Settimana 11 Settembre 1988
( da Ciao 2001 TV )

# TITOLO INTERPRETE Quotazione
1Tell Me Nick Kamen €  8
2Tomorrow People Ziggy Marley €  8
3Every Girl And BoySpagna €  8
4Hey Bionda Gianna Nannini € 10
5Go Jovanotti Go Jovanotti € 10
6Cross My Heart Eight Wonder €  8
7De Nuevo Tu Betti Villani €  8
8A Caus'de Garcons A Caus'de Garcons€  8
9Lost In You Rod Stewart €  8
10No Clause 28 Boy George €  8

Classifica 33 giri

# TITOLO INTERPRETE Quotazione
1Lucio Dalla/Gianni MorandiDalla/Morandi € -
2Musica è Eros Ramazzotti€ -
3Tracy Chapman Tracy Chapman € -
4For President Jovanotti € -
5Us Nick Kamen € -
 

Ed eccoci di nuovo qui, dopo la pausa estiva. Questa settimana ci occupiamo della seconda settimana di settembre dell'anno di grazia 1988. I titoli in graduatoria non sono certo molto diversi da quelli che hanno accompagnato le vacanze degli italiani, a parte qualche nuova entrata come quella di Rod Stewart tra i singoli e gli lp. A proposito di lp, questa volta abbiamo deciso di inserire la classifica dei compact disc, che all'epoca era ancora una classifica particolare, come dire quella delle cassette o dei dischi mix. Erano ancora i 33 giri in vinile a dettare legge. Però la novità è che anche il suono in digitale comincia a ritagliarsi una fetta di torta importante. La valutazione dei compact disc, come vedete non esiste. Un secco "non pervenuto", perché a meno che non si tratti di dischi fuori catalogo o stampe particolari, non hanno mercato collezionistico.

Rod Stewart

Ma cominciamo ad occuparci del lato musicale della faccenda e iniziamo proprio col biondo scozzese citato testè. Rod Stewart è di nuovo in classifica nei singoli dopo qualche mese di assenza (l'ultima fu TWISTIN' THE NIGHT AWAY alla fine del 1987), questa volta con una canzone tratta dal suo ultimo disco a 33 giri, OUT OF ORDER. In 25 anni di carriera Rod ha collezionato una serie impressionante di successi e sembra non abbia nessuna intenzione di volersi fermare. In fondo, (all'epoca) ha solo 43 anni contro i 45 di Mick Jagger e i 46 di Sir Paul McCartney. Il primo singolo è datato 1964 (GOOD MORNING LITTLE SCHOOLGIRL) e poco dopo si unisce al gruppo di Long John Baldry (morto giusto un mese fa, agosto 2005). Da quel momento, la vita artistica di Rod è un susseguirsi di avvenimenti, cambiamenti e conseguenti successi. La fine degli anni sessanta lo vede protagonista con Jeff Beck, ex chitarrista degli Yardbirds (i famosi gallinacci di Mike Bongiorno al Sanremo '66) con due album, il 1969 insieme ai Faces, parallelamente ad una carriera solistica che va a gonfie vele. Il 1974 lo trova definitivamente da solo, dopo lo sciolgimento dei Faces, fino ad arrivare a questo 1988 e a questo album che molto bene è andato in tutta Europa e negli Usa. Da noi arriva in classifica più che altro spinto dalla celebrità di cantante perché, a parte il singolo LOST IN YOU e la cover di Otis Redding (TRY A LITTLE TENDERNESS), gli altri brani non si sentono molto nelle radio. Il disco è prodotto dallo stesso Stewart insieme a Andy Taylor dei Duran Duran, al quale lo lega una complicità poco... professionale, cioè una simisurata voglia di scherzare e di alzare il gomito, tanto che sono più le occasioni che li trovano sdraiati sul pavimento completamente 'ciucchi' che quelle in cui parlano di lavoro. Comunque, scherzando e bevendo, il disco viene completato ed è un altro tassello che si va ad aggiungere alla carriera del biondo londinese di origini scozzesi.

