorta di perdita collettiva della verginità, il risveglio della donna nel corpo di un'adolescente che pochi mesi prima giocava con le bambole. La Milano che conta non va allo spettacolo o almeno non tutta. La contessa Wally Toscanini paragona i Beatles ad una squadra di calcio e si dice molto stupita dal fatto che la regina gli abbia concesso la massima onorificenza. I Beatles, dopo aver dato il meglio di loro stessi e mentre la folla ancora urla, si sfilano con un furgone ad un'uscita secondaria e si infilano al Charlie Max, uno dei più eleganti night meneghini dell'epoca. Suona per loro Augusto Righetti, un chitarrista che ha raggruppato un'eccellente formazione beat e i Beatles hanno parole di stima per le loro esecuzioni. Lui poi, grazie a questa serata e a questi complimenti illustri, ci camperà una vita proponendo cover dei Beatles in tutti i locali da ballo italiani. Il giorno dopo è la volta di Genova, in macchina. Un viaggio davvero surreale con i Beatles che si fermano a fraternizzare con i contadini piemontesi che offrono loro spuntini improvvisati. Sembra incredibile ma è successo davvero così. In un'Italia che conosceva parzialmente quei quattro ragazzi inglesi e che non avevano problemi a viaggiare in macchina scoperta e ad intrattenersi con estranei per la strada. Ecco quindi Genova. Che gli accoglie in perfetto stile genovese, cioè senza troppi entusiasmi. Solo un paio di casi. Il primo quando i quattro arrivano in Piazza Acquaverde, all'hotel Colombo alle 19,10 del 25 giugno. Un centinaio di ragazzi erano lì di fronte ad aspettarli ma quando la prima macchina arriva i due primi Beatles si infilano di corsa nelle porte girevoli e scompaiano lasciando i ragazzi incapaci di esprimersi con i soliti urletti. La scena non piace ai fotografi che vogliono qualcosa di più da mettere in prima pagina. E alla seconda macchina con gli altri due Beatles all'interno ingaggiano una ragazzina di buona volontà che al segnale convenuto sviene di botto. Il giorno dopo sui giornali genovesi appare la foto dello svenimento pro Beatles che naturalmente scandalizza la città. Alle due di notte Gorge esce dall'hotel Colombo e si concede un bagno notturno in completa tranquillità a Bogliasco. Qui scende dalla macchina e toltosi tutti i vestiti si concede una mezz'ora di nuotata sotto la luna. Gli altri fanno un tour notturno della città in un'Alfa 2600 percorrendo tutte le vie centrali di Genova, dalla Cattedrale alla casa di Colombo. Mimetizzati con occhiali scuri e cappelli entrano in un night bere degli scotch baby e scherzare con qualche ragazza che non li ha riconosciuti. Ed eccoci al Palasport il giorno dopo, davanti a quasi 13 mila persone. Le forze dell'ordine hanno dovuto improvvisarsi scalatori alpini e dare la scalata dai parterre alle tribune per impedire repentine sortite di pubblico e la demolizione del locale da parte di qualche esagitato. Nel bel mezzo di CAN'T BUY MY LOVE una quindicina di ragazzi avevano cominciato a demolire tutti i cartelloni pubblicitari. Una quindicenne di Cornigliano andata al concerto senza dire nulla ai genitori sviene perché affètta da lipotimia e altre due ragazzine di quattordici anni fanno la stessa cosa. Altre due ragazze, una di tredici e l'altra di quattordici anni, riescono ad insinuarsi nelle stanza di Ringo e John. E poi c'è chi dice che le under 18 siano da proteggere. Ma se sono loro che se lo cercano! A scegliere Genova erano stati proprio i Beatles perché città di mare come Liverpool e anche perché nei tempi antichi aveva intrattenuto rapporti con la stessa città inglese. E anche perché avevano detto loro che a Genova avevano costruito uno del palazzi dello sport più grandi d'Europa ma che il pubblico era notoriamente freddo. Ma loro avevano intenzione di svegliarlo. La sera si vedono passare ragazzi con i capelli alla Beatles, subito additati dai più perché passeggiare per Genova nel 1965 con capelli che allora erano considerati lunghi era una mossa ardita. Qualcuno tra i passanti dice che forse si tratta di stranieri. Questo la dice lunga su come fosse davvero considerata anormale una cosa simile. Due ore di attesa per caricare tutti gli strumenti ed eccoli a Fiumicino. Roma la vedono prima dall'alto e Paul è subito entusiasta. Essere a Roma, una cosa che ha sempre sognato. Quattro spettacoli all'Adriano (due pomeridiani e due serali) sebbene l'accoglienza romana sia stata abbastanza tiepida, causa gli alti prezzi, la limitata capienza del locale e il caldo tropicale. In serata si attendevano grossi nomi dello spettacolo italiano ma questi, un po' snobisticamente, decidono di dare forfait per andare ad applaudire uno spettacolino a Spoleto molto deprimente ma spacciato sotto l'etichetta di "arte pura". Si fa notare la figlia di Mastroianni, quattordicenne, entusiasta di Paul. Poi i Beatles così come sono venuti se ne vanno con la promessa di tornare presto in Italia. Promessa che non si avvererà mai perchè nel 1966 diranno addio alle tournè in giro per il mondo. Diamo un'occhiata ai cantanti che fanno da supporters ai Beatles nei concerti italiani, che sono I New Dada, I Giovani Giovani (di Pino Donaggio), Guidone (di Celentano), una certa Angela, Fausto Leali (che si era fatto un nomino come cantore ufficiale dei Beatles in Italia, ma i tempi di A CHI erano ancora lontani) e Peppino Di Capri. Una bordata di fischi accoglie in particolar modo Guidone che viene anche offeso per la sua mole, mentre vengono apprezzati i New Dada che sfrutteranno l'occasione per lanciarsi alla grande. Intanto a Giacarta viene diffusa la notizia che la musica dei Beatles e dei loro imitatori verrà bruciata (sotto forma di dischi) in occasione della festa indonesiana. Questa notizia fa seguito al sequestro dei dischi del gruppo compiuto dalla polizia nei giorni precedenti secondo le direttive impartite dal governo, il quale ha sentenziato che questa pretesa musica non ha nulla a che vedere con le aspirazioni del popolo indonesiano (?) e che la sua distruzione mira a proteggere la cultura locale. Operazione riuscitissima: difatti chi non conosce, oggi, la cultura indonesiana?

