Settimana 21 Febbraio 1981
( da Ragazza In )

1) MASTER BLASTER - STEVIE WONDER
2) WOMAN IN LOVE - BRABRA STREISAND
3) CERVO A PRIMAVERA - RICCARDO COCCIANTE
4) ANNA DEI CAPELLI ROSSI - I RAGAZZI DAI CAPELLI ROSSI
5) MALEDETTA PRIMAVERA - LORETTA GOGGI
6) TUNNEL OF LOVE - DIRE STRAITS
7) (JUST LIKE) STARTING OVER - JOHN LENNON
8) PER ELISA - ALICE
9) THE WINNER TAKS IT ALL - ABBA
10) GIOCA JOUER - CLAUDIO CECCHETTO

Sembra che la parola "primavera" nei titoli delle canzoni, almeno a giudicare dalla classifica di questa settimana, porti parecchia fortuna. Il primo ad usarla è Riccardo Cocciante, col secondo disco del suo nuovo corso con Mogol al posto di Marco Luberti. Prodotto da Shel Shapiro, tutte le canzoni sono firmate dal duo Cocciante-Mogol, tranne una, la cover di SUONARE SUONARE, presa in prestito dal repertorio della PFM (comunque è particolare che un cantautore incida qualcosa di non suo e addirittura di un gruppo). Il brano piu' famoso, dal quale prende il titolo anche il singolo, piazzatissimo alla terza posizione, è CERVO A PRIMAVERA. E' in procinto di partire per una tournèe a tre con Rino Gaetano e I New Perigeo. Da questa esperienza nascerà un LP dal vivo per la RCA, che aveva già lanciato con successo questa formula intitolata "Q Concert" collaudandola con il trio Ron - Ivan Graziani - Goran Kuzminac.

L'altra "primavera", ben più fresca e popolare, è quella maledetta da Loretta Goggi. Nata con l'intento di rinnovare nel titolo, nel testo e nella musica il successo estivo del 1980, "NOTTI D'AGOSTO", in realtà ne fa briciole. Il successo è enorme ed immediato. Arriverà seconda dietro Alice ma è sicuramente la canzone moralmente vincitrice di quel Sanremo edizione 31°. Al momento della riesecuzione del brano (solita prassi dopo la consegna del premio) una Loretta Goggi emozionata e conscia della "bomba" che aveva tra le mani, piange così tanto da riuscire a farsi scivolare via (una per terra, l'altra sulla mano) le lenti a contatto. Comunque questa settimana, MALEDETTA PRIMAVERA è al quinto posto tra le nuove entrate.

Altra sanremese è la vincitrice Alice, con una canzone che fa pensare a Beethoven ma il quale, in realtà, non c'entra assolutamente nulla. Composta da Battiato e Giusto Pio, la ex Alice Visconti e ancora più ex Carla Bissi, sente il sapore della vittoria dopo dieci anni. La prima volta fu alla Gondola di Venezia 1971, quando ancora si chiamava Carla Bissi, suo vero nome. Partecipò al Sanremo 1972 con IL MIO CUORE SE NE VA insieme ad altre debuttanti (Marcella Bella, per esempio) ma non successe granchè. Cambiò casa discografica ed approdò alla CGD, dove le variarono il nome: Alice Visconti dava quel tocco di sangue blu che avrebbe dovuto fare "personaggio". Due semi-hit (IO VOGLIO VIVERE del 1975 e UN'ISOLA della fine del 1976) e poi più nulla fino al nuovo cambio di casa discografica, questa volta la Emi. Il 1980 è l'anno della consacrazione. Un bella canzone, IL VENTO CALDO DELL'ESTATE, la spinge in alto nelle classifiche e la sua partecipazione a Sanremo è quasi d'uopo. PER ELISA non è una canzone concepita per Sanremo, almeno per quell'epoca, ma contro ogni pronostico vince la manifestazione.

Sebbene non abbia partecipato alla gara, il motivetto di Claudio Cecchetto, una specie di IL BALLO DI SIMONE riveduto e corretto, si impone subito tra i giovanissimi (12-16 anni), come al solito sempre in prima fila ad abboccare ad ogni cretinata che viene loro propinata. E dire "cretinata" di questa canzone (?) è usare un eufemismo. Sarà che la Rai dopo tanti anni, ritrasmette tutte e tre le serate della manifestazione, sarà che alla fine gli spettatori davanti alla tv risulteranno complessivamente 78 milioni (adesso, quando si raggiungono 7-8 milioni sembra chissà cosa!), ma la sigletta del Sanremo 1981 si attesta tra le più vendute e anche alle feste casalinghe è tra le più gettonate (esperienza purtroppo vissuta!). Gli ordini del DJ Cecchetto in GIOCA JOUER (qualcuno mi deve ancora spiegare cosa centri dopo il "dormire" e il "mangiare" l'autostop???) vengono presi sul serio e la copertina del singolo diventerà un logo portafortuna negli anni a venire, per il DJ milanese (la testina bianca con le cuffie da dj).

