Settimana 5 Aprile 1986
( da Sorrisi & Canzoni TV )

1) ADESSO TU - EROS RAMAZZOTTI
2) RUSSIANS - STING
3) THE CAPTAIN OF HER HEART - DOUBLE
4) SENZA UN BRICIOLO DI TESTA - MARCELLA BELLA
5) LEI VERRÀ - MANGO
6) È TUTTO UN ATTIMO - ANNA OXA
7) IO NASCERÒ - LORETTA GOGGI
8) BURNING HEART - SURVIVOR
9) INNAMORATISSIMO - RIGHEIRA
10) THE SUN ALWAYS SHINES ON TV - A-HA
=================== 33 giri ===================

1) SANREMO '86 - AUTORI VARI
2) THE DREAM OF THE BLUE TURTLES - STING
3) BUGIE - LUCIO DALLA
4) ROCKY IV - COLONNA SONORA ORIGINALE
5) BLUE - DOUBLE
6) PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI - RENZO ARBORE
7) THE COLOUR OF SPRING - TALK TALK
8) NOVE SETTIMANE E MEZZO - COLONNA SONORA ORIGINALE
9) LE PIÙ BELLE CANZONI - FRANK SINATRA
10) PROMISE - SADE

Martedì 25 marzo 1986 è uscito nei negozi di tutt'Italia il nuovo album di LUCIO BATTISTI, dopo 4 anni di silenzio. Non è ancora entrato in classifica in data 5 aprile soltanto perché le classifiche vengono stilate con parecchi giorni di anticipo rispetto alla data di uscita. In realtà il disco ha venduto già 400.000 copie in prevendita. L'attesa dopo 4 anni di silenzio è grande. Il titolo è DON GIOVANNI ed è composto da 8 canzoni. Tutte scritte da Pasquale Panella il quale collabora per la prima volta con Lucio Battisti. Lui ha realizzato l'album a Londra (come ha fatto per i 3 precedenti) e ancora una volta insieme all'inglese Greg Walsh che ne è il produttore. La lavorazione del 33 giri ha impegnato il cantautore per alcuni mesi (dall'ottobre 1985 al febbraio 1986) e questo è il suo 14° album ufficiale. Inutile stare a discutere su quale sia il pezzo migliore. Ognuno scelga quello che più gli piace per constatare l'impossibilità di essere banale dell'unico nume tutelare della canzone italiana. Inventare e rigenerare ogni volta, senza curarsi troppo della commerciabilità del prodotto ma soltanto di quello che piace a lui e che spesso finisce per piacere a chi lo ha sempre amato. Sfidando le leggi di mercato, quelle del promoting (dov'è Battisti?) dell'apparire a tutti costi altrimenti non si è nessuno. Cosa valida forse per il 98 per cento dei cantanti italiani. Il restante 2 per cento non fa parte dei comuni mortali. Difatti si chiamano Lucio e Mina. E questo dovrebbe bastare, penso. Che look avrà Lucio Battisti in questo 1986? Porterà ancora il foulard al collo oppure sarà ancora soprappeso come si è visto in quella foto rubata in un autogrill datata 1982? Avrà i capelli corti o lunghi? Non è importante. Lucio Battisti è e non è. È già nella mitologia, nell'immaginario di ognuno di noi. È qualcosa che travalica ogni forma di voyeurismo e di presenza costante. Lucio Battisti non ha mai amato il tubo catodico, né le interviste, né le fotografie che, tranne quelle del primo periodo, gli sono sempre state rubate in attimi fuggenti e lo hanno sempre ritratto vestito da casa o con la pancetta prominente mentre si mette in macchina. Ma queste cose a chi interessano? Lucio Battisti non è una show girl, non è un cantante che può appassionare la casalinga che acquista STOP o NOVELLA 2000. Ma incredibilmente, succede lo stesso.
Come mai, si chiedono tutti, un personaggio così schivo, così scontroso, così antipatico, riesce sempre a fare breccia nell'anima di un pubblico tanto variegato? Come mai può piacere, indipendentemente da quello che ti piace e da quello che generalmente cerchi in un cantante, in un genere di musica? Come mai, sebbene il tuo massimo sia una canzone di Eros Ramazzotti, quando senti DON GIOVANNI la prima volta dici: ma che roba è, la seconda la "somatizzi" e la terza ti ritrovi a cantarla sebbene sia quasi non cantabile? La popolarità dell'impopolarità, il non darsi e l'essere cercato ugualmente, spasmodicamente. Succede a pochi nel lavoro, succede spesso nella vita di coppia, succede quasi mai ad un personaggio pubblico. Se non ti dai, la gente ti dimentica. Tranne, come si diceva prima, se rispondi al nome di Lucio o a quello di Mina. Battisti? Assente. Mazzini? Assente. Ma in realtà più presenti di tutti gli altri. Parafrasando un titolo dal DON GIOVANNI e una frase di un presago re francese prima della rivoluzione si dovrebbe dire: dopo di lui IL DILUVIO. Stiamo ancora aspettando l'arca.