GINO PAOLI & UMBERTO BINDI

I due cantautori lasciano la RCA e passano alla CGD che studierà per loro un grande rilancio. Almeno così sono le intenzioni. L'ultima incisione di Paoli è RIMPIANGERAI RIMPIANGERAI con la quale partecipa al Cantagiro ma che sembra non riscuotere il successo delle previsioni. Sul lato B è inciso IL POETA, canzone che in seguito avrebbe cantato Lauzi e poi Mina. Un disco del genere oggi avrebbe preso non so quanti dischi d'oro. Vende circa 70 mila copie. Allora vendere così poche copie era considerato un flop. RIMPIANGERAI RIMPIANGERAI (con la quale partecipa al Cantagiro) è un motivo allegro, sottolineato da un ritmo abbastanza moderno ma il testo è piuttosto malinconico, e consente al cantante di presentarsi in chiave pensosa nonostante la maschera da buontempone che gli viene in soccorso con la ritmica. È un tentativo di dare al pubblico un'immagine diversa, senza dover rinunciare a quel dialogo che porta avanti ormai da sei anni con le sue canzoni. Una specie di compromesso, insomma. Paoli cerca quindi di cambiare personaggio per risalire la china. Via tutte le resistenze di una volta al commercializzarsi a tutto campo, perchè l'arte è una gran bella cosa ma bisogna pensare anche al guadagno. Lo dimostra anche la partecipazione ad una trasmissione tv con Noschese. Quel Noschese che voleva parodiare Paoli al tempo di OGGI HO INCONTRATO MIA MADRE ma che fu ufficialmente diffidato dallo scontroso cantautore. Nel suo show personale intitolato SENZA FINE, Gino Paoli fa anche da presentatore indossando un frac, un'abito che non si addice alla malinconia, a meno che non si tratti di un vecchio frak, in stile Modugno. È un Gino Paoli riverniciato di ottimismo, quello di quest'estate che col vecchio Gino Paoli ha in comune soltanto una pallottola calibro 5 ancora conficcata all'altezza del cuore, a ricordare un periodo di successo ma anche di grande depressione. Il cantautore manca da parecchio tempo nella lista dei dischi più venduti, da quando cioè partecipò al Sanremo nel 1964 proprio con IERI HO INCONTRATO MIA MADRE. Le sue canzoni LEI STA CON TE e SARÀ LO STESSO, le ultime con la RCA non hanno varcato la parte bollente delle hit parade, sebbene entrambi i brani siano da considerarsi più che buoni.

Per Bindi il discorso si fa differente. Finito il periodo delle vacche grasse con la Ricordi e col sodalizio artistico con Giorgio Calabrese, che lo aveva lanciato nel 1959 con ARRIVEDERCI, dal 1963 decide di fare un colpo di testa e passa alla RCA ma qui le cose vanno maluccio. Messo spesso in disparte per la sua esibita omosessualità non riesce a sfondare sebbene i pezzi giusti non gli manchino. Il suo IL MIO MONDO (scritto in coppia con Paoli) non vende granché mentre ripreso da Richard Anthony arriva addirittura al primo posto. La canzone è davvero bella e viene ripresa anche da Cilla Black in Inghilterra, subito imitata da Dionne Warwick e Tom Jones. Il titolo inglese eè YOU'RE MY WORLD. Addirittura nel 1977 ebbe un altro lancio internazionale, con Helen Reddy, nota cantante solista degli anni settanta,di nazionalità americana. Anche UN RICORDO D'AMORE, sempre di Paoli e Bindi non tradisce il genere del cantautore, la sua vena malinconica ma felice, la stessa che tanto successo gli ha portato tra il 1959 e il 1962. Arrangiamento fenomenale, con piano e archi che sorreggono tutta la melodia da soli e un testo abbastanza importante. AVE MARIA, ultimo pezzo pubblicato per la RCA, è un altro tonfo clamoroso. Ma la colpa di questo è da imputare alla poca visibilità dell'artista genovese in quel momento. Poca tv, pochi spettacoli nelle piazze, già sta cominciando forte l'ostracismo del mondo della canzone nei suoi confronti. Finché vendi, puoi fare quello che vuoi. Quando smetti di essere uno che conta ti fanno pagare tutto e con gli interessi. Solo che con Bindi hanno esagerato. Con un rifiuto totale al limite della mortificazione personale, a discapito di un animo gentile e sensibilissimo, che ha risentito della situazione creataglisi attorno in maniera esasperata, procurandogli non poche occasioni per avviarlo alla depressione.

Le case discografiche, come ogni anno all'affacciarsi della bella stagione, si trovano impegnate a concludere gli ultimi preparativi per la grande battaglia dei dischi e degli interpreti che prevarranno nei juke box. Molti fattori verranno in aiuto dell'industria perché possa lanciare le novità discografiche. Tra questi hanno ruolo determinante le varie manifestazioni che mai come in questo decennio avranno una risonanza così clamorosa. Ed è proprio di queste che ci interessa parlare. Cantagiro, Disco Per L'Estate, Mostra Internazionale Di Venezia. Cominciamo proprio dal Disco Per L'Estate 1965.