Il fatto che siano presenti solo tre canzoni provenienti da Sanremo non tragga in inganno. Il festivalone aveva ricominciato ad ingranare già dall'anno precedente e il ripristino delle tre serate teletrasmesse era un indizio molto forte. Le canzoni fanno di nuovo capolino nelle classifiche di vendita e il 1981 è l'anno della conferma ufficiale. Arriveranno in massa un pò più avanti. Ma di Sanremo parleremo ancora dopo.

Passiamo invece alla posizione numero uno dove è stabile Stevie Wonder con la sua MASTER BLASTER. Dopo capolavori della musica funky e soul come gli album INNERVISION e SONGS FOR THE KEY LIFE, cambia pelle e si tuffa in sonorità giamaicane. MASTER BLASTER (JAMMIN') è dedicata all'amico Bob Marley (che da lì a poco morirà per un tumore), un pò come tutto il 33. HAPPY BIRTHDAY è invece dedicata a Martin Luther King. Il resto si riallaccia molto alla musica nera marca Tamla Motown di qualche anno prima come ad esempio AS IF YOU READ MY MIND.

John Lennon si trova al settimo posto con (JUST LIKE) STARTING OVER, primo singolo tratto dall'album DOUBLE FANTASY. Il suo disco, uscito dopo il suo assassinio a New York, come prevedibile, è andato subito esaurito in poche ore (stiamo parlando del mercato americano, naturalmente). Il bello è che prima della sua morte, la critica musicale inglese ed americana ne avevano detto peste e corna. Ma si sa, purtroppo, che dopo la morte, tutto viene visto con altri occhi. Figuriamoci dopo la morte di un personaggio del calibro di Lennon. Probabilmente avrebbe avuto successo ugualmente ma forse con minore enfasi. Comunque davanti a canzoni come la sopraccitata, WOMAN e BEAUTIFUL BOY, bisogna fare tanto di cappello. Poi quello che dice la critica, non conta niente, come sempre. Bisognerebbe ricordare che in fondo sono dei poveri cristi frustrati, spesso ex musicisti a cui le cose non sono andate granchè bene, pieni di antipatie e simpatie personali. Beh, uno di questi di cui non "ricordo" bene il nome pose una domanda scema: "Quanti soldi ha?" e John rispose col suo solito sarcasmo corrosivo "non ne ho la minima idea. Credo ci vogliano dieci ragionieri occupati per un paio di anni tutti i giorni, per avere qualche indicazione a riguardo".

Sono ancora in classifica gli Abba, ormai da perecchie setimane, con il loro ultimo best seller mondiale, THE WINNER TAKES IT ALL. Una curiosità: le due "B" che si baciano nel logo del gruppo, hanno cominciato a baciarsi nel 1976 con l'album ARRIVAL (Agnetha bacia Benny e Bjork bacia Ann Frida). Vengono da un paese senza particolari meriti in campo artistico ma hanno conquistato una fama impressionante in tutto il globo, tanto che la Svezia nel 1982, quando il gruppo si sciolse definitivamente anche sulla carta, emise un francobollo con la loro effigie per ringraziarli dei tanti soldi che come contribuenti hanno versato nelle casse regali del loro paese.

I Ragazzi dai Capelli Rossi, che cantano ANNA DAI CAPELLI ROSSI in realtà non esistono. Dietro alla sigla del cartone animato nipponico, si nasconde una vecchia volpe delle sigle Tv per ragazzi, Vince Tempera, che insieme a Luigi Albertelli sono gli assopigliatutto del genere. Qual è il segreto delle sigle e canzoncine per bambini? Se ci fate caso non è mai un bambino solista a cantare. Questo perchè i bambini detestano i propri coetanei con quelle vocette stridule, che tanto piacciono alle mamme e alle nonne perchè "fanno tenerezza". I bambini, se potessero, andrebbero all'Antoniano durante lo Zecchino D'Oro e li farebbero fuori tutti. Questo, i discografici l'hanno capito benissimo e ad interpretare sigle Tv mettono in prima fila personaggi quali Nino Manfredi, Mal, Loretta Goggi, Bruno Lauzi, Sergio Endrigo, Gianni Morandi, Christian De Sica e chi piu' ne ha ne metta... Una musichetta accattivante e facile, una voce più o meno nota (ma sempre d'adulto) e un coretto di voci bianche. Ed ecco pronto il disco per il pubblico al di sotto degli undici anni.