EROS RAMAZZOTTI conquista il primo posto tra i singoli. Complice, forse, la vittoria sanremese. Probabilmente sarebbe arrivato comunque in cima alla classifica. È la sua terza volta a Sanremo. La prima significò la vittoria nella categoria dei giovani (TERRA PROMESSA - 1984), la seconda l'affermazione tra i big e la conquista delle hit parade (UNA STORIA IMPORTANTE - 1985) e quest'anno la consacrazione definitiva con ADESSO TU. Dopo i primi successi evita (o forse sono i suoi produttori) una sovraesposizione eccessiva e si gestisce con oculatezza. Il boom francese stupisce un po' tutti gli addetti ai lavori (850 mila copie di UNA STORIA IMPORTANTE) che non si capacitano di cosa i francesi, sempre così spocchiosi e nazionalisti, abbiano trovato in questo tipico prototipo di italiano di periferia, con uno spirito fortemente mediterraneo. Però Eros diventa subito noto anche in Spagna e in tutto il Sud America. Ormai la sua faccia è sulle pareti delle camerette della ragazzine che lo affiancano a quelle di Simon Le Bon e di Tony Hadley, divi dell'epoca. Con la vittoria al festival, oltre che il trofeo e il prestigio, porta a casa anche un... bel cavallo, donatogli dal Totip, con cui Sanremo è gemellato. Difatti la vittoria nasce dai voti sulle schedine del noto concorso. L'album CUORI AGITATI, che ha venduto solo in Italia 200 mila copie, sta per essere rimpiazzato dal successivo NUOVI EROI, sempre con la stessa squadra di lavoro e cioè Piero Cassano (ex Matia Bazar) e Adelio Cogliati, con l'aggiunta di Celso Valli come arrangiatore. "Nato ai bordi di periferia" si ritrova ora a viaggiare in business class.