UN DISCO PER L'ESTATE 1965

Insuccesso del Disco Per L'Estate. Un insuccesso già pronosticato sin dall'inizio. La Rai ha escluso dalla competizione i grossi calibri, quelli sempre presenti nelle classifiche discografiche degli ultimi due anni. Ha invece incluso nomi nuovi oppure abbastanza famosi ma poco attraenti per il pubblico più giovane. Questo in nome di una moralizzazione fasulla che pretendeva di interferire coi gusti del pubblico. Perché? Perché i cantanti più popolari sono stai scartati con un criterio molto discutibile, colpevoli di avere una voce sgradevole. Il dito puntato contro Gianni Morandi, Dino, Bruno Filippini, Fabrizio Ferretti, Gino Paoli e Rita Pavone. Ma come? Rita Pavone, quando c'è bisogno di fare show televisivi, è sempre lì in prima fila (l'ultimo in ordine di tempo un PICK UP in giugno con la regia di Trapani che forse la Rai dovrebbe rimandare in onda per i tanti ospiti intervenuti), le viene fatto fare Gian Burrasca ed ora le si vieta la partecipazione al Disco Per L'Estate? Subito soprannominato dai giornalisti Disco Per Il Nonno per via delle partecipazioni di cantanti come Arigliano, Dallara, il Quartetto Cetra e Claudio Villa. Si fanno votare mezzo milione di persone per poi affidare l'ultima votazione a giurie più o meno qualificate dislocate in località scelte a caso. E quel che è ancora peggio per scopi legati ad interessi ministeriali. Così, cantanti come la Vanoni, Modugno, Di Capri sono stati bocciati dalle cartoline che sono arrivate copiose, più di mezzo milione. Il doppio dell'anno passato quando la manifestazione muoveva i primi passi. Questo perchè i discografici desiderosi di lanciare questo o quel cantante hanno compilato decine e decine di cartoline, mandando in finale tutti gli esordienti ed escludendo di fatto i big, molti dei quali già in crisi per conto proprio. Fuori quindi anche Donaggio, oltre ai già citati Quartetto Cetra, Dallara e Arigliano che speravano di risollevare la loro carriera. Tutto questo va a discapito della spettacolarità della ripresa televisiva. Interessi anche legati alle varie case discografiche e alla Rai stessa fanno sì che la Fonit Cetra (casa discografica della Rai) e la RCA facciano la parte del leone (la RCA per compenso all'esclusione da Sanremo). Terminato lo spoglio delle cartoline, appare che il cantante più votato sia Franco Tozzi, seguito da Paola Bretoni,Armando Dolcetti e Franca Siciliano ! A chi interessa una gara tra questi e Gianni Lacommare o Franco Talò? Betty Curtis presenta un pezzo in dialetto milanese, un'implorazione alla Vergine affinché il figlio cresca forte e sano, onesto e lavoratore. Ma che sembra alquanto stridente con il fine stesso del concorso, cioè lanciare canzoni per l'estate che facciano trascorrere le serate a gruppi di giovani, ballando o in qualche altro modo. Ora voi vi immaginate un 18enne in riva al mare con la sua ragazza che cercano di baciarsi mentre ascoltano una preghiera in milanese cantata da una decana come la Curtis? Magari sgranando un rosario… Molti debuttanti, quindi, che per la diretta tv dovranno vedersela con colleghi già visivamente popolari. Dei quaranta dischi in gara solo pochi sono in classifica. Sono Bobby Solo, la Iannetti, Jimmy Fontana ed Orietta Berti. Chi sono i finalisti, quindi? Eccoli qui:

MARIO ABBATE - MANDULINE E LACRIME ORIETTA BERTI - TU SEI QUELLO PAOLA BERTONI - UN GIOCO D'ESTATE FRED BONGUSTO - IL MARE QUEST'ESTATE BETTY CURTIS - AVE MARIA DI PERIFERIA ARMANDO DOLCETTI - LA SPIAGGIA SARÀ VUOTA JOHNNY DORELLI - PROBABILMENTE NICO FIDENCO - LA VOGLIA DI BALLARE JIMMY FONTANA - IL MONDO JOHN FOSTER - È SOLO UN GIORNO PEPPINO GAGLIARDI - INNAMORARMI DI TE ISABELLA IANNETTI - SONO TANTO INNAMORATA GIANNI LACOMMARE - SEI BELLISSIMA LITTLE TONY - VIENE LA NOTTE LOUISELLE - ANDIAMO A MIETERE IL GRANO FRANCA SICILIANO - TUTTA L'ESTATE BOBBY SOLO - QUELLO SBAGLIATO FRANCO TALÒ - QUANDO VERRAI PER IL TUO PERDONO CLAUDIO VILLA - SIFULINA FRANCO TOZZI - I TUOI OCCHI VERDI

Vince a sorpresa la giovane ORIETTA BERTI con una canzone scritta da un altrettanto giovane Alberto Anelli, il quale ha già intrapreso la carriera di cantante che seguirà per almeno altri dieci anni senza riuscire mai ad avere il successo che avrebbe sicuramente meritato. Misteri della musica leggera. Ha fatto le prime esperienze come cantante quando ancora frequentava le scuole commerciali a Cavriago. In uno di questi festival di provincia (in questo caso a Reggio Emilia) ai quali erano soliti presenziare produttori e personaggi del mondo dello spettacolo per trovare nuovi talenti da lanciare, Orietta viene scoperta da Giorgio Calabrese che la porta immediatamente a Milano e la presenta prima alla Karim (dove incideva il suo amico De Andrè) e poi alla Phonogram. Si intravedono in questa giovane cantante delle potenzialità e le si costruisce addosso un personaggio provvisorio, quello cioè di cantatrice ufficiale italiana delle canzoni di Suor Sorriso, alias Suor Luc-Gabrielle, che nel 1964 tanto successo aveva riscosso, nei paesi di lingua francese, con le sue canzoni a contenuto religioso o nello stile degli scout. Incide subito DOMINIQUE, la traduzione dell'omonima canzone francese ed ottiene un discreto successo. Tanto che la Phonogram (Polydor in questo caso) le fa incidere un long playing intitolato LE CANZONI DI SUOR SORRISO che include anche altri brani poi editi in singoli come MI VESTIRÒ DI BLU e SE PER CASO. Il personaggio viene abbandonato per quello più duraturo di interprete di repertorio cosiddetto all'italiana di tipo tradizionale. Del quale la Berti sarà regina incontrastata praticamente per sempre! La casa ha messo a punto in ogni particolare la sua immagine, curato e definito ogni dettaglio. Quando canta ogni smorfia della bocca si adatta perfettamente alla parola che sta per profferire. I suoi gesti sono sempre aggraziati, il suo modo di vestire è quella di una ragazza di ceto medio che si fa un abito nuovo all'anno. L'idea iniziale di Calabrese sarebbe stata quella di farle cantare canzoni sudamericane tradotte in lingua italiana, canzoni di Jobim e di altri autori brasiliani. Ma cambiare nuovamente il repertorio dopo una vittoria con una canzone tradizionale (e bella) come TU SEI QUELLO sarebbe stato da pazzi. Questa fu la risposta della Phonogram e fu anche la fortuna della Berti. Ed è lo stesso autore a dirlo. Perchè così facendo la cantante (forse a discapito della qualità delle canzoni che proporrà in futuro) è riuscita a guadagnare cento volte di quello che avrebbe guadagnato con lui, cantando la versione italiana di FELICIDADE o di DINDI. Ad ognuno il suo pubblico.

