Settimana 25 Febbraio 1967
( da Musica & Dischi)

1. Cuore matto - Little Tony (Durium)
2. Pietre - Antoine (Vogue)
3. Proposta - Giganti (RiFi)
4. Bisogna saper perdere - Rokes (Arc)
5. L'immensita` - Johnny Dorelli (CGD)
6. Ciao amore ciao - Luigi Tenco (RCA)
7. Io tu e le rose - Orietta Berti (Polydor)
8. Un mondo d'amore - Gianni Morandi (RCA)
9. La rivoluzione - Gene Pitney (Musicor)
10. L'immensita` - Don Backy (Clan)
11. Quando dico che ti amo - Annarita Spinaci (Interrecord)
12. Theme from "Dr. Zhivago" - Bob Mitchell (Variety)
13. Non pensare a me - Claudio Villa (Cetra)
14. Theme from "Dr. Zhivago" - Soundtrack (MGM)
15. Good vibrations - Beach Boys (Capitol)

La classifica della settimana è, come prevedibile, monopolizzata dai pezzi sanremesi, a parte quelle due-tre canzoni rimaste in lizza dopo la piena festivaliera. Un festival fortunato e tragico nel contempo. Fortunato perchè le vendite dei brani in gara che si registrano saranno tra le più alte nella storia delle manifestazioni del genere. Tragico per la morte di Luigi Tenco di cui non vogliamo parlare. Anzitutto perchè sarebbe scontato, poi perchè nel corso degli anni si sono dette tante di quelle parole che sarebbe superfluo continuare. Ci si può limitare a dire che una pistolettata ha ucciso il giocattolo "Sanremo" che appare agli occhi di tutti non più come una semplice gara di canzoni ma qualcosa di più macchinoso per la quale si può anche morire. Occupiamoci invece della parte più strettamente musicale e "pettegola" del festival e della settimana in generale. Allora, come si sa, il festival è stato vinto dalla coppia Iva Zanicchi-Claudio Villa con la canzone NON PENSARE A ME. Che è anche una delle migliori che Villa abbia mai inciso in tutta la sua carriera ma è in classifica soltanto per il fatto di aver vinto il festival. Si potrebbe dire "per dovere di cronaca". L'Italia festivaliera è ancora legata alla tradizione, difende i vecchi idoli ed ha paura di muoversi verso il nuovo, verso il beat, le chitarre elettriche. Ascolta e applaude come nota di colore ma non li assimila quando è il momento di scegliere. In fondo gli umori del pubblico non potevano cambiare a soli 25 giorni dalla vittoria di Villa a Scala Reale. Il pubblico votante è composto da 40-50 enni . Quei signori (e signore) difficilmente avrebbero votato per un Antoine o per un gruppo come i Rokes. Ecco perchè a vincere sono sempre i soliti nomi legati alla tradizione ma a vendere sono ben altri.
NON PENSARE A ME, di Testa e Sciorilli, è una canzone cucita su misura per il reuccio, con la stessa abilità con la quale un sarto cuce un vestito per un cliente. Una canzone di facile presa, di livello superiore a quelle che normalmente Villa canta (sempre a metà tra lo stornello e la melodia di altri tempi). La Zanicchi la canta con più classe e moderazione, senza pigiare il piede sugli acuti nei quali Villa abbonda e gigioneggia. L'esecuzione della cantante di Ligonchio assume altre fattezze. Atmosfera più raccolta, da night club e non da mercati generali. Agli acuti di Claudio Villa si contrappongo le chitarre dei complessi e le voci non educate al "bel canto", come invece è la sua, e così lui si ritrova da solo a fronteggiare i giovani. La notte del 28, all'uscita del Casinò municipale erano in parecchi ad attendere il neo vincitore. Tra gli applausi moltissimi fischi del pubblico giovane in evidente contrasto con le giurie sanremesi.
Villa ha però ben altri problemi che vincere o non vincere il festival. In pochi giorni passa dal luminosissimo teatro sanremese al deprimente e grigio Palazzo di Giustizia. Claudio Pica, ovvero Claudio Villa è accusato di evasione fiscale per un ammontare di 32 milioni e 700 mila lire. Non pochi soldi, per l'epoca. È accusato di avere omesso il pagamento di sei rate di imposte dirette nel 1961 per quel totale di milioni detto sopra. Fin qui non c'è nulla di penale perchè chi non paga le tasse va incontro semmai ad una multa. Ma Villa era andato oltre. Aveva "venduto" tutti i suoi beni in maniera da risultare nullatenente. In realtà le vendite non erano tali perchè le proprietà venivano acquistate da società discografiche di cui lo stesso Claudio era intestatario. Bel colpo per chi si atteggia a paladino della giustizia cantando BANDIERA ROSSA alle feste dell'Unità! O che va a cantare GRANADA in Cina nello stesso periodo in cui Mao inizia quella cosa denominata rivoluzione culturale.
Villa non è amato dai giovani che comunque si rapportano a lui con manifestazioni incivili, come quelle alla Sei Giorni ciclistica milanese il 18 febbraio. Conclusa la manifestazione sportiva il Palazzetto dello Sport aveva in programma l'esibizione del cantante vincitore del Festival di Sanremo. All'apparire di Claudio Villa il finimondo. Fischi, urli, parolacce. In un primo momento era parso che Villa stesse al gioco replicando a tono ai ragazzi che lo stavano fischiando dicendo loro, riferendosi ai fischi, "questi sì che sono trionfi!" Poi ha cominciato ad attaccare con gli stornelli in romanesco che non si sono sentiti a causa del livello stratosferico raggiunto dai fischi. Visto che non riusciva a farsi ascoltare con gli stornelli ci riprova con GRANADA ma quando si accorge che la voce seppur potente nulla poteva contro i fischi, si rivolge al pubblico dando del "coglione", inserendo la parola nel testo della canzone, che miracolosamente tutti recepiscono. Finisce con Villa in piedi su un cartellone pubblicitario a prendere a male parole il pubblico e a fargli il segno dell'ombrello mentre i ragazzi da sotto gli tiravano di tutto. Esce scortato dai carabinieri mentre delirando dice che "I giovani sono con lui e che il beat è finito". Uno spettacolo vergognoso ma anche divertente, se si vuole, soprattutto se si cerca di immaginare Claudio Villa in quella situazione, uomo che sa fronteggiare di tutto con una spavalderia e sicumera tipica del trasteverino d'altri tempi, quello senza paura, a metà tra Rugantino e il personaggio che Celentano interpreta nel film ER PIÙ. Un atteggiamento coerente al personaggio che Villa ha saputo tenere fino alla fine e per questo gli va reso onore. Un grande piccolo uomo.

