( da Ciao 2001 ) 1) AVRAI - CLAUDIO BAGLIONI 2) MUSIC AND LIGHTS - IMAGINATION 3) DER KOMMISSAR - FALCO 4) E' GIA' - LUCIO BATTISTI 5) NISIDA - EDOARDO BENNATO 6) BRAVI RAGAZZI - MIGUEL BOSE' 7) DA DA DA I DON'T LOVE YOU YOU DON'T LOVE ME - TRIO 8) MASTER PIECE - GAZEBO 9) UN'ESTATE AL MARE - DIRE STRAITS 10) PRIVATE INVESTIGATIONS - DIRE STRAITS
Da un'indagine DOXA effettuata nel mese di giugno 1982 risulta che il cantante
italiano più popolare sia Riccardo Fogli. Ma leggiamo i primi 15 nomi in classifica: 1) Riccardo Fogli 2) Adriano Celentano 3) Romina Power 4) Mina 5) Lucio Dalla 6) Renato Zero 7) Fra' Giuseppe Cionfoli 8) Ornella Vanoni 9) Julio Iglesias 10) Loredana Bertè 11) Al Bano e Romina Power (insieme) 12) Al Bano 13) Milva 14) Christian 15) Claudio Villa Questi sarebbero i primi 15 classificati. Una classifica ancora influenzata dall'effetto Sanremo. Non si spiegherebbe altrimenti quel settimo posto a Cionfoli, il prete canterino che ebbe un momento di popolarità a Sanremo dopo aver passato le eliminatorie a Domenica In (insieme a Mario Castelnuovo). Il primo posto di Riccardo Fogli, considerato il momento, ci sta tutto. Lo stesso dicasi per l'en plein del duo Romina e Al Bano che hanno addirittura 3 citazioni. Stupisce invece l'assenza di due nomi clamorosi quali Claudio Baglioni e Lucio Battisti. E' proprio vero che quando per un po' di tempo non si danno notizie di sè o non si fa qualcosa di nuovo, il pubblico tende ad accantonarti per un attimo, preferendo nuovi nomi. Però, mentre Lucio Battisti da due anni non si faceva vivo con un nuovo album, Claudio Baglioni arrivava da un annata felice. Il suo STRADA FACENDO era stato in classifica tantissime settimane nel 1981. Quasi a smentire questa classifica e con propositi di rivalsa, eccoli qui entrambi. E' un disco che spiazza tutti, critica e pubblico. Da due anni e mezzo Battisti non dava notizie e l'attesa per il nuovo album era alle stelle. Poi, l'uscita, la gente si precipita nei negozi, compra a scatola chiusa, arriva a casa, mette il 33 sul piatto e... ma questo non e' Battisti!! Ma chi è? Dove sono le melodie tipicamente battistiane, i riff con la chitarra, quei tre accordi che ti fanno subito capire con chi hai a che fare? Non cercano forse il Battisti de I GIARDINI DI MARZO ma almeno quello de UNA GIORNATA UGGIOSA. Invece no. E' GIA' conquista dopo due settimane dall'uscita la numero uno in Italia. Un disco di cui si dicono e si diranno tante cose, non tutte lusinghiere, anzi... E' il primo disco del dopo Mogol, il secondo degli anni ottanta dopo UNA GIORNATA UGGIOSA. Le dodici canzoni sono tutte brevi e si interrompono bruscamente, spogliate da ogni abbellimento, orpello melodico ed "estetico". Sono scarne, nervose e creano nell'ascoltatore quasi una sorta di ansia. E GIA' è la title track del brano utizzato per l'ultimo singolo della produzione di Lucio Battisti. La novità assoluta è una mini cassetta contenente i due brani del 45 giri. Si può scegliere tra il supporto in vinile e quello su nastro. E' una canzone trascinante, piena di ritmo e sicuramente la più legata al primo periodo. LA TUA FELICITA' è la canzone più melodica del disco, molto semplice nel testo ma comunque immediata, e arriva sin dal primo ascolto. WINDSURF è la storia di un viaggio mai compiuto tra Sardegna, Cina e Perù alla ricerca di un posto non contaminato dalla presenza dell'uomo. Un po' un ritorno al Battisti bucolico dei primi Settanta. Ma è anche un tributo alla passione che condivideva, in quel momento, insieme all'amico Adriano Pappalardo. Battisti ha sempre guardato con interesse la scena musicale anglosassone e anche questa volta i riferimenti sono presi da quel mondo e da quel sound che ora porta il nome di band come Human League, Ultravox, Tears For Fears, Spandau Ballet. Battisti se n'è impossessato filtrandolo attraverso la sua sensibilità. I testi sono scritti da Velezia. Chi è costui, o