Vittoria della melodia, quindi,ma anche trionfo della femminilità viste le ottime prestazioni di Paola Bertoni, Louiselle e Isabella Iannetti, tutte nuove o quasi a grossi impegni di un concorso a questo livello. Le votazioni finali sono state effettuate da una giuria internazionale delle seguenti provenienze: Francia, Germania, Inghilterra, Spagna, Svizzera. Per l'Italia la scelta è caduta sul Radiocorriere, guarda caso edito proprio dalla Rai. Come giurata del settimanale, si è pensato bene di ricorrere (data l'atmosfera vetusta per vocazione) a Wanda Osiris.

BOBBY SOLO

Bobby si consola della sua non vittoria inaugurando una nuova professione da affiancare a quella del cantante. Come molti altri artisti italiani ha intrapreso la carriera di produttore discografico. La sua prima realizzazione in questo senso è un disco inciso dalla giovane interprete Mary Di Pietro, su etichetta Ricordi. I due brani sono EVVIVA LA FELICITÀ e UN GIORNO O L'ALTRO TU PIANGERAI, di cui Bobby è anche autore. Gli arrangiamenti sono del fratello del suo amicone Little Tony, cioè Enrico Ciacci, leader della Cricca. Alla manifestazione aveva presentato QUELLO SBAGLIATO e forse si riferiva al suo pezzo, veramente noioso per una rassegna di canzoni estive. Ma c'è da dire che nonostante la canzone sia da colpo di sonno, riesce a renderla conturbante calcando quegli scivoli vocali tesi al basso con i quali sembra sentirsi perfettamente a suo agio. Il retro del disco è un altro pezzo lento, cosa che normalmente non si fa. Si evita, cioè, di accoppiare due brani similari per ovvi motivi di commercialità. Si intitola LASCIO FARE A TE e qui Bobby stranamente pronuncia le parole in modo strano, forse per accentuare la suadenza del suo tono di voce. Il disco ha una forte dose di orecchiabilità ed ha una sua attrattiva. Non per niente è già al sesto posto in classifica. Vabbè che il ragazzo a quell'epoca poteva permettersi di cantare di tutto e che comunque il suo posticino fra i primi dieci lo avrebbe comunque trovato.

Il CANTAGIRO A MOSCA

Dopo la rivoluzione d'ottobre ora Mosca può annoverare anche quella canora di marca prettamente italiana. Morandi e Rita Pavone al posto di Lenin e Marx (tutto di guadagnato!) Canzoni moderne al posto degli inni retorici che devono mandare a memoria gli incolpevoli bambini delle scuole sovietiche. Palette votatorie e musica yè yè invece di piani quinquennali e congressi del PCUS. Il Cantagiro sbarca in Unione Sovietica. Non chiedete a cosa serva portare la carovana canzonettistica in un paese come questo invece che in uno occidentale dove vige il libero mercato e la democrazia perchè si dovrebbe essere nella testa di Ezio Radaelli e sarebbe preferibile restare nella propria. IL Cantagiro 1965 è partito il 23 giugno a Bari e concluderà la sua marcia il 10 luglio a Fiuggi. Ma il primo di luglio ecco la grande trovata: tutti a Mosca! All'aereoporto la prima delusione per la carovana canora. Non c'è un anima neanche a pagarla migliaia di rubli. E come poteva essere altrimenti? Vengono invece incontro ai cantanti alcuni funzionari del Gos Koncert, l'organizzazione di partito che si occupa dello spettacolo. Alcune hostess accompagnano i grigi burocrati donando dei piccoli mazzi di fiori incellophanati, Uno squallore unico. C'è chi vorrebbe tornare subito indietro, come una nota cantante della RCA, nipote di un alto prelato. Tragitto dall'aereoporto all'albergo in pullman stile prima guerra mondiale con una grande scritta in russo che sta a significare Cantagiro. Un giro per una città che a molti da la sensazione di una vedova in gramaglie. Più che una città sembra un assemblaggio di ministeri e sottoministeri popolati di burocrati in maniche nere. Un giorno non basta per vedere tutto ma poche ore sono sufficienti per capire che ogni decisione, anche la più semplice non viene mai presa dal singolo. La solita cantante di cui sopra ha una crisi di pianto che dai più non viene capita. Poi il teatro Verde al Gorki Park con i suoi diecimila posti tutti occupati o quasi. Ad occuparli centinaia di agenti in borghese, figli di boss del partito, militari in grande uniforme. Tutti accorsi a vedere cosa ha di così particolare questo Cantagiro. Gli unici cantanti ufficialmente famosi (ed accettati dal partito) qui finora sono Claudio Villa e Robertino. Ed ho detto tutto! Al mercato nero si comprano i dischi di Rita Pavone in grande quantità. Ora con l'arrivo della stessa si spera che entrino nella distribuzione ufficiale. I ragazzi russi avrebbero fame di musica occidentale ma la fame con cui debbono convivere quotidianamente fa passare sicuramente in secondo piano le altre. In teatro alcuni cantanti e giornalisti provano a telefonare a casa ma i telefoni non mettono in comunicazione con l'estero. Per telefonare bisogna andare al Moscowa, un grande albergo nel quale i movimenti dei pochi clienti sono controllatisimi. Robi Ferrante, uno dei cantanti, viene condotto in un ufficio e l'interprete spiega al funzionario cosa vuole, cioè telefonare. Il funzionario prende nota scritta della richiesta e fa accompagnare il cantante e i giornalisti da una tizia in divisa che li squadra come fossero dei marziani. Vengono condotti in un altro ufficio dove l'interprete spiega che qui verranno schedati. A quel punto alcuni della carovana abbandonano l'idea e maledicono il giorno che sono atterrati a Mosca. Altri insistono nella richiesta e dopo un consulto lungo e laborioso li fanno accomodare ai piani superiori e finalmente telefonano in Italia! Due ore!

