Settimana 8 Luglio 1973
( da TV Sorrisi & Canzoni )

1) PERCHÉ TI AMO - CAMALEONTI
2) CROCODILE ROCK - ELTON JOHN
3) SEMPRE - GABRIELLA FERRI
4) SYLVIA'S MOTHER - DR. HOOK & THE MEDICINE SHOW
5) YOU'RE SO VAIN - CARLY SIMON
6) MINUETTO - MIA MARTINI
7) IO, DOMANI - MARCELLA
8) PAZZA IDEA - PATTY PRAVO
9) VINCENT - DON MCLEAN
10) HARMONY - ARTIE KAPLAN
11) AMORE BELLO - CLAUDIO BAGLIONI
12) TU NELLA MIA VITA - WESS & DORI GHEZZI
13) IO PERCHÉ, IO PER CHI - PROFETI
14) UNA SERATA INSIEME A TE - J. DORELLI & C. SPAAK
15) DANIEL - ELTON JOHN
16) UN GIORNO INSIEME - NOMADI
17) IL PRIMO SOGNO PROIBITO - GIANNI NAZZARO
18) MY LOVE - PAUL MCCARTNEY & WINGS
19) COME SEI BELLA - CAMALEONTI
20) STORIA DI PERIFERIA - DIK DIK

Il mercato discografico sembra dar cenni di ripresa. Dopo settimane e settimane di stasi, l'estate porta aria nuova nelle classifiche italiane che stazionano da tempo sui soliti nomi dell'inverno-primavera '72/'73. Difatti mai come quest'anno si è notato un così poco avvicendarsi naturale dei titoli in Hit Parade. Elton John, Baglioni e Battisti l'hanno fatta da padroni. Tra i complessi è stato Le Orme ad avere la meglio, oltre una nutrita schiera di complessi e solisti stranieri.

Cominciamo proprio da Le Orme, al terzo LP dopo la svolta progressiva. Si intitola FELONA E SORONA e viene abbandonato ogni tipo di "leggerezza" musicale. Tanto per capire, da questo album non vengono tratti singoli: come va di moda ora, è un concept album. Pagliuca & Co. narrano di due pianeti, uno chiamato Sorona e l'altro Felona dui cui uno non conosce il giorno e l'altro non conosce la notte. E' un disco che avvicina il gruppo ad un discorso più complesso e alcune sonorità fanno pensare ai Genesis, sebbene i ragazzi di Mestre vivano di luce propria e non abbiano bisogno di scimmiottare nessuno. Difatti la casa discografica inglese, la Charisma, guarda caso proprio quella dei Genesis, li mette sotto contratto e chiede al gruppo di preparare una versione per il mercato britannico (e quindi europeo) dall'album appena uscito. Che otterrà un buon successo. A scrivere i testi in inglese ci pensarà Peter Hammill, ex Van Der Graaf.

Reduce dal tour italiano di cui ha certo beneficiato in popolarità Elton John non accenna a rallentare il passo in classifica, sia sul fronte trentatrè giri, sia su quello a quarantacinque, nonostante le molte settimane di presenza nelle stesse. Insieme a David Bowie è il cantante più idolatrato dai giovani occidentali (e non solo). Alla conferenza stampa romana si presenta con un paio di pantaloni verdi di velluto aderenti, stivali con tacco alto 15 cm, occhiali "d'ordinanza", giacca d'oro svasata e un taglio di capelli cortissimi color carota. Agghindato così se ne va in giro per il centro di Roma incurante degli sguardi curiosi e dai ripetuti attacchi dei fans. CROCODILE ROCK, DANIEL e l'album DON'T SHOOT ME, I'M ONLY THE PIANO PLAYER sono i suoi ultimi "affondi". Il primo è un rock anni '50, genere che sta tornando prepotentemente alla ribalta (Gary Glitter e gli Sha Na Na sono i suoi profeti), presentato prima che uscisse il LP che lo contenesse. Il secondo è un bellissimo brano melodico accompagnato da un mellotron ancor più malinconico del brano stesso, che tratta di un veterano di guerra. Nell'album, oltre ai succitati brani troviamo anche un ironico I'M GOING TO BE A TEENAGE IDOL, in cui Elton prende in giro se stesso e lo showbiz di cui è parte integrante. Durante la sua permanenza in Italia fa in tempo a presentare i due brani alla trasmissione del sabato sera "Hai visto mai?", presentata da Gino Bramieri. E' già in procinto di uscire il suo nuovo singolo, SATURDAY NIGHT'S ALRIGHT FOR FIGHTING che precede un altro grossissimo successo a 33 giri (GOODBYE YELLOW BRICK ROAD) ma la casa discografica italiana frena per non disturbare le vendite di DANIEL che ancora vanno forte.

