( da Settimana TV ) 1) NESSUNO MI PUÒ GIUDICARE - CATERINA CASELLI 2) IL RAGAZZO DELLA VIA GLUCK - ADRIANO CELENTANO 3) NESSUNO MI PUÒ GIUDICARE - GENE PITNEY 4) IN UN FIORE - WILMA GOICH 5) MAI MAI VALENTINA - PAT BOONE 6) DIO COME TI AMO - GIGLIOLA CINQUETTI 7) UNA CASA IN CIMA AL MONDO - MINA 8) DIO COME TI AMO - DOMENICO MODUGNO 9) WE CAN WORK IT OUT - THE BEATLES 10) IO TI DARÒ DI PIÙ - ORNELLA VANONI
Se è vero che le brave ragazze vanno in paradiso non è altrettanto vero
che tutte le altre vadano all'inferno. Anche le meno "osservanti" la
loro porzione di paradiso se la sanno guadagnare. E' il caso di due
19enni, una di Verona, l'altra di Sassuolo. Una è una fanciulla acqua e
sapone, l'altra è una ragazza beat "casereccia e ruspante". Una ha vinto
il Festival di Sanremo, l'altra è arrivata seconda ma è prima nelle
classifiche di vendita. Una si chiama Gigliola e l'altra Caterina.
La prima, che di cognome fa Cinquetti ha appena vinto il primo premio
in coppia con Modugno con DIO COME TI AMO e questa settimana si ritrova
sesta classificata. La coppia è vincente. Modugno ha all'attivo (con questa)
quattro vittorie e lei due. Le parole di questa canzone si intonano, tuttavia,
più a lei che a lui. E' una dichiarazione d'amore femminile e per giunta
adolescenziale. Una particolare atmosfera fa pensare alla pagina tratta dal
diario di un'adolescente alle prese col suo primo amore. Dove tutto, le nuvole,
il mare, il sole, è partecipe dell'amore che sente sconvolgerle il cuore.
Modugno è decisamente fuori luogo. Difatti la versione più venduta
(sebbene questa settimana ci sia anche lui all'ottavo posto) è quella
mielosa della Cinquetti, che può contare su un pubblico di nonne e di
mamme. Perché le figlie, non c'è dubbio, preferiscono quella Caterina di
cui si parlava poc'anzi. Che di cognome fa Caselli. E alla quale Sanremo ha portato notorietà immediata, anche grazie ad una canzone (scarto del Clan di Celentano) che nasce come tango e viene trasformata in un ritmo più al passo coi tempi. Il tanto vilipeso genere beat, che a Sanremo ha avuto la peggio, trionfa vendutissimo, grazie a Caterina, in tutt'Italia. Quel casco d'oro, creato per lei da Vergottini, famosissimo parrucchiere milanese, le crea subito un personaggio. Da semplice "ragazza del Piper" (fu la prima, poi venne Patty Pravo), nomignolo che non le valse poi a molto se non a vendere quei pochi dischi grazie anche alla partecipazione al girone B del Cantagiro dell'anno precedente con SONO QUI CON VOI, cover di BABY PLEASE DON'T GO dei Them, diventa la sacerdotessa del beat italiano, la vestale dello yè-yè. Eppure NESSUNO MI PUO' GIUDICARE non si può definire una vera canzone beat. Assomiglia molto a FENESTA CA LUCIVE ed è ricavata da un tango, come abbiamo già detto prima. Chi ha avuto successo, allora, la canzone o il personaggio? Una canzone che agita una qualunque ribellione non può non piacere ai giovani. Perché è la storia di una ragazza che incontra un secondo uomo e si prende una vacanza dal primo, poi torna e pretende di non essere giudicata, anche perché è proprio lei a chiedere scusa e ad ammettere il proprio errore. E' anche una critica all'uomo italiano che è pronto a vantare una conquista, ma a condannare la partner stessa perché gli ha ceduto. Il suo primo personaggio, questo del 1966, è tutto proteso a seguire le nuove mode optical e Courreges, il sarto francese che avrà il suo massimo successo proprio quell'estate, vestendo le donne con abiti a righe bianche e nere. Di suo lei ci mette le manone, ruotandole una attorno all'altra: "così ho visto fare a mia nonna intenta a mungere le mucche, così ho fatto io sul palco". Viva la sincerità, di quella che sembrava una mossa studiata a tavolino. Una strada di periferia di Milano, un ragazzo che se ne va per cercare fortuna nel cuore della city milanese e ritorna dopo otto anni (neanche fosse stato in capo al mondo!) e trova tutto cambiato. IL RAGAZZO DELLA VIA GLUCK non è solo la metafora della vita di Adriano Celentano, ma un simbolo. E' colui che ha lasciato il paese natio in cerca di nuove mete ed un giorno, quando è riuscito nel suo intento, si accorge di non essere davvero felice perché la parte migliore di sé è rimasta laggiù, dove magari non c'era la possibilità di lavarsi in casa, ma c'era un mondo amico e conosciuto. E' una canzone comunque molto sentita da Celentano, che rinuncia a "celentaneggiare", assumendo una posizione da vero professionista . Cosa che comunque non impedisce una clamorosa bocciatura