Non dimentichiamo che questo festival ha fior di cantanti stranieri in gara. La coppia Sonny & Cher, ma anche Cher da sola, la quale canta una canzone scritta da Gianni Meccia (MA PIANO) che sembra proprio fatta per lei, con un ritmo moderato e sinuoso che si fa strada nell'orecchio dell'ascoltatore. E poi tra gli altri, Dionne Warwick (DEDICATO ALL'AMORE), i Bachelors (PROPOSTA e PER VEDERE QUANTO E' GRANDE IL MONDO), Los Bravos (UNO DI NOI), gli Hollies (NON PREGO PER ME), Gene Pitney (LA RIVOLUZIONE e GUARDATI ALLE SPALLE), Marianne Faithfull (C'E' CHI SPERA) e i quasi "italiani" Rokes ed Antoine. Ci saranno canzoni che sebbene non tocchino la cima della classifica saranno ricordate negli anni come, ad esempio, accadrà alla Vanoni e alla sua canzone LA MUSICA È FINITA, scritta da Umberto Bindi e Franco Califano (con l'ausilio di Nisa) ma che tutti conoscono se non altro per il primo capoverso "Ecco, la musica è finita, gli amici se ne vanno".

Ma facciamo una carrellata sul diciassettesimo festival in generale. Le canzoni in gara e gli interpreti sono:

  1. "Bisogna saper perdere, Lucio Dalla e The Rokes
  2. "Canta ragazzina, Bobby Solo e Connie Francis
  3. "C'è chi spera", Ricky Maiocchi e Marianne Faithfull
  4. "Ciao amore ciao", Luigi Tenco e Dalida
  5. "Cuore matto, Little Tony e Mario Zelinotti
  6. "Dedicato all'amore", Peppino Di Capri e Dionne Warwick
  7. "Devi aver fiducia in me", Roberta Amadei e Carmelo Pagano
  8. "Dove credi di andare", Sergio Endrigo e Memo Remigi
  9. "E allora dai", Giorgio Gaber e Remo Germani
  10. "E' più forte di me", Tony Del Monaco e Betty Curtis
  11. "Gi", Fred Buongusto e Anna German
  12. "Guardati alle spalle", Nicola Di Bari e Gene Pitney
  13. "Il cammino di ogni speranza", Caterina Caselli e Sonny &
  14. "Io per amore", Pino Donaggio e Carmen Villani
  15. "Io, tu e le rose", Orietta Berti e Les Compagnons de la Chanson -
  16. "La musica è finita", Ornella Vanoni e Mario Guarnera
  17. "La rivoluzione", Gianni Pettenati e Gene Pitney
  18. "L'immensità", Don Backy e Johnny Dorelli
  19. "Ma piano" (per non svegliarti), Nico Fidenco e Cher
  20. "Nasce una vita", Jimmy Fontana e Edoardo Vianello
  21. "Non pensare a me", Iva Zanicchi e Claudio Villa
  22. "Non prego per me", Mino Reitano e The Hollies
  23. "Per vedere quanto è grande il mondo", Wilma Goich e The Bachelors
  24. "Pietre", Gian Pieretti e Antoine
  25. "Proposta", I Giganti e The Bachelors
  26. "Quando dico che ti amo", Anna Rita Spinaci e Les Surfs
  27. "Quando vedrò" Los Marcellos Ferial e The Happenings
  28. "Sopra i tetti azzurri del mio pazzo amore", Domenico Modugno e Gidiuli
  29. "Una ragazza", Donatella Moretti e Bobby Goldsboro
  30. "Uno come noi", Milva e Los Bravos
I debuttanti e i veterani del Festival, cioè chi non ha mai partecipato sia perché artisticamente è nato in quel momento o perché non aveva mai preso parte prima e gli abituèe sanremesi:
Debuttanti: Roberta Amadei, Antoine, The Bachelors, Los Bravos, Cher, Les Compagnons De la Chansons, Dalida, Tony Del Monaco, Peppino Di Capri, Don Backy, Marianne Faithfull, Nico Fidenco, Anna German, Gidiuli, I Giganti, Bobby Goldsboro, Mario Guarnera, The Hollies, Ricky Maiocchi, Los Marcellos Ferial, Donatella Moretti, Carmelo Pagano, Gianni Pettenati, Gian Pieretti, Mino Reitano, Memo Remigi, The Rokes, Sonny e Cher, Anna Rita Spinaci, Luigi Tenco, Carmen Villani, Dionne Warwick, Mario Zelinotti
I veterani: Orietta Berti, Fred Bongusto, Caterina Caselli, Betty Curtis, Lucio Dalla, Nicola di Bari, Pino Donaggio, Johnny Dorelli, Sergio Endrigo, Jimmy Fontana, Connie Francis, Giorgio Gaber, Remo Germani, Wilma Goich, The Happenings, Little Tony, Milva, Domenico Modugno, Gene Pitney, Bobby Solo, Les Surfs, Ornella Vanoni, Edoardo Vianello, Claudio Villa, Iva Zanicchi.

Sul festival non manca uno scritto dall'Unione Sovietica, dove ci si compiace della vittoria dell'amico Claudio Villa, al quale l'organo del governo URSS dedica elogi. E ci si compiace per la sconfitta delle canzoni urlate da scimmie capellute e pelose (con un chiaro riferimento ai Rokes e a Lucio Dalla). Vittoria quindi delle canzoni buone su quelle cattive. Ma si sa che l'URSS aveva strane concezioni del buono e del cattivo.
Non mancano gli screzi tra cantanti. Ad esempio tra Domenico Modugno (che tenta un rilancio) e il francese Christophe. Dopo avere sentito l'esecuzione in sala della sua canzone (SOPRA I TETTI AZZURRI DEL MIO PAZZO AMORE) dal cantante d'oltralpe, Modugno va dagli organizzatori dicendo di non essere soddisfatto del partner affibbiatogli e che avrebbe preferito Carmelo Pagano, un cantante con una voce molto potente in forza alla RCA, scoperto da Teddy Reno. Christophe, come sappiamo, non è certo il primo venuto. Il 1966 è stato il suo anno. LES MARIONETTES e ALINE tradotte anche in italiano hanno avuto una buona accoglienza in Italia e molta in patria. Il cantante si è presentato a Sanremo senza conoscere il testo e questo ha già fatto innervosire Modugno. Ha provato leggendo le frasi su pezzi di carta tenuti nascosti nel palmo della mano. Il Mimmo nazionale va dagli organizzatori dicendo "o lui o io". La mattina dopo, Christophe, venuto a conoscenza del fatto, alza i tacchi (e la macchina) e se ne va. Agevolando non poco il compito agli organizzatori del festival (Ravera in primis) che non sapevano come risolvere questa grana. Al suo posto viene chiamato tale Gidiuli, un ragazzo leccese che di nome fa Giuseppe e che fa parte della SAAR, cioè della casa che distribuisce sia Christophe che altri cantanti francesi che incidono su AZ Vogue.
Gidiuli canta professionalmente dal 1965 quando al Cantagiro partecipò nel girone dei giovani, vinto da Luciana Turina. Poi niente o quasi fino all'improvvisa chiamata dei suoi produttori. Ma non è fortunato perchè la canzone di Domenico Modugno non arriva in finale. Per la prima volta nella sua carriera Modugno fallisce un festival. E la debacle porta giù anche il povero Gidiuli che dopo quel festival non avrà altre occasioni per rifarsi.