LOREDANA BERTÈ
È l'anno della pancia finta premaman. Chi le avrebbe mai pronosticato all'epoca una vera pancia (e non premaman) come quella che si porta dietro adesso? Ha comunque fatto parlare di sé al festival, volendo rappresentare "la donna nel suo momento più sublime", quando cioè aspetta un figlio. Questa gravidanza isterica era stata tenuta nascosta a tutti. Né i discografici né il marito (che quando la vede sul palco pensa di essere stato tenuto all'oscuro di qualcosa di troppo) erano al corrente della sua trovata scenica che avrà anche scandalizzato (perché poi?) ma è sembrata più che altro un desiderio inappagato, una voglia repressa, un grido d'aiuto. In realtà poi si scopre che era stata preparata a tavolino da circa tre mesi e le coreografie del balletto erano state studiate insieme a Franco Miseria, noto coreografo Rai. Nella seconda serata la Berté si presenta vestita in modo semplice. La serata finale è dedicata ad un lungo abito nero e al lancio di fiori alla Wanda Osiris. Voleva riproporre una gestualità un po' superata "alla Nilla Pizzi" (pure cafona!). Tra l'altro sbagliando personaggio e confondendo GRAZIE DEI FIOR con il lancio degli stessi e lo scendere le scale alla Wandissima, così come veniva chiamata ai suoi tempi. Come in tutte le manifestazioni sopra le righe della Berté bisognerebbe scandagliare a fondo, perché hanno sempre un risvolto psicologico molto chiaro. Loredana sarà anche pazzerella e provocatrice ma quello che fa sembra lo faccia più che altro per farsi aiutare dalle persone che le sono accanto, le quali dovrebbero leggere tra le righe. C'è sempre un mal di vivere di fondo che alla fine rende malinconiche queste sceneggiate. Per tutta la durata del festival va dicendo di vincerlo lei. Alla fine arriverà nona. Resta il fatto che la canzone scrittale appositamente da Mango, dal titolo RE, passa quasi inosservata in mezzo a questo sfrenato esibizionismo. Non che sia una grande canzone ma le varie farse rubano la scena al brano che arranca nelle classifiche e che questa settimana si trova al 24° posto. Molto migliore il retro, FOTOGRAFANDO, anche questo scritto da Mango.

MARCELLA BELLA, a modo suo, vince sempre. Vince sulle frasi velenose della sue colleghe (oltre alla Berté era presente un'altra arpia, la Rettore), sulle affermazioni arroganti e sui colpi di scena di cui sopra. La sua è davvero una bella canzone e immeritatamente arriva al terzo posto, preceduta da quella di Arbore, che sebbene sia simpatica e goliardica resta sempre una cretinata. E anche di dubbio gusto. La classe e la semplicità di Marcella hanno colpito il pubblico televisivo. Gli acquirenti di dischi spingono la canzone al secondo posto tra le più vendute sanremesi, dopo quella di Ramazzotti, e al terzo nella classifica generale. Gianni Bella, il fratello, fa tutto da solo. Compone musica e testo e porta la sorella a Londra, nello studio dove registra anche Paul McCartney. L'arrangiatore è lo stesso che collabora da anni con Battisti, Goeff Wesley. Marcella era così convinta del pezzo (SENZA UN BRICIOLO DI TESTA), della sua validità, che arrivare al terzo posto (dopo quel clown di Arbore) le ha dato un po' fastidio e non per arroganza. Ma per Marcella è stata comunque una bella soddisfazione, una mera questione d'orgoglio, l'aver preceduto la Rettore e la Berté, sia nella classifica finale sanremese sia nelle top ten (la Rettore è addirittura al 45 posto sebbene la sua canzone, AMORE STELLA, sia molto interessante). Dopo essere stata attaccata sui giornali per una settimana è una bella rivincita. La classe non è acqua. Frase scontata ma certe volte molto appropriata. La Rettore aveva detto ad un giornale che a Marcella regalerebbe volentieri delle scarpe con i tacchi, alludendo alla statura non altissima della cantante. E bene sembra farle l'imminente matrimonio con l'industriale Mario Morello, con il quale convive dal 1978 e da cui ha avuto un figlio, Giacomo, nato nel 1980. Morello otterrà il divorzio subito dopo e si potrà sposare con Marcella, che è sempre meno interessata alla sua carriera e più presa da quella di mamma e di moglie.

Cosa hanno in comune ORIETTA BERTI e STING? Nulla direte voi. Eppure qualcosa ce l'hanno. Alcune frasi e l'atmosfera delle loro rispettive canzoni. La cantante di Cavriago in FUTURO, scritta da Umberto Balsamo, si rivolge alle due potenze dell'epoca (Russia ed America) dicendo "a voi russi e americani io non delego il suo domani, su mio figlio non metterete le vostre mani". E Sting invece dice "In Europa e in America c'è un crescente sentimento di isteria generato come risposta a tutte le minacce presenti nei discorsi retorici dei sovietici. Credimi quando ti dico che spero davvero che anche i russi amino i propri figli". Stranamente simili questi testi, entrambi presentati nello stesso evento televisivo. Sting non ha copiato Balsamo, ma Balsamo lo ha fatto? Io sarei pronto a scommettere di no. Sta di fatto che dopo un poco si verifica il fatto di Chernobyl. Non è che queste due canzoni portino un po' sfiga?