Lucio Dalla & Gianni Morandi

La voglia di prodursi in pubblico insieme l'avevano sempre avuta. L'intenzione originaria era nata nel 1970 ma poi, per vari motivi, la cosa non ebbe seguito. Di chi si sta parlando? Ma di Gianni Morandi e di Lucio Dalla, of course. Il 1970 fu un anno chiave per entrambi: il primo comincia ad entrare nel lungo tunnel nero della sua carriera, dal quale uscirà sporadicamente fino alla completa purificazione del karma terminata nel 1981. Il secondo invece fa lo stesso percorso al contrario: dopo un decennio (i sessanta) vissuti come cantante "alternativo", dipinto in mille modi (da barbudos, contestatore e profeta del beat), eccolo improvvisamente protagonista, da solo o insieme ad un gruppo di amici (che variano da De Gregori, Ron e gli Stadio) e al suo cappello che cambierà foggia secondo il periodo (da scoppola a zucchetto a paglietta fino ad arrivare all'attuale parrucchino con ciuffo!). Ed è in questo 1988 che in entrambi avviene materialmente la trasformazione, da idea a realtà, di proporsi come coppia. E anche come testimonial, loro due, in una foto che li ritrae in un campo di pallone nel 1970, proprio l'anno in cui (o a Morandi o a Dalla o alla RCA) venne quell'idea un po' pazza. Dal punto di vista organizzativo è tutto perfetto, dal lancio pubblicitario alle varie conferenze stampa indette nei luoghi toccati dal tour. Questa atmosfera da evento taglia un po' le gambe al senso di ritrovo fra vecchi amici, trasformando il tutto in un gioco fine a se stesso. Ma come in tutte le cose, ci sono interessi dietro ai quali bisogna dare conto. L'album presenta delle credenziali mica di poco conto: hanno collaborato Cocciante, Battiato, Guccini, Lavezzi, Mogol, Ron, gli Stadio. Questo per quel che concerne la stesura di pezzi inediti ai quali si devono aggiungere canzoni già note al pubblico ma questa volta interpretate a parti invertite (Morandi che canta le canzoni di Dalla e viceversa). La canzone che lancia l'album è VITA, una serie di considerazioni esistenziali che sembra più adatta a Gianni Morandi che a Dalla. Sarà forse per il testo che è un po' parente di UNO SU MILLE, altro successo di Gianni Morandi, in cui si parla della difficoltà di risalire la china dopo un periodo nero. Lo stesso tema pare ripresentarsi in VITA, una classica furbata di Mogol che però trova forza nella parte musicale scritta da Mario Lavezzi. Chi può vedere nebbie diradarsi ed uscire da un passato glorioso che lo imprigionava, riuscendo a lavarsi l'anima (rifarsi una verginità)? Sicuramente Gianni Morandi. Chi è che ha imparato l'arte di difendersi e ha dovuto ammettere di aver perduto e di essere rinato? Gianni Morandi. Chi è l'angelo che si è sporcato e poi ha risalito la corrente facendo nascere un fiore (la rinascita) su un cumulo di rovine? Sempre lui. Peccato che questa canzone arrivi con circa otto anni di ritardo dalla rinascita artistica del nostro e peccato che lui stesso abbia già interpretato - come si diceva prima - una canzone simile. Ma Mogol fa finta di non saperlo e crede, come sempre, di essere molto originale. Però la gente ci casca e tributa al brano un grandissimo successo tanto è vero che la RCA si affretta a stampare un maxi singolo (l'idea del 45 giri pareva superata ai due) per far fronte alle richieste di chi non intende comprarsi l'intero doppio album (o cd singolo). Un'altra gran bella canzone inclusa nel 33 giri è CHE COSA RESTERA' DI ME di Franco Battiato, che il cantautore inciderà prossimamente sul suo LP GIUBBE ROSSE, cambiandone il titolo in MESOPOTAMIA. Che cosa resterà di me, del transito terrestre, si interroga il "filosofo" Gianni Morandi, che tutto ben si addice all'interpretazione del cantante emiliano che ne fa una versione godibilissima ed intensa, per niente imbarazzato o timoroso di un confronto a distanza con l'autore o con un testo così impegnativo. Altra gran bella canzone , questa volta di Dalla (parole e musica) è FELICITA' che verra inclusa nella colonna sonora di IL FRULLO DEL PASSERO con Ornella Muti e Philippe Noiret. Ma come (ri)nasce questa voglia di duo? Il 19 settembre 1987, passando da Bologna per andare a trovare la mamma, Gianni Morandi fu quasi obbligato da Dalla a salire sul palco dove si stava esibendo per l'ultima serata del suo tour. I due cominciarono a scambiarsi le canzoni e il pubblico pareva molto divertito da questa idea tanto che Dalla rilanciò l'idea di 18 anni prima. A dicembre 1987 i due si ritrovarono per uno spettacolo di beneficenza al Palatrussardi di Milano e il progetto cominciò a prendere forma. Arrivarono le prime reazioni degli autori vicini al duo, entusiasti di questa idea e insieme all'entusiasmo le canzoni; Ron, Mogol, Roberto Roversi, Lavezzi, Guccini e tutti quelli di cui si era parlato poc'anzi. Il 4 luglio il debutto a Caracalla, il 2 ottobre la conclusione in diretta tv dalla Valle dei Templi in Agrigento. Successo incredibile di pubblico e successo stratosferico del disco che alla fine dell'anno sarà quello più venduto, come la loro tournèe la più premiata quanto ad incassi. Naturale conclusione per un duo d'eccezione.