Tra gli album in classifica troviamo oltre a quelli già menzionati, Mina, con il suo ultimo doppio LP dal titolo KYRIE. Comprende 16 brani scritti da autori come Lauzi, Shel Shapiro e Franco Migliacci (quest'ultimo quasi una novità per Mina). Il brano più significativo è sicuramente BUONANOTTE BUNANOTTE.

Sono già tre anni che Mina si è appartata nel Canton Ticino, da quella serata estiva al BussolaDomani del 1978, rifiutandosi di apparire in pubblico e in tv. "Cosa mi potrebbe dare la televisione, di più importante di quello che già mi abbia dato in passato"? Si puo' dire che il silenzio stampa ha il copyright di Mina e Battisti. Chiunque lo invochi dovrebbe pagare le royalties a questi due personaggi. Mina si era letteralmente stomacata dal comportamento dei media già nel 1967, quando Corrado Pani era in fin di vita all'ospedale di Firenze per un incidente stradale. La folla di giornalisti assiepati davanti all'entrata dell'ospedale, in realtà di Pani, attore teatrale e cinematografico, non gliene poteva fregare di meno! Gliene importava solamente in quanto ex compagno di Mina e padre del figlio di lei. Mina che sapeva tutto, non si fece vedere e andò a trovarlo dopo tanti giorni. Intanto i giornali scandalistici strillavano indispettiti in copertina titoli come "Mina, guarda come sono ridotto" (STOP, settimanale) con l'immagine rubata di un Corrado Pani intubato. Un'altra copertina che la fece arrabiare moltissimo fu "Mina sta diventanto cieca!", soltanto perchè venne fotografata mentre camminava per strada con gli occhiali da sole! Così disse basta, al top della popolarità. E questo fu un dramma per parecchi, perchè pensate a quanta gente aveva dato da mangiare Mina, involontariamente. E un personaggio come lei non si può certo inventare da un momento all'altro... e difatti lo stanno ancora cercando. Stop, Eva Express, Novella 2000 hanno fallito per mancanza di materia prima (guarda alla voce DIVISMO). Ora c'è l'ibrido Eva 3000, se non sbaglio e si è dovuto inventare altri obiettivi per vendere. Topless, veline, i grandi "fratelli" e "sorelle" e tutta quella roba lì.

Torniamo per un attimo al rinato Sanremo e parliamo dei giovani che ne hanno preso parte. E' stato l'anno dei De Crescenzo (ANCORA), degli Zarrillo (SU QUEL PIANETA LIBERO), dei Barbarossa (ROMA SPOGLIATA) ma anche della Mannoia con CAFFE' NERO BOLLENTE. Non è certo di primo pelo. La sua prima incisione è datata 1968, ma un po' di successo l'ha raccolto solo dopo dieci anni col singolo TOCCAMI. Ora presenta una canzone che dice "un filo azzurro di luce scappa dalle serrande e cerco invano qualcosa da inventare in mutande". Invano? Di cose da fare in mutande ce ne sono tante, cara Fiorella... dipende dall'umore in cui ti trovi al momento. Comunque ha successo, non esorbitante, ma si fa sentire e cantare un po' dappertutto.

Jò Chiarello, altra giovane palermitana, eletta Miss Teen Ager, viene scoperta da Franco Califano. Si potrebbero dire cose orribili sul suo personaggio da shampista di Centocelle (rinomata zona di Roma di origini aristocratiche!) ma le evitiamo. La canzone si chiama CHE BRUTTO AFFARE e nonostante sia un po' scemina non è male. Si sente che è stata curata da qualcuno del mestiere. Poi c'è il miracolo della genetica: un negro che forse sarebbe tanto piaciuto ad Hitler per via di quegli occhi azzurri, magia delle lenti a contatto. Sterling Saint Jacques che per far vedere il suo "indubbio" valore artistico, non trova altro che cantare a torso nudo sui pattini! Paolo Barabani in crisi mistica sulla via di Nashville, che canta un country da chiesa dal titolo HOP HOP SOMARELLO, nel quale si parla del Signore. Stafano Tosi, che sembra una via di mezzo tra l'ex Pisa e Roma Odoacre Chierico e Totò. E poi ce lei... Marinella! la grande Marinella, che quando canta abbraccia una scopa e questo fa fortemente intuire quale sia il suo lavoro precedente e quali avrebbero dovute essere le sue vere mansioni a Sanremo, prima e dopo la serata finale del Festival. Canta "ma lascia stare MA CHI TE LO FA FARE". 'A Marinè... allora provochi!!!!

Christian Calabrese