SANREMO 1986 continua a vendere bene e lo si vede dalla numero uno dei 33 giri. In realtà i LP editi sono tre. Uno della Ricordi, uno della RCA e l'altro della CBS. Quello che marcia meglio è quello della CBS, pieno zeppo di ospiti stranieri; oltre che Marcella, la Oxa, la Berté, Loretta Goggi (la presentatrice della manifestazione), Ramazzotti, Righeira, Buongusto, Fiordaliso e Barbarossa. Tra gli stranieri i Simple Minds, Drum Theathre, Sade, Prefab Sprout e King. La compilation della Ricordi praticamente è una copia di quella della CBS senza gli stranieri e con qualche aggiunta delle nuove proposte. La RCA schiera Scialpi, Endrigo, Zucchero, Schola Cantorum, Cutugno, Stadio, Rossana Casale, Orietta Berti, Paola Turci più gli stranieri Mr.Mister, Double e Fine Young Cannibals.

Il mondo della musica internazionale scopre la Norvegia e i suoi alfieri, gli A-HA. Così, dopo il dutch sound e la musica mondiale ma svedese di nascita degli Abba, un'altra nazione del nord Europa conosce fama internazionale. Grazie ad un solo singolo (TAKE ON ME) sono scoppiati improvvisamente e simultaneamente in tutto il mondo, mentre in patria la stessa canzone aveva venduto soltanto 150 mila copie. Nessuno è profeta in patria o quei rudi pescatori di salmoni avevano visto giusto? Personalmente posso dire che gli A-ha erano ben poca cosa. Una vocetta, quella del solista Morten Harket, che sembra la brutta copia di quella di Flavio Paulin dei Cugini Di Campagna, i quali almeno hanno cominciato ad usare il falsetto già dieci anni prima. Solo che loro non sono mai stati una boyband e tantomeno bellocci da essere presi veramente sul serio. Però, se ci si pensa, 150 mila copie in Norvegia è un bel colpo. Praticamente è un disco ogni 25 abitanti data la scarsa popolazione di quella nazione (4 milioni di abitanti). Facendo una breve biografia di questo gruppo, tipicamente anni ottanta, si può dire che, come tutti i complessi, gli appartenenti si conoscevano fin dall'infanzia bla bla bla... Niente di nuovo, quindi. È dal tempo del Beatles che tutti i complessi si conoscono dall'infanzia e magari nella realtà si sono incontrati due ore prima in un ufficio di una casa discografica! Anche l'incontro con un producer che crede in loro è storia vecchia. Che noia questi A-ha. Già il nome, A-ha, in italiano potrebbe essere interpretato come a-ha, ci risiamo? E difatti in questo gruppo tutto è già stato visto prima ancora di conoscerli. Solo le ragazzine possono essere tentate dalle facce da bambolotti anabolizzati dei componenti. Ma le adolescenti, si sa, sono molto volubili. Quello che era "fico" ieri oggi è già vecchio. Compresi questi tre norvegesi con i jeans strappati e i maglioni larghi. Comunque, TAKE ON ME decolla all'istante anche grazie al buon lavoro di missaggio e all'introduzione: quelle riconoscibilissime prime battute dell'introduzione. Il video della canzone racimola premi e riconoscimenti di tutti i generi. È un bel filmato creato come un fumetto, fotografie ricalcate a mano da un disegnatore. Tremila disegni in tutto. Poi è la volta di THE SUN ALWAYS SHINES ON TV, pezzo presentato a Sanremo, tratto dall'album HUNTING HIGH AND LOW, e loro nella veste di ospiti internazionali, con le 15enni pronte a strapparsi i capelli ad ogni ammiccamento. Che fine hanno fatto gli A-ha? Staranno pescando salmoni nei fiordi con mogli obese a carico? Però qualcosa ai loro figli da raccontare almeno ce l'hanno.