Raf

Raf ha passato un'estate in souplesse dopo il grosso successo del disco sanremese INEVITABILE FOLLIA, uno dei più venduti della rassegna. Il 33 giri per l'estate si chiama SVEGLIARSI UN ANNO FA. La title track è tipicamente in stile Raf degli ultimi tempi: melodica ed avvincente, sicuramente una bella canzone. Tutto il LP/CD è comunque godibile. Su un lato atmosfere simili al brano che dà il titolo al disco, sull'altro pezzi più ritmici, che strizzano l'occhio ad una psichedelìa all'amatriciana, con risvolti dance. Insomma, sicuramente molto più identificativa del personaggio Raf la prima cinquina di canzoni. Alcuni amici lo aiutano nella stesura: Baccini, Gaetano Curreri e Lucio Dalla (IL SAPORE DI UN BACIO, che francamente non è un granchè). Certo, non bisogna scordare che Raf ha avuto il suo vero battesimo discografico con un brano dance, che fece la sua fortuna e che vendette uno sproposito in tutta Europa e poi anche in America grazie all'interpretazione di Laura Branigan. Il titolo era SELF CONTROL, superhit dell'anno 1984. La casa discografica era la Carrere, etichetta francese, che voleva fare di lui un artista alla Gary Low, Den Harrow o Gazebo, cioè la famosa italo-dance, che nella prima parte degli anni ottanta ebbe un momento di estremo fulgore, con brani nelle classifiche di tutto il mondo. Ma Raf non si sentiva un personaggio di quel genere (anche perché, dicendolo francamente, per la maggior parte, quella era proprio gente da due lire) e decide di cambiare casa discografica ed approdare alla CGD. Non è che gli vada subito molto bene perché gli fanno incidere un disco, tanto per cambiare, dance, CHANGE YOUR MIND, che non ripeterà affatto il successo del precedente ma che comunque andrà bene nelle classifiche specializzate. Quando già si pensava ad un artista finito, ecco il colpo di genio: l'accoppiata con Tozzi all'Eurofestival con GENTE DI MARE. Successo travolgente. Da lì, per Raf è stata una passeggiata, fino ad arrivare al recente SVEGLIARSI UN ANNO FA. Che parla di un ragazzo che uscito da un'esperienza di droga e propone alla sua ragazza di far finta che l'anno appena trascorso non sia esistito e di ricominciare come se nulla fosse successo. Ma ha un risvolto anche privato: praticamente Raf fino ad un anno prima non aveva mai avuto la possibilità di proporsi discograficamente come avrebbe in effetti voluto e, appunto, questo suo nuovo disco è il risultato di ciò che avrebbe dovuto fare già da tempo.

Milva

Milva, dopo quasi trent'anni dall'esordio (quando nel 1959 vinse un concorso per voci nuove indetto dalla Rai) non perde un colpo, divisa tra il prossimo Festival di Sanremo, il teatro e le collaborazioni con importanti artisti di fama mondiali. Reduce dalla fatica televisiva di DI CHE VIZIO SEI in coppia con Proietti, interrotta da un anno la sempiterna tournèe teatrale brechtiana è tornata ad incidere dischi. Il suo recente LP si chiama MILVA ed è una raccolta di successi del decennio in corso più tre inediti, compresa la sigla del programma tv dal titolo RAPSODIE GITANE. In quel programma ci furono due defezioni importanti, rese ancora più gravi perché si trattava di due amici della Pantera di Goro: Battiato e Jannacci. Enzo Jannacci non potè partecipare perché al momento era impegnato in una trasmissione con Fo e la Rame e quindi impedito a causa del suo contratto. Battiato perché avrebbe voluto cantare un paio di canzoni insieme con Milva e la rigidità dello schema della trasmissione non lo prevedeva. Ma c'è chi dice che in realtà l'atmosfera peccaminosa della produzione poco si confaceva con l'animo profondamente mistico del siciliano. Tornando a Milva, prima di partire per la tournèe giapponese con Astor Piazzola, intitolata EL TANGO, passa per la Germania a ritirare un ennesimo disco di platino con canzoni cantate in lingua tedesca. Per Sanremo c'è ancora tempo.