Si torna in teatro. Il primo a cantare, nel gelo della sala, è Giancarlo Guardabassi con TORNA TORNA TORNA. L'inizio reciterebbe "do you want" in inglese, ma paese che vai…e si decide così di cambiarlo con il gentile ausilio del ministro della Cultura sovietica che nel frattempo si era premurato di avere TUTTO il programma e le parole scritte di quello che avrebbero detto cantanti e presentatori in teatro. Testi, le singole parole comprese (e tradotte in russo).Canta "da da da chei dar" che significa bene o male la stessa cosa. Ma riceve dei timidi applausi. Andrea Lo Vecchio, uno dei giovani, canta LA RAGAZZA DI REGGIO EMILIA e improvvisamente il pubblico comincia a battere le mani aritmicamente. Stanno cominciando a scaldarsi. Per otto tappe Lo Vecchio aveva cercato di ottenere inutilmente, in Italia, lo stesso risultato. Un uragano di ovazioni quando arriva Rita per la quale la gente normale fuori dal teatro, controllata a vista da manipoli di guardie rosse, impazziva chiamandola a gran voce. La canzone della Pavone, LUI, piace moltissimo alla platea ma molto poco alla giuria, tutta in divisa. Troppo frenetica e deleteria per una sana gioventù come quella moscovita. Prende solo 46 punti. Il pubblico che aveva già manifestato il suo disappunto contro i giurati quando avevano dato voti bassissimi a Morandi, Michele e Little Tony fischia sonoramente le palette dei giurati. Una reazione così violenta coglie di sorpresa i funzionari sovietici in quanto lo spettacolo veniva trasmesso in televisione non solo in Russia ma anche in Bulgaria, Ungheria e Cecoslovacchia. Va bene che sono tutti figlioli di quadri di partito ma a tutto c'è un limite. Difatti la tv sovietica oscura per due minuti la manifestazione allo scopo di censurare un dissenso innocuo che è nella regola del gioco di tutti i paesi civili, ma che potrebbe essere uno spiacevole precedente se trasmesso in diretta televisiva. Nel frattempo, gli agenti in borghese vanno a calmare (non sappiamo come) gli "scatenati" contestatori. La trasmissione riprende ma il pubblico viene in parte calmato dall'entusiasmo solo quando la Pavone torna in scena per bissare la sua canzone che manda in visibilio la platea. Rita è quindi la trionfatrice della tappa russa. Ma la giuria fa vincere nell'ordine Donatella Moretti, Mario Abbate (un cantante melodico napoletano vecchio stampo) e Pino Donaggio. Questi sono ufficialmente i più apprezzati. I vincitori reali a parte la Pavone sono Little Tony e Gianni Morandi. Il viaggio nel paradiso del socialismo reale è finalmente terminato. Morandi, durante la tappa successiva a Reggio Emilia, memore della trasferta in URSS saluta il pubblico con un ruffianissimo pugno chiuso. In cambio riceve un pomodoro, bello maturo, in piena faccia. Ma rosso. Radaelli spera che se le cose andranno come pensa che debbano andare, l'anno prossimo realizzerà due edizioni del Cantagiro. La prima conserverà la vecchia denominazione, la seconda si chiamerà Cantaeuropa. Il Cantagiro tornerà all'antico nel senso che non ci saranno più tappe fuori dall'Italia. All'estero andrà invece il Cantaeuropa che presenterà, oltre ai cantanti italiani partecipanti, anche artisti locali dei paesi nei quali la carovana farà sosta. Lasciamo la cronaca del Cantagiro 1965 per le tappe italiane ad un altro articolo, però diamo i risultati finali della manifestazione che ha avuto nella finalissima a Fiuggi momenti di tensione quando viene fatto notare che la giuria, che fa scavalcare in classifica la Pavone davanti a Morandi, è più numerosa di quelle delle altre tappe. Pertanto dopo essere stato sempre in testa per tutto il Cantagiro, Morandi scende al secondo posto, per soli due punti, proprio nella finalissima perdendo la seconda vittoria consecutiva sul filo di lana. Ecco la classifica dei primi dieci.
1. Rita Pavone (898) canta LUI 2. Gianni Morandi (896) canta SE NON AVESSI PIÙ TE 3. Nico Fidenco (876) canta L'UOMO CHE NON SAPEVA AMARE 4. I Marcellos Ferial (860) cantano LA CASA DEL SOLE 5. Pino Donaggio (855) canta SONO NATO CON TE 6. Michele (852) canta DOPO I GIORNI DELL'AMORE 7. Donatella Moretti (847)canta TI VEDO USCIRE 8. Little Tony (842) canta OGNI MATTINA 9. Dino (830) canta IL BALLO DELLA BUSSOLA 10. Edoardo Vianello (822)canta IL PEPERONE