SADE, sofisticata cantante anglo-nigeriana, sta vivendo il suo momento di gloria anche negli Stati Uniti dove ha raggiunto i primissimi posti con l'album PROMISE. Capelli perennemente tirati all'indietro, grossi orecchini afro-style è un personaggio totalmente differente dalle ragazze che si vedono sui video clip. Protagonista di tristi ma eleganti storie come YOUR LOVE IS KING, Sade vive in un mondo di gente raffinata e si rivolge soprattutto a quella, la quale accompagna le proprie serate, in club di un certo livello, con musica d'ambiente e d'atmosfera, jazzate da strumentisti ineccepibili in mezzo a giardini d'inverno fiorenti. E lei, che sembra quasi vederla aggirarsi tra i tavolini, eterea e distante da tutto. La critica americana la stronca. I suoi concerti vengono bollati come "cose noiosissime" o meglio novanta minuti di variazioni di SMOOTH OPERATOR e poiché la parola smooth può significare blando, mellifluo, è facile immaginare i giochi di parole fatti sui giornali. Il TIME del 7 aprile però le dedica la copertina scrivendo POP'S SMOOTH OPERATOR. Gli americani non hanno tutti i torti. In Italia fa una serie di concerti nei palazzetti dello sport e la noia regna sovrana. Al Palasport di Roma, un reduce di mia conoscenza sentenzia che sono state quasi due ore di catalessi generale. Un'organizzazione coi fiocchi con tanto di hostess d'accompagnamento ai posti. Il tutto per una bella dormita collettiva. SMOOTH OPERATOR è la colonna sonora del "pariolino" con la Golf Gt che nei weekend se ne va a Fregene a prendersi la prima tintarella della stagione, rischiando pericolosi colpi di sonno. Soliti giri armonici, estensione vocale pari a quella di una formica, atmosfere copia e incolla in tutti i brani presentati. Malgrado ciò i suoi dischi continuano a vendere benissimo. Forse gli acquirenti normali del disco si rendono conto di questa atmosfera magica e sfacciatamente cool, tanto da sembrare artificiale. E nonostante quella musica sia oltre che pretenziosa anche distante dai loro gusti soliti, cercano di entrarvi magari di straforo e farsela piacere a tutti i costi per far parte di una cerchia, per spirito d'emulazione. Dirà qualcuno: ma non è possibile che invece piaccia e basta? Non mi sembra plausibile. Di cantanti meglio dotate vocalmente e con un repertorio da capogiro prima di Sade ce ne sono state centinaia, sempre razzolando nell'ambiente del jazz leggero, ma nessuna ha mai avuto la notorietà di Sade. Nancy Wilson, ad esempio, è più che brava, direi fenomenale. Ma quanti la conoscono? Esther Phillips? Fontella Bass? Mary Wilson? Sade è in classifica. Sade se la sentono i vip, Sade deve piacere, almeno per i prossimi due anni. Poi il personaggio mostra la corda e piano piano scompare dalle liste di vendita internazionali. Un bluff durato anche troppo.

