Settimana 9 Maggio 1976
( da TV Sorrisi & Canzoni )

1) ANCORA TU - LUCIO BATTISTI
2) S.O.S. - ABBA
3) FLY ROBIN FLY - SILVER CONVENTION
4) UN ANGELO - SANTO CALIFORNIA
5) COME DUE BAMBINI - LA BOTTEGA DELL'ARTE
6) PREGHIERA - CUGINI DI CAMPAGNA
7) SANDOKAN - OLIVER ONIONS
8) UNA STORIA D'AMORE - JULI AND JULIE
9) GLI OCCHI DI TUA MADRE - SANDRO GIACOBBE
10) LOVE TO LOVE YOU BABY - DONNA SUMMER
11) LET'S THE MUSIC PLAY - BARRY WHITE
12) SENZA PAROLE - LUCIANO ROSSI
13) COME PIOVEVA - BEANS
14) SAMBARIÒ - DRUPI
15) GIMME SOME - J. BO. HORNE

Dev'essere stato abbastanza scioccante per lui. Gli hanno contestato di guadagnare troppo e di non dare il ricavato dei guadagni stessi a "chi ha più bisogno di lui" e altri capi d'accusa dello stesso tenore piuttosto bizzarro. E' successo a Francesco De Gregori al Palalido di Milano nella tournée promozionale dell'album BUFALO BILL in classifica tra gli album. Viene pesantemente contestato dal suo stesso pubblico, composto anche da appartenenti all'area dell'Autonomia i quali mal riescono a sopportare la mitizzazione sfrenata del personaggio (e dei personaggi pubblici in generale). Egli, seppure schivo e timido, non riesce a sfuggire completamente alle asfissianti regole dello showbiz italiano, che prevede anche articoli e foto su giornali con grosse tirature. L'episodio comunque colpisce profondamente il cantautore il quale, per un certo periodo, sospende il tour. Lasciamo queste bassezze al loro naturale humus e soffermiamoci un attimo sul disco. Certo non ha l'immediatezza del precedente RIMMEL ma è sicuramente degno di nota. Brani come FESTIVAL, dedicato a Tenco, e BUFALO BILL, dove tratta di miti americani, sono interessanti. Solo che la musica ha perduto la pronta orecchiabilità, sebbene ci sia lo sforzo di uscire dalla solita formuletta ad effetto tipica dell'altro cantautore, uscito anch'egli dal FolkStudio di Roma, Antonello Venditti.

Chi invece non ha bisogno di benedizioni dei critici, anzi, appena ne ha l'occasione li prende a pesci in faccia facendo loro capire chiaramente quanto siano imbecilli, è Lucio Battisti che, tanto per fare una cosa nuova, è primo in classifica sia nei 33 che nei 45. Il long playing è LUCIO BATTISTI, LA BATTERIA, IL CONTRABBASSO ECC. Il singolo si chiama ANCORA TU, che appena inciso diventa subito lo slogan ufficiale dell'imminente estate (il parlato "Ancora tu? ma non dovevamo vederci più?") e dell'intercalare scherzoso della gente. L'album nasce dopo un viaggio negli Usa così come ANIMA LATINA nacque dopo un soggiorno brasiliano. E cosa si può respirare in America in quel periodo se non una dominante musicale di matrice soul e disco? Battisti ha sempre mostrato interesse per ritmi decisi (senza grossi barocchismi melodici) sui quali costruire quella tensione emotiva e quella carica quasi erotica che la sua voce nervosa, roca e al limite della quadratura musicale riesce così bene ad evocare. Questo non significa che Battisti abbia concepito il disco come un omaggio alla discomusic, ma certo la moda del momento ha rivalutato il ritmo e dato un'importanza fondamentale all'accoppiata basso-batteria. Il 33 giri appena uscito è subito saccheggiato ("lasciato" saccheggiare) da alcuni amici del cantautore. Patty Pravo incide a tempo di record IO TI VENDEREI e lo utilizza come facciata B del singolo TANTO, che porterà al FestivalBar, caso abbastanza insolito per un brano di Battisti, il quale è stato sempre gratificato con la facciata A di ogni sua composizione. L'altro amico, che incideva per la casa discografica di Lucio, è Bruno Lauzi che dà un ottima interpretazione di UN UOMO CHE TI AMA, sebbene sia un pezzo ritmatissimo e quindi poco adatto all'artista genovese. Fu l'ultima canzone che Battisti diede ad altri. Quelle che giunsero in seguito furono solo delle cover eseguite senza il benestare dell'autore. Tutto l'album è noto, anche perchè le radio private trasmettono il disco a tamburo battente, rendendo familiari anche le canzoni non di traino. RESPIRANDO conferma l'innamoramento artistico per tutto quello che era "sinceramente" sudamericano (certo, Battisti non sarebbe mai stato un fan di Ricky Martin o di Christina Aguilera!). DOVE ARRIVA QUEL CESPUGLIO, NO DOTTORE, IL VELIERO: altre tre canzoni modernissime ma con la semplicità ed il dono di poter essere canticchiate da chiunque, anche dal cinquantenne a casa, mentre si fa la barba la mattina. La terza è molto particolare. La voce di Battisti arriva dopo quasi tre minuti di lunghissima introduzione ritmica martellante ancora più moderna della discomusic stessa. Una specie di house ante litteram. C'è anche spazio per una nuova versione di un brano non scritto da lui, precedentemente lanciato con scarsa fortuna da Marisa Sannia, nel 1969. Tratta di come la giusta compagnia, il vino e le chiacchiere possano allontanare la tristezza, almeno in certi momenti. Battisti la stravolge completamente e ne dà un' interpretazione dolcissima, forse troppo distante dallo spirito dell'intero disco, così ritmato, ma serve come momento di riflessione e di pausa. L'album finisce con una ripresa di qualche secondo di ANCORA TU.