Comunque Modugno non è il solo artista facente parte della generazione precedente a venire eliminato. Stessa sorte la subiranno Betty Curtis, Connie Francis, Edoardo Vianello, Nico Fidenco, I Marcellos Ferial, Fred Buongusto e Peppino Di Capri. Molti sapranno tornare a galla nel decennio successivo. Altri non si risolleveranno più commercialmente. Milva viene eliminata. Ha tentato la carta beat spalancando il suo forno-bocca per un genere di pane non adatto a cuocere nella sua fornace. Ognuno faccia le cose che sa fare. Viene eliminato anche Bobby Solo nonostante la sua canzone sia molto bella ma forse un po' troppo "da grande" per un ragazzo di ventidue anni. CANTA RAGAZZINA, nella quale si danno dei consigli ad una ragazzina in materia di cuore. Il consiglio è di non fermarsi a piangere e a pensare, che tanto tutto passa, anche l'amore e alla fine si resta sempre da soli. La vita passa in un baleno, meglio non pensare se non ci si vuole ritrovare soli la sera, così com'è successo a lui (e a lei, Connie Francis). A parte che è una canzone tipicamente femminile e in bocca a Bobby Solo non sta molto bene. Poi, è un discorso da donna matura a di un'altra donna, una ragazzina, alle prese con il primo amore. Comunque la inciderà Mina insieme a L'IMMENSITÀ e diverrà un bel successo.
Altri ad essere eliminati saranno la Caselli, che canta una canzone dalla linea protestataria dal titolo IL CAMMINO DI OGNI SPERANZA, accoppiata col duo meraviglia Sonny e Cher. I due faranno di tutto per farsi ricordare ma in maniera negativa, dal salire sul palco semi ubriachi allo scordarsi delle parole. Cher riuscirà nell'en plein a farsi eliminare anche da sola, senza Sonny, con MA PIANO, cantata in coppia col gelido Nico Fidenco.

Altre grane. Questa volta per la cantante Donatella Moretti che è stata citata per inadempienza contrattuale dalla RCA. Il contratto scadeva il 22 settembre scorso e un'apposita clausola prevedeva il rinnovo tacito qualora la RCA non l'avesse disdetto tre mesi prima. Alla scadenza la cantante si era rifiutata di rinnovarlo passando alla Parade. Il 31 gennaio la RCA chiederà il sequestro del disco inciso con la Parade e dei proventi della cantante. Anch'essa verrà eliminata dalla kermesse presentando, in coppia con l'americano Bobby Goldsboro (famoso in patria, assolutamente sconosciuto da noi all'epoca), UN RAGAZZO, scritta da Pallavicini, Pallesi e Magoni.

Ennesimo dramma per Dalida, trovata avvelenata da barbiturici il 27 febbraio in una stanza d'albergo di Parigi. Verso le 23 di domenica 26 febbraio Dalida ingerisce una notevole quantità di barbiturici e viene ritrovata soltanto dopo circa 24 ore, quando la conciergerie dell'albergo, allarmata dal fatto che la cantante non è scesa dalla sua camera per tutto il giorno, manda degli addetti a bussare. Dalida ha i nervi scossi dalla morte di Tenco, al quale era legata da profondo affetto. È stata la prima a vedere il cantante riverso per terra, morto. Il giorno 24 febbraio, nella trasmissione LA FIERA DEI SOGNI presentata da Mike Bongiorno, Dalida presenta proprio CIAO AMORE CIAO e alla fine dell'esibizione scoppia a piangere. Molti pensano ad una trovata pubblicitaria di dubbio gusto. Invece, il suo malessere aveva profonde radici. Come si è visto. Sarà uno dei tanti suicidi che la cantante italo francese, nata al Cairo, cercherà di portare a segno fino alla riuscita, nel 1987.