ed eliminazione dalla competizione. In questa edizione del festival ci sono state scene abbastanza curiose, come ad esempio, la gazzarra inscenata da alcuni del Clan Celentano dopo la bocciatura del boss. O la sconcertante esibizione di Peppino Gagliardi alle prese con SE TU NON FOSSI QUI, che ha cantato tenendo in mano un rosario. Al termine dell'esibizione, dietro le quinte, sviene. Buongiorno (il presentatore) non nasconde il suo disappunto ed in diretta dice di "non aver mai visto una cosa simile". Ma la cosa più ridicola del festival è stata la decisione presa a tavolino da parte di una certa stampa, atta a demolire i complessi intervenuti alla gara. Un ostracismo e un astio palese anche nei confronti di un grande complesso inglese, gli Yardbirds, subito rinominati "gallinacci" da Mike Buongiorno che traduce malissimo il loro nome per il gusto di ridicolizzarli. Sono colpevoli di portare i capelli un po' più lunghi di come li portano Donaggio e Modugno. Hanno al loro attivo il best seller mondiale FOR YOUR LOVE, ma questo non importa assolutamente a chi intende punirli in base alla lunghezza dei loro capelli. L'Equipe 84, i Ribelli ed i Renegades sono buttati fuori tra la gioia ingiustificata della stampa. Addirittura viene sparsa la voce che Kim Brown dei Renegades, sia in realtà una "signorina" travestita. Avranno la loro rivincita al Piper Club di Roma dove lanceranno la nota CADILLAC, loro successo estivo. Mentre si attende il verdetto della giuria si diffonde la notizia dei sette nuotatori italiani, tra i migliori primatisti europei, morti in un disastro aereo in quel di Brema. Ma il festival va avanti e il re delle gaffes Buongiorno non rinuncia ai suoi proverbiali (ed inopportuni) "allegria". Per la prima volta i russi possono vedere il festival di Sanremo. Ma dalla trasmissione vengono "oscurati" i complessi perché "attentatori alla dignità morale" ed al posto della loro esibizione viene fatto ascoltare l'inno sovietico. Mentre i giovani moscoviti si chiedono perché la loro beniamina italiana Rita Pavone non sia stata "precettata" per l'evento, fa la sua timida apparizione in un bar di Mosca un juke box della fine degli anni '40. E' di fabbricazione cecoslovacca e la selezione è leggermente fuori tempo: valzer, tango e il "modernissimo" cha cha cha. Comunque, meglio un valzer che il gulag. Ci voleva Mina per far diventare un successo due canzoni tratte dal festival, riunite in un unico 45 giri: UNA CASA IN CIMA AL MONDO e SE TU NON FOSSI QUI. La prima è una canzone interessante, ma incompiuta, nella versione di Donaggio (per non parlare dello scempio che ne fece Claudio Villa). Con l'ausilio della voce di Mina, rivela tutta la sua musicalità, si arricchisce e si svela nella sua completezza al pubblico. L'altra stava vendendo bene anche nella versione di Gagliardi (quella di Pat Boone è già in classifica come retro di MAI MAI MAI VALENTINA), ma l'esecuzione di Mina gli taglia le gambe, come era prevedibile. Il fatto che Mina riprenda ogni anno un paio di canzoni sanremesi diventa l'incubo dei cantanti i quali sperano che non tocchi alla loro. Successe così per E SE DOMANI, per CANTA RAGAZZINA, per LA VOCE DEL SILENZIO. Toppò con MA CHE FREDDO FA e da allora non riprese più sui 45 giri brani della manifestazione. I Beatles sono al nono posto, ma sono anche nell'orbita dei primi venti con HELP, TICKET TO RIDE, DAY TRIPPER. La beatlesmania è arrivata anche da noi, con circa due anni di ritardo. WE CAN WORK IT OUT è il risultato della maggiore quantità di tempo impiegato fino ad allora da parte del gruppo, nell'incisione di una singola canzone. Undici ore. Il disco diventa subito numero uno in tutto il mondo (tranne da noi) e diviene in poco tempo il più veloce a raggiungere le cime delle Hit Parade dai tempi di CAN'T BUY ME LOVE. Comunque anche il retro non scherza (come d'altronde ogni singolo dei Beatles). Quale sarà il lato A: DAY TRIPPER o WE CAN WORK IT OUT? Sono entrambi dei blockbuster, ma sembra che la meglio l'abbia il secondo brano nonostante il tentativo della casa discografica di spingere il primo come brano predominante. Ma poi a che serve? Entrambi entrano a velocità supersonica nelle orecchie e nelle case di milioni di persone. "LIFE IS VERY SHORT AND THERE'S NO TIME FOR FUSSING AND FIGHTING, MY FRIEND" (da WE CAN WORK IT OUT). Sono parole che dovrebbero essere cantate almeno una volta al giorno. Il duo Bush-Saddam, si prenoti, please.
Christian Calabrese
 
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