meglio, costei? La moglie Grazia Letizia Veronese, che prima di fare la moglie del cantautore più importante d'Italia faceva l'impiegata al Clan di Celentano, quindi con la musica (e maggiormente con i testi) aveva a che fare in maniera marginale. La Yoko Ono della Brianza prende il posto di Mogol. Ora non si vuole fare l'apologia di un autore che chi scrive ha sempre considerato più fortunato che bravo, però bisogna davvero avere molta faccia tosta e soprattutto un'alta considerazione dei propri mezzi se si pensa di rimpiazzare cotanto autore. Insomma, qui si sta buttando alle ortiche 15 anni di un binomio che ha segnato in maniera indelebile la musica italiana del secolo ventesimo, quel Mogol-Battisti che qualsiasi cantante avrebbe voluto vedere scritto sull'etichetta del proprio disco tra parentesi sotto il titolo! I tempi cambiano e le cose non durano in eterno. Anche l'ideazione della copertina è nata all'insegna del casareccio. E' del figlio di appena nove anni. Le scarpe di tela e le gambe sono però di Lucio. Potrebbero simboleggiare un lavoro "fatto con i piedi" ma non è così. Certo, il completo rinnovamento e la rinuncia alle atmosfere tipicamente battistiane ha sconcertato il pubblico che però non gli nega la possibilità di vederlo arrivare al primo posto in classifica, come sempre. La montagna-Battisti partorisce sempre colossi, mai topolini. La novità di questo disco è l'essersi affidato completamente ai suoni di questi primi anni ottanta, stereotipati anche nell'uso smodato del computer e anche la rinuncia agli arrangiamenti che così imponenti ed eleganti si elevavano spesso più in alto delle stesse canzoni, grazie alla bravuta di Westley. Il disco è registrato in due fasi: la prima a Londra negli studi della Trident, la seconda alla RCA di Roma, affiancato sempre dal fedele Greg Walsh, musicista e tecnico inglese responsabile di tutte le sonorità e del clima così elettronico tipico dell'album. Comunque Lucio aveva dato cenni di risveglio producendo il long playing di Adriano Pappalardo dal titolo IMMERSIONE uscito all'inizio dell'estate su etichetta Numero Uno. Baglioni è diventato papà ed essendo un cantante che per giunta si scrive da sè le canzoni, ha pensato bene di scrivere al piccolo Giacomo una ninna nanna tutta per lui, una specie di viatico, di augurio per la vita che sta cominciando. Gli spiega quello che sarà e che potrebbe essere, che la vita non è sempre "en rose" e che verranno i momenti belli e, fatalmente, quelli meno belli. Il tutto usando il futuro (tempo verbale), perchè un bambino appena nato non ha che quello davanti a sé. Un futuro agrodolce, raccontato senza falsi trionfalismi o eccessivi pessimismi. Un ponte tra STRADA FACENDO, il suo ultimo disco uscito nel 1981, e quello che (fra tre anni) sarà il suo prossimo lavoro da studio, LA VITA E' ADESSO. AVRAI è il titolo della canzone ed arriva immediatamente in vetta alla classifica dei singoli più venduti. E' prodotto ed arrangiato dal già citato Geoff Westley ed è giocato, come in POSTER, tutto sulla voce di Claudio, sull'uso del piano e sull'utilizzo di archi lontani che mano mano crescono, così come l'intensità della melodia, che parte quasi intimistica e sfocia passionale. Claudio Baglioni è impegnato in un maxi tour, nato per il bisogno di tornare a cantare dal vivo, senza motivi meramente promozionali. Un pubblico affettuoso come pochi (solo Renato Zero riesce ad avere attorno a sé altrettanti appassionati sostenitori) che canta insieme a lui i vecchi e nuovi successi. Una voce intonata ed un estensione vocale magnifica . Un successo che si ripeterà all'uscita del suo primo album dal vivo ALE-O' che raccoglie i momenti più significativi della tournée iniziata nel dicembre 1981 e ripresa in estate. A "Vota La Voce" vince il Telegatto come migliore interprete maschile, la Berté quale femminile e i Pooh per il miglior complesso. I Pooh potrebbero giocarci