I MOSTRA INTERNAZIONALE DI MUSICA LEGGERA DI VENEZIA

Ecco esordire un'altra delle tante manifestazioni sorte in questi anni e terminate con la fine del disco in vinile negli anni ottanta. Venezia, mirando forse ad un rilancio turistico (non che ne abbia bisogno) si dà alla musica leggera e fa organizzare un festival dal potente Gianni Ravera, ma sotto l'egida della locale Azienda di Soggiorno e Turismo. Non si tratta propriamente di una gara. Non ha per scopo una vittoria o l'identificazione dell'esecutore più bravo o della più bella canzone. Ha invece l'obbiettivo di consegnare ai consumatori di musica leggera decine e decine di canzoni che già cominciano a misurarsi a distanza e per un anno intero, fino a che il prossimo anno quella che avrà ricevuto maggior consenso commerciale avrà in premio una gondola d'oro, simbolo di questa Venezia che così oltre ad avere il famoso festival del cinema e dell'arte contemporanea da quest'anno ha anche il festival della canzone internazionale. Il cast è veramente di primo piano. Per l'Italia, la vincitrice del Disco Per L'Estate, cioè Orietta Berti. E ancora Betty Curtis, Ornella Vanoni, Mina, Adriano Celentano,Don Backy, Claudio Villa, Peppino Di Capri, Fausto Cigliano, Bobby Solo e il Quartetto Cetra. Sono alcuni dei big esclusi dal Disco Per l'Estate in cerca di rivincita. Ma cominciano anche le prime defezioni. Bobby Solo aveva detto di sì a Ravera ma poi manda un certificato medico al patron della manifestazione in cui si afferma che il cantante non può presentarsi per via di un forte esaurimento nervoso. Betty Curtis, fedele agli impegni presi, è giunta a Venezia ma non canta perchè anche lei acccusa un esaurimento nervoso. La Vanoni è un'altra che è stata bloccata da impreviste clausole contrattuali. Il gestore del Casinò di Venezia, al quale il Consiglio Comunale della città aveva tolto l'appalto tra il venerdì e il sabato e col quale la Vanoni aveva un contratto in esclusiva, le vieta di scendere in piazza per impegni precedenti ma soprattutto per vendicarsi con la città della sua defenestrazione. Partecipano per la Francia Audrey e Guy Mardel (?) per l'Inghilterra Petula Clark, Samantha Jones e Julie Rogers, per la Germania le gemelle Kessler e Udo Jurgens, per la Spagna Marisol, per gli Usa i Minstrels e Bobby Vinton e per l'URSS un certo Wladimiro, figlio di un italiano e di una russa, di cui si sa che svolge la professione di ingegnere elettronico (a Milano, mica in Russia!) Poi ancora il Giappone, rappresentato da Ito Yukari. Nelle tre serate i protagonisti alterneranno motivi nuovi, seminuovi e successi personali. In ogni spettacolo si esibiranno due volte. La prima accompagnati da un'orchestra di 30 elementi diretta a turno dai maestri delle rispettive case discografiche (come accadeva a Sanremo) e la seconda da un complessino costituito da piano, batteria, chitarra e contrabbasso. Non è molto chiaro a che serve tutta questa schizofrenia di regole ma, si presume, per dare spettacolarità alla manifestazione: dalla grande orchestra all'intimità del quartetto. I primi due spettacoli si svolgeranno al Palazzo del Lido e saranno solo radiotrasmessi. Il terzo, il 5 di luglio, sarà trasmesso in Eurovisione e si svolgerà in Piazza San Marco. Due ore di spettacolo coi cantanti che si avvicendano offrendo il meglio della loro produzione attuale. Noi non lo vedremo in diretta perchè si svolgerà in concomitanza con JOHNNY SETTE, la trasmissione di Dorelli del sabato sera. Ma sarà registrato e mandato in onda dopo quattro giorni circa. Mina si presenta raccogliendo applausi a non finire non tanto per la stima che il pubblico ha nei suoi confronti ma per commossa solidarietà al lutto grave che l'ha appena colpita. Mina sta male, ha la febbre, ma aggredisce il suo ultimo successo, UN ANNO D'AMORE, con rabbia e coinvolgimento, una foga che assume il significato di una liberazione psicologica. Poi canta altre due canzoni dal suo ultimo repertorio: la bellissima E… e UN BACIO È TROPPO POCO. Celentano conquista la platea insieme a molti del suo Clan, che sono Don Backy e Gino Santercole . Canta E VOI BALLATE e SONO UN SIMPATICO, i suoi due best seller del momento. Claudio Villa canta un orribile canzone dall'ancora più orribile titolo, SIFULINA. Che nome è? Una donna alla quale difetta una gamba? Meglio LA BANDIERA DELL'AMORE, canzone alla Claudio Villa, fuori dal contesto temporale e storico, come solo lui è capace di fare. Le Kessler con È FIORITO IL LIMONE e L'ESTATE CORTA. Le gemelle sono protagoniste di un caso. Stavano provando ma l'orchestra non corrispondeva con l'abituale chiarezza di tono agli attacchi del maestro. Per due ore consecutive la canzone è stata interrotta a metà e una delle gemelle, più stanca degli