Michael Jackson

A Liverpool incredibile chiusura del tour europeo di Michael Jackson, cominciato a Roma il 23 maggio. Migliaia di feriti (oltre 3500) all'ippodromo di Aintree. Parecchi versano in cattive condizioni, compresa una bambina di sei anni calpestata dalla folla. Moltissime le giovani rimaste vittime di svenimenti o attacchi isterici. Nella paurosa baraonda si è sfiorata una tragedia del tutto simile a quella occorsa allo stadio Heysel di Bruxelles nel 1985 (Juventus-Liverpool). Migliaia di persone calpestate, altre che si sono precipitate all'interno dell'ippodromo pur senza avere il biglietto, cariche di polizia a cavallo e sassaiole. Gli incidenti sono cominciati quando folti gruppi di ragazzi, non aventi diritto all'ingresso perché sprovvisti di biglietto, hanno cercato di abbattere la recinzione forzando gli ingressi. Contro il personale incaricato di regolare l'afflusso del pubblico si è abbattuta una grandinata di sassi e bottiglie e a questo punto sono scattate le prime cariche della polizia, 500 agenti con scudi, manganelli e cavalli. Ad aggravare la situazione lo stesso Michael Jackson quando si è presentato sul palco: la folla ha cercato di lanciarsi verso il palco creando un onda "anomala" di gente protesa in avanti che avanzando calpestava quelli che erano d'intralcio. Ai 42 spettacoli precedenti hanno assistito complessivamente oltre due milioni e mezzo di spettatori ma nessun incidente ha turbato i concerti. "Sono sconvolto e amareggiato" dice Jackson. Intanto se ne va da Liverpool con un assegno di 4 miliardi e 760 milioni di lire.

Paul McCartney

Operazione commerciale a dir poco stravagante, quella di Paul McCartney in questo fine settembre 1988. Con una mossa imprevedibile e fuori da ogni schema di logica e di marketing, incide un disco di brani molto datati, che vanno dagli anni quaranta all'inizio degli anni sessanta andandoli a ripescare dal repertorio blues e rock. Canzoni che vanno da DON'T GET AROUND MUCH ANYMORE - incisa dall'orchestra di Duke Ellington nel 1942 - a BRING IT ON HOME TO ME di Sam Cooke - datata 1962. La cosa particolare non è la scelta dei pezzi ma il fatto di pubblicare un disco a 33 giri solamente per il mercato sovietico ed intitolarlo CHOBA B CCCP che significa BACK IN THE URSS, titolo del celebre brano datato 1968 insieme ai Beatles. Canzoni come LUCILLE, AIN'T THAT A SHAME, KANSAS CITY, SUMMERTIME sono il frutto di sedute in sala d'incisione fra amici e sessionmen inglesi come Mick Gallagher e Mick Green. E con il primo McDonald's a due passi dalla celebre Piazza Rossa e la tanto celebrata Glasnost messa in atto da un furbetto di nome Gorbaciov (il quale aveva intuito l'aria che avrebbe tirato di lì a poco) Macca concede all'etichetta sovietica Melodya la distribuzione del disco. Una prima stampa dell'album va subito esaurita in pochi giorni e la casa discografica si affretta a ristamparlo più volte fino al dicembre dello stesso anno in cui vengono aggiunte due canzoni. L'occhio di bue della stampa musicale mondiale e non è puntato naturalmente su questa operazione: in un mondo parallelo come quello della cortina di ferro, dove le canzoni dei Beatles e del 99,9% della musica occidentale venivano bandite a prescindere (però in cambio avevano Robertino e Claudio Villa... vuoi mettere?), un disco che porta alla luce canzoni che i cittadini della Russia non avevano potuto sentire all'epoca (schiacciati tra Stalin e Krusciov) fa notizia di per sè. E la cosa buffa è che a rincorrere un disco di un artista occidentale non sono per una volta gli eventuali fruitori sovietici o comunque dell'est, ma fans e collezionisti del mondo cosiddetto libero. Difatti per i collezionisti di memorabilia beatlesiana, è la prima stampa, quella con 11 pezzi a valere di più, perchè la seconda fu importata dalla Russia in sovrabbondanza e la troppa disponibilità fa cadere la domanda. C'è un'altra cosa abbastanza particolare: il progetto è nato per caso. Paul si diverte, nei momenti liberi, a suonare con gli amici brani che non appartengono al suo repertorio e l'incisione del disco è frutto di uno di questi momenti. E non è una cosa tirata via, come si suol dire ma c'è tutto l'impegno del professionista scrupoloso e pignolo che non vuole mai essere sotto al suo standard anche nei momenti di spensieratezza. Qui c'è il Paul McCartney dell'attacco micidiale di OH DARLING, quello che vale da solo tutta la canzone o le urla di HELTER SKELTER, un Paul rocker e lontano parecchio dalle classiche sue ballate in stile ONCE UPON A LONG AGO, tanto per citare un titolo di un best seller del 1988. Nel 1991 ci sarà la stampa su cd del disco con una resa sonora di alta qualità rispetto al vinile. La domanda è: come mai, visto che nel 1988 (come riportamo nella classifica qui sopra) il Cd era ormai un fatto acquisito, Paul non abbia pensato ad una proposta per il mondo occidentale direttamente in Cd? Facendo un pò di statistiche, il disco fu registrato l'anno prima come semplice divertissment tra amici, tra il 20 e il 21 luglio 1987. Viene pubblicato per la prima volta in URSS nell'ottobre del 1988 e ristampato in compact disc dalla EMI in tutto il mondo nel settembre 1991 (l'interesse sarà molto scemato causa cambiamenti della storia mondiale e della trasformazione dell'ex impero sovietico in tante piccole repubbliche. In Russia arriva al numero uno delle classifiche (nel 1988) e in Uk, l'anno dopo, alla posizione numero 63. Vuoi vedere che anche Paul McCartney, oltre il Papa, Ronald Reagan e Lech Walesa, ha dato una bella spallata al famigerato muro?