a Subbuteo con tutti i Telegatti che hanno vinto. Uno dei tormentoni dell'estate ormai lontana, ma ancora ben posizionato in classifica, è Trio, il complesso di tedeschi che con le loro tastierine elettroniche della Sony (che sembrano da fantascienza!) ed un semplice ritornello conquistano le classifiche e le discoteche. La canzone è DA DA DA. Dietro di loro il genio musicale di Klaus Voorman, lo stesso che dopo aver ideato la copertina di REVOLVER, album storico dei Beatles, ha poi collaborato con artisti di grosso calibro, come David Bowie e John Lennon. I Trio giocano un po' a fare la parte degli automi, aiutati dall'arrangiamento monocorde ed elettronico del loro pezzo. Sguardi fissi nel vuoto, capelli tagliati molto stranamente, si muovono e parlano sempre insieme. Più che un trio di musica pop sembrano Qui, Quo e Qua. In Italia, complice la vittoria al mondiale di Spagna, hanno pensato bene di fare una versione italo-spagnola molto ma molta maccheronica, che dice pressappoco cosi': "E' chiquito Dino Zoff, muy Gentile el difensor, Scireito el matador, Conti e Causio brasileiros e Pablito goleador... tutti figli di... Bearzot... da da da ..." Loro sono i Masters e la loro comparsa sulla scena musicale è una spiritosata pensata solo per sfruttare il buon momento sportivo in termini discografici. La canzone si chiama MUNDIAL DA DA DA. I Trio avranno vita molto breve. Comunque è un buon momento per le Deutsche Musik. Da Joachim Witt (Tri Tra Trullalla), i D.A.F (DER MUSSOLINI TANZ), gli Spliff (quelli di CARBONARA), Lene Lovich fino al nuovo astro Nena. Continua la marcia trionfale nelle classifiche degli album di Pino Daniele BELLA 'MBRIANA, complice dei solisti d'eccezione, spodesta ad agosto dal trono dei 33 più venduti Franco Battiato e la sua VOCE DEL PADRONE. Il titolo dell'album si rifà ad una credenza popolare partenopea. BELLA 'MBRIANA è lo spirito benigno che aleggia nella case napoletane. Quando qualcosa sparisce dentro casa si addossa la colpa al munaciello, praticamente uno gnomo, e per ritrovarla si invoca uno spiritello buono, la 'mbriana, una specie di nume tutelare. Ma vuole essere anche un augurio alla musica italiana che all'estero sta vivendo una stagione nuova, in primo piano. Nel disco viene usato un linguaggio non di facile comprensione a chi non è napoletano, "'a parlesia" che è una specie di linguaggio o gergo che usano nella malavita per non farsi capire da spie, poliziotti o vittime. Due brani importanti di questo LP sono TUTTA N'ATA STORIA, che parla dell'America non più simbolo di benessere degli emigrati inizio secolo, e ANNARE', storia di una bambina (?) morta per miseria. Le parole sono davvero molto belle. Poi c'è una canzone, MAGGIO SE NE VA, un po' alla Pino Daniele, di quelle più intimiste, che dà il titolo all'album. Tornando ai musicisti che accompagnano Daniele in questa avventura musicale, troviamo Richie Havens, il sassofonista dei Weather Report, Wayne Shorter. E poi l'inglese Mel Collins ex Soft Machine e, ancora, il sassofonista jazz argentino Gato Barbieri, famoso per la colonna sonora de "L'Ultimo Tango a Parigi". E poi ancora Tullio De Piscopo e Joe Amoruso. Con questi stessi musicisti intraprende un tour lungo 40 date che si rivelerà un bagno di folla. Dopo BODY TALK e JUST AN ILLUSION riecco gli Imagination con MUSIC AND LIGHTS, cocktail letale di musica funky e di tarda discomusic di derivazione afro americana. I "negroni col perizoma" in tv fanno un certo effetto, anche se dal loro ancheggiare, dagli sguardi trasognati e dal volere essere "troppo" sexy a tutti i costi, si capisce benissimo che non sono il massimo della virilità. L'effetto è però davvero scenografico. I movimenti del ballo sono volutamente provocatori e sensuali e ben si amalgamano ai suoni suadenti delle loro vocine (sembrano i Cugini Di Campagna di colore!) e ai ritmi coinvolgenti e all'ossessività (piacevole) della musica