Restando all'estero troviamo una novità assoluta: quel Don McLean che è stato il recordman delle vendite in Usa nella stagione 1972/73. Complice uno sceneggiato tv, la sua VINCENT (che ne è la sigla) raggiunge addirittura la vetta della classifica italiana. Don McLean fa musica di buona fattura. E' un folk singer che da anni è in pista ma trova il successo solo recentemente. Il suo album, vendutissimo, si chiama AMERICAN PIE ed è quello con il pollice dell'artista in primo piano, con la bandiera americana sul polpastrello. Copertina famosissima, come famosissime sono la title track dell'album e l'ancora più famosa (per il mercato italiano) VINCENT, in cui racconta Van Gogh. Entrambe le canzoni sono un po' datate, come d'altronde l'album. Che non è l'ultimo in ordine di uscita, ma è quello che per primo ottiene il successo seppure in ritardo. Risale infatti alla fine del 1971. In AMERICAN PIE discetta sulla recente storia della musica americana, raccontandola in simboli: "The day the music die" è riferito ai tragici incidenti mortali di Buddy Holly e Ritchie Valens, "eight miles high and fallin' fast" ai Byrds e alla loro canzone (EIGHT MILES HIGH), "the girl who sang the blues", per Janis Joplin più due riferimenti alla musica inglese (Beatles e Rolling Stones).
VINCENT: La canzone apre con il verso "starry starry night", chiaro riferimento alla "Notte Stellata" dell'artista olandese. Essendo probabilmente di matrice prettamente americana, con poche concessioni alla moda corrente e con pezzi avvicinabili alle ballate country o alla musica tipica dei folk singer d'oltreoceano, non avrà altri momenti di gloria qui da noi. DREIDEL, suo nuovo singolo, che lancerà alla fine di agosto, godrà di una buona promozione e avrà spazio in radio e sui media solo perchè conseguente al boom di VINCENT. La presenterà anche al Festival Internazionale di Musica Leggera a Venezia. Peccato perchè è un cantante piacevolissimo. Ascoltate la ballata, in stile fox trot anni '20 dal titolo WONDERFUL BABY, uscita qualche anno dopo per averne la conferma, oppure la bellissima AND I LOVE YOU SO.