orchestrali (dodici ore filate per le prove ogni giorno) alla fine sbotta in una lunga serie di suoni gutturali. Poi allunga come uno stambecco le gambe verso la scaletta e sparisce imprecando contro Ravera. Passando agli stranieri, Wladimiro, il russo che incide per l'Ariston, aveva già al suo attivo una puntata della Canzonissima dell'anno precedente che per quella volta aveva adottato il titolo di NAPOLI CONTRO TUTTI. Canta con voce calda e tipicamente russa (piena di enfasi e di toni bassi) BATTELLIERI DEL VOLGA, CANZONE DELL'AMICO e MEZZANOTTE A MOSCA. Sarebbe utile farsi spiegare dai suoi produttori dell'epoca come sia stato possibile mettere sotto contratto un povero cristo con una voce certamente buona ma usata in maniera antica e con brani stantii come quelli cantati a Venezia e sperare di raccogliere consensi in Italia, quando già non si sopportavano i Villa e i suoi epigoni. Marisol è invece una bella ragazza spagnola che tanto successo avrà in futuro in campo internazionale e che ogni tanto proverà una sortita da noi ma sempre con scarsa fortuna. Si presenta con un abito in stile flamenco e canta una ruffianissima ARRIVEDERCI VENEZIA e NON ME NE IMPORTA NIENTE. Oltre che cantante è anche attrice e nel suo paese ha già girato sette film musicali. Si presenta sulla scena e si rende conto di aver dimenticato le nacchere che sono indispensabili per l'esecuzione del brano. Riesce tuttavia a non farle rimpiangere schioccando le dita. Bobby Vinton è un simpatico ragazzone tipicamente americano, di quelli stereotipati, in stile Rock Hudson o alla Everly Brothers, molto anni cinquanta e legati ad un certo tipo di musica ormai giudicata universalmente vecchia. Ma ha una bella voce e canta due canzoni in italiano: ESSE COME STANCO e IO SONO SOLO. Molto applauditi i Minstrels che per fare qualcosa di particolare si presentano in San Marco a cavallo e in abiti texani. Rinverdiscono il loro successo sanremese (LE COLLINE SONO IN FIORE) seguito da BELLA CIAO (che cosa c'entri questa canzone con un complesso americano di ispirazione religiosa rimane un mistero) e da una carinissima STASERA GLI ANGELI NON VOLANO, già collaudata al Festivalbar. Grande prova di professionalità la dà Petula Clark la quale rinuncia a cantare in eurovisione a favore di altri artisti più bisognosi in fatto di visibilità. Difatti lei dice che cantare per l'ennesima volta CIAO CIAO non accrescerebbe fama alla canzone che è comunque in testa a tutte le hit parade europee. Per finire, un cantante in fase calante, Peppino Di Capri, che presenta una bella canzone di Becaud in italiano, MORIRE A CAPRI. Non è certo una scelta facile per il cantante di tanti brani spensierati balneari o di classici della canzone napoletana. La sua crisi momentanea lo spinge a cercare qualcosa di diverso dalle solite interpretazioni e questo torna a tutto merito del cantante che rischia facendo una scelta controcorrente. Presenta anche CHE FIGURA, uno shake adatto ai juke box. Entrambi non avranno successo (uno è il retro dell'altro) e questo non fa altro che avvalorare la tesi che Di Capri sta per concludere un ciclo durato quasi otto anni; per tornare al successo dovrà aspettare almeno cinque anni. Le sue ultime interpretazioni estive, ossia LA LUNGA STRADA e MELANCOLIE hanno avuto poco successo, sebbene quest'ultima sia salita ai primi posti nella classifica tedesca. Un exploit inaspettato. MORIRE A CAPRI viene ripresa con grande abilità da Peppino che, per antonomasia, è il cantore di Capri. Il tema, lento e carico di tensione, non perde molto della sua efficacia in italiano, di quella forza d'urto che caratterizzava l'originale. Mentre abbastanza banale è il retro, CHE FIGURA, a ritmo di shake, inciso forse per accontentare il pubblico più giovane che comunque gli ha voltato le spalle. Di Capri si fa notare soprattutto per una polemica che trova sponda nel solito Claudio Villa. Tutto dice che queste passerelle non servono altro che a bruciare sul piano della popolarità i vari cantanti, compresi i vincitori della competizione, il cui nome è di volta in volta scalzato dal nuovo concorrente al quale è destinato il premio successivo. Peccato che Villa si sia fatto tutte le manifestazioni italiane dalla loro nascita fino alla morte (la sua). Tutto sommato un bello spettacolo, il primo di una lunga e fortunata serie, nato dalla mente di un Gianni Ravera che nella sua carriera di producer non sempre ha accompagnato il suo ottimo fiuto e la sua vulcanica mente organizzatrice ad un'eguale etica professionale. È morto ormai da parecchi anni e questa non vuole essere una critica ma un giusto ricoscimento dei suoi meriti senza negare il ricordo di qualche colpa in ambito organizzativo e i giudizi a suo tempo espressi su di lui.