Al secondo posto ci sono gli Abba. Quando vinsero l'Eurofestival nel 1974 il loro album era visibile in tutte le clasifiche mondiali; molti pensarono ad un fuoco di paglia, sentenziando che non sarebbe durato. Fatto sta che da quel giorno non si sono più fermati un attimo. Non c'è un solo paese al mondo (a parte Cuba e la Cina) che non li abbia ospiti nelle proprie classifiche. La "costante Abba" è per molti un'incognita alla quale non si sa dare spiegazione, sebbene la spiegazione sia lì, sotto gli occhi di tutti. Fanno una musica estremamente facile, chiamata in termini tecnici "middle of the road", esattamente come l'omonimo gruppo che scendendo dalla Scozia sei anni prima, aveva conquistato le platee di mezzo mondo. Agli Abba, mezzo mondo sembrava limitativo e a colpi di WATERLOO, MAMMA MIA, I DO I DO I DO, etc. se lo sono preso tutto. S.O.S è la loro canzone del momento, la quale sarà presto rimpiazzata dalla più caliente FERNANDO, il loro hit estivo.

Le Silver Convention sono tedesche e il loro debutto avvenne al Midem di Cannes nel 1974 quando interpretarono SAVE ME. Non successe nulla di sconvolgente e sembrava che la cosa dovesse finire lì, fin quando le stazioni radio della AFM (Air Force Military), di proprietà dell'esercito a stelle e strisce di stanza in Germania, cominciarono a trasmettere la canzone. Il successo fu tale che nella sola Germania vendette un milione di copie. Ma è con il loro secondo singolo che le Silver Convention esplodono alla grande. Sempre grazie alle solite radio americane, le note di FLY ROBIN FLY, approdano in USA e fanno ritorno nel vecchio continente con la patente di successo internazionale. Cos'è FLY ROBIN FLY? Null'altro che un brano da discoteca ben confezionato, con i soliti violini nel ritornello (così come insegna Barry White) e un testo stringatissimo che si limita a sottolineare "Fly robin fly, up up to the sky", per tutta la durata del disco.

E, a proposito di Barry White, lo troviamo ancora una volta in entrambe le classifiche. Album e 45 giri hanno lo stesso titolo, LET THE MUSIC PLAY. Niente è cambiato della consueta formula: atmosfere suadenti, arrangiamenti principeschi e groove erotico che fanno del musicista negro il Beethoven delle discoteche mondiali. Oramai lui è un classico nel suo genere, che è stato creato proprio da lui ed avrà successo sin quando non si estinguerà la moda che lui stesso ha creato. Uno stilista delle sette note. Parallelamente alla carriera solistica continua quella di direttore d'orchestra. Un'orchestra tutta sua, coadiuvata da coriste di prim'ordine fra le quali sua moglie. Esce quindi anche sul mercato italiano il 33 MUSIC MAESTRO, PLEASE, dove non si chiede altro all'ascotatore ed acquirente del disco se non di ballare, se ne ha voglia. Voce bassissima, violini, cori femminili e un po' di melodia italiana mascherata molto bene da soul losangelino.

Altro musicista che imperversa anche nelle discoteche italiane è Hamilton Bohannon, che confeziona pezzi efficacissimi per il ballo ma poveri in termini musicali. Basati tutti sullo stesso accordo, sullo stesso disegno di basso e dalla musica che imperterrita rimane identica dall'inizio alla fine. Un suono senza fantasia ma efficace a quanto pare, dato che brani come FOOTSTOMPIN' MUSIC e BOHANNON BEAT sono sempre presenti nelle classifiche specializzate delle discoteche e vendono anche abbastanza.