delle loro canzoni. Imagination è un tributo a John Lennon e alla sua canzone. Il leader si chiama Leee e le tre E stanno a significare "Extra/Energy/Exciting" (wow!). E' anche la voce solista del gruppo. E' sua l'idea di creare la band che fosse "una fusione di vibrazioni e di immaginazione". Naturalmente sono sue parole. Il secondo è Ashley Ingram che suona la chitarra e il basso ma in scena non si vede assolutamente perchè troppo impegnato in ammiccamenti e strusciatine varie agli altri componenti del gruppo. In JUST AN ILLUSION è lui a fare il controcanto. Era il leader di un complesso poco noto da noi, dal nome Special Brew. Ultimo ma non ultimo, Errol Kennedy, batterista e percussionista (sulla carta). Si muove come una pantera nera. Ci sa fare e interpreta il suo ruolo alla perfezione. Deve essere l'attrazione principale del gruppo, sempre col torso nudo e provocatore. E quello fà. Tanto a cantare ci pensano gli altri due, casomai. Prima era un turnista, uno dei tanti, in sala d'incisione. Il loro primo singolo esce nel maggio 1981 (BODY TALK) e il loro album d'esordio rimane in classifica in Inghilterra per ben 51 settimane. Il loro tour fà ovunque il tutto esaurito. Uno strano musicista austriaco dal nulla arriva al numero uno dei dischi più venduti un po' ovunque in Europa. La canzone è DER KOMMISAR e lui si chiama Falco. Beh, parlando di commissari invece di Falco avrebbe potuto chiamarsi Colombo, ma tant'è... Per l'anagrafe è Johann Hoelzel e le biografie lo danno come venticiquenne, sebbene dimostri almeno dieci in più. Faccia un po' imbronciata e capelli imbrillantinati stile anni trenta ed occhiali d'ordinanza. In realtà Falco è spiritoso e gioca a crearsi personaggi a secondo della canzone che interpreta (ad esempio per ROCK ME AMADEUS era vestito come un signore del settecento). Dopo parecchie esperienze nel campo musicale e partecipazioni e gruppi locali decide di inziare la carriera solista. Fare qualcosa di popolare ma nello stesso tempo lontano dal gusto tradizionale. Nasce così DER KOMMISAR, un tema immediato, tappeto ritmico e rap in tedesco, il quale discorso è basato su un fantomatico personaggio che è legato al mondo della droga. Un giallo sceneggiato con personaggi come il drogato, lo spacciatore e il commisario. Al FestivalBar quando si è presentato non lo conosceva nessuno de visu, ma appena è partita la base, ci fu l'ovazione del pubblico che aveva immediatamente riconosciuto il pezzo dalle prime battute. Ecco il ritorno di Mia Martini, dopo l'enorme impressione fatta a Sanremo quando cantò E NON FINISCE MICA IL CIELO, stupenda canzone di Fossati. QUANTE VOLTE HO CONTATO LE STELLE è il titolo del suo ultimo album. Arrangiamenti moderni e grandi collaboratori. A parte Shel Shapiro, che oltre a scrivere il brano principale è anche il produttore dell'intero album, troviamo Mogol, Gianni Bella, Ivano Fossati, Riccardo Cocciante e Maurizio Piccoli. Anche un brano di Mimmo Cavallo, che a quel tempo era la grande promessa della musica partenopea. Una delle canzoni più alla Mia Martini è STELLE, che tratta della solitudine del dopo concerto, di chi canta una sola stagione e del mondo dello spettacolo più marcio che dorato. Se l'è scritta tutta da sè e si sente. Il disco è indubbiamente interessante ed arriva dopo 3 anni di silenzio artistico se si esclude il festival. Primo singolo per un nuovo cantante. Si chiama Eros Ramazzotti, viene dalla periferia romana e precisamente da Centocelle e incide per la casa DDD, la stessa che ha sotto contratto Mia Martini e Fausto Leali. Già nel 1981 a Castrocaro aveva ben impressionato ed era in buona compagnia: Stefano Sani, Zucchero Fornaciari e Fiordaliso erano della partita. Partecipa a Saint Vincent con la canzone PER UN AMICO, prodotta da Alberto Radius, ex Formula Tre. Scommettiamo che il ragazzo si farà? Christian Calabrese
 
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