I ROLLING STONES lanciano il loro nuovo LP sul mercato mondiale. Il titolo è DIRTY WORKS ed è nei negozi di tutto il mondo in contemporanea il 24 di marzo. La CBS li ha scritturati facendogli firmare un contratto faraonico e questa è la loro opera prima con la label americana. Ospiti d'eccezione tra i più noti nel mondo della musica rock, pop e soul. Jimmy Page, Bobby Womack, Jimmy Cliff e altri. Anche in questo album come nei precedenti lavori si evidenziano diversi generi musicali ma come sempre è il rock targato Jagger & Richards a regnare sovrano, qui presente nella sua forma più dura e cruda. Il lato A si apre con ONE HIT TO THE BODY, un vero colpo basso allo stomaco con gli assoli di Ron Wood e Keith. Segue FIGHT un altro brano molto tirato. Poi l'hit single, una cover del 1964: HARLEM SHUFFLE. Una specie di manuale d'istruzione per ballare lo shuffle, un ballo in voga tra la comunità nera nei primi anni sessanta. Ma si capisce molto bene che quello a cui si allude nel testo è tutt'altro che un ballo nel senso letterale del termine. Il video del pezzo è molto carino, a cartoni animati. Il pezzo che dà il titolo all'album, DIRTY WORKS, trova in Jimmy Page l'energia giusta. C'è un'altra canzone, dal titolo HAD IT WITH YOU che ha un testo non molto forbito, una specie di potente boogie woogie con un intermezzo blues. Andando non in ordine di tracklist, si continua con un reggae dal titolo TOO RUDE. In questo brano suona, naturalmente, Jimmy Cliff. Il pezzo più interessante, a parere di molti, sarebbe WINNING UGLY, scelto come terzo singolo dagli stessi Stones. Atmosfere rock blues primi sessanta, quelle dei primi Stones per intenderci, quando cantavano anche classici del rock sui quali il gruppo cuciva una seconda veste. In questa canzone troviamo tutti quegli effetti, i coretti, le chitarre lanciate a cento all'ora, tutte cose volutamente scontate e divertenti se ascoltate da chi le faceva già 23 anni prima. Una sorta di autosfottò. Il brano che invece chiude l'intero album è un omaggio all'appena scomparso Ian Stewart, considerato un po' il sesto componente del gruppo. La chitarra acustica di Richards suona malinconica come fosse un silenzio fuori ordinanza. Atmosfera woodstockiana. Il titolo è SLEEP TONIGHT. In copertina i cinque Stones ripresi dall'alto sopra ed intorno ad un divano verde. Mick Jagger (volutamente?) decentrato rispetto agli altri, scalzo e con i piedi che toccano Keith Richards che è al centro del divano. In copertina un adesivo dichiara che il 33 contiene le canzoni HARLEM SHUFFLE, ONE HIT TO THE BODY e WINNING UGLY. In quest'ordine. Quasi a voler far capire che i tre singoli estrapolati dal disco saranno queste tre canzoni. HARLEM SHUFFLE difatti è il primo 45 giri ad uscire.

Un premio speciale è stato assegnato a Paul McCartney da una giuria statunitense nell'ambito degli annuali AMW (American Music Awards). Si tratta dell'Award Of Merit che viene di volta in volta assegnato al membro della comunità musicale che ha contribuito in modo preminente e per un lungo periodo di tempo al divertimento del pubblico americano. Questa è la traduzione letterale. So che quel membro della comunità sembra più un onore al merito di una compagnia di quacqueri che ad un artista ma al momento non mi viene in mente un altro termine (si accettano suggerimenti). Comunque ha ricevuto il premio in diretta via satellite da Londra. Diana Ross da Los Angeles ha salutato Londra e Phil Collins ha risposto. Il premio in precedenza era andato a personaggi come Bing Crosby, Perry Como, Stenie Wonder e Michael Jackson. In buona compagnia, dunque.
La rivelazione dell'anno è stata Withney Houston, canzone dell'anno è stata WE ARE THE WORLD, un pezzo buonista scritto da Michael "freako" Jackson e Lionel Richie. Il più piccolo dei Jackson Five cinguetta al microfono di "ringraziare Dio per aver scelto lui e Richie quali autori della canzone". Come se Dio non avesse altro da fare che badare a quello che fa Jackson tra una plastica e l'altra. Altre premiazioni sono andate ad Aretha Franklin (miglior cantante soul), i Tears For Fears (miglior gruppo) ignorati però quando a ritirare un altro premio sul palco è salito il gruppo dei Chicago. Miglior cantante solista a Pat Benatar, miglior gruppo vocale jazz risultano essere i fenomenali Manhattan Transfer. Miglior solista Stevie Wonder che ci mette un'ora a spiegare che in realtà PART TIME LOVER, il suo ultimo album, avrebbe dovuto essere un altro triplo ma poi si è stancato di cercar di convincere la Tamla Motown ed ha lasciato perdere. Un premio ad honorem anche alla vedova di Ira Gershwin, che lo ha ritirato da parte del marito e del fratello George Gershwin.