MY LOVE è il vero primo successo pieno di Paul McCartney da quando si è messo in proprio. In fondo, ANOTHER DAY, GIVE IRELAND TO IRISH o HI HI HI erano stati dei buoni hits (specie il primo) ma non avevano mai reso in popolarità quanto avrebbe spettato all’ex Beatle. Paul il romantico, il disimpegnato, dall’elegante e dolce vena compositiva è osteggiatissimo dai critici, specie in patria, che lo stroncano ogni volta esce con un nuovo lavoro. Il Re della "Muzak": Muzak, termine dispregiativo che i critici anglosassoni danno a personaggi del calibro di Gary Glitter o degli Slade, sempre e comunque ai primissimi posti in Europa e in patria. Musica di serie B, non impegnata o non sufficientemente sperimentale o progressive. Sembra sia una grave macchia, di questi tempi. Il suo concerto ad Oxford, accompagnato da Linda e dagli Wings, è un delirio di fans, per un’età che varia dai 35 ai 15 anni. La poca età di tanti intervenuti stupisce molto i media inglesi. Paul fa parte di una generazione che al momento sembra mostrare l’usura del tempo. I teen agers inglesi impazziscono per personaggi come Bowie, gli Osmonds, i T.Rex, Michael Jackson e fratelli. I Beatles, sebbene scioltisi da soli tre anni sembravano già eroi di un’altra epoca, alfieri di una musica che la nuova ondata glam aveva seppellito per sempre. Il trionfo del kitsch e dell’ostentazione era a livelli parossistici. Questa era la nuova scena inglese. Ma la classe non è acqua e un album ben fatto, accompagnato da un singolo bomba come MY LOVE ed un bel’album come RED ROSE SPEEDWAY, rimette le cose nel loro ordine naturale. Sul retro copertina un ringraziamento in braille per l’amico Stevie Wonder, WE LOVE YA, BABY.

E’ comunque un momento magico per tutto quello che è Beatles. In Inghilterra l’album di George, LIVING IN THE MATERIAL WORLD, anch’esso stroncato dai media ("è una lagna")è primo così come in Usa. Il 45 giri GIVE ME LOVE è secondo in UK e al primo posto in USA. Paul è secondo sui due fronti, singoli ed album in America, mentre i due doppi 33 giri antologici dei Beatles (quelli rossi e blu) sono in classifica in tutto il mondo e arriveranno in cima da lì a poco. Senza contare che sta per uscire il 33 di Ringo Starr dal titolo RINGO, dove c’è la bellissima PHOTOGRAPH e il nuovo di Lennon, MIND GAMES. Insomma, sembra proprio sia scoppiata nuovamente la Beatlesmania.

Charles Aznavour come paroliere straniero, De Andrè per i testi impegnati (per la quarta volta), Giorgio Calabrese per la traduzione di testi stranieri (per la terza volta), Claudio Baglioni per i tradizionali, Nino Rota come miglior compositore di colonne sonore, sono i premiati alla sesta edizione del Premio Del Paroliere, quest'anno svoltosi in quel di Reggio Emilia, che vede ospiti di eccezione come Burt Bacharach e i Pooh. E a proposito di Claudio Baglioni, certo non è facile fare il bis quando il successo che hai alle spalle si chiama QUESTO PICCOLO GRANDE AMORE, ma non si rivela impresa impossibile per il ventiduenne cantautore che incide un interessantissimo concept album dal titolo GIRA CHE TI RIGIRA AMORE BELLO. Il protagonista principale del "racconto" musicale è lo stesso Claudio, che fa un viaggio in cui sono i ricordi, piccoli o grandi che siano la fanno da padrone. Le ragazze avute e quelle mai avute, il voyeurismo ingenuo e le virago "insaziabili". Il tutto a tappe, in sella alla sua fedele Camilla, una "Due Cavalli" che alla fine immolerà nel fuoco insieme all'adolescenza ormai perduta per sempre. Tutti i brani hanno vita propria anche fuori dal contesto 33 giri. Oltre ad AMORE BELLO, troviamo IO ME NE ANDREI, W L'INGHILTERRA, RAGAZZA DI CAMPAGNA. La trama musicale è un collage. Ci si può trovare un po' di tutto, dall'anima stornellatrice alla Claudio Villa a Cat Stevens. Insomma, un disco che rischia di piacere al primo ascolto. Il disco all'inizio esce con una copertina provvisoria, in busta bianca. Sarà poi ristampato con una copertina raffigurante lui sulla Due Cavalli e Roma sullo sfondo, foto tratte da un servizio fotografico concessogli da un noto settimanale.