Spinaterelle discografiche

L'industria discografica americana è in subbuglio: è venuto alla luce uno scandalo che la stampa chiama payola (dal verbo to pay, cioè, pagare) nel quale sono coinvolti disc jockey, produttori, funzionari di case discografiche. Un disc jockey di una radio americana confessa di aver ricevuto migliaia di dollari in cambio della messa in onda di alcuni dischi, farli sentire e risentire e tramutarli, dopo giorni di bombardamento acustico, in successi. Vi sembrerà strano, forse. Da che mondo e mondo funziona così, direte voi. Però pare che in Usa la cosa sia seriamente proibita specialmente se il tutto non avviene alla luce del sole: nei bilanci le payola, le bustarelle, devono essere trasparenti. E per questo motivo gli investigatori statunitensi stanno mettendo sotto torchio i due boss e promotori più importanti della West Coast. Avrebbero versato circa 270 mila dollari per una messa in onda preferenziale dei dischi dei Duran Duran, Janet Jackson,i Culture Club. Un procedimento simile sta agitando le acque anche in Gran Bretagna: il solito tabloid aveva fatto dei nomi altisonanti (in questo caso quello di Richard Branson, padre padrone della Virgin) circa alcune manovre per portare al successo certi dischi a discapito di altri. Lui ammette tranquillamente che la Virgin ha versato circa dodicimila sterline agli stessi promoter della West Coast americana e cioè Isgro e De Sipio per far conoscere quindici dei loro prodotti ma che, se questi soldi non compaiono nelle fatture dei due promoter, non sono affari suoi. Ma l'inchiesta non si esaurisce con la Virgin. Sembra che improvvisamente tutto il Regno Unito debba scoprire ciò che da decenni si svolge nel mondo dell'industria fonografica, cioè la classica spintarella di un determinato disco in trasmissioni televisive e radiofoniche. E vengono coinvolti cantanti e complessi come i Level 42, i Simply Red, Lionel Richie, i Duran Duran e Janet Jackson (anche qui).