A Sanremo, come si è detto, arrivano gli Hollies,direttamente da Manchester. La loro storia è simile a quelle degli altri complessi. Un giorno del 1963 Graham Nash e Allan Clarke, compagni di scuola, decidono di formare un complesso e cominciano a battere ogni locale nel quale ci sia spazio per un beat leggero. Insieme ad altre tre componenti riescono ad evitare la lunga gavetta che di solito è d'obbligo per i complessi. Si presentano alla Parlophone per ottenere un provino e vengono immediatamente scritturati. Il loro primo disco nelle classifiche di vendita si chiama AIN'T THAT JUST LIKE ME ed è uno dei più venduti di tutto il 1963. Nel 1966 si sono fatti conoscere anche in Italia con la canzone STOP STOP STOP incisa anche da Rita Pavone e BUS STOP. La storia di un amore che si consuma giorno dopo giorno nella fila delle persone che aspettano l'autobus, sotto la pioggia di Manchester. La canzone che hanno presentato a Sanremo è stata scritta dall'ancora ignoto Lucio Battisti. Verrà esclusa dalla finale (stessa sorte per i Los Bravos) e non avrà successo di vendita (e sinceramente non lo meritava). Serve perlomeno a far conoscere Mino Reitano, di ritorno dalla Germania, dove è stato per un lungo periodo di tempo, due anni, lui sì a fare la gavetta. Ma il suo momento non è ancora arrivato.

QUANDO DICO CHE TI AMO
Un dixie-beat, cioè un ritmo a metà tra il revival anni '20 e il beat. Il "la" lo avevano lanciato i New Vaudeville Band con WINCHESTER CATHEDRAL ed è logico che qualcuno si fosse accodato. Avrebbe dovuto cantarlo l'autore, Tony Renis, ma per ragioni assurde non è stato ammesso come cantante e l'interpretazione è affidata all'esordiente Annarita Spinaci ed ai pigmei Surfs. Tony Renis viene escluso perchè dichiarato "finito" come cantante dagli organizzatori del festival. In effetti è molto tempo che non incappa nella giusta canzone. Un po' per il servizio militare che lo ha tenuto assente dalla scena per un anno e mezzo, un po' per quel suo modo di comporre passato improvvisamente di moda con l'avvento del beat. Tony Renis si trova effettivamente spiazzato. Non ci sono molte persone a scommettere su di lui.
Annarita Spinaci riesce ad ottenere un momento di popolarità per la buona interpretazione che dà alla canzone, quasi jazzistica. Ma non ha il giusto appeal per diventare una cantante di successo (un po' come la brava Donatella Moretti) e ritorna ad essere una cantante... di contorno, così come vuole il suo nome. La canzone diventa subito famosa perché è simpatica, per la trovata del basso tuba iniziale e per quella frase nel testo (di quelle che fanno la differenza nelle canzoni) che dice "è la pura, sacrosanta verità". Arriva seconda a soli due punti dalla vincitrice. Se almeno quattro dei 15 concittadini anconetani di Annarita Spinaci, sentendo il richiamo del campanile avessero votato per lei (e sarebbe stata cosa normale) avrebbe potuto aggiudicarsi la 17esima edizione del Festival ma caso strano e atipico nelle votazioni canore non le hanno dato neanche un voto. Al Midem di Cannes la canzone di Tony Renis ha segnato un record di vendita con 5000 dollari di anticipo sui diritti di autore nei mercati esteri, battendo il record che era toccato a E SE DOMANI tre anni prima.

L'IMMENSITÀ
E' questa una delle canzoni più vendute del festival, a cui va l'oscar dell'onestà per il testo scritto da Don Backy, specialmente se si vuole porre l'accento sul verso "per me che sono nullità". Scherzi a parte, si deve però dire che la canzone è copiata pari pari da I PUT A SPELL ON YOU che non era proprio sconosciuta, giacchè ne sono state fatte anche due versioni in italiano nel corso del 1966. l'originale era degli anni '50 e fu riportato nelle classifiche inglesi dall'Alan Price Set. Lui non fa mistero di questo. Dice che l'ispirazione gli è proprio venuta ascoltando il 45 giri dell'Alan Price Set l'estate prima. Però assomiglia troppo da vicino anche ad una vecchia canzone di Gorni Kramer intitolata UN GIORNO TI DIRÒ. La canzone diventa il pretesto per girare "L'immensità - La ragazza del Paip's", del regista Oscar De Fina, in verità piuttosto banale e sconnesso e giustificato solo dalla presenza di molti cantanti: oltre a Don Backy (nei panni del protagonista, Dario) Caterina Caselli, Nicola Di Bari, Patty Pravo, Riky Maiocchi e i Motowns.
In quello stesso 1967, pubblica il suo primo libro dal titolo piuttosto fantasioso di: "Io che miro il tondo" per la Feltrinelli. Comunque a Roma il disco più venduto risulta essere PIETRE nella versione di Antoine. Così come a Torino e Venezia. A Milano CUORE MATTO di Little Tony e a Firenze e Napoli PROPOSTA dei Giganti.