Entra in classifica anche Donna Summer con la sua LOVE TO LOVE YOU BABY. Brano ad alto potenziale erotico, con tanto di orgasmi simulati a ripetizione. Lei dice di aver inciso il pezzo sdraiata su un divano e mentre l'orchestra suonava si lasciava andare a "tutte quelle cose che sarebbe meglio tacere". Una canzone che dura oltre otto minuti. Otto minuti di gridolini di piacere, un abbandono carnale vero e proprio, una copertina che allude più o meno esplicitamente alla masturbazione.

GLI OCCHI DI TUA MADRE di Sandro Giacobbe, e SAMBARIO' di Drupi sono ancora residui del Festival di Sanremo che quest'anno ha avuto un grosso riscontro nelle classifiche. COME DUE BAMBINI è il primo successo di un gruppo giovanissimo, La Bottega dell'Arte. Sono di Roma e l'incisione del 45 giri risale all'inverno precedente. La loro casa discografica, la Emi, crede molto in loro e gli ha fatto incidere un album. Intanto stanno già preparando il loro successo dell'estate, che sarà molto grande: AMORE NEI RICORDI.

I Cugini Di Campagna questa volta fanno un passo indietro, sebbene la canzone stia riscuotendo ugualmente molto successo. I "paladini del romanticismo da fotoromanzo" hanno sempre prediletto un tipo di musica molto commerciale sposata a testi semplicissimi, ma il risultato non era mai veramente banale. Con questa canzone, PREGHIERA, hanno avuto un'involuzione. La musica non sarebbe male ma il testo è veramente orribile: uno di quelli alla "non correre papà", per intenderci. Lei che sta morendo e lui che la segue per riunirsi in cielo per l'eternità. Stucchevole e da romanzetto ottocentesco.

UN ANGELO dei Santo California vola sempre in alto, come si conviene a degli angeli con forti ali. Difatti è lì in cima da tre mesi e non accenna a scendere. Un esempio di miracolo musicale. Non si sa perchè ma con due canzoni semplici sono riusciti ad imporsi anche all'estero, uscendo dall'anonimato nel quale versano più della metà dei complessi pop melodici.

E' uno dei cantanti meno personaggi che il mondo della musica abbia mai avuto. Anonimo anche nel cognome, Rossi. Luciano Rossi è invece un signor cantautore. Non ha il fisico del vincente, sembra un impiegato della posta, non piace alle quindicenni, ma nonostante questo la sua musica piace parecchio. Perchè riesce a dire cose non banali senza per questo diventare tedioso, utilizzando spesso l'arma dell'ironia. Aveva cominciato come paroliere per l'Ariston, casa discografica alla quale è legato, scrivendo due canzoni per due personaggi della scuderia della casa milanese, la Fratello e la Vanoni. Per la Fratello scrisse la bellissima UN RAPIDO PER ROMA, che non ebbe il successo che avrebbe meritato. Per la Vanoni SE PER CASO DOMANI, altra bella canzone che riprenderà dopo il suo successo personale. Di sè stesso dice con molta onesta che per lui lavorare nel mondo della musica è stato un modo come un altro per scappare da un futuro prestabilito, fatto di un sicuro posto di lavoro all'Enel. Dice anche che sarebbe ridicolo se si mettesse a copiare artisti come De Gregori: prima di tutto non ne sarebbe capace, secondo non si divertirebbe più. Le sue canzoni parlano di vari argomenti, dall'amicizia al divorzio, ma con un tema che è quasi sempre quello dell'amore, certe volte affrontato in maniera scherzosa (AMMAZZATE, OH!) altre più seriamente, come questa SENZA PAROLE. Canzone veramente molto bella che fa da preludio ad un album intitolato ARIA PULITA, nel quale, sulle note di copertina, dice di dedicarlo alla figlia appena nata. In poche parole, un bravo musicista che offre quello che ha senza mistificazioni ed imbrogli. Alla 14° edizione del premio della Critica Discografica Italiana vince come Rivelazione dell'Anno, sebbene siano già due anni che macina successi. Nella stessa manifestazione vediamo trionfare ENZO JANNACCI come interprete italiano dell'anno, sebbene il suo disco QUELLI CHE... abbia venduto pochino; per la Canzone d'Autore vince Paolo Conte e per la Canzone Politica (!!) vincono gli Inti Illimani.

Da notare la presenza in classifica del duo della YEP (stessa casa discografica dei Santo California) Juli & Julie, formato da due solisti che hanno avuto la buona idea di mettersi insieme. Lui è il padre di Giorgia, lei è Angela Bini, con alle spalle diversi singoli senza aver raggiunto mai la pur minima parvenza di successo. E dato che l'unione fa la forza eccoli in classifica, come per miracolo, con una canzone orecchiabile ma parecchio brutta dal punto di vista tecnico. Ma sono i tempi in cui le case discografiche pagano per vedere i loro cantanti in classifica ed influenzare il pubblico, che poi si lascia influenzare per davvero e vedendo il disco in classifica lo va ad acquistare. E' così che cominciano parecchie carriere, altrimenti inspiegabili.

Christian Calabrese