Herbert Pagani

Eccoci ad un altro triste addio. Muore in Florida il cantautore Herbert Pagani, in un ospedale di Palm Beach, a soli 44 anni. Lo ha annunciato il suo agente precisando che la morte è stata causata da una leucemia fulminante e che era in Florida per curarsi. Nato a Tripoli da genitori italiani, passa lunghi anni in collegio in Germania e poi in Francia, avvicinandosi al mondo della canzone quando comincia a collaborare a Radio Montacarlo, nella seconda metà degli anni sessanta. Herbert Pagani era un cantautore molto particolare, popolare ed elitario nel contempo. Aveva esordito con Leo Ferrè ed era attento ad ogni problematica sociale finendo con l'aderire al partito Radicale. I suoi brani sono sempre stati a metà tra la ballata popolare (intesa come canzoni per le masse) e la poesia in musica. Alternava momenti di estrema lucidità, come CANTA CHE TI PASSA LA PAURA o TESTAMENTO ALL'ITALIANA, a brani per palati meno esigenti come CIN CIN CON GLI OCCHIALI o AHI LE HAWAI che comunque avevano sempre dei risvolti sociali anche se trattati con mano estremamente leggera e piacevole. Aveva tradotto brani di Prevert, di Brel, di Cosma ed era stato autore anche per altri. Ad esempio, la sua traduzione di ALBERGO AD ORE è stata cantata dal fior fiore della discografia italiana. Ma era stato anche l'Arlecchino nel celeberrimo Théatre De La Ville di Parigi, aveva portato con enorme successo in Francia lo spettacolo MEGALOPOLIS (in Italia un po' meno) , era stato uno dei protagonisti dello sceneggiato MARCO VISCONTI nel 1976 e aveva musicato alcune liriche del Belli traendone anche uno spettacolo teatrale. Era un artista davvero poliedrico, a 360°, che nell'ultimo periodo della sua vita si era scoperto anche caricaturista utilizzando la vernice spray.

Chi viene e chi va

Sempre per la serie dei chi viene e chi va, salutiamo un altro personaggio che ci lascia: Gert Froebe, un nome che a molti non dirà nulla ma che è stato il Goldfinger dell'omonimo 007 con Sean Connery. E' morto il 4 settembre per una crisi cardiaca in una clinica di Monaco di Baviera. Caratterista molto stimato negli ambienti cinematografici (fece il ruolo del sergente tedesco nel film IL GIORNO PIU' LUNGO nel 1962), Froebe aveva debuttato nel cinema nel 1948 in BERLINER BALLADE all'età di 36 anni ma diventò davvero famoso quando Guy Hamilton lo chiamò per interpretare l'antagonista di Sean Connery che tenta di impadronirsi dell'oro di Forte Knox e che uccide una donna accusata di tradimento facendola dipingere d'oro dalla testa ai piedi. A prescindere da questa prova, Gert Frobe aveva dato vita ad una lunga serie di personaggi dimostrando al pubblico la propria valentia artistica. Muore a 76 anni.
E questa volta, la serie chi viene e chi va, oltre ai soliti immancabili addii, ha un benvenuto: fiocco azzurro in casa di Leali: nasce Francesco Faustino, avuto dalla sua nuova compagna Claudia Coccomello. Leali è separato dalla prima moglie Milena Cantù dalla quale ebbe due figlie, Deborah a Samantha.

La Jugoslavia che diventa ex

Tempi di cambiamenti in Jugoslavia. Da Tirana a Pechino, il cosiddetto "socialismo reale", quando non tira le cuoia è in profonda crisi. Ma mai quanto nella terra del Marasciallo Tito, morto già da perecchio tempo. Non c'è discorso ufficiale, intervista di qualche leader, editoriale o articolo di fondo che non sputi su ciò che è stata la Jugoslavia dal 1944 al 1988. "Rinnega il passato" è un giochetto di cui noi italiani abbiamo il brevetto. Ma nello scorso agosto si è arrivati al record: per ore ed ore, a partire dalle sei del mattino, si sono visti in diretta tv tutti i membri del comitato centrale della lega dei comunisti jugoslavi recitare il mea culpa su tutto e anche di più, sotto forma di risposte date al popolo jugoslavo, dalle più significative a quelle meno importanti. Ad esempio, perché una lettera deve percorrere 500 km per andare ad una città che dista dall'altra soli 20 km? Perché, nonostante siano passati 44 anni dalla guerra, ancora bisogna fare la fila per comprare un po' di pane? E sotto inchiesta ci finisce il leader del partito comunista Slobodan Milosevic, che trova un solo capro espiatorio per ogni male: il Kosovo e la crescente aggressività di una regione a maggioranza albanese con tutti gli errori fatti (??). Il caro Milosevic è giunto al potere nel 1987 agitando la bandiera dell'ortodossia ideologica come primato della società comunista sulla società mondiale (stragulp! direbbe Paperino!). Da una parte ha mobilitato la piazza senza più leader forti, con promesse nazionalistiche da parte della Serbia, dall'altra si è impegnato a mettersi in mostra contro la concezione della socialdemocrazia slovena e contro i porci albanesi che alzano la testa in Kosovo. Compagno Sloba, pensaci tu. Pensaci tu a questa Serbia che era il cuore della Jugoslavia e che adesso sembra non contare più come un tempo (nel 1990 lo scioglimento della Lega dei Comunisti e la vittoria elettorale dei partiti nazionalisti prelusero alla disgregazione della Jugoslavia). Sì, ci penso io, pare aver detto. E come il gigante buono della pubblicità, ci pensò lui. Come andò a finire, lo sappiamo tutti, purtroppo.