IV FESTA DEGLI SCONOSCIUTI 1965

Ferruccio Ricordi, in arte Teddy Reno, da quando ha messo piede ad Ariccia l'ha praticamente sconvolta con una mole incredibile di manifestazioni di cui lui, in qualità di assessore al Turismo e allo Spettacolo, ha il totale controllo. Ariccia, quindi, non è più la patria della porchetta e del ponte dei suicidi ma una cittadina a pochi passi da Roma nella quale il Clan Ricordi ha carta bianca nell'organizzazione di spettacoli, tutti patrocinati dallo stesso Teddy Reno. Oltre alla celeberrima Festa degli Sconosciuti quest'anno arrivata alla quarta edizione (la prima fu vinta da Rita Pavone), c'è il premio Ponte D'Oro (che non è una competizione tra dentisti) e il Premio della Popolarità di Ariccia che quest'anno vede tra i vincitori per il cinema la Lollo e Manfredi, per la TV Lydia Alfonsi ed Amedeo Nazzari, per la rivista Marisa Del Frate e Renato Rascel e per la prosa Lea Padovani ed Enrico Maria Salerno. I premi sono stati assegnati dai diecimila abitanti di Ariccia per mezzo di votazioni pubbliche (fatemi capire:la gente non va a votare quando ci sono le elezioni politiche ma poi va a votare in massa per Renato Rascel?). Un ospite canoro allieterà la serata…uno a caso… chi lo indovina? Ma parliamo alla Festa degli Sconosciuti. E SE DOMANI sono stati in molti a cantarla ma questa volta i dubbi amletici se il domani riserverà ancora l'amore o meno sono cancellati da altri dubbi: si diventerà famosi come Dino e la Pavone? All'inizio si erano ritrovati tutti a Villa Ricordi accomunati dalla stessa paura e dalle stesse illusioni. Quelli di maggior successo nelle selezioni sono stati Loredana Bufalieri e Gianni Mazza il quale, oltre ad essere un bravo cantante, ha sfoderato una buona tecnica pianistica (che poi sarà una buona leva per il suo futuro). Il 31 luglio vengono proclamati i vincitori, dopo una lunga carrellata di interpreti dalle possibilità variegate. Chi più, chi meno, l'occasione per avere discreto successo avrebbe potuto arridere a tutti, specialmente se alcuni di loro avessero lasciato i loro nomi per quelli d'arte. Gianni Mazza (Da Roma)vince la sezione cantautori con il brano che viene inciso per l'ARC, la favolosa etichetta legata doppio filo alla RCA (di cui, caso strano, Teddy Reno è uno dei produttori e direttori artistici)dal titolo IO NON SO PERCHÈ. Lo seguono i fratelli Maimone e Pietro Melfa il quale si è fatto sostituire da un nastro magnetico per l'impossibilità di essere presente causa la morte improvvisa del padre. Nella sezione cantanti la vittoria va a Loredana Bufalieri (anche lei da Roma) che interpreta con piglio professionistico È GIUSTO. Dietro di lei Roberto Raimondi e l'ariccino Marcello Fattorini che riceve applausi scroscianti dai suoi concittadini (circa 7000 presenze per seguire la gara). Mazza è davvero molto bravo. La Bufalieri con il suo timbro vocale aggressivo colpisce la giuria e il pubblico presente. La giuria era formata da esperti della RCA. Per tutti, comunque, ci sarà gloria. Esce un disco edito naturalmente dalla ARC che raggruppa tutti i cantanti finalisti (e che nel mercato collezionisti ha oggi un prezzo molto alto). Ariccia rimane paralizzata sin dall'alba. Per oltre due chilometri di coda il traffico rimane bloccato sino ad Albano (località dei castelli romani che sebbene si chiami come il signor Carrisi non c'entra niente con la gara!). La serata si conclude naturalmente con la porchetta, il vino e i fuochi artificiali davanti a personaggi del mondo dello spettacolo come Panelli e la Valori, Riccardo Billi, Pier Paolo Pasolini ed Ezio Radaelli. Ma prima della forchettata viene premiata - indovina chi? - Rita Pavone, col suo quarto disco d'oro. Lei si esibisce nei più noti pezzi del suo repertorio accompagnata dai semi sconosciuti ROKES. Che hanno lanciato per l'estate C'È UNA STRANA ESPRESSIONE NEI TUOI OCCHI. Produzione Ferruccio Ricordi, naturalmente. Poi dicono del conflitto d'interessi… A proposito dei Rokes: tre di loro (Shel, Mike e Bobby)sono rimasti feriti in un incidente stradale in Via Po a Roma. Avevano da poco finito di suonare al Piper e stavano dirigendosi a bordo della loro auto (una Cadillac) in via Veneto quando si sono scontrati con un'altra auto sulla quale viaggiavano due ragazzi romani e due giovani turiste tedesche. L'urto è stato violentissimo al punto che i feriti più gravi hanno dovuto aspettare l'intervento dei vigili del fuoco per essere liberati dalle lamiere. Un particolare curioso di un paio di mesi prima: erano in lizza per la partecipazione al Disco Per L'Estate ma la Rai ha posto loro la condizione di togliersi le parrucche per l'eventuale diretta TV. Al che l'ufficio stampa della ARC rispose che i Rokes non portano parrucche. La Rai risponde: teneteveli a casa vostra. E siccome in questa estate 1965 le gare canore non bastano davvero mai, esordisce un buffo concorso in quel di Sanremo dal nome NON È MAI TARDI al quale prendono parte cantanti debuttanti dai 40 anni in su. La selezione, svoltasi al teatro Astra di Sanremo, ha ridotti i concorrenti da 90 a 30. La commissione giudicatrice di questa seconda prova era formata da Pippo Barzizza, Giovanni D'Anzi e dal maestro Mario Bertolazzi. Una giuria qualificatissima quindi che però non ha impedito che alcuni concorrenti, delusi nelle loro aspirazioni tradite, protestassero vibratamente gridando all'ingiustizia e al tradimento. La cosa comica (che però ha anche dei risvolti tragici) è che alcuni dei selezionati, presi da ingiustificata euforia si sono licenziati dal loro posto di lavoro pensando che ormai per loro era fatta ! Sarebbero arrivati primi in classifica da lì a poco. Meglio vivere un ora da Morandi che cent'anni da statale, sembrerebbe il loro motto. C'è invece chi la prende con filosofia. Un tizio non qualificatosi per la finale rimane a Sanremo e trova lavoro come barbiere.

A New York un tecnico radiofonico addetto alla messa in onda della musica per la stazione radiofonica ABC decide di salutare il ventennale della bomba su Hiroshima trasmettendo (in segno di scherno) HAPPY BIRTHDAY subito dopo aver ricordato che giorno fosse agli ascoltatori. Risultato,licenziato in tronco.

ODOARDO SPADARO

Muore la voce di Firenze, colui che portò alla ribalta motivi come LA PORTI UN BACIONE A FIRENZE, SULLA CARROZZELLA e IL VALZER DELLE POVERA GENTE. Canzoni scritte in un periodo in cui la semplicità e il campanile pagavano ancora parecchio. La sua più celebre canzone venne scritta durante una tourneee in sud america quando incontrò una ragazza che gli chiese di portare un bacio a Firenze da parte sua. Scrisse così quella canzone che divenne il simbolo di tutti i fiorentini (ma non solo) emigrati nel mondo. Era nato nel 1895 da padre siciliano e sebbene non fosse un fiorentino di antica generazione amava la sua città in maniera viscerale. Quel gonfiore sotto la pelle del collo diventava sempre più grande ma lui non voleva mettersi nelle mani dei medici quasi temesse di veder confermato il suo dubbio angoscioso. Dopo essersi visto in TV nella parte del nonno in GIAN BURRASCA, viene ricoverato al Policlinico Umberto I di Roma. La diagnosi non lascia scampo. Allora comincia la corsa verso Firenze in ambulanza, la quale corre così veloce sull'autostrada del Sole de non accorgersi neanche di averla superata e di essere arrivata a Prato. Spadaro aveva detto alla moglie Fiorentina (che in realtà era piemontese) di voler morire a Firenze e all'arrivo all'ospedale di Careggi Spadaro, in un impeto di orgoglio, volle scendere da solo dalla lettiga e disse: "ovvia, sono a Firenze". Gli diedero la camera numero 26 e proprio il 26 di giugno del 1965 Odoardo Spadaro chiude gli occhi per sempre, ma felice di essere arrivato a casa in tempo.

Christian Calabrese