Canta e suona il basso ed è americanissima. La novità dell'estate arriva da Detroit, a metà tra Marc Bolan dei T.Rex e Gary Glitter. Il suo nome è Suzi Quatro e in pochissime settimane è diventata una stella in tutto il mondo con un brano dal titolo CAN THE CAN, rock duro con una spruzzata di glam. Susanna Quattrocchi (questo è il suo vero nome) diventarà famosa anche in Italia, in autunno, con la canzone 48 CRASH. Da circa un anno ha messo su un nuovo gruppo, un quartetto che però non ha ancora inciso nessun disco con lei perchè per CAN THE CAN si è servita di session men della casa discografica per cui incide. Di loro dice che sono tutti bravi ma nessuno è un genio. Del resto "è solo con gente così che si puo' mettere su un buon gruppo rock, senza eccessivi divisimi e padreterni". Belle parole ma che valgono ben poco perchè anche lei sarà inghiottita dallo show businness in toto, per circa cinque anni, cambiando spesso gli uomini del gruppo.

Per aderire alle nuove esigenze di mercato e al gusto in continua evoluzione del pubblico, un big della musica leggera non può limitarsi a cantare ma deve saper recitare, ballare e comunicare con il pubblico. E' quello che fanno da qualche tempo artisti come Massimo Ranieri e Ornella Vanoni, che ha nel suo particolare rapporto con il pubblico un punto di forza non indifferente. L'hanno capito anche showgirl come Raffaella Carrà, la quale sono due estati che passa portando in giro uno spettacolo itinerante, Gabriella Ferri e Patty Pravo. La Ferri sta vivendo la sua grande stagione: una stagione ricca di grandissime soddisfazione, arrivate dopo dieci anni di dura gavetta. Piano piano, partendo dai teatrini off, dai sottoscala trasteverini, senza tv e senza pubblicità si fa conoscere dal pubblico, grazie solo al passa parola della gente e dai suoi dischi. I suoi fans sono giovani, vecchi, popolani ed aristocratici, ladri e lavoratori. E' l'Anna Magnani della canzone, la popolana ruspante e sanguigna che ti sembra di conoscere da una vita, perché è uguale alla mamma o zia o nonna che ogni famiglia romana può vantare. La vedi e già sai dove vuole andare a parare. Ama il Sudamerica, così come ama la musica e le tradizioni di quella terra (alla quale dedicherà un album dal titolo REMEDIOS). Ma metabolizza come fosse nel suo DNA anche il fado portoghese, il flamenco, le "sevillanes" e tutto quello che è genuino e non frutto di una moda. Proprio come lei. E' l'anti-eroe per eccellenza: abbastanza in carne, lineamenti non perfetti, naso aquilino, mani sui fianchi e quella "non eleganza" nei modi cercata ad arte. Ma piace proprio per questo. La televisione sembra accorgersi del suo grande appeal e della sua spettacolarità e le confeziona uno show dal titolo DOVE STA' ZAZA' in cui si racconta l'Italia dal primo dopoguerra (quello del '15-'18) al 1973. Con lei scendono in campo Montesano, Oreste Lionello, Pippo Franco, Gianfranco D'Angelo e Pino Caruso. Successo strepitoso così come il suo singolo e LP, SEMPRE. Oltre la sigla (SEMPRE), come non ricordare C'HO SETTE PAR DE SCARPE E VADO SCARZO (TUTTI AR MARE) che diviene il leit motiv dell'estate e la bellissima VALZER DELLA TOPPA dove interpreta una prostituta che si ubriaca e dopo d'incanto la vita sembra più bella. Il successo le vale anche una serie di otto spettacoli pagati a peso d'oro alla Bussola di Bernardini dove divide il palcoscenico con Pippo Franco.