Va in onda tutti i giorni su Raistereouno. È una classifica particolare perché non è basata sulle vendite ma sul gradimento della musica ascoltata. Si chiama Sterobig Parade. Elio Molinari, il direttore di Raistereouno, spiega che l'idea è venuta dal fatto che da circa vent'anni il pubblico è appassionato di classifiche musicali e quasi tutti i giornali ne compilano una settimanalmente. Ma non se ne trovano mai due che vadano d'accordo tra di loro. Le cause sono diverse. Diverse metodologie adottate per la compilazione, la difficoltà di effettuare indagini serie e la particolare situazione italiana per quanto riguarda le vendite di dischi. Nelle grandi città ci sono le varie Ricordi e Messaggerie Musicali ma nei piccoli centri è facile trovare all'interno di un negozio di dischi anche elettrodomestici o cartoleria. Le classifiche quindi sono andate avanti per un quarto di secolo tra mille polemiche. Clamorose quelle di Celentano che si è sempre sentito vittima delle varie Hit Parade. Gaber stesso, sempre ignorato. Ma essere interessato alla musica non significa necessariamente acquistare dischi e di conseguenza le classifiche tratte dalle vendite finiscono per non rispecchiare le preferenze in campo musicale. Da qui è nata una rilevazione settimanale sul gradimento degli italiani senza tener conto dei dischi acquistati. Ogni settimana sei tipologie di classifiche: canzoni italiane, canzoni straniere,canzoni rock, una classifica diversa per sesso, una con le preferenze dei ragazzi tra i 13 e i 19 anni ed infine una generale riassuntiva. Nella puntata d'esordio il programma ha presentato la classifica delle canzoni più gradite del 1985 che risultavano essere:
1) WE ARE THE WORLD - USA FOR AFRICA
2) L'ESTATE STA FINENDO - I RIGHEIRA
3) LA VITA È ADESSO - CLAUDIO BAGLIONI
4) MA LA NOTTE NO - RENZO ARBORE
5) NOI RAGAZZI DI OGGI - LUIS MIGUEL
6) QUESTIONE DI FEELING - MINA & RICCARDO COCCIANTE
Peccato non abbia avuto seguito: le buone idee vengono spesso accantonate.

Per concludere una notizia discografica che non va presa molto sul serio. L'inossidabile Bobby Solo, escluso da Sanremo, decide di smetterla nell'imitazione ad oltranza di Elvis. E lo fa con un singolo che reca sulla facciata A un brano (rivisitato e corretto) inciso in precedenza da Johnny Dorelli nel 1959. Il titolo è CARISSIMO JOHN TAYLOR, una parodia della famosa lagna dorelliana (CARISSIMO PINOCCHIO) che nella bocca di Dorelli diventava una mazzata micidiale per tutti quei poveri bambini che si fossero messi all'ascolto del soporifero 45 giri!! Qualcuno dirà: ma chi è John Taylor. Era un componente dei Duran Duran. Ora qualcuno avrebbe dovuto chiedere a Bobby Solo il perché di un'operazione commerciale così demenziale. Ma le novità per Bobby non finiscono qui. Ha appena inciso un LP insieme a Rosanna Fratello e al suo amicone Little Tony; insieme cantano alcuni tra i successi dei vari Festival di Sanremo (inclusa un'orrenda versione di UN'AVVENTURA). Un trio da neuro delirio che si fa chiamare RoBoT (Rosanna-Bobby-Tony).

Christian Calabrese