RITA PAVONE-TEDDY RENO
Pace fatta tra Rita e Teddy sul set del film attualmente in lavorazione NON STUZZICATE LA ZANZARA. Il film riprende esattamente dal punto in cui è stato interrotto il primo RITA LA ZANZARA e ad affiancarla c'è sempre Giancarlo Giannini. Il lancio è previsto per il periodo pasquale. I vecchi dissapori sepolti e il matrimonio (per ora) artistico tra la cantante e il talent scout sembra tornato ottimale. Rita era stanca dei ritmi ai quali il suo manager la sottoponeva ma in realtà la crisi avvenuta prima delle feste, ufficialmente per cause di lavoro, era dovuta a motivi di gelosia, come lei confesserà dopo qualche anno. La loro storia d'amore era già cominciata ma nascosta ai media per pudore. Un uomo di quarant'anni che si innamora della sua protetta di venti, che oltretutto gli consente di guadagnare pacchi di milioni, è sempre un po' sospetto. In più ci sarebbero i genitori di lei sempre presenti e sicuramente non consenzienti. Comunque l'amore fa bene alla Pavone (sembra un titolo di una canzone). In questo periodo riesce a trovare la giusta pettinatura, il giusto abbigliamento e il giusto trucco per valorizzare al massimo il suo viso sicuramente non da bomba sexy. Teddy Reno si appresta a riprendere in mano la sua gallina dalle uova d'oro e, come prima cosa, seguirà la cantante a Londra dov'è attesa da una serie di impegni televisivi e dove CUORE, la canzone incisa in Italia 4 anni prima, è tra le prime 30 in classifica col titolo originale HEART. Mentre la versione inglese di SOLO TU (YOU ONLU YOU) è arrivata alla ventunesima posizione. Alcuni giornali musicali inglesi come il NME e il Record Mirror hanno dedicato a Rita ampio spazio parlandone come d'una cantante a metà tra Brenda Lee e Judy Garland. Lei, che di Brenda Lee era una fanatica.

BEACH BOYS
Tra i complessi americani che riescono a fronteggiare l'avanzata britannica negli stessi Stati Uniti e nel mondo ci sono i Beach Boys. In italiano potremmo tradurli come "tipi da spiaggia", per rifarsi ad un film e ad una canzone di discreto successo dei primissimi anni sessanta (di Dorelli). In realtà i beach boys sono quei ragazzi che nelle spiaggie californiane passano il loro tempo a surfare e a rimorchiare ragazze (più a surfare, forse).
L'importanza di questo gruppo nel panorama mondiale è stata riconosciuta dalle posizioni raggiunte nelle charts mondiali con pezzi come DON'T WORRY BABY (tradotta in italiano dagli Equipe 84 col titolo SEI GIA' DI UN ALTRO), BARBARA ANN, CALIFORNIA GIRLS, SURFIN' USA e I GET AROUND. Il loro repertorio alterna canzoni piacevoli ed allegre a brani di livello artistico invidiabile come ad esempio l'ultimo GOOD VIBRATIONS. Al primo ascolto non riesci a capire bene cosa vogliano dimostrare. Effetti particolari e tecnica eccellente per un brano che non sembra poi valere più di tanto. Dopo un po' entri nel meccanismo e se non sei un tarato mentale o un incompetente capisci che è davvero bello. Non è beat, non è rock, non è pop. È il sound dei fratelli Wilson, tutt'altra cosa. Il loro è un sound molto caldo, creativo, raffinato, con falsetti contrapposti alla voce più bassa e nasale del solista. Scommetto che la tecnica vi ricorda non poco quella dei Giganti. Ma, in fondo, a qualche fonte bisogna pure ispirarsi. Comunque, già dalle prime note di una loro canzone puoi sicuramente dire: questi sono i Beach Boys. Sono inconfondibili. Come succede per i Mamas e Papas. Il suono californiano di quel periodo è riconoscibilissimo ed inconfondibile.
Tornando ai Beach Boys, il loro tour inglese ha registrato ovunque il tutto esaurito. Nello stesso periodo in cui erano alle prese col tour avevano in contemporanea tre album tra i primi dieci nella classifica inglese dei 33. Sulla scena non si atteggiano a personaggi. Si limitano a suonare e a cantare come meglio sanno fare. Si vestono in modo del tutto normale, cosa abbastanza singolare per il periodo. I loro capelli sono corti e il loro aspetto da ragazzi della porta accanto. Dei classici, sani e robusti ragazzi americani. Brian Wilson è il cervello del gruppo. Scrive, arrangia e suona nei loro dischi e non è mai presente sul palco, che abbandona nel 1965 dedicandosi completamente alla composizione. Chiuso in se stesso come un riccio ma capace di regalare canzoni dolci e sensibili, sa cogliere gli aspetti semplici e gustosi della vita popolando i suoi testi di eroi dal sorriso aperto. Specie nel primo periodo il gruppo era diventato portabandiera di una musica disimpegnata dove i personaggi delle canzoni si destreggiano tra macchine sportive all'ultima moda, cover girls e divertimento sfrenato.
Brian è un perfezionista al limite del maniacale. Solamente GOOD VIBRATIONS ha avuto un lungo periodo di gestazione, durato quasi sette mesi. Hanno ripetuto centinaia di volte la parte di ciascuno strumento e di ciascuna voce per ottenere il giusto impasto. Poi hanno cucito e perfezionato tutto insieme. Il disco avrebbe dovuto uscire nella primavera del 1966 ma i continui rinvii hanno portato la casa discografica a stampare come singolo GOD ONLY KNOWS, tratto dal superpremiato album PET SOUNDS, mentre loro provavano e riprovavano GOOD VIBRATIONS. Niente deve essere lasciato al caso e i risultati gli hanno dato sicuramente ragione. Non per niente sono il complesso preferito dai Beatles, che li ammirano apertamente. Mentre si godono il successo di GOOD VIBRATIONS la casa discografica americana ha rispolverato i primi LP del gruppo sul mercato europeo. SURFER GIRL è quello che ha più successo. È datato 1964, molto differente dal suono odierno (1967) dei Beach Boys, e le canzoni incluse nell'album sono tutte tipicamente surf-sound. È in uscita anche il loro nuovo singolo dal titolo HEROES AND VILLAINS, un altro successo.