Palcoscenico offerto anche alla rinnovata Patty Pravo che si rifa' dall'accoglienza che le hanno riservato a Napoli, al Festival D'Avanguardia e Nuove Tendenze. Situazione in cui personaggi come gli Osanna, Alan Sorrenti (ancora progressive), i Perigeo, Il Rovescio Della Medaglia ed altri si trovano perfettamente al loro agio. Lei si presenta sul palco attaccando I GIARDINI DI KENSINGTON e viene presa a pomodorate per tutta la durata della canzone, che rimarrà la prima e l'ultima in quel frangente. Lei cerca di pacificare gli animi dicendo che "non si sta facendo della politica ma si sta cantando" ma non vale a nulla. E il personaggio Patty Pravo che non c'entra niente in un contesto come quello. Eppure il quasi linciaggio di Morandi al Vigorelli di Milano (preso a cubetti di porfido) di due anni prima e i sacchi di sabbia in faccia a Rosanna Fratello a Palermo in occasione del Festival Pop, avrebbero dovuto indurre gli organizzatori ad evitare di chiamare personaggi della musica leggera in festival come questi. Lei comunque se la cava con un romanesco-veneziano tipico suo "Ahò, so' la cantante mejo pagata d'Italia... con quello che costa la verdura oggi!" Alla Bussola torna dopo un po' di tempo, quando è costretta ad abbandonare il palcoscenico durante un esibizione per un battibecco con gli spettatori. Il suo show si chiama PAZZA IDEA, come il suo 33 giri e singolo. Molat danza coreografie adatte ad ogni canzone presentata, scenografie coloratissime e dialogo sciolto col pubblico presente. La accompagnano nello show i fedeli Cyan e i quattro Four Kents, che nel '69 ebbero il loro momento di gloria in Italia.

Ci sono voluti quasi dieci anni perchè un complesso vincesse una manifestazione canora in Italia e altri dieci perchè il Disco Per L'Estate diventasse conforme ai gusti del pubblico. Fino a questa edizione sembrava una manifestazione totalmente distaccata dai gusti dei giovani. 8 complessi su 12 raggiungono la finale. I Camaleonti vincono a man bassa. La canzone è veramente bella e in più sono in netta risalita dopo due anni di magra assoluta. La loro partecipazione sanremese con COME SEI BELLA li ha aiutati a risalire la china, PERCHE' TI AMO ha fatto il resto. In passato come ora il ruolo del vocalist del gruppo ha una funzione basilare. Tonino Cripezzi e il suo caldo vibrato dalle inconfondibili caratteristiche segna l'estate '73 (nella sua parte romantica) e si impone come leader del gruppo più in auge tra quelli con maggiore anzianità. La loro canzone non ha avuto pressocchè rivali, se non quel Gianni Nazzaro che, con IL PRIMO SOGNO PROIBITO, scritta per l'occasione da Migliacci-Mattone, non soliti a Nazzaro e alla CGD ha avuto delle chances di vittoria, sebbene la canzone non fosse buona quanto PERCHE' TI AMO.

Si diceva dei complessi e del loro successo: i Dik Dik ne ottengono parechio con la loro STORIA DI PERIFERIA, i Profeti anche con IO PERCHE' IO PER CHI. Per una volta non si affidano ad una versione italiana di un pezzo straniero, come tutti i loro successi (da GLI OCCHI VERDI DELL'AMORE a HO DIFESO IL MIO AMORE per passare ad ERA BELLA). L'autore della canzone è Donato Ciletti, portavoce del complesso. I Profeti, che nel tempo hanno avuto molte defezioni (quella di Renato fu clamorosa come la sua vittoria al Disco Per L'Estate del 1970), pare abbiano trovato tranquillità ed equilibrio. Esce anche il loro ultimo long playing intitolato L'AMORE E'. Non è certo un'opera di avanguardia ma è quel pop melodico tipico dei complessi leggeri di casa nostra. Può piacere come lo si può detestare.