Christian Calabrese

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ANTEPRIMA DELLA STAGIONE TV 1988-69
di David Guarnieri

La stagione televisiva 1987-88, senza dubbio, una delle più appassionanti, cruente ed imprevedibili, si chiude, come di consueto, con le trasmissioni (riempitivo?) dell'estate, lasciandosi alle spalle polemiche, velleità, arguzie, pretenziosità, mediocrità varie. I dirigenti Rai e Fininvest si riuniscono per elaborare nuove strategie e presentare prodotti, validi, non più di tanto, quanto redditizi. A settembre del 1988, per la prima volta sulle reti Rai, va in onda la serata finale per l'assegnazione del titolo di "Miss Italia" (un solo show, non le quattro puntate attuali!), condotta da Fabrizio Frizzi. La vincitrice, per la cronaca è Nadia Bengala. Il celebre concorso, patrocinato da Enzo Mirigliani, apre idealmente la stagione 1988-1989, che si preannuncia intensa e ricca di colpi di scena.

RAI

Il trionfatore assoluto, per quel che riguarda critica e pubblico (per una volta concordi) della precedente annata, Renzo Arbore, letteralmente mitizzato per il risultato ottenuto da "Indietro tutta!", furbescamente (ed intelligentemente) non ripropone l'ironico varietà, animato assieme a Nino Frassica, apparendo in qualche puntata di "International D.O.C. Club", programma musicale, sempre trasmesso in seconda serata, presentato da due pupilli "arboriani", quali Monica Nannini e Gegè Telesforo. La dirigenza Rai, ancora scioccata dalle performance di Adriano Celentano, offerte durante le tredici puntate di "Fantastico 8", decide di puntare, per lo spettacolo abbinato alla Lotteria Italia, su Enrico Montesano, beniamino - da quasi vent'anni - del pubblico italiano, e, soprattutto "rassicurante", rispetto al "molleggiato". Il regista di "Fantastico 9" è, nuovamente Luigi Bonori. I testi sono firmati da due storici autori del varietà: Italo Terzoli ed Enrico Vaime, con la supervisione di Pietro Garinei (altro eminente personaggio dello spettacolo nostrano), le coreografie sono curate da Franco Miseria. La sorpresa è rappresentata dalla scelta della partner di Montesano: Anna Oxa. La bella cantante barese, reduce dall'affermazione del singolo "Quando nasce un amore" (lanciato a Sanremo '88) e dell'album "Pensami per te", si propone (non senza scetticismo) per la prima volta, come vedette di un programma televisivo. A suscitare perplessità è l'accostamento tra lo stile "popolare" di Montesano e quello sofisticato della Oxa. Gli autori difendono le scelte, promettendo "sorprese" dalla coppia di animatori. Altra trasmissione importantissima per la Rai è "Domenica in". Il regista è sempre Gianni Boncompagni. Il padrone di casa, nonostante il successo ottenuto l'anno precedente, non è più Lino Banfi, bensì Marisa Laurito, anch'essa "reduce" (ed è il caso di affermarlo) dal "Fantastico" di Celentano. Accanto all'attrice napoletana compariranno: Roberto D'Agostino, Brigitta e Benedicta Boccoli, Lisa Russo, Sandro Mayer, Bruno Vespa e una serie di giovani cantanti, tra le quali esordisce, la futura jazz-singer Nicky Nicolai. L'appuntamento delle ore 12.00 di Rai uno viene affidato a Loretta Goggi, proveniente dal successo di "Ieri, Goggi e domani" (per il quale ha conquistato il "Telegatto" di "Tv Sorrisi e Canzoni" per il migliore personaggio femminile dell'anno). Il titolo del programma è "Via Teulada, 66". L'intento dei dirigenti Rai è quello di modificare la struttura della trasmissione - un po' logora, dopo le varie edizioni, condotte nell'ordine da Raffaella Carrà, Enrica Bonaccorti, Giancarlo Magalli e Simona Marchini - puntando sul brio e sulle capacità artistiche della show-woman romana, diretta (come di consueto) da Gianni Brezza. Alla stessa ora, ma sul secondo canale, si ripropone Gianfranco Funari, carico della ben nota aggressività, con il suo "Mezzogiorno è....". Lino Banfi, per la stagione 1988-89 si presenta in una duplice veste: quella di attore, interpretando una serie televisiva dal titolo "Il vigile Urbano" e quella di intrattenitore, con lo show "Stasera Lino", in onda dal mese di gennaio (il comico pugliese si avvarrà della presenza di Heather Parisi). Giancarlo Magalli, in onda su Rai 1 si lancia con "Domani sposi", gioco delle ore 18.00 per giovani coppie in procinto di sposarsi. Una curiosità: tra le vallette della trasmissione farà il suo esordio una futura star televisiva: Simona Ventura. Per quel che riguarda lo show primaverile del sabato sera, confermato il varietà "Europa Europa", ideato da Michele Guardì e condotto per la seconda volta da Elisabetta Gardini e Fabrizio Frizzi. L'azienda di Stato, per la serata del martedì punta su "Biberon", show satirico-musicale di Pierfrancesco Pingitore, in diretta dal "Bagaglino", con Pippo Franco, Oreste Lionello, Leo Gullotta, Martufello e Gabriella Ferri e, per la serata del giovedì organizza un remake di "Lascia o raddoppia?", condotto da Bruno Gambarotta, con Lando Buzzanca e la cantante Johara. Enzo Trapani, dirige, sempre per Rai 1 un curioso spettacolo intitolato "Io Tarzan, tu Jane", con protagonista Carmen Russo, affiancata da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Sebastiano Somma e Celeste Johnson. Per la primavera 1989 si prevede, su Rai 2, il ritorno di Pippo Baudo, dopo l'infelice esperienza di "Festival", in onda su Canale 5. Il conduttore catanese dovrebbe presentare, per la quinta volta, il maxi show "Serata d'onore".