GIANNI MORANDI
Il 9 febbraio Morandi si presenta al CAR di Arma di Taggia rinviato di due settimane per l'attesa del bimbo (poi perduto) dalla moglie Laura Efrikian. Per tutta la giornata davanti alla caserma Revelli una folla di ragazzine aspetta il famoso milite (altro che ignoto!) ma dovranno pazientare fino alle 20.30, quando Morandi arriverà a bordo di una Giulia Super con una scorta di due macchine, tanto che si pensa debba entrare un generale di Corpo d'Armata e non un semplice soldatino del CAR. Le tre vetture, appena vista la folla davanti alla caserma fanno dietro front e si dirigono verso Sanremo. Due emissari della RCA chiederanno di parlare col comandante della Revelli per dire che Morandi si presenterà in caserma entro la mezzanotte e nel frattempo andrà ad accompagnare la moglie in un appartamento a Sanremo dove abiterà per tutto il tempo del CAR in quel di Arma di Taggia. Da questo momento il servizio militare di Gianni Morandi sarà dato in pasto alle cronache dei settimanali come se si attingesse a lettere dal fronte. Non ci sarà settimana in cui ci salveremo del faccione di Morandi alle prese con un'esercitazione, col basco o sugli attenti. Sinceramente è una esagerazione, sembra quasi un dramma nazionale. Addirittura un giornale scandalistico riporta in copertina Morandi mentre cade schiacciato dal peso dello zaino! Come Gesù sotto la croce al Calvario? E che penseranno tutti gli altri militari italiani che non sono nessuno ma che faranno il servizio di leva nello stesso periodo di Morandi senza tutte le agevolazioni del caso? Tutti quelli che hanno dovuto lasciare il lavoro e le famiglie senza le mogliettine che li seguono passo passo permettendosi appartamenti nelle vicinanze delle caserme in cui l'eroe presta servizio? Ma soprattutto senza lasciarsi alle spalle il conto in banca di un Gianni Morandi. A loro nessuno dedica copertine. Andranno ad ingrossare la schiera dei famosi militi ignoti.