Altro nome di grossa levatura (ed anzianità) è quello dei Nomadi che presentano UN GIORNO INSIEME. Linea musicale semplice ma testo non banale, capace di arrivare in pochissimo tempo all'orecchio dell'ascoltatore. Sia il 33 che il 45 hanno in copertina disegni del leader Augusto Daolio, bellissimi entrambi. Gruppo nuovo e sconosciuto ai piu' è quello de LA GRANDE FAMIGLIA, gruppo che nasconde strumentisti, autori e pesonaggi gravitanti intorno alla RCA e che di solito lavorano diero le quinte. Una specie di "giocattolo", quindi. Ottimizzato da Alberto Lucarelli (che insieme a Roberto Righini diede vita nel periodo 1967-'68 al duo I Girasoli) autore noto e di taglio moderno. La canzone si chiama FRUTTO VERDE ed è molto fresca ed originale.

Altro artista dell'universo RCA è il cantautore rivelazione del 1972, insieme al suo collega Antonello Venditti, con il quale ha scritto il LP THEORIUS CAMPUS. Sebbene detesti le gare, Francesco De Gregori si fa convincere a partecipare al Disco Per L'Estate presentando ALICE, una canzone per la quale non c'è bisogno di spendere molte parole. E sempre per rimanere in tema RCA, va registata una cosa che ha dell'incredibile. Come già si era constatato nell'ultima manifestazione sanremese anche al Disco Per L'Estate i cantanti non avevano a seguito "corti" numerose come era d'uso negli anni precedenti. I dischi non si vendono più come una volta e le case discografiche hanno chiuso i cordoni della borsa. Ma arrivare a far pagare di propria tasca l'albergo e i ristoranti ai cantanti non si era mai giunti! E' l'amara sorpresa riservata a Nada, Rita Pavone ed altri, perchè la casa discografica da quest'anno ha deciso di non contribuire alle spese personali in quanto considera superato questo genere di manifestazioni. Ma intanto ci manda i propri cantanti! Nada ha una canzone abbastanza carina, scritta dal nucleo dei Cugini Di Campagna che da lì a qualche mese "scoppieranno". Si intitola BRIVIDI D'AMORE e lei la interpreta molto bene, nonostante la sua poca voglia di partecipare a queste manifestazioni. Giura di non metterci più piede e di cambiare repertorio. E con molto coraggio, ma con scarso seguito di pubblico manterrà la promessa, almeno fino al 1979, quando tornerà a canzoni più o meno commerciali (PASTICCIO UNIVERSALE).

Rita Pavone, nonostante sia quel fenomeno che è, non riesce a risollevarsi ormai da tempo immemorabile. Presenta una signora canzone, scritta da Claudio Baglioni (che partecipa nel coro) che si chiama L'AMORE E' UN POCO MATTO. E' bella come tutte le canzoni di Rita dalla svolta del 1970, ma sistematicamente, come tutte le canzoni che presenta non ha nessuna fortuna. E' il personaggio Rita Pavone che non funziona più e cantare cose egregie serve purtroppo a ben poco. Oltre alla delusione artistica si aggiunge anche quella legale. Gli ufficiali giudiziari, per riscuotere il risarcimento di una vecchia causa persa contro Bernardini, titolare della Bussola, intentata nel 1968 per un'assurda pretesa di avere il nome più in evidenza rispetto ad altri cantanti sui cartelloni (in quegli anni la Pavone e Teddy Reno facevano causa a tutti, dal padre della cantante stessa ad Alighiero Noschese per delle imitazioni "irriverenti") si presentano nel camerino di Rita ma ne escono a mani vuote perchè la cantante non aveva "nè ori ne liquidi". Una volta sarebbe stato uno smacco per una diva non farsi sequestrare parure ed anelli.

Come è stato uno smacco per Iva Zanicchi quel 25° posto nelle semifinali, che ha portato la cantante a disertare la finalissima di Saint Vincent per paura di una debacle clamorosa. L' aquila di Ligonchio, ufficialmente sostiene di abbandonare la gara essendole mancata la possibilità di provare a sufficienza la sua canzone con l'orchestra ma non convince nessuno, quasi quanto I MULINI DELLA MENTE, la canzone che presenta.

Christian Calabrese