RETI FININVEST

Anche le reti Fininvest (ovviamente....) si presentano ai nastri di partenza per la nuova stagione televisiva. Il "re del quiz", Mike Bongiorno conduce la seconda edizione di "Telemike" (il gioco più ricco della televisione italiana) che tanto successo ha ottenuto nell'annata 1987-88. Bongiorno non abbandona di certo il collaudatissimo "Bis" e propone la sua nuova creatura: "La ruota della fortuna". Nemmeno Corrado, protagonista dell'estate di Canale 5 con "La corrida" rischia più di tanto, presentando per il settimo anno "Il pranzo è servito". Terzo anno invece per Iva Zanicchi ed il suo fortunato "O.K. Il prezzo è giusto!". Un'altra conferma è rappresentata da "Tra moglie e marito", gioco condotto da Marco Columbro, vincitore del "Telegatto" per la rivelazione televisiva dell'anno. I nuovi quiz di Canale 5 sono, "Il gioco dei nove", animato con la consueta ironia da Raimondo Vianello, coadiuvato dalla moglie Sandra Mondaini e "Cari genitori", affidato ad Enrica Bonaccorti (il suo passaggio, da Rai 1 a Canale 5 con "La giostra" e "Ciao, Enrica" non ha ottenuto il successo atteso). Raffaella Carrà, altra delusa dalla stagione tv 1987-88 (il suo costosissimo "Raffaella Carrà Show" viene battuto, nell'ordine, da "Carnevale", show con Edwige Fenech e da "Europa Europa" con la Gardini e Frizzi) medita riscosse con l'ambizioso "Il principe azzurro". Il varietà del sabato sera di Canale 5, che sfiderà il "Fantastico" di Rai 1, guidato da Montesano e dalla Oxa è ideato da Antonio Ricci. Il titolo, originale e provocatorio è "Odiens". I conduttori sono: Lorella Cuccarini (unico personaggio ad essersi salvato dal naufragio di "Festival" dell'ex pigmalione Baudo), Gianfranco D'Angelo ed Ezio Greggio.

Questa, in sintesi, la presentazione dei programmi di intrattenimento per la stagione televisiva 1988-89 per le reti di Stato e i canali tv privati.

Alla prossima volta!!!!!!!
David Guarnieri

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