MIDEM DI CANNES
Bernard Chevry organizza per la prima volta il Midem di Cannes che avrà negli anni a venire, fino agli inizi degli ottanta, grande importanza e rilievo nel panorama musicale europeo e non solo. In pratica le case discografiche più importanti presentano la loro merce, quella nella quale credono di più. Una specie di grande fiera internazionale della canzone nella quale si concludono affari importanti, passaggi di case discografiche, acquisizione di diritti per canzoni da tradurre. Si fanno affari che di solito necessitano di mesi e mesi spesi in viaggi tra un paese e l'altro. Una grande idea per un mercato in continua espansione, che però noi italiani non consideriamo tale. Nel senso che il Midem è sì importante ma forse troppo professionale per il mondo della musica italiana sempre in balia di intrallazzetti da cortile e personaggi piccoli piccoli. A questo Midem esplode la poesia e la dolcezza del brasiliano Roberto Carlos che la CBS italiana vorrà nelle sue file a tutti i costi. Verrà Donovan, che malauguratamente precederà il povero Ricky Maiocchi e francamente, dopo aver sentito MELLOW YELLOW come si fa a volere ascoltare C'È CHI SPERA? Il re del folk-rock ha scatenato migliaia di proposte da tutti i discografici ma il menestrello più famoso del mondo si è richiuso in camera guardato a vista dal suo manager. Il quale asserisce che Donovan ha tanti di quegli impegni che sarebbe stupido se andasse a prendersene altri. Si, va bene. Ma allora che ci è andato a fare al Midem?
I grandi della canzone francese sono tutti lì: dalla Hardy a Jacques Dutronc, a Gilbert Becaud ad Antoine. Poi ancora George Fame, Sandie Shaw, Amalia Rodriguez, Petula Clark (prima in classifica in UK con THIS IS MY SONG, un valzerone scritto da Chaplin per il suo film LA CONTESSA DI HONG KONG), Adamo, Udo Jurgens e così via. Ogni casa allestisce uno stand in cui può infilare le canzoni o i cantanti che vuole senza subire raccomandazioni e pressioni che generalmente affliggono i veri festival italiani. Il Festival di Sanremo sta al Midem come una sagra paesana al Festival dei Due Mondi di Spoleto.

CROCIERA BEAT
In un mondo in cui tutto deve essere necessariamente beat, poteva mancare una crociera con questa denominazione? Certo che no. Dedicata ad una fascia di età che va dai 15 ai 25 anni in realtà sarà appannaggio di attempate signore con smanie di giovanilismo e commendatori che con la scusa del viaggio di lavoro portano in crociera i figli o l'amante che si cala nelle vesti di segretaria. E intanto loro si mostrano ai Piper Market sfoggiando cravattini liberty e pantaloni a vita bassa attillati. Lo sbaglio sta nell'aver creduto che le madri italiane avrebbero mandato a frotte i loro figli/e a farsi una settimana di relax in promiscuità, da soli/e senza che nessuno potesse controllarli. Ma quando mai? In più i pochi ragazzi presenti (alcune scolaresche con professori) erano trattati con sufficienza dai divetti imbarcati che li consideravano invadenti. La crociera durerà sette giorni e farà tappa a Tunisi, Cannes, Barcellona, Tangeri, Southampton (naturalmente non in quest'ordine!) ma la meta sarà Londra, culla della musica beat. A Londra, in una discoteca di Oxford Street, i cantanti italiani fanno fiasco. I pochi inglesi che sono presenti se ne vanno sorridendo, scuotendo la testa di fronte ai surrogati delle loro canzoni. Rimangono i croceristi con la pancetta e le vene varicose a seguire l'esibizione senza senso dei soliti cantanti che hanno sulla nave. Difatti, a cosa è servito uno spettacolo simile? Se almeno fossero stati presenti i rappresentanti delle case discografiche inglesi, ma loro non erano neppure a conoscenza dell'evento. I giornali hanno completamente ignorato l'avvenimento risparmiando così ai cantanti i salaci commenti dei tabloid britannici. Aderiscono le case RCA, CGD/CBS e ARISTON. I partecipanti sono Caterina Caselli, Patty Pravo (forte del suo primo successo RAGAZZO TRISTE), Dino, Sergio Leonardi, Ricky Maiocchi, i Roll's 33, i Profeti, i Primitives. A Cannes sale a bordo Nino Ferrer e a Londra George Fame e Marianne Faithfull reduce da Sanremo. Hanno luogo anche manifestazioni alternative alla musica. Ad esempio vengono proiettati in anteprima due film musicali come NON STUZZICATE LA ZANZARA (della Wertmuller, protagonista Rita Pavone) e IO NON PROTESTO, IO AMO (con la Caselli presente) e una serie di tavole rotonde nel corso delle quali vengono discussi temi quali la religione, la droga, il sesso. Un defilè di moda giovane, un concorso di Miss Beat. Insomma, di tutto e di più. L'idea di fondo era buona, ma mancava la materia prima, cioè il pubblico interessato a tutto questo. Dopo aver conquistato la terra (Cantagiro) e il cielo (CantaEuropa) ora la canzone se ne va per mare.

Fin che la barca va... tanto per restare